Archivio per la categoria ‘Ubi Banca’

FTSE/MIB Buona la recente reazione sui minimi a 17.200 punti. Area 17mila rimane il primo supporto a baluardo dell’uptrend in corso. Il primo target si colloca a 18mila punti, uno spartiacque decisivo per ulteriori allunghi fin verso quota 20.000 punti.

Tra i titoli che segnaliamo:

DANIELI Continua la fase di consolidamento su una base interessante dopo il recente scivolone a quota 22 euro. Il risveglio dei basic materials e il traino della Cina potrebbe avvantaggiarla. Manteniamo per il target a 25 euro. Stop a 21,5.

PRYSMIAN La ex divisione cavi della Pirelli tiene bene, ma si scontra con la forte resistenza collocata a quota 16 euro. Per questo motivo manteniamo una posizione ribassista. Primi supporti in area 14,8 euro.

UNICREDIT Prova a rimbalzare dopo il recente ritracciamento. La strategia multiday rimane comunque valida per target verso 4,65 euro, il top del 2012. Stop sotto 3,8 eu.

UBI BANCA riprende la corsa. Fino a 4,2 eu si può vendere.
Consideriamo questo short una “polizza assicurativa” in caso di correzione del mercato. Target nella fascia 3,4 euro.

LE CHIUSURE
Chiusura in ordine sparso per le borse europee, in una seduta dominata dalla volatilità e dal timore per una destabilizzazione del quadro politico italiano con gravi conseguenze sul resto d’Europa, in seguito alle dimissioni annunciate ieri dal premier Mario Monti. Il Dax di Francoforte è salito dello 0,17% a 7.530 punti, l’Ftse 100 di Londra cresce dello 0,1% a 5.921, il Cac 40 di Parigi segna +0,18% a 3.612. Il Ftse Mib cede il 2,20% e chiude a quota 15.354 punti dopo aver fatto registrare un minimo intraday a 15.104. Male anche Madrid, l’Ibex perde lo 0,56% a 7.804,4 punti. Lo spread Btp/Bund è risalito a quota 348, era arrivato a un massimo di 361. L’euro si riprende dai minimi di stamattina e ora è invariato rispetto ai valori di ieri a 1,292 contro il dollaro. Dopo cinque giorni di ribasso, il petrolio oggi sale: il Brent avanza dello 0,8% a 107,8 dollari al barile, Wti a 86,4 dollari (+0,7%).
L’oro è in rialzo dello 0,6% a 1.714 dollari l’oncia.

IL CASO ITALIA E IL FISCAL CLIFF
Le incertezze sullo scenario politico italiano hanno favorito il sell-off, anche alla luce dell’allargamento dello spread Btp-Bund che in giornata è balzato oltre quota 360 punti base. Un ampliamento del differenziale che ha penalizzato le banche, come sempre, a causa dei loro ricchi portafogli in titoli di Stato italiani. Aumenta anche il rischio debito dell’Italia misurato dai credit default swaps (cds): secondo i dati forniti da Bloomberg, i cds sono saliti di 31 punti base a quota 284 punti. “La possibilità di un ritorno di Berlusconi offusca il panorama politico europeo”, ha dichiarato oggi da Parigi Louis de Fels, un gestore di Raymond James Asset Management, che gestisce un portafoglio di 35 miliardi di dollari. L’incubo del ritorno al cerone sulla scena politica italiana non ha mandato in crisi più di tanto gli investitori USA. Ormai il tempo stringe per arrivare a un esito positivo dei negoziati in corso fra repubblicani e democratici allo scopo di varare il nuovo budget 2013 che aggiri il “fiscal cliff”. Ieri c’è stato un incontro fra il presidente Barack Obama e il leader repubblicano del congresso John Boehner. Oggi non erano in calendario dati significativi sull’economia americana.
Occorre inoltre ricordare che domani inizia la prevista riunione del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, con il presidente Ben Bernanke che pare intenzionato a rassicurare i mercati circa ulteriori manovre di stimolo all’economia in aggiunta al quantitative easing che è stato inaugurato a metà settembre.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Montepaschi oggi guida i cali del comparto bancario con un -5,8%, seguita da Banco Popolare (-5,69%), B.Pop. Milano (-5,61%) e Pop. Em. Romagna (-5,16%). Scendono anche Unicredit (-5,15%), Intesa (-5,15%), Ubi Banca (-4,49%) e Mediobanca (-3,19%).
In deciso ribasso anche Telecom Italia (-3,26% a 0,683 euro) con il presidente Bernabè che è tornato a parlare dello scorporo della rete dopo il Cda di giovedì scorso.
Stm guadagna il 4,23% a 5,205 euro e svetta sul paniere principale beneficiando dell’annuncio del nuovo piano strategico che prevede anche l’uscita dalla joint venture St-Ericsson, il cui perfezionamento e’ atteso nel terzo trimestre 2013. Ben comprata anche Mediaset (+2,05% a 1,391 euro) in scia all’upgrade di Deutsche Bank. In rialzo a fine seduta troviamo anche Tod’s (+0,53%), Diasorin (+0,5%) ed Eni (+0,11%), mentre la controllata Saipem perde terreno anche oggi dopo le dimissioni dell’a.d Franco Tali: il titolo cede l’1,89% e si posiziona a 29,08 euro, un livello di supporto importante il cui cedimento nei prossimi giorni potrebbe preludere a un affondo verso area 25.

LE CIFRE DELLE CHIUSURE
Chiusura positiva per le principali borse europee trascinate dalle buone notizie arrivate da oltreoceano. A Londra l’indice Ftse 100 ha segnato un progresso dell’1,32% a 5.859,04 punti, a Francoforte il Dax ha guadagnato lo 0,99% a 7.332,74 punti e a Parigi il Cac 40 e’ salito dell’1,41% a quota 3.476,88. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è salito dell’1,2%. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha guadagnato l’1,7% a 15.800 punti, dopo aver fatto registrare in mattinata un minimo a 15.427 punti. Sul fronte delle macrovariabili, l’euro è pressoché invariato nei confronti del dollaro a 1,294, mentre lo spread Bund/Btp si restringe a 343 punti base. Il petrolio tipo Wti è in rialzo dello 0,8% a 86,8 dollari il barile, l’oro si ferma a 1.717 dollari l’oncia.
Poco dopo le 20.00 ora italiana i tre indici di Wall Street galoppano di oltre un punto percentuale, con lo S&P 500 che si porta a quota 1.427.

I BUONI DATI MACRO DA CINA E USA, LA CATTIVA NOTIZIA DALLA GRECIA
Prima dell’apertura dei mercati europei erano già arrivate buone notizie dall’economia cinese. L’indice Purchasing Manager ha superato quota 50 punti in ottobre, la linea di confine tra contrazione ed espansione. Nel pomeriggio i dati macro migliori delle attese in arrivo dagli USA hanno galvanizzato le Borse europee. Il settore privato statunitense ha creato lo scorso mese più posti di lavoro di quanto avevano messo nel conto gli economisti. In base alle stime Adp, negli Usa e’ stata registrato un aumento dei posti di lavoro nei settori privati pari a 158.000 unita’ (+137.000 unita’ il consenso), mentre le richieste di sussidi di disoccupazione settimanali sono pari a 363.000 unita’, in calo di 9.000 unita’ rispetto al dato precedente. L’indice del Conference Board relativo alla fiducia dei consumatori è salito al livello massimo dal febbraio del 2008. L’indice Ism manifatturiero di ottobre si e’ attestato al 51,7% in lieve rialzo dal 51,5% di settembre e ha confermato per il secondo mese di seguito una fase di espansione. L’unica nota stonata della seduta odierna arriva ancora una volta dalla Grecia, dove la situazione appare ancora incerta. Una fonte ufficiale del governo tedesco ha dichiarato che sono ancora molte le questioni aperte prima di raggiungere un accordo sul pagamento della prossima tranche di aiuti al Paese. Nel frattempo un tribunale greco avrebbe rilevato gli estremi di “incostituzionalità” per i provvedimenti richiesti dalla troika a proposito di tagli alle pensioni e aumento di età pensionabile. Incoraggianti, invece, le parole giunte dal Fondo monetario internazionale sull’Italia. Il portavoce dell’istituto, Gerry Rice, ha fatto sapere che le riforme messe in campo dal governo Monti per la crescita e l’occupazione vanno nella direzione giusta, ma avverte che adesso è cruciale la loro attuazione.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Il contributo principale al rialzo del Ftse Mib arriva dal comparto bancario, dai titoli industriali, e dai titoli del lusso. Banca Pop.Em.Romagna ha chiuso in rialzo del 5,37%, segnando la migliore performance del listino. Seguono Mediobanca con un +3,64%, Unicredit con un +3,17%, Intesa con un +2,74%, Banca Pop. Milano con un +1,95. Banco Popolare +2,36% e Ubi Banca +1,32%. Tra gli industriali bene il difensivo Diasorin in progresso del 4,79%, e Prysmian del 3,98% a 15,43 euro, dopo che gli analisti di Ubs hanno alzato il rating da neutral a buy e il target price a 18 euro da 14. Denaro sui petroliferi che incassano anche il rialzo dei corsi del greggio: Tenaris sale del 4,09%, Eni +0,73%, in forte recupero dopo lo scivolone intraday che aveva visto il cane a sei zampe in territorio negativo per un calo di oltre un punto percentuale, e Saipem +1,21%.
Si spenge il tentativo di rimbalzo di Fiat (-0,48%) dopo 5 sedute consecutive in rosso che hanno portato il titolo del Lingotto sui minimi degli ultimi tre mesi. Fiat Industrial ha guadagnato lo 0,24%. Gli analisti hanno apprezzato la terza trimestrale della societa’.
In evidenza il settore del lusso, che ha beneficiato dei buoni dati macroeconomici cinesi sul settore manifatturiero. Ferragamo +4,47% e Luxottica +1,67%. Tod’s ha guadagnato il 3,21% a 93,15 euro, un livello che l’azione non toccava da agosto 2011 e che rappresenta il nuovo massimo dell’anno per le azioni del gruppo. Pirelli chiude in perfetta parità azzerando il tentativo di rialzo della mattina. Lo scontro tra Marco Tronchetti Provera e la famiglia Malacalza sale di tono. La famiglia genovese ha inviato a Gpi e a Marco Tronchetti Provera & C Sapa una formale comunicazione in cui ”oltre a contestare il mancato rispetto delle pattuizioni parasociali in essere” chiede ”un compendio patrimoniale di Gpi” proporzionale alla propria quota, inclusa una quota del 13% circa di Camfin.
Sul resto del listino due i casi da segnalare: Maire Technimont ha chiuso con un -8,69%, dopo essere stata sospesa dagli scambi. La stampa riporta che l’advisor Leonardo & Co starebbe lavorando ad un piano di riequilibrio finanziario della società. Danieli mette a segno un incremento del 5,76% portandosi a quota 23 euro, dopo che gli analisti di Goldman Sachs hanno alzato il target price del titolo a 27 da 24 euro.

I NUMERI DI FINE GIORNATA
Si chiude una giornata interlocutoria per le Borse europee, con gli investitori che restano alla finestra in attesa del vertice europeo di due giorni iniziato oggi a Bruxelles. I capi di Stato e di governo dei 27 Paesi della Ue faranno il punto sull’attuazione degli impegni presi con il Consiglio europeo di fine giugno. Grecia e Spagna saranno ovviamente al centro delle discussioni. Dopo il rally degli ultimi tre giorni, la Borsa di Milano e quella di Madrid hanno accusato un discreto flusso di realizzi. Il FtseMib ha chiuso in calo dello 0,3% a 16.185,45 punti, dopo uno scivolone intraday che si è spinto fino al minimo di 15.990 in concomitanza con la diffusione dei dati sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione USA, risultati peggiori delle previsioni. L’indice iberico Ibex è invece arretrato dello 0,4%. Al contrario, il Dax di Francoforte ha terminato in rialzo dello 0,58% a 7.437,23 punti, +0,22% per il Cac40 di Parigi a 3.535,18; e +0,1% per l’indice londinese Ftse100 che termina a 5.917,05. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro , è salito dello 0,2%. Sul mercato dei titoli di Stato il Btp a 10 anni ha consolidato i progressi di ieri: rendimento confermato al 4,74% e spread a quota 311. Euro stabile a 1,310 contro il dollaro. Il petrolio wti, alle 20.00 ora italiana, resta fermo poco sopra i 92 dollari il barile, l’oro scende di mezzo punto a 1.745 dollari l’oncia, e i tre indici di Wall Street sono in rosso con il Nasdaq che perde oltre un punto percentuale a a 3.068 punti.

L’ASTA DEI BONOS E I DATI MACRO DAGLI USA
Nel corso della mattinata la Spagna, nell’asta di Bonos a 3, 4 e 10 anni, ha collocato titoli per 4,614 mld euro, cifra superiore al massimo annunciato e con rendimenti risultati in calo rispetto all’emissione precedente. L’indice principale di piazza Affari ha accelerato al ribasso dopo il dato sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Usa, risultato inferiore alle attese (+46.000 unita’ rispetto all’indicazione precedente). In seguito a frenare le vendite e’ stato l’indice sull’attivita’ manifatturiera regionale elaborato dalla Fed di Filadelfia, a ottobre pari a 5,7 punti e superiore alle previsioni. Le Borse europee hanno ridotto le perdite nel pomeriggio sull’onda di un nuovo dato positivo dagli USA: il Superindice (Leading Indicator), calcolato sulla base delle indicazioni di più indici anticipatori, è salito a settembre dello 0,6% superando di gran lunga le attese degli economisti che in media si aspettavano un calo dello 0,2%. A Wall Street, però, non c’è entusiasmo, con il Dow Jones e l’S&P invariati e il Nasdaq trascinato dal ribasso di Google che perde il 9% dopo avere annunciato un utile del trimestre di 9,03 dollari per azione, contro attese di 10,65 dollari.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Sul paniere principale Pirelli & C. (+1,91%) registra la perfomance migliore. Seguono Buzzi Unicem con un rialzo dell’1,83% e Prysmian dell’1,4%. Bene anche Stm (+1,48%): la società franco-italiana fornirà i chip per tre nuovi modelli di cellulari di Samsung. Nel settore tech si è assistito oggi all’ottovolante di Nokia, che ha chiuso in progresso dell’1% dopo essere balzata in rialzo dell’8% dopo i risultati migliori delle attese.
I bancari chiudono contrastati. In progresso Banca Popolare Milano (+1,15%) e Unicredit (+0,38%), mentre chiude pesantemente in negativo Montepaschi (-6,36%) che sconta il downgrade di Moody’s da Baa3 a Ba2 con outlook negativo. Un titolo classificato “junk”, quindi. L’a.d. dell’istituto, Fabrizio Viola, ha dichiarato che il taglio del rating non avra’ impatto sui prestiti statali. In calo anche Intesa Sanpaolo (-0,74%), B.Pop.Em.Romagna (-0,57%), Ubi B. (-0,19%), B. Popolare (-1,15%) e Mediobanca (-0,17%). Tra gli assicurativi Generali è scesa dello 0,8%, nonostante indiscrezioni di trattative per la cessione di BSI a un compratore cinese.
Petroliferi in ordine sparso, con Eni che cede lo 0,7%, Saipem in rimonta di mezzo punto percentuale, e Tenaris che cede l’1,08%. Il tutto mentre il petrolio wti resta inchiodato a 92 dollari il barile.
Ferragamo (-4,27%) e’ stata penalizzata dal taglio del rating a neutral da Hsbc e Mediobanca. Forti vendite anche su Campari che ha perso il 3% al traino della francese Remy Cointreau , caduta dell’8% dopo avere annunciato risultati di vendita inferiori alle attese. Il colosso francese degli alcolici Pernod Ricard è sceso del 2,4%. Proprio oggi Campari ha piazzato sul mercato un bond da 400 milioni di euro a sette anni con un rendimento di 325 punti base sopra il tasso midswap. Il bond servirà a finanziare l’acquisizione di Lascelles DeMercado, produttore giamaicano di rum. Male anche Mediaset -2,99% e Impregilo -2,78%. Su quest’ultima gli analisti di Intermonte ritengono che lo storno iniziato ieri sia ingiustificato alla luce di quanto emerso in conference call sull’operazione di cessione della quota in Ecorodovias.

I NUMERI DI CHIUSURA
Prepariamoci a un altro crollo del mercato azionario come quello che si verificò il 19 ottobre 1987: il crash è inevitabile e imminente, sentenzia Michael Belkin secondo quanto riportato da marketwatch.com in questo articolo di Mark Hulbert. Nel frattempo, chiusura di seduta con il segno più per i listini europei in una giornata che ha visto qualche incertezza in avvio e un’accelerazione al rialzo dopo le indicazioni arrivate dai dati macro e dalle trimestrali USA, in un cocktail alla “taurina” che ha dato gas alle borse del Vecchio continente. Il Dax di Francoforte ha terminato con un rialzo di un quarto di punto percentuale a 7.394,55 punti, a Londra il Ftse100 chiude a 5.910,91 con un +0,69%, mentre a Parigi il Cac40 mette a segno un +0,76% a 3.527,5. La performance migliore è quella dell’Ibex che, rinfrancato dalla conferma del rating spagnolo annunciata dall’agenzia Moody’s, ha chiuso in rialzo del 2,37% a 8.128,2 punti. Milano ha chiuso la terza seduta consecutiva di rialzo: l’indice FtseMib è salito dell’1,5% tornando ai livelli di un mese fa, a 16.233,84. Sul mercato dei titoli di Stato si è assistito al recupero dei bond dei Paesi periferici. Lo spread decennale tra il Bono spagnolo ed il Bund tedesco si è ristretto di 43 punti base a 379 punti base. Il differenziale Btp-Bund è sceso di 25 punti base a quota 311, minimo da metà marzo. L’euro si rafforza nei confronti del dollaro a 1,312 da 1,305 della chiusura di ieri sera e si porta sui massimi dell’ultimo mese, non troppo distante dai livelli di aprile.
Oro e petrolio praticamente invariati: il metallo giallo si assesta a 1.752 dollari l’oncia, l’oro nero di marca wti traccheggia a 92.15 dollari il barile.

SPAGNA E DATI MACRO USA NEL DETTAGLIO
Novità numero uno di oggi è che lo spread tra Bonos spagnoli e Bund è crollato a 383 punti. Merito di Moody’s, che ha deciso di non tagliare il merito di credito della Spagna mantenendolo a ‘Baa3’, al contrario della precedente decisione presa giorni fa da Standard & Poor’s. Alla vigilia del summit Ue di Bruxelles pare sempre più vicino un accordo sul programma di rientro del deficit della Grecia, mentre come riferito da una fonte del governo spagnolo Madrid deciderà nelle prossime settimane se chiedere o meno gli aiuti, e sta pensando a una linea di credito precauzionale. In Italia, il miglioramento dello spread tra Btp e Bund fa volare gli ordini di Btp Italia, che nel terzo giorno di negoziazione hanno avuto richieste per 45.141 contratti pari a un controvalore di 5,101 miliardi di euro. Dagli Stati Uniti è arrivato il dato macro sulle costruzione di nuove case, salite a settembre a un tasso destagionalizzato annuo di 872 mila, il livello maggiore in quattro anni. Sul fronte delle trimestrali USA Bank of America ha presentato i risultati del terzo trimestre, che ha chiuso in utile nonostante il pesante impatto negativo generato da cause legali e fiscali. I conti, comunque, non hanno sorpreso il mercato e sono stati in linea con le attese.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A Milano tutti i settori hanno partecipato al rialzo. Il titolo migliore del paniere principale e’ stato comunque A2A che ha guadagnato il 7,63%, in attesa del nuovo piano industriale, previsto per l’8 novembre, dal quale dovrebbero arrivare ulteriori indicazioni sulla futura politica dei dividendi, attesa meno generosa. Con lo spread Btp/Bund a 10 anni che precipita a 314 punti base, ai minimi dallo scorso marzo, i bancari decollano con entusiasmo. Acquisti diffusi su MontePaschi (+4,71% a 0,247 euro), Popolare di Milano (+2,18% a 0,4591 euro), Banco Popolare (+3,25% a 1,334 euro), Intesa Sanpaolo (+2,8% a 1,36 euro), Mediobanca (+5,38% a 4,62 euro), Ubi Banca (+1,26% a 3,222 euro), Banca PopEmRomagna (+1,11% a 4,93 euro) e Unicredit (+4,56% a 3,626 euro). Rialzi anche fra le assicurazioni: in particolare Fondiaria Sai ha guadagnato il 4%, Unipol +2,7%. Ieri il Ceo della compagnia bolognese ha detto che il programma di dismissione di asset prosegue nonostante le contese con l’antitrust. Generali è salita del 2,1%. Fiat ha guadagnato il 3,63%. Gli analisti di Mediobanca ritengono opportuno puntare, all’interno del settore auto e componentistica, sulle azioni del gruppo in vista della prossima trimestrale, segnalando il buon andamento del Lingotto in Brasile e in Usa. Acquisti anche su Stm (+3,61%) e Autogrill (+3,59%), dopo la notizia che la societa’ ha rinnovato in anticipo di 5 anni la concessione food & beverege per i 75 locali gestiti all’interno dell’aeroporto di Amsterdam. Tonica anche Finmeccanica (+1,41% a 4,31 euro).
Vendite invece su Mediaset (-0,06% a 1,64 euro), che paga i realizzi dopo il balzo di ieri, e Impregilo (-4,09% a 3,24 euro), precipitato sul fondo del paniere principale il giorno successivo al cda che ha accettato l’offerta di Primav sul 19% di Ecorodovias. Probabilmente si tratta di un tipico caso di “sell on news”.
Brillante Autogrill, che ha guadagnato il 3,5% dopo che Ubs ha avviato la copertura del titolo con raccomandazione buy.
Sul resto del listino in evidenza Piaggio che ha guadagnato il 7,59%, secondo quanto appreso da MF-Dowjones, il numero uno del gruppo, Roberto Colaninno, e’ in India per il debutto del nuovo tre ruote Ape City Passenger. Giornata di rialzo per le utility, in particolare Enel +1,7%, e Iren +3,8% oltre alla già citata A2A +7,6%.

I NUMERI DELLA CHIUSURA
Chiusura in forte rialzo per le borse europee sulla scia delle voci che danno per imminente la concessione alla Spagna di una linea di credito precauzionale. La maglia rosa va a Madrid, dove l’indice Ibex cresce del 3,41% a 7.940,2 punti. Il Dax di Francoforte sale dell’1,58% a 7.376,27 punti, il Ftse 100 di Londra cresce dell’1,12% a 5.870,54 punti, il Cac 40 di Parigi guadagna il 2,36% a 3.600,94 punti, l’indice Ftse Mib di Milano segna +2,53% a 15.985,16 punti, dopo aver messo a segno uno sprint sul finale che ha portato alla rottura della resistenza situata in area 15.700. Dopo una mattinata in standby gli indici hanno accelerato nel primo pomeriggio, anche in seguito alla diffusione dei risultati trimestrali di Goldman Sachs. Sul segmento obbligazionario lo spread Btp-Bund registra un calo sotto quota 340 punti base. Il petrolio wti dopo un tentativo rialzista torna ad accasciarsi a 91,64 dollari il barile, l’oro staziona a 1.746 dollari l’oncia. L’euro si apprezza sul dollaro e procede poco sopra quota 1,30.

I DATI MACRO E LA SPINTA DI GS
Dopo una mattinata stanca, l’andamento delle Borse europee non ha tratto giovamento dal buon esito del collocamento di titoli di Stato spagnoli e greci, né dalla rilevazione migliore dei previsioni dell’indice tedesco Zew: l’indice che misura le attese del settore finanziario sull’economia, a ottobre si e’ attestato a -11,5 punti dal -18,2 di settembre, a fronte di un consenso a -15 punti. Nel pomeriggio, a favorire il decollo dei listini, e di quello meneghino in particolare, è stato il risultato arrivato da oltreoceano sulla produzione industriale USA a settembre, che ha evidenziato una crescita dello 0,4% con attese che indicavano +0,2%. I dati macro dagli USA sembrano quindi configurare uno scenario migliore delle previsioni, nonostante l’incombere del fiscal cliff ai primi del 2013, quando scadranno in contemporanea gli sgravi fiscali messi in cantiere a suo tempo dall’amministrazione Bush e i tagli alla spesa pubblica. E qualcuno favoleggia che Bernanke sarebbe già pronto ad aprire i rubinetti della Fed con un quarto round di quantitative easing. Oggi pomeriggio i mercati hanno accolto con entusiasmo anche la trimestrale di Goldman Sachs che ha battuto le previsioni: il colosso bancario ha riportato utili per 1,51 miliardi di dollari. Sul fronte europeo, mentre in Grecia proseguono i negoziati tra la Troika e i rappresentanti del governo di Atene, sulle banche spagnole si abbatte la mannaia di Standard & Poor’s. Bankitalia, nell’ultimo Bollettino Economico, ha fatto sapere che nonostante il Pil rimarrà mediamente negativo nel 2013, l’Italia uscirà comunque dalla recessione durante il prossimo anno. Il tutto mentre cresce l’attesa per il secondo dibattito tv tra il presidente uscente Obama e e lo sfidante repubblicano Romney.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Mediaset ha messo a segno anche oggi un’altra grande performance, mostrando un balzo del 7,25% a 1,641 euro, con il mercato che sembra credere all’interesse straniero per la pay-tv del gruppo televisivo di Cologno Monzese, ma la maglia rosa va a Banca Pop.Em.Romagna che sale con un poderoso 7,83 a 4,876 euro. Denaro anche sugli altri titoli del comparto bancario, in seguito all’allentamento delle tensioni sullo spread e grazie all’effetto traino arrivato da oltreoceano con i numeri di Goldman Sachs: Unicredit ha guadagnato il 4,56% a 3,626 euro, Popolare di Milano il 4,13% a 0,449 euro, Banco Popolare il 4,19% a 1,292 euro, Intesa SanPaolo il 4,34% a 1,323 euro, Ubi Banca il 3,99% a 3,182 euro, MontePaschi il 2,43% a 0,235 euro. Sempre nel comparto finanziario Generali ha mostrato un progresso del 3,95% a 12,36 euro.
Di contro Pirelli è scivolata sul fondo del paniere principale con un ribasso del 3,20% a 8,325 euro in scia al profit warning lanciato dalla concorrente Nokian Renkaat. Luxottica ha lasciato sul parterre lo 0,73% a 28,60 euro pagando il downgrade di BofA, che ha tagliato la raccomandazione sulla società di occhialeria a neutral dal precedente buy. Tra gli altri titoli positivi da segnalare Mediolanum +4,46%, Enel +2,87%, Atlantia +2,15% e Fiat Industrial +2,24%. Impregilo segna un +1,32% mentre e’ in corso il Cda chiamato a decidere sull’ipotesi della cessione del 19% di Ecorodovias a Primav.

Piazza Affari riduce i guadagni accumulati nella prima mezz’ora di contrattazioni. Il Ftse Mib, dopo aver aperto con un rialzo dell’1%, poco dopo le 11.00 avanza dello 0,5%. Parigi +0,4%, Francoforte +0,6%. L’euro si rafforza sul dollaro a 1,300 da 1,294 della chiusura di ieri.
Stamani Madrid ha collocato 4,86 miliardi di euro di bonos sulle scadenze a un anno ed a 18 mesi, l’obiettivo dell’asta era 4,85 miliardi di euro. I 3,4 miliardi di euro di titoli a 12 mesi sono stati piazzati al 2,82% dal 2,83% della precedente asta, bid to cover a 2,7. Il bond a 18 mesi è stato collocato al 3,02% dal 3,07%, bid to cover a 3. Nel corso della giornata si tiene anche l’asta dei titoli di stato della Grecia. Lo spread Bund Btp scende di 4 punti base a 345.
A Piazza Affari salgono le banche: Unicredit, Intesa, Ubi Banca mostrano incrementi superiori al punto percentuale. Stm sale dell’1,4%. dopo che Goldman Sachs ha confermato la raccomandazione buy e ha alzato il target price a 6,1 euro da 5,7 euro. Nel comparto oil salgono Eni e Saipem, mentre Tenaris ripiega sotto quota 15 euro (-1,77%) in seguito al downgrade di Mediobanca il cui giudizio è passato da outperform a neutral, con il target price rivisto drasticamente da 17 a 14,7. Gli esperti invitano alla cautela per gli effetti di un rallentamento maggiore del previsto della crescita del pil cinese, e hanno tagliato le stime di ebitda 2013 del gruppo del 10% e di utile per azione (eps) del 12,5%. Il rischio principale che Mediobanca intravede per le prospettive di lungo termine di Tenaris riguarda l’impatto su parte dei volumi venduti direttamente in aree non protette dalle misure anti-dumping contro i concorrenti cinesi (Medio Oriente e Africa, pari all’11% dei ricavi del gruppo).
Nel frattempo, il petrolio tipo Wti tratta a 91,8 dollari il barile, invariato.
In rialzo le utility, anche Enel guadagna lo 0,6% nonostante Standard&Poor’s abbia portato a negativo da stabile l’outlook sul rating. Mediaset sale del 2,7% mentre emergono nuove conferme su contatti tra la società e gruppi del Qatar interessati all’acquisizione di alcuni segmenti del gruppo di Cologno Monzese.
Luxottica perde l’1,7%: Bank of America Merrill Lynch ha tagliato la raccomandazione a neutral da buy. Inviato un websim sms alert prima dell’apertura.
Fiat cede l’1,4% nel giorno della presentazione dei dati sul mercato dell’auto in Europa. Le immatricolazioni nei 27 Paesi Ue piu’ quelli Efta hanno subito una flessione dell’11%, fermandosi a 1.132.034 unita’. Risultato negativo per Fiat, in calo del 18,5% con quota di mercato al 5,9% dal 6,5% di settembre.
Alle 15.15 viene pubblicato negli Stati Uniti il dato sulla produzione industriale in settembre: attese a +0,2%.

I NUMERI DELLA CHIUSURA
Avvio di settimana positivo per le borse europee, sul diffondersi di un moderato ottimismo circa la situazione di Grecia e Spagna. Il FTSE 100 a Londra ha guadagnato lo 0,2%, il DAX a Francoforte lo 0,4%, il CAC40 a Parigi lo 0,9%, l’IBEX 35 a Madrid lo 0,3% e lo SMI a Zurigo lo 0,7%. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro , è salito dello 0,7%. Chiusura positiva anche per Piazza Affari, sebbene sotto i massimi di giornata individuati dalla resistenza in area 15.700: l’indice Ftse Mib segna un progresso dello 0,51%, e si congeda a 15.590 punti, All Share a +0,50%. Sul fronte obbligazionario, poco mosso lo spread tra Btp e Bund a 10 anni, in area 350 punti base, mentre il differenziale tra Bonos spagnoli e Bund è salito a 434 punti base. Alle 20.40 ora italiana il petrolio wti si assesta a 91,9 dollari il barile, mentre l’oro scivola a 1.739 dollari l’oncia (-1,1%) continuando a non beneficiare del QE3. Alla stessa ora i tre indici di Wall Street sono in territorio positivo con il Dow Jones che guadagna oltre il mezzo punto percentuale portandosi a quota 13.403.

DATI MACRO DA USA E CINA, E RUMOURS SU SPAGNA E GRECIA
La settimana inizia con un cauto ottimismo, per via delle indiscrezioni riportate dal settimanale tedesco “Der Spiegel” secondo cui la Spagna potrebbe chiedere a novembre l’aiuto della Ue, mentre per la Grecia la troika (Ue, Bce, Fmi) sarebbe orientata a dare il via libera per una proroga di due anni allo scopo di permettere al paese di sistemare i conti pubblici. A sostenere l’ottimismo degli investitori si sono aggiunti anche i dati migliori del previsto sull’export cinese. Da oltreoceano invece arrivano indicazioni contrastanti: dopo la pubblicazione dei buoni conti trimestrali di Citigroup, ha fatto seguito il dato sulle vendite Usa al dettaglio che a settembre sono state migliori delle attese. Le rilevazioni hanno evidenziato un aumento dell’1,1% su base mensile (+0,7% m/m il consenso). L’indice Empire State Manufacturing, invece, e’ stato inferiore alle previsioni (pari a -6,16 punti a fronte del consenso a -4,8).

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Sul listino principale di Piazza Affari, oggi svetta Mediaset (+3,38%), dopo che indiscrezioni di stampa riportano l’interesse di Al Jazeera per Mediaset Premium. Secondo gli analisti di Banca Akros la cessione dell’intero business sarebbe positiva anche ad un valore simbolico. Bene il comparto bancario, che trae beneficio dalla stabilità dello spread e dal rincorrersi delle voci su un possibile rinvio dell’accordo di Basilea III. Salgono MontePaschi (+1,81% a 0,2303 euro), Popolare di Milano (+1,24% a 0,4315 euro), Banco Popolare (+0,73% a 1,24 euro), Intesa Sanpaolo (+0,08% a 1,268 euro), Mediobanca (+1,27% a 4,32 euro), Ubi Banca (+0,2%% a 3,06 euro), Banca Pop.Em.rom. (+0,22% a 4,522 euro) e Unicredit (+0,81% a 3,468 euro).
Chiude in ribasso Fiat Industrial (-0,32% a 7,81 euro), dopo che il Comitato Straordinario della controllota Cnh ha giudicato la proposta di fusione della controllante “non nell’interesse” di Cnh e dei suoi azionisti. Il presidente di Fiat Industrial, Sergio Marchionne, si è detto convinto dei benefici della fusione. Il gruppo ha chiesto a Cnh di verificare se “le parti possano raggiungere un accordo su nuovi termini”. Misto il resto della scuderia Agnelli, con Fiat (-1,03% a 4,248 euro) e la holding Exor (+1,13% a 20,53 euro). Acquisti su Snam (+0,98% a 3,5 euro), il cui cda ha indicato alla presidenza l’ex membro del board della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, nel giorno in cui Eni (+1,21% a 17,5 euro) ha finalizzato la vendita del 30% meno un’azione del capitale di Snam a Cassa Depositi e Prestiti.
Misto il comparto del lusso, con Ferragamo (-1%), Luxottica (+1,09%) e Tod’s (+0,8%). Brillanti Impregilo (+1,89%) e Finemeccanica (+1,53%). Su Finmeccanica si attendono gli sviluppi della vicenda Ansaldo Energia. Una nuova cordata italiana guidata da Fsi (Cdp) sarebbe intenzionata a formulare un’offerta per una quota di minoranza. In territorio negativo Stm, che ha perso l’1,66%, Pirelli & C. l’1,09% e Atlantia l’1,03%. Fuori dal paniere principale in netto ribasso Camfin (-4,31% a 0,4421 euro).

I NUMERI DELLA CHIUSURA
Chiusura di seduta col segno meno per le Borse europee, frenate dalla prospettiva di una ripresa dell’economia mondiale sempre più incerta. Il Ftse 100 di Londra perde lo 0,54% a 5.810,25 punti, il Dax di Francoforte lascia lo 0,78% a 7.234,53 punti e il Cac 40 di Parigi cede lo 0,7% a 3.382,78 punti. A Madrid l’Ibex affonda dell’1,85% a 7.745,4 punti, mentre nel giorno del vertice Merkel-Samaras, l’Athex di Atene fa eccezione e guadagna lo 0,55% a 829,59 punti. Sul fronte obbligazionario lo spread Btp/bund si assesta a 357 punti base, mentre l’euro in serata è sceso bruscamente nei confronti del dollaro a 1,288, da 1,296 della chiusura di ieri.

LE BRUTTE NOTIZIE DAL FMI, DALLA GRECIA, E DAL FRONTE TURCO-SIRIANO
Il Fondo Monetario Internazionale ha indicato che quest’anno il PIL mondiale mettera’ a segno un progresso del 3,3%, anziche’ del 3,5% come indicato a luglio, e che nel 2013 salira’ del 3,6% e non del 3,9%. In mattinata il presidente della Bce, Mario Draghi, ha spiegato in un’audizione al Parlamento europeo che l’economia del Vecchio continente è ancora a rischio. Draghi ha messo l’accento sulla necessità che il regolamento per una supervisione bancaria unica, a livello europeo, entri in vigore dal prossimo primo gennaio, in quanto “questo permetterebbe di iniziare i lavori preparatori il più rapidamente possibile”. Nel frattempo dall’Ecofin a Lussemburgo è uscito un accordo tra undici Paesi, Italia compresa, che hanno deciso di avviare una cooperazione rafforzata per arrivare alla cosiddetta ‘Tobin Tax’, una tassa sulle transazioni finanziarie. Oggi è stato anche il giorno dell’incontro bilaterale ad Atene tra il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il premier greco, Antonis Samaras, cui hanno fatto da sfondo violenti scontri nella capitale tra manifestanti e polizia. Merkel ha dichiarato al termine del vertice di essere favorevole ad aumentare gli aiuti alla Grecia, ma dopo i risultati del rapporto della troika (Ue, Bce e Fmi). Secondo il cancelliere, Atene “ha fatto molto, ma molto resta ancora da fare”. Dal fronte geopolitico continuano ad arrivare notizie allarmanti: la Turchia avrebbe incrementato la presenza di carri armati e missili sul confine con la Siria. Il petrolio è subito balzato in avanti di quasi due punti percentuali con il Wti a 92,8 dollari il barile e il Brent a 114 dollari.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
La maglia rosa del Ftse Mib oggi viene assegnata a Stm, in rialzo del 3,05% a 4,458 euro: la società ha confermato di avere incaricato JP Morgan di trovare un compratore o un partner per la disastrata joint venture St-Ericsson, che diversi piani di ristrutturazione non sono riusciti a riportare in utile. Inoltre il governo francese sarebbe pronto a cofinanziare un nuovo stabilimento di nanotecnologie a Crolles, nel Sudest della Francia.
Il comparto bancario ha proceduto in ordine sparso. In rosso MontePaschi (-2,99% a 0,2274 euro), nel giorno dell’assemblea straordinaria degli azionisti. Il titolo paga le parole del presidente Alessandro Profumo sull’aumento di capitale con esclusione dei diritto d’opzione che apre la strada all’entrata di nuovi soci nel capitale della banca Segno meno anche per Popolare di Milano (-0,88% a 0,4262 euro), Banco Popolare (-1,85% a 1,219 euro), Intesa Sanpaolo (-0,8% a 1,246 euro), Mediobanca (-2,03% a 4,246 euro) e Ubi Banca (-0,66% a 3,008 euro). Salgono invece Banca Pop.Em.Rom. (+1,13% a 4,48 euro) e Unicredit (+0,53% a 3,436 euro). L’istituto di Piazza Cordusio ha reso noto che intende arrivare allo scorporo delle attività italiane nell’ambito di una ristrutturazione del gruppo, anche non sull’immediato come ha precisato il presidente Giuseppe Vita.
Tra i titoli industriali, in rosso ci sono anche Fiat (-0,23% a 4,28 euro) e Fiat Industrial (-1,09% a 7,73 euro). Si riprende invece nel finale Finmeccanica (-0,1% a 4,164 euro), che ha comunicato di essersi aggiudicata nuovi ordini per un valore complessivo pari a circa 93 milioni di euro attraverso le sue società AgustaWestland, Selex Galileo, Selex Elsag e Drs Technologies. Nel comparto oil positiva Eni (+0,64% a 17,26 euro), che ha annunciato che venderà gas con il proprio brand anche ai clienti retail del mercato francese, mentre Saipem chiude invariata sul valore di ieri a 37,47 euro, e Tenaris, in calo frazionale, scende a 15,74 euro. Enel cede lo 0,91% nel giorno successivo all’emissione obbligazionaria da 2 mld euro.
Brillanti Ansaldo Sts (+2,57%) e Mediaset (+1,46%), mentre mostrano forti cali Prysmian (-1,5%), e Telecom Italia (-1,71%).

INDICI POSITIVI E VOLUMI IN CRESCITA
Chiusura in vigoroso rialzo per le borse europee, sulla scia dei dati macro sul mercato del lavoro Usa che hanno visto il tasso di disoccupazione scendere sotto l’8%, ai minimi dal gennaio 2009. Maglia rosa a Milano, dove l’indice Ftse Mib ha marciato inesorabile per tutta la seduta chiudendo in rialzo del 2,35% a 15.876,25 punti. Bene anche Madrid, con l’Ibex che guadagna l’1,81% a 7.954,4 punti. Il Dax di Francoforte cresce dell’1,27% a 7.397,87 punti, l’Ftse 100 di Londra segna +0,74% a 5.871,02 punti, il Cac 40 di Parigi sale dell’1,64% a 3.457,04 punti. Sul listino meneghino hanno brillato in particolare le banche, anche grazie all’allentamento della tensione sui titoli di Stato, con lo spread Btp/Bund sceso a 346 punti base; bene anche industriali, energetici e tlc. Affonda Mediaset, peggior titolo del listino principale. Volumi in crescita a 2,4 miliardi di controvalore. Il petrolio continua a perdere terreno dopo il rialzo di ieri dovuto all’acuirsi delle tensioni sul confine tra Turchia e Siria: alle 18.30 italiane il wti passa di mano a 89,3 dollari al barile. L’oro cede mezzo punto percentuale e si porta a quota 1.785 dollari l’oncia, mentre l’euro si è portato a quota 1,3 sul dollaro.

IL BAZOOKA DI SUPERMARIO E I DATI MACRO DAGLI USA
Il Dipartimento del Lavoro Usa ha annunciato che a settembre, dopo ben 42 mesi, il tasso di disoccupazione della prima economia del mondo è sceso sotto la soglia dell’8% attestandosi al 7,8%. Si tratta del secondo calo consecutivo e del livello minore dal gennaio 2009. Gli analisti avevano previsto un incremento all’8,2%. Invece è risultato che a settembre sono stati creati 114 mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, contro le previsioni che indicavano 111mila. Gli effetti del QE3, cominciano a vedersi, nonostante la tesi dei detrattori di Bernanke. Oggi tra l’altro, subito dopo la diffusione delle cifre sull’occupazione USA, è arrivato il commento di Romney, lo sfidante di Obama alle elezioni del prossimo 6 novembre. Secondo il candidato repubblicano i dati odierni non rappresentano una vera ripresa dell’economia ed l’autentico tasso di disoccupazione, a suo dire, sfiora l’11%. Romney si conferma ancora una volta molto efficace quando si tratta di dare i numeri.
L’entusiasmo odierno delle borse non si spiega soltanto sulla base dei dati macro arrivati da oltreoceano, ma anche con l’effetto Supermario. Il presidente della Bce Draghi, infatti, ha assicurato che lo scudo
per mettere Spagna e Italia al riparo della cosiddetta speculazione è pronto a entrare in azione. Il programma “Omt”, che prevede l’intervento della Banca centrale europea per acquistare titoli di Stato con lo scopo di calmierare gli spread, diventerà attivo “una volta che siano stati soddisfatti i prerequisiti”. Inoltre, ha aggiunto Draghi, il programma non ha una scadenza definita: la Bce smetterà di comprare i bond una volta raggiunti gli obiettivi, “o nel caso che i Paesi interessati non rispettino gli impegni”. Draghi, che ha parlato nella conferenza stampa organizzata al termine del Consiglio direttivo della Bce che ha deciso di mantenere inalterato il tasso di riferimento dell’euro allo 0,75%, ha sottolineato il rischio di un ulteriore rallentamento dell’economia europea, mentre l’inflazione non suscita allarmi. E’ la fine dell’era Trichet, con buona pace di Jens Weidmann e degli altri falchi della Bundesbank.

I TITOLI DI PIAZZA AFFARI
Oggi a svettare sul listino principale di Piazza Affari è Parmalat con un rialzo del 4,17% a 1,75 euro nonostante la lente della Procura e l’ipotesi di delisting del titolo. I rumors sono stati smentiti dalla societa’ emiliana appena prima della chiusura dei mercati. Denaro anche su Telecom Italia che ha mostrato un progresso del 3,79% a 0,807 euro. Molto positivi i titoli del comparto bancario: Unicredit ha guadagnato il 3,76% a 3,528 euro, Popolare di Milano il 3,38% a 0,443 euro, Intesa SanPaolo il 3,26% a 1,298 euro, Banco Popolare il 2,97% a 1,282 euro, MontePaschi il 3,41% a 0,239 euro, Ubi Banca il 2,02% a 3,13 euro. Buona performance anche per i colossi pubblici dell’energia: Eni ha mostrato un rialzo del 2,29% a 17,41 euro, Enel è avanzata del 2,33% a 2,896 euro. Sotto i riflettori sono finiti entrambi i titoli del Lingotto. Secondo quando riportato dal quotidiano IlSole24ore, Fiat (+0,77% a 4,476 euro) avrebbe riaperto il dossier delle alleanze in Europa e tornerebbe a puntare su Opel. La smentita è arrivata nel pomeriggio: Opel non è in vendita ha fatto sapere il vicepresidente di GM, Steve Girsky. Fiat Industrial chiude in rialzo dell’1,79%. Il gruppo ha dichiarato che per la proposta di fusione con Cnh ci sara’ un aggiornamento entro fine mese e che dallo Special Committee del Cda della controllata statunitense non c’e’ stata ancora una risposta.Mediaset ha indossato la maglia nera del Ftse Mib con un ribasso del 2,45% a 1,473 euro, risentendo del downgrade di Ubs alla controllata spagnola. Sul resto del listino le azioni Rcs (+4,09%) richiamano l’interesse degli operatori dopo che il presidente di Tod’s, Diego Della Valle, ha dichiarato di voler accrescere il proprio investimento nel gruppo editoriale. Nel frattempo Tod’s torna a quota 90 euro tondi con un +1,47%, mentre sempre nel settore del lusso Ferragamo sale del +2,47% a 16,8 euro. Dopo i recenti scivoloni recupera Stm (+3,3% a 4,44 euro).