Archivio per la categoria ‘Fmi’

ITALIA
Tod’s, Cda su vendite 2012.

Cda Finmeccanica, anche su offerte vincolanti Ansaldo Energia.

ROMA
Tesoro, annuncio quantitativi Ctz e Btpei in asta 28 gennaio.

BRUXELLES
Zona euro, indice fiducia consumatori gennaio (16,00).

Eurostat, debito pubblico 3° trimestre zona euro.

BERLINO
Trimestrale Siemens.

LONDRA
Banca centrale pubblica verbali ultima riunione su tassi (10,30).

PARIGI
Indice fiducia imprese gennaio (8,45).

WASHINGTON
Indice su prezzi case novembre (15,00).

Fmi pubblica “World Economic Outlook”; conferenza stampa (16,00).

Scorte Usa settimanali prodotti petroliferi Eia (16,30).

Tesoro offre titoli Stato a 4 settimane (17,30).

NEW YORK CITY
Risultati di McDonald’s.

TORONTO
Banca centrale annuncia decisione tassi.

ITALIA
Telecom Italia, Cda anche su Telecom Italia Media.

BRUXELLES
Eurostat, dati settore edilizio novembre zona euro.

FRANCOFORTE
Bce pubblica bollettino mensile.

LONDRA
Tesoro offre per un miliardo di sterline Gilt indicizzati 2029, cedola 0,125%.

MADRID
Tesoro offre 3,5-4,5 miliardi Bonos scadenza ottobre 2015, gennaio 2018, luglio 2041.

PARIGI
Tesoro offre 7,0-8,0 milairdi Btan gennaio 2015, cedola 2,5%; Oat aprile 2017, cedola 3,75%; nuovo Oat maggio 2018, cedola 1,0% (9,50).

WASHINGTON
Conferenza stampa Lagarde.

Intervento Fisher, Fed Dallas (2,00).

Apertura nuovi cantieri e licenze edilizie dicembre, nuove richieste sussidi disoccupazione settimanali (14,30).

Philly Fed gennaio (16,00).

NEW YORK
Intervento Lockhart, Fed Atlanta (18,05).

Risultati trimestrali di Bank of America, Citigroup, Intel.

Archiviato il caso Grecia, gli investitori di oltreoceano tornano a concentrarsi sul problema del fiscal cliff. I future sui tre indici USA sono stabili intorno alla parità, facendo presagire un avvio piatto.
Nella notte i leader europei hanno raggiunto un accordo con il Fondo monetario internazionale sul debito della Grecia, liberando così gli aiuti il cui versamento sarà ufficializzato nella riunione del 13 dicembre. Nonostante il ritrovato ottimismo degli investitori l’ultimo rapporto Ocse vede una ripresa zoppicante per l’economia mondiale.
Tra gli appuntamenti Oltreoceano si segnala il discorso di Ben Bernanke, chairman della Federal Reserve, alle 14.30.
Tra i dati macro odierni, invece, in uscita gli ordini di beni durevoli a ottobre, che gli analisti prevedono in calo dell’1% rispetto al mese precedente, e la fiducia dei consumatori a novembre, attesa in rialzo a 73 punti dai precedenti 72,2 punti.
Occhi puntati anche sull’indice S&P Case-Shiller, un test importante per il mercato immobiliare USA, stimato in aumento a 2.9 rispetto al 2.0 del mese precedente.

I future sui tre indici USA sono a zero, ormai traders e investitori sono già in vacanza: domani Wall Street resterà chiusa per la festa del Ringraziamento, mentre venerdì chiusura alle 19.00 ora italiana.
Attorno alle 14.00 ora italiana il dollaro staziona intorno a 1,28 contro euro, da 1,275 di stamattina, mentre il petrolio wti sale di quasi due punti percentuali a 87,8 dollari il barile in seguito al persistere delle tensioni in Medio Oriente. Oro pressoché invariato a 1.720 dollari l’oncia.

L’ALLARME DI BERNANKE E I DATI MACRO DAGLI USA
Ieri Ben Bernanke, nel suo intervento ad un convegno a New York City, ha richiamato con forza l’attenzione dei politici sulle possibili conseguenze negative in caso di mancato accordo sul cosiddetto “fiscal cliff”. Il Chairman ha precisato che l’elicottero della Federal Reserve non ha risorse illimitate per evitare una recessione.
Oggi in agenda ci sono molti dati macro: alle 14.30 le nuove richieste di sussidi di disoccupazione (attesa a 410.000 da 439.000), alle 15.55 l’indice sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan (attese a 84,5 da 84,9) e alle 16.00 gli indicatori anticipati, un indice elaborato dall’istituto di ricerca Conference Board (attese a 0,1% da +0,6%).

EFFETTO MERKEL
In mattinata la cancelliera Angela Merkel ha riferito al Parlamento che un taglio dei tassi di interesse e un aumento delle garanzie del fondo salva Stati potrebbero aiutare a colmare il buco della Grecia. Le dichiarazioni della Merkel hanno alimentato le speranze degli investitori in un accordo sugli aiuti ad Atene. Anche per la Borsa USA il tema del giorno rimane la Grecia, dopo che la riunione dell’Eurogruppo si è conclusa senza un accordo e con il rinvio a lunedì 26 novembre. Il Fmi ha riconosciuto che sono stati fatti diversi progressi, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Secondo alcune indiscrezioni i ministri non hanno trovato un accordo sul debito e quindi hanno preferito non dare il via libera neanche alla tranche di prestito. In discussione c’è la riduzione dei tassi e delle condizioni sui prestiti finora ottenuti, buy-back dei titoli greci, allungamento delle scadenze sui titoli obbligazionari.

I NUMERI DELLA CHIUSURA
Avvio di settimana positivo per le borse europee, sul diffondersi di un moderato ottimismo circa la situazione di Grecia e Spagna. Il FTSE 100 a Londra ha guadagnato lo 0,2%, il DAX a Francoforte lo 0,4%, il CAC40 a Parigi lo 0,9%, l’IBEX 35 a Madrid lo 0,3% e lo SMI a Zurigo lo 0,7%. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro , è salito dello 0,7%. Chiusura positiva anche per Piazza Affari, sebbene sotto i massimi di giornata individuati dalla resistenza in area 15.700: l’indice Ftse Mib segna un progresso dello 0,51%, e si congeda a 15.590 punti, All Share a +0,50%. Sul fronte obbligazionario, poco mosso lo spread tra Btp e Bund a 10 anni, in area 350 punti base, mentre il differenziale tra Bonos spagnoli e Bund è salito a 434 punti base. Alle 20.40 ora italiana il petrolio wti si assesta a 91,9 dollari il barile, mentre l’oro scivola a 1.739 dollari l’oncia (-1,1%) continuando a non beneficiare del QE3. Alla stessa ora i tre indici di Wall Street sono in territorio positivo con il Dow Jones che guadagna oltre il mezzo punto percentuale portandosi a quota 13.403.

DATI MACRO DA USA E CINA, E RUMOURS SU SPAGNA E GRECIA
La settimana inizia con un cauto ottimismo, per via delle indiscrezioni riportate dal settimanale tedesco “Der Spiegel” secondo cui la Spagna potrebbe chiedere a novembre l’aiuto della Ue, mentre per la Grecia la troika (Ue, Bce, Fmi) sarebbe orientata a dare il via libera per una proroga di due anni allo scopo di permettere al paese di sistemare i conti pubblici. A sostenere l’ottimismo degli investitori si sono aggiunti anche i dati migliori del previsto sull’export cinese. Da oltreoceano invece arrivano indicazioni contrastanti: dopo la pubblicazione dei buoni conti trimestrali di Citigroup, ha fatto seguito il dato sulle vendite Usa al dettaglio che a settembre sono state migliori delle attese. Le rilevazioni hanno evidenziato un aumento dell’1,1% su base mensile (+0,7% m/m il consenso). L’indice Empire State Manufacturing, invece, e’ stato inferiore alle previsioni (pari a -6,16 punti a fronte del consenso a -4,8).

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Sul listino principale di Piazza Affari, oggi svetta Mediaset (+3,38%), dopo che indiscrezioni di stampa riportano l’interesse di Al Jazeera per Mediaset Premium. Secondo gli analisti di Banca Akros la cessione dell’intero business sarebbe positiva anche ad un valore simbolico. Bene il comparto bancario, che trae beneficio dalla stabilità dello spread e dal rincorrersi delle voci su un possibile rinvio dell’accordo di Basilea III. Salgono MontePaschi (+1,81% a 0,2303 euro), Popolare di Milano (+1,24% a 0,4315 euro), Banco Popolare (+0,73% a 1,24 euro), Intesa Sanpaolo (+0,08% a 1,268 euro), Mediobanca (+1,27% a 4,32 euro), Ubi Banca (+0,2%% a 3,06 euro), Banca Pop.Em.rom. (+0,22% a 4,522 euro) e Unicredit (+0,81% a 3,468 euro).
Chiude in ribasso Fiat Industrial (-0,32% a 7,81 euro), dopo che il Comitato Straordinario della controllota Cnh ha giudicato la proposta di fusione della controllante “non nell’interesse” di Cnh e dei suoi azionisti. Il presidente di Fiat Industrial, Sergio Marchionne, si è detto convinto dei benefici della fusione. Il gruppo ha chiesto a Cnh di verificare se “le parti possano raggiungere un accordo su nuovi termini”. Misto il resto della scuderia Agnelli, con Fiat (-1,03% a 4,248 euro) e la holding Exor (+1,13% a 20,53 euro). Acquisti su Snam (+0,98% a 3,5 euro), il cui cda ha indicato alla presidenza l’ex membro del board della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, nel giorno in cui Eni (+1,21% a 17,5 euro) ha finalizzato la vendita del 30% meno un’azione del capitale di Snam a Cassa Depositi e Prestiti.
Misto il comparto del lusso, con Ferragamo (-1%), Luxottica (+1,09%) e Tod’s (+0,8%). Brillanti Impregilo (+1,89%) e Finemeccanica (+1,53%). Su Finmeccanica si attendono gli sviluppi della vicenda Ansaldo Energia. Una nuova cordata italiana guidata da Fsi (Cdp) sarebbe intenzionata a formulare un’offerta per una quota di minoranza. In territorio negativo Stm, che ha perso l’1,66%, Pirelli & C. l’1,09% e Atlantia l’1,03%. Fuori dal paniere principale in netto ribasso Camfin (-4,31% a 0,4421 euro).

I NUMERI DELLA CHIUSURA
Le borse europee chiudono in rosso una giornata nervosa e volatile, con gli investitori preoccupati per il protrarsi della crisi spagnola e per i timori di un rallentamento della crescita globale, aumentati dopo il taglio delle stime da parte del Fondo Monetario Internazionale. Hanno deluso anche le trimestrali diffuse da Jp Morgan e Wells Fargo arrivate nel pomeriggio dagli USA. Maglia nera a Madrid, dove l’indice Ibex cede l’1,06% a 7.652,4 punti. Il Dax di Francoforte perde lo 0,68% a 7.232,49 punti, il Cac 40 di Parigi arretra dello 0,72% a 3.389,08 punti, l’indice Ftse 100 di Londra lascia sul terreno lo 0,62% a 5.793,32 punti, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib segna -0,78% a 15.511,94 punti. L’All share perde lo 0,72% e chiude a 16.407 punti. Sul mercato obbligazionario lo spread Btp/bund si assesta a 344 punti base, in rialzo di un punto percentuale. Il petrolio wti cala ancora di mezzo punto percentuale e si porta a 91,5 dollari il barile, l’oro scende a 1.762 dollari l’oncia (-0,5%) smentendo le previsioni di quanti lo vedevano alle stelle dopo l’avvio del QE3 da parte della banca centrale USA. Si indebolisce anche l’euro, che scende poco sopra quota 1,29 sul dollaro.

SPAGNA E GRECIA (E TOBIN TAX?) AZZERANO L’EFFETTO MACRO
Mentre gli analisti si concentrano sui numeri di Grecia e Spagna, sullo sfondo rimane lo spettro della Tobin Tax, la cosiddetta tassa contro gli “speculatori” ideata nel 1972 dall’economista James Tobin, che è stato anche professore di Mario Monti a Yale oltre che premio nobel. Stando a quanto riportato dall’Ecofin di martedì la Tobin tax sarebbe pronta per entrare in vigore, già a partire dal 2013. E’ stato Algirdas Semeta, commissario Ue, ad annunciare il via libera di Italia, Spagna e Slovacchia che si aggiungerà al parere positivo già espresso da 8 governi (Francia, Germania, Austria, Portogallo, Slovenia, Belgio, Grecia ed Estonia). Il totale dei Paesi a favore della tassa sulle transazioni finanziarie sale, quindi, a quota 11, il numero sufficiente per avviare l’iter di approvazione del provvedimento tramite la cooperazione rafforzata. I timori degli investitori, nell’immediato, sono ancora focalizzati sui problemi di Spagna e Grecia. Ieri l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha tagliato il giudizio sul debito di Madrid, mentre il numero uno del Fmi, Christine Lagarde, ha affermato che è necessario concedere ad Atene due anni in più per centrare gli obiettivi di deficit di bilancio. Come dichiarato dal cancelliere tedesco Angela Merkel, i leader europei attendono il rapporto della Troika per procedere con la nuova tranche di aiuti. Nel pomeriggio di oggi non c’è stato verso di raddrizzare la situazione, nonostante i dati macro confortanti arrivati da oltreoceano: la fiducia dei consumatori statunitensi di settembre, calcolata dall’Università del Michigan, ha raggiunto 83,1 punti superando le attese ferme a 78 punti. Si tratta del livello più alto registrato dal settembre 2007. Nel frattempo oggi sono arrivati i dati del trimestre di due colossi bancari USA. JP Morgan: l’utile per azione si attesta a 1,4 dollari, sopra gli 1,2 dollari previsti dagli analisti. Il risultato netto è stato pari a 5,7 miliardi di dollari, ricavi a 25,9 miliardi. Wells Fargo: l’utile netto è salito a 4,94 miliardi di dollari da 4,06 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente, meglio del previsto. I ricavi sono saliti dell’8% a 21,2 miliardi di dollari. Secondo Bloomberg il mercato non ha gradito la contrazione del margine di interesse.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Maglia rosa del listino principale, oggi è STM che chiude la seduta con un balzo del 6,50% a 4,686 euro. A incendiare il titolo, che in intraday è arrivato a guadagnare persino il 14%, sono state le indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui la società avrebbe intenzione di attuare una divisione delle business unit per arrivare alla vendita del business dei semiconduttori per i telefoni cellulari. La società ha però smentita l’esistenza di iniziative che potrebbero compromettere l’unità della compagnia. Sull’estremo opposto oggi Saipem ha messo a segno uno scivolone del 5,36% chiudendo a 35,21 euro, a causa del downgrade di Nomura su cui abbiamo scritto nel report precedente. Debole Eni (-0,80% a 17,32 euro) nonostante i buoni giudizi degli analisti all’indomani del seminario upstream. Fiat ha lasciato sul parterre l’1,96% a 4,298 euro ma, secondo quanto riportato da Bloomberg, avrebbe trovato un accordo per la costruzione di uno stabilimento in Russia. In rosso anche la holding della galassia Agnelli Exor, che cede il 2,4& e chiude a 20,3 euro. Vendite consistenti sui titoli bancari: Popolare di Milano il 2,07% a 0,426 euro, Unicredit l’1,43% a 3,452 euro, Banco Popolare lo 0,40% a 1,236 euro, MontePaschi lo 0,79% a 0,225 euro, Intesa SanPaolo lo 0,63% a 1,27 euro. Mediaset ha guadagnato il 2,35%. La speculazione sul titolo si e’ riaccesa con i rumors sul possibile ingresso di nuovi partner, russi o arabi, nel capitale del Milan. Il magnate russo Deripaska ha smentito la notizia.

I DATI DELLA CHIUSURA
Chiusura in rialzo per le piazze europee, nonostante il downgrade della Spagna da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s. Le borse hanno accelerato nel pomeriggio dopo i dati sorprendentemente positivi sul mercato del lavoro Usa. Aiutano anche le buone trimestrali diffuse da Burberry e Carrefour. Londra ha guadagnato lo 0,9%, Parigi +1,4%, positiva anche la Borsa di Madrid +0,9%. A Milano l’indice Ftse Mib è salito dell’1,26% a 15.634,45 punti e il Ftse All-Share guadagna l’1,01% a 16.526,8 punti. Sul mercato secondario dei titoli di Stato. lo spread fra il rendimento dei Btp a 10 anni e il Bund tedesco è sceso a 350. L’euro è in rialzo a 1,293 contro il dollaro, da 1,287 della chiusura precedente. Il prezzo del petrolio sta salendo con il Wti a 92,41 dollari al barile (+0,9%) e il Brent a 115,2 dollari (+0,8%). L’oro sale a 1.769 dollari l’oncia (+0,2%).

RATING, ASTE TITOLI, DATI MACRO DAGLI USA
La giornata di scambi sui listini europei si era aperta all’insegna del pessimismo, dopo il taglio del rating della Spagna da parte di Standard & Poor’s di due gradini da BBB+ a BBB-. In questo modo il merito di credito di Madrid è solo un livello sopra a quello ‘junk’, spazzatura. Da Tokyo, dove tuttora è in corso il meeting del Fmi, il direttore generale, Christine Lagarde, ha affermato che alla Grecia servono due anni in più per completare il programma di riduzione del deficit.
Le buone notizie sono partite in mattinata dall’asta dei titoli di Stato italiani. Il Tesoro ha incontrato una domanda di ben 6,2 miliardi di euro a fronte di un’offerta di 3,75 miliardi di nuovi Btp a 3 anni, collocati a un rendimento del 2,86%, in lieve rialzo dal 2,75% dell’asta precedente di metà settembre. Inoltre ha collocato con facilità altri Btp a varie scadenze per 2,25 miliardi, pari all’ammontare massimo previsto. Per quanto riguarda invece i dati macro dagli USA, la settimana scorsa le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono scese a 339mila, da 367mila della settimana precedente. Il dato ha colto di sorpresa gli economisti che avevano stimato in media un 370mila richieste. Le ripercussioni positive sono arrivate fino ai mercati europei, che erano già ben impostati al rialzo dopo la conclusione positiva dell’asta dei Btp italiani.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Giornata brillante per il comparto bancario, grazie alla tensione alleggerita sugli spread di Italia e Spagna e grazie anche all’indiscrezione secondo cui potrebbe slittare l’applicazione delle regole di Basilea 3. Maglia rosa del listino PopolareMilano +4,1%, bene anche Unicredit + 3,9%, Intesa +3,4%, Mediobanca +2,5%. In rialzo anche MontePaschi +4% che ha invertito la rotta dopo una mattina in calo.
Debole Eni, in calo dello 0,6%, dopo il buon rialzo di ieri (+1,8%). Il gruppo petrolifero ha confermato oggi l’obiettivo di crescita della produzione di idrocarburi di oltre il 3% annuo nel periodo 2011-2015 e del 3% nel periodo 2015-2022. Saipem ha chiuso invariata ma in recupero rispetto ai minimi intraday sotto quota 37 euro. Chiusura positiva per Enel, salita dello 0,7%. Fra gli industriali, è scesa StM -0,1%, dopo che Deutsche Bank ha abbassato il target price a 3,5 euro da 3,9 euro.
Buon rialzo di Fiat +2,3%, in scia ai rumors secondo cui il Lingotto avrebbe offerto 140 mln usd per il 3,32% di Chrysler a Veba. Bene anche Luxottica (+2,36%) su cui gli analisti di Berenberg hanno confermato il rating buy con target price di 31 euro. Denaro su Pirelli +2,4%, Fiat Industrial +1,3% e Finmeccanica +1,3% il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, ha dichiarato che il fallimento delle trattative tra EADS e BAE Systems ha aperto nuove opzioni di sviluppo per il gruppo industriale che l’azionista di controllo pubblico dovrà valutare rapidamente.
Fuori dal paniere principale arretra Prelios (-4,83% a 0,0906 euro), il cui cda ha ha deliberato di concedere un periodo di negoziato in esclusiva a Feidos, la società che fa capo a Massimo Caputi, fino al 12 novembre. In rosso anche Unipol (-1,25% a 1,732 euro), che ha presentato un esposto al Tar del Lazio contro l’Antitrust perché ritiene “eccessivamente gravose” alcune richieste dell’Authority nell’ambito del riassetto di Fonsai (-2,05% a 0,9795 euro).

LE CHIUSURE
Le borse europee archiviano senza grossi scossoni una seduta interlocutoria con scarsi spunti. Dopo l’entusiasmo per il piano anti-spread annunciato da Mario Draghi, gli investitori voltano pagina e si mostrano cauti in attesa del verdetto della corte costituzionale tedesca sull’Esm, che sarà annunciato mercoledì 12 dopo le ore 10.00. A Francoforte il Dax ha chiuso in ribasso dello 0,01% a 7.213,70 punti, a Parigi il Cac 40 cede lo 0,37% a 3.506,05 punti, mentre il Ftse 100 di Londra arretra dello 0,03% a 5.793,20 punti. Il Ftse mib di Milano cala dello 0,11% a 16.092,06 punti, dopo un lieve scivolone intraday che in mattinata ha raggiunto quota 15.975, mentre l’Ibex di Madrid registra un ribasso dello 0,32%. Per quanto riguarda il Ftse Mib l’impostazione rialzista, ad oggi, non appare compromessa.

GRECIA, ESM, QE III
Oggi l’attenzione degli investitori è tornata a concentrarsi sulla situazione ellenica. La troika dei creditori ha chiesto al governo di Atene un ulteriore sforzo per attivare entro la fine della settimana il piano di risparmi da 11,5 miliardi di euro. In occasione della riunione informale dei ministri delle Finanze della zona euro che si terrà a Nicosia il 14 settembre, “la Grecia deve presentare il progetto finale delle misure per il 2013-2014”, ha affermato una fonte del ministero delle Finanze al termine di un incontro fra i tre rappresentanti di Ue, Bce e Fmi e il premier greco Antonis Samaras ad Atene. Il ministro delle Finanze Yannis Stournaras ha rilevato che che il Governo sta cercando di convincere la troika dell’adeguatezza delle misure previste, ma il clima resta teso perché i creditori insistono sul licenziamento di dipendenti pubblici. Oltre alle attese per l’esito del braccio di ferro fra trojka e Atene e ai timori per il pronunciamento della Corte Costituzionale tedesca sul fondo di salvataggio europeo, gli operatori iniziano a scommettere sull’esito del Fomc, la riunione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve previsto nei giorni 12-13 settembre, nel corso del quale il presidente Ben Bernanke potrebbe annunciare il varo del terzo round di quantitative easing, soprattutto in considerazione dei brutti numeri che continuano ad arrivare da oltreoceano sul fronte dell’occupazione.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Lo spread sul decennale Btp/Bund sale a 366 punti base e i bancari ne risentono. Prescindendo dal rally di MontePaschi (+5,84% a 0,2792 euro), e dal denaro su Unicredit in progresso dello 0,38% a 3,674 euro, vanno male Ubi Banca (-0,19% a 3,154 euro), Intesa Sanpaolo (-0,81% a 1,345 euro), Banco Popolare (-0,78% a 1,272 euro), Popolare di Milano (-0,79% a 0,4631 euro) e Mediobanca (-1,04% a 4,188 euro). Pausa di riflessione per i petroliferi, con Eni in calo a 17,86 euro (-0,76%), Saipem a 37,55 (-1,50%), e Tenaris a quota 16,44 (-0,84%). Il prezzo del greggio mostra una leggera flessione, con il wti che si porta di poco sopra quota 96 dollari al barile. Si mantengono in rialzo i titoli del comparto del lusso Ferragamo (+3,66% a 18,14 euro) e Tod’s (+1,57% a 90,80 euro). Gli analisti di Deutsche Bank hanno alzato il target price su entrambi i titoli. Bene anche Atlantia (+3,56%) in scia al lancio del prestito obbligazionario da 750 mln euro della durata di 7 anni e mezzo. Ansaldo maglia nera sul paniere principale (-3,58% a 6,06 euro). Sul titolo pesa il taglio del rating da neutral a sell da parte degli analisti di Goldman Sachs. Giù dell’1,94% a 3,738 Finmeccanica. Male anche Enel, che ha chiuso in ribasso dello 0,35% a 2,83 euro. Fuori del paniere principale da segnalare Rcs (-19,35% teorico), le cui azioni restano sospese dagli scambi; sale invece Brembo (+1,57%) in scia alle parole positive del patron, Alberto Bombassei, sul secondo trimestre 2012. Infine Marr guadagna lo 0,13%: gli analisti di Equita Sim hanno confermato la raccomandazione buy sul titolo alla luce delle valutazioni interessanti che caratterizzano l’azienda.

Il Fondo monetario internazionale ha espresso forte sostegno al piano della Banca centrale europea che punta ad affrontare la crisi del debito della zona euro con un acquisto illimitato di titoli di stato dei paesi in difficoltà, spiegando di essere pronto a essere coinvolto nella definizione e nella supervisione del programma. Il direttore del Fmi, Christine Lagarde, ha affermato che paesi come Spagna e Italia hanno già implementato misure sufficienti per sanare la propria situazione finanziaria e che si meritano di ricevere gli aiuti dal resto della zona euro. Lagarde non ha tuttavia dato nuovi dettagli sulla misura del possibile coinvolgimento del Fondo monetario nel piano di Draghi. Oggi si registra anche una dichiarazione di George Soros il quale ha affermato di considerare positivamente la nuova posizione assunta dal cancelliere tedesco Angela Merkel a favore dell’acquisto illimitato di bond. Molto resta ancora da fare, ha aggiunto Soros, soprattutto per cambiare la cultura di quanti si trovano ancora «sotto l’incantesimo di false dottrine monetarie e di bilancio».

“Nei mercati europei è un disastro totale, e noi ne siamo l’eco”. Questa la sintesi della giornata nelle dichiarazioni di Brian Battle, di Performance Trust Capital Partners, a Chicago. “Il problema è più grande e più difficile da gestire di quanto non fosse nel 2008”, aggiunge il dealer. In una giornata scarna di dati macroeconomici significativi i riflettori sono rimasti puntati tutto il giorno su Grecia e Spagna. Dopo Valencia, anche la regione spagnola di Murcia dovrà ricorrere a un programma di aiuti governativi per tenere a galla le sue finanze. Secondo la stampa iberica pare che una mezza dozzina di amministrazioni sia pronta a seguire l’esempio delle due regioni. Quanto alla Grecia, i timori sulla stabilità del suo debito sono tornati alla ribalta dopo che a fine settimana il settimanale tedesco “Der Spiegel” ha scritto il Fondo Monetario Internazionale avrebbe informato l’Ue di non voler partecipare a eventuali nuovi pacchetti di aiuto alla Grecia. Secondo il settimanale, la Grecia potrebbe andare in bancarotta già a settembre e di conseguenza uscire dall’euro. Domani ad Atene arriveranno gli ispettori internazionali per chiedere ulteriori tagli di spesa dopo la macelleria sociale già perpetrata nel primo semestre dell’anno. A rendere ancora più drammatica la situazione concorrono i timori di rallentamento dell’economia cinese, resi pubblici da Song Guoquing, membro del comitato di politica monetaria della Banca Popolare Cinese. Il funzionario ha affermato di aspettarsi per il terzo trimestre un rallentamento della crescita al 7,4% (sotto la soglia critica dell’8%). Da oltreoceano lo strategist Nicholas Colas non ha dubbi: arriverà il momento in cui la Bce sorprenderà tutti tagliando i tassi in maniera aggressiva e acquistando titoli del debito sovrano sul mercato, nello stile della Federal Reserve. Lo scenario di una Bce che attua il quantitative easing ci pare prossimo alla fantascienza, ma l’intervento di Colas merita di essere letto con attenzione (vai all’intervento pubblicato da marketwatch.com).
Le tensioni sono state altissime anche sul fronte dei differenziali, con lo spread Btp/Bund che ha visto un massimo a 529,8 punti base, il livello più alto dall’11 gennaio scorso (531,8 pb) dai 501 della chiusura di venerdì, mentre stasera ha chiuso in area 516 punti base. Parallelamente è salito il rendimento sul decennale italiano, che ha visto un massimo a 6,433%, il livello più alto dal 18 gennaio scorso, dal 6,16% di venerdì: in serata si assesta a 6,34%. “La situazione sull’obbligazionario è di nuovo critica”, afferma un investitore che guarda con preoccupazione alle aste in arrivo in Italia nei prossimi giorni. “La curva dei rendimenti dei titoli spagnoli è quasi piatta e quella sui Btp si sta anch’essa appiattendo sempre più”. Il ministro dell’Economia spagnolo, Luis de Guindos, incontrerà domani a Berlino il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble.
Oggi in Europa le borse hanno chiuso in ordine sparso: a indossare la maglia nera stavolta è Francoforte, dove il Dax perde il 3,18% a 6.419,33 punti. Nel mirino dei ribassisti Commerzbank (-5,46%) e Munich Re (-4,47%). A Parigiil Cac 40 è sceso del 2,89% a 3.101,53 punti, con Bnp Paribas a -5,05% e SocGen a -4,12%, entrambe pagano la loro esposizione nei confronti del debito greco. Arretra infine del 2,09% il Ftse 100 di Londra, a 5.533,87 punti, con Barclays, la banca dei galantuomini anglosassoni protagonista dello scandalo Libor, che lascia sul terreno il 4,74%. Alla fine chi registra le perdite minori è proprio Madrid, dove l’indice Ibex cede l’1,1% a 6.177,4 punti, con alcuni bancari in territorio positivo +1,39%, Santander +1,89%, Bankia addirittura +8,41%.
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso del 2,76% a 12.706 punti. A dettare il ritmo al listino, ancora una volta, i titoli del comparto bancario che nel pomeriggio erano arrivati a cedere anche 9 punti percentuali. Nell’intraday l’indice Ftse Mib ha segnato un minimo a 12.388 punti, ad un soffio dai minimi storici del mitico 9 marzo del 2009 a 12.332 punti. Difficile dire se ci sarà un’inversione di tendenza o l’ennesimo rimbalzo del gatto morto prima di ulteriori affondi nell’abisso. Oltre all’indice Ftse Mib anche parecchi titoli del paniere hanno toccato livelli che non si vedevano da anni: Enel, Montepaschi, Telecom Italia che nel corso della seduta è scivolata al minimo di 0,6155 euro, valore che risale al lontano 1997. L’AllShare è arretrato del 2,92% e il MidCap del 2,96%. Volumi per un controvalore di circa 1,84 miliardi di euro. Il patetico ripensamento della Consob, che ha vietato le vendite allo scoperto di titoli finanziari come nell’estate 2011, si commenta da solo.
E’ tra i titoli del comparto bancario che oggi si trova la maglia rosa del listino, unica a chiudere in positivo nel paniere principale: si tratta di Monte dei Paschi (+4,01% a 0,1636 euro). Segno meno diffuso per gli altri bancari: Unicredit ha ridotto le perdite a un -0,16% a 2,432 euro, Popolare di Milano -1,21% a 0,319 euro, Banco Popolare -1,85% a 0,849 euro, Intesa SanPaolo -l’1,76% a 0,921 euro. Giù anche Lottomatica (-1,47% a 15,41 euro) ma Nomura ha confermato la raccomandazione buy alzando il target price a 18,1 euro dal precedente 17,4 euro. Maglia nera del listino A2a che crolla di oltre il 6% a 0,3118 euro. Vanno male in genere gli industriali: Pirelli cede il 5,23% a 6,975, Diasorin sospesa più volte per eccesso di ribasso, affonda a 20,80 euro (-5,23%), Fiat perde il 4,4% a 3,832 euro.
Alle 18.30 ora italiana il petrolio wti quota 88,9 dollari il barile in ribasso del 3%, l’oro staziona a 1.577 dollari l’oncia, l’euro viene scambiato contro dollaro a 1,21 in rialzo rispetto ai minimi di oggi a 1,2074. I tre indici di Wall Steet contagiati dall’inferno europeo sono in territorio negativo, si evidenzia il -1,85% del Nasdaq a 2.870 punti. Torna a far parlare di sè anche il famigerato “indice della paura”, il Vix che oggi è schizzato a 18,9 punti con una impennata superiore ai 15 punti percentuali.