Archivio per la categoria ‘Eni’

ENI
Ieri l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha risposto alla lettera del fondo americano Knight Vinke, che chiedeva lo spin-off da Saipem. Come già affermato qualche giorno fa in occasione dei risultati, Scaroni ha ribadito che la revisione dell’investimento in Saipem non è al momento una priorità. La proposta di Vinke è che Eni si liberi di Saipem assegnando ai suoi azionisti le azioni Saipem che possiede (poco meno del 43% del capitale). Qualora la scissione andasse in porto Eni deconsoliderebbe circa 4,3 mld eu di debito di Saipem. Più complessa la situazione per Saipem, che dovrebbe procedere a un aumento di capitale per riequilibrare la struttura finanziaria. La maggior parte degli analisti ritiene che le probabilità di una separazione di Saipem da Eni siano basse, almeno nel breve periodo.

LUXOTTICA
Non si arresta la corsa di Luxottica che stamani apre in rialzo dell’1,7% a 36,24 euro, sui nuovi massimi storici. Ieri sera il primo produttore mondiale di occhiali ha comunicato di aver chiuso il 2012 con ricavi a 7.086 milioni del 2011 a 6.222 milioni, l’utile operativo è aumentato a 982 (+21,7%) mentre quello ‘adjusted’ ha superato il miliardo di euro (1.004 milioni, +22,3%). L’utile netto contabile si è assestato a 542 milioni (+19,8%), quello ‘adjusted’ è salito del 24,4% a 567 milioni. Il ceo Andrea Guerra ha aggiunto: ”L’avvio del 2013 è stato positivo e guardiamo con fiducia ai prossimi mesi’. L’indebitamento netto al 31 dicembre 2012 è sceso a 1.662 milioni dai 2.032 milioni di euro a fine 2011, riducendo il rapporto tra debito netto e Ebitda ‘adjusted’ a 1,2 volte rispetto alle 1,8 volte di fine 2011. La crescita dell’utile netto consolidato ha permesso, in presenza di un pay-out stabile al 50%, di aumentare il dividendo del 18,4% a 0,58 euro. Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo di 0,58 euro per azione ordinaria.

PRYSMIAN
Anche Prysmian prosegue il rally, partendo con un rialzo dell’1,4% che la spedisce a 16,95 euro. Dopo i buoni risultati di ieri sono fioccate le promozioni. Goldman Sachs ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 22,5 euro dai 21,6 precedenti. Per Cheuvreux il titolo vale 18 euro dai 16 euro precedenti.
Infine gli analisti di Mediobanca hanno alzato la raccomandazione a “Outperform” da “Neutral”: il target price sale a 19,0 euro da 16,2 euro. Il broker si aspetta che la società riceverà importanti commesse dai progetti dell’eolico offshore. Ricordiamo che il titolo ieri ha toccato i massimi dal 2008, negli ultimi 6 mesi ha guadagnato il 26%.

CINA, TAIWAN
Mercati chiusi per festività.

ITALIA
Cda su risultati 4° trimestre di: Cairo, Elica, Interpump.

Cda su risultati preliminari di bilancio di: Eni (comunicato domattina), First Capital (approvazione Net Asset Value), Ima.

ROMA
Istat, stima Pil 4° trimestre (10,00).

BRUXELLES
Stima flash Pil 4° trimestre zona euro (11,00).

Commissione Ue presenta proposta di tassazione sulle transazioni finanziarie in 11 Paesi membri (13,00).

ATENE
Stima Pil 4° trimestre (11,00).

BERLINO
Stima Pil 4° trimestre (8,00).

PARIGI
Stima Pil 4° trimestre (7,30).

WASHINGTON
Nuove richieste sussidi disoccupazione settimanali (14,30).

Tesoro offre Titoli di Stato a 30 anni (19,00).

NEW YORK
Risultati Agilent, General Motors, PepsiCo.

Due notizie riportate oggi dal quotidiano La Repubblica evidenziano alcuni aggiornamenti relativi al caso Eni – Saipem. Apparteneva a BlackRock la quota del 2,3% di Saipem che fu collocata sul mercato il 28 gennaio per un ammontare di circa 315 milioni di euro, poche ore prima che la controllata di Eni lanciasse il profit warning che avrebbe determinato il crollo di oltre il 30% il giorno seguente. (per i dettagli vai all’articolo su Repubblica). A voler usare un eufemismo si potrebbe parlare di rotazione settoriale: mentre il gigante dei fondi di investimento USA scaricava Saipem entrava con un massiccio 5% nel capitale di Unicredit.
La seconda notizia riguarda un’ipotesi che in molti avevano profilato da giorni: pare che l’ad di Eni Paolo Scaroni abbia intenzione di scaricare Saipem, e cedere al migliore offerente il controllo della società, di cui Eni è azionista di maggioranza per il 43,9%. (il link all’approfondimento su Repubblica).
Nel frattempo gli investitori aspettano di leggere il comunicato che Saipem diramerà domani: bilancio consolidato preconsuntivo al 31 dicembre 2012 e indicazioni sul dividendo 2013. Eni replica giovedì 14 con lo stesso programma.

Nel giorno successivo all’avviso di garanzia che ha raggiunto il numero uno di Eni Paolo Scaroni, indagato per un presunto episodio di corruzione legato agli appalti ottenuti dalla controllata Saipem in Algeria, gli investitori aspettano di valutare gli esiti di quanto comunicato nel corso della conference call di ieri sera dall’ad di Saipem Umberto Vergine. Dichiarando agli analisti di scorgere “evidenti” segnali di recupero della redditività, Umberto Vergine ha aggiunto che non ci sono ancora motivi sufficienti per rivedere le indicazioni sul 2013 fornite con l’annuncio a sorpresa del 29 gennnaio. Il manager che il 5 dicembre scorso ha sostituito Pietro Franco Tali alla direzione di Saipem ha anche affermato di non aspettarsi perdite sui progetti in corso e non vede ragione per accantonare risorse a fronte di eventuali problemi in Algeria.
Separatamente, secondo la stampa specializzata, Saipem è in pole position per vincere una gara da 1,5 miliardi di dollari ad Abu Dhabi. La società avrebbe presentato il 28 di gennaio un’offerta di 300 milioni di euro più bassa degli altri soggetti partecipanti.

Saipem crash Eni

Mentre in mattinata sono arrivate ancora brutte notizie sul fronte Saipem, con una serie di commesse in Australia e in Brasile che a quanto pare verranno sospese, del caso Saipem si occupa anche il Wall Street Journal in questo articolo online. A stupire investitori ed analisti è la mole del crollo registrato da Saipem nella terrificante seduta del 30 gennaio, ma se si tiene conto del fatto che in sostanza il portafoglio ordini vantato dalla società era costruito su un castello di carte basato più sulle aspettative del management che su commesse “chiavi in mano” a stupire è l’entità lieve del danno subito dalla controllante di Saipem, e cioè dall’Eni di Paolo Scaroni. E adesso i sospetti cadono anche sul cane a sei zampe, che potrebbe tenere in serbo altre amare sorprese. Non solo per gli azionisti, ma anche per i detentori dei corporate bond della società, annoverati fino all’altro ieri nella categoria del “porto sicuro”.

Dopo il crollo di ieri che ha avuto ripercussioni su tutto il listino di Piazza Affari la Consob ha dato il via a una serie di accertamenti relativi al collocamento di azioni Saipem, avvenuto lunedì, ventiquattro ore prima dell’annuncio del profit warning sui conti 2012 e 2013 lanciato dai vertici della società. Secondo un portavoce, Fidelity Investment Fund non avrebbe collocato il 2,3% del capitale della società tre giorni fa, come riportato da alcuni fonti. Saipem ieri ha perso il 34,3% crollando a 20,01 euro, un terzo del suo valore, e tornando su livelli che non si vedevano dal 2009. Sono stati bruciati 4,6 miliardi di euro di capitalizzazione in un solo giorno, mentre è passato di mano l’11,7% del capitale. Gli analisti tecnici stanno cercando di individuare i nuovi livelli per eventuali acquisti. Sfondati tutti i supporti intermedi tra 30 e 24 euro ci si orienta sui supporti statici a 16 e 10 euro. Area 24 euro è la prima resistenza forte.
Il crollo di Saipem ha avuto immediate ripercussioni sulla controllante Eni, per un ammontare di circa 200 milioni di euro nel 2013, circa il 3% dell’ultimo utile annuale. E’ quanto ha dichiarato il direttore finanziario della major petrolifera italiana, Massimo Mondazzi, in una dichiarazione a Reuters.

La mattinata è partita con una sospensione per eccesso di ribasso, mentre ieri sera nel mercato After Hour le cosiddette “mani pesanti” sono intervenute con forza scaricando il titolo della controllata di Eni. Considerata come un fiore all’occhiello per l’alta qualità tecnologica che Saipem ha sempre saputo esprimere come leader a livello mondiale nel settore delle esplorazioni petrolifere, la società era considerata una sorta di porto sicuro nel mare tempestoso del mercato azionario di casa nostra. Si è trattato del classico cigno nero? In realtà gli scricchiolii si erano cominciati ad avvertire già nel dicembre 2012, quando venne diffusa la notizia di un’indagine giudiziaria avviata dalla procura di Milano per un caso di presunta corruzione relativo ad alcune commesse che il gruppo aveva ottenuto in Algeria. Immediate le dimissioni dell’a.d. Franco Tali sostituito con Umberto Vergine.
Ieri sera a mercati chiusi la società ha lanciato un durissimo profit warning con una drastica revisione dei risultati. Il target di utile operativo del 2013 è stato portato a 750 milioni di euro, poco più della metá di quanto stimato dal consensus degli analisti. Il comunicato del gruppo è una sorta di bollettino di guerra che può essere letto, e scaricato in pdf, al seguente URL:

http://www.saipem.com/site/it/Home/Press/Finanziari/articolo6261.html

Da allora gli analisti si sono scatenati nell’individuare i target price, a volte più che dimezzati rispetto alle stime precedenti che assegnavano al titolo un prezzo obiettivo di poco inferiore ai 39 euro. Kepler, ad esempio, ha ridotto il rating di Saipem a hold da buy ed il target price a 25 euro per azione da 40 euro.
Attorno alle 14.30 Saipem quotava a 20,37 euro, in calo di oltre il 33%. Intanto, i vertici di Eni fanno sapere che l’impatto del profit warning di Saipem sui risultati del 2013 del cane a sei zampe si aggirerà attorno ai 200 milioni di euro, all’incirca il 3% dell’utile netto.

Aggiornamento: il caso Saipem visto dagli USA (Saipem Plunges on Profit Warning, su Bloomberg)

Saipem ed Eni: Lettera fortissima in AH

Pubblicato: gennaio 29, 2013 da TrandingTraderWarrior in Eni, Ftse Mib, PiazzaAffari, Saipem
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Denaro a ZERO, con lettera fortissima per Saipem ed Eni che in AH scendono vistosamente a seguito di una fuga di Fondi ed istituzionali. Mentre l’ex AD Franco Tali viene raggiunto da un avviso di garanzia per questioni arcinote. Logico presupporre apertura in  calo domani per l’intero Ftse Mib che sappiamo essere ancorato (anche) ad Eni.
Potrebbe essere l’inizio del ritracciamento atteso da molti investitori.
Parallelamente Saipem ha annunciato un utile netto di circa 450 milioni di euro per il 2013, pari a circa 1/3 di quanto previsto.
L’ancora di salvezza targata South Stream sembra essere a propria volta fuori gioco, a causa di forti dubbi sulla attuale richiesta di mercato.

 

A che serve l’analisi tecnica quando la borsa è ostaggio di manovre sotto banco? E’ quanto potrebbe chiedersi ingenuamente un investitore che considerasse le cause che hanno determinato il tracollo di Saipem, che in mattinata è arrivata a perdere il 4% tornando a quota 30,31 euro. Saipem oggi indossa la maglia nera nel paniere principale di Piazza Affari, e attorno alle 15.45 perde circa il 3,8%. Secondo quanto riportato da Bloomberg, Bank of America avrebbe curato il collocamento di 9,9 milioni di azioni della controllata di Eni, per una quota pari al 2,3% della società. Il collocamento sarebbe stato effettuato ad un prezzo di 30,65 euro, nella parte bassa della forchetta (30,65-31,36 euro) prevista, e a favore di un cliente istituzionale. Nel frattempo il petrolio wti veleggia oltre i 97 dollari il barile. Un tempo la notizia avrebbe messo le ali a Saipem, ma dopo l’inchiesta che ha portato alle dimissioni dell’a.d. Franco Tali i guai non sembrano finiti.
Ricordiamo l’appuntamento previsto per il 13 Febbraio 2013: bilancio consolidato preconsuntivo al 31 dicembre 2012; previsione relativa all’ammontare del dividendo per l’esercizio 2012; comunicato stampa e conference call.