Archivio per la categoria ‘Parmalat’

LE CHIUSURE
Chiusura in territorio positivo per le borse europee, in una seduta caratterizzata ancora da volatilità e volumi ridotti. Il FTSE 100 di Londra ha guadagnato lo 0,3%, il CAC40 di Parigi lo 0,6%, l’IBEX 35 di Madrid l’1,7%, lo SMI di Zurigo lo 0,4% e il DAX a Francoforte lo 0,1%. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è salito dello 0,8%. A Milano l’indice Ftse Mib ha fatto registrare un rialzo dell’1,4%, a 15.333 punti, ritrovando slancio solo nel pomeriggio e dopo aver fatto registrare un minimo intraday a 14.927. Sul segmento obbligazionario lo spread Btp/Bund cala a 362 punti base. Il cross euro/dollaro vede la moneta unica debole a 1,2708, il petrolio wti resta inchiodato poco sopra gli 85 dollari il barile, l’oro staziona a 1.725 dollari l’oncia.

LA SITUAZIONE NON E’ CAMBIATA
Sul versante macro la mattina era iniziata male, con l’indice Zew – l’indicatore tedesco che misura le attese degli imprenditori – che ha deluso il mercato risultando ben inferiore alle attese. Il dato e’ sceso a novembre a -15,7 punti, dai -11,5 punti registrati a ottobre, mentre gli analisti stimavano un -10. Sul mercato continua a sussistere parecchio nervosismo a causa dell’incerta situazione della Grecia e dell’incombente “fiscal cliff” negli USA. Nelle ultime ore di contrattazione le borse del Vecchio Continente hanno registrato un rally, pare a causa del fatto che hanno cominciato a circolare voci secondo cui la Spagna starebbe finalmente preparando una richiesta formale di aiuti. A spingere gli acquisti è stata anche la positiva performance di Wall Street.
Nella conferenza stampa successiva al vertice Ecofin, oggi il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha gettato acqua sul fuoco rispondendo alle domande di chi gli faceva notare come l’Italia, secondo le le ultime stime diffuse dalla Commissione europea, dovrà attuare nuove manovre per mantenere un bilancio strutturalmente in equilibrio dopo il 2013. “Le nostre previsioni sono simili a quelle della Commissione, ma in questo clima di grande incertezza le previsioni sono difficili da fare. Speriamo di essere stati prudenti sugli scenari di crescita nel 2014 e nel 2015 perchè riteniamo che l’impatto sul Pil delle riforme messe in atto sarà importante,” ha spiegato Grilli.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Oggi a Piazza Affari i bancari hanno guidato la lista dei rialzi. Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno guadagnato rispettivamente il 5,1% e il 4,4%. Le due principali banche italiane hanno annunciato dei risultati di bilancio migliori delle previsioni degli analisti. Bene anche Fiat (+1,42%), in scia alle indiscrezioni di stampa, secondo cui General Motors e PSA Peugeot Citroen avrebbero interrotto le trattative per ampliare la partnership siglata lo scorso febbraio, che aveva come obiettivo l’integrazione tra Peugeot e Opel. Acquisti su Parmalat (+3,57%), Atlantia (+2,84%), Luxottica (+2,4%) e Tenaris (+2,11%).
Non tutte le trimestrali, però, hanno soddisfatto il mercato, particolarmente deludente Tod’s (-6,28%) che dopo aver stabilito il record storico a 93,9 euro soltanto ieri, vede oggi crollare la quotazione a 88 euro. Male anche Pirelli & C. (-2,82%). Sull’azione ha pesato il taglio della guidance sui volumi 2012 che il management ha comunicato ieri in occasione della pubblicazione dei risultati del trimestre. Tra i i titoli a minore capitalizzazione e’ proseguita la correzione ribassista di Rcs (-4,44%) che paga il rosso dei primi nove mesi.

LE CHIUSURE
Le borse europee archiviano una giornata vissuta all’insegna dell’incertezza e caratterizzata da scambi molto limitati, alla vigilia del voto negli USA. Il Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,43% a 15.544 punti, risultando insieme all’Ibex-35 (-1,89%) tra i peggiori indici d’Europa. Dax -0,51%, Cac-40 -1,26% e Ftse 100 -0,5%. Sul mercato dei titoli di Stato arretra il Btp a 10 anni, con il rendimento in rialzo al 4,98% e lo spread a quota 355 punti base. L’euro è sceso a 1,278 contro il dollaro, da 1,283 della chiusura precedente. Il petrolio wti arranca a 85,31 dollari il barile senza trovare slancio per un rimbalzo, l’oro staziona a 1.684 dollari l’oncia.

INCOMBONO DUE INCOGNITE: LE ELEZIONI NEGLI USA E LA GRECIA
Gli investitori stanno alla finestra a causa dei dubbi sull’esito delle elezioni presidenziali che si terranno domani negli USA. Il risultato più temuto è un vantaggio di misura tra i duellanti, che potrebbe pesare negativamente sulle soluzioni necessarie a evitare il baratro fiscale, che ormai è il vero incubo dei mercati. Se il Congresso non arriverà a un accordo dopo le elezioni, scatteranno dal primo gennaio prossimo tagli automatici alla spesa pubblica e aumenti alle imposte pari a circa 600 miliardi di dollari che rischiano di far scivolare l’economia Usa in recessione. In America e’ stato reso noto l’indice Ism dei servizi, che a ottobre e’ sceso al 54,2% (54,5% il consenso) dal 55,1% di settembre. Il dato e’ stato in linea con le attese. Nel frattempo le vicende della Grecia sono tornate a preoccupare gli investitori. Questa settimana il Parlamento di Atene dovrà varare il nuovo piano di austerità che prevede ulteriori tagli in un clima politico sempre più teso. Sul voto delle misure incombe una possibile crisi politica che vede molti parlamentari minacciare di non votare se prima non si farà chiarezza sulla lista degli evasori.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A Milano hanno chiuso in rialzo solo tre blue chip: Fiat Industrial +0,9%, Ferragamo +0,1% e Tod’s +0,4%. Fiat (F.MI) ha perso l’1,5% dopo che Goldman Sachs ha abbassato la raccomandazione a neutral da buy con target price tagliato a 4,7 euro da 7,7 euro. Segno meno per tutti i titoli del comparto bancario: MontePaschi -1,7%, Intesa -2,1%, Unicredit -0,8%. Mediobanca (MB.MI) – 1,9%. Tonfo di Banca Pop.Em.Rom -3,5%. Vanno male anche i petroliferi: debole Eni che è scesa dell’1,3%, Saipem -1,1%, Tenaris è finita in ribasso dello 0,8% dopo che Exane ha ridotto il target price del 5% a 18 euro. Mediaset (MS.MI) ha chiuso in ribasso dell’1,8%, dopo un’inversione rispetto all’avvio positivo. Il titolo si era mosso in seguito alle indiscrezioni secondo cui la francese Canal+, controllata dal gruppo Vivendi, sarebbe interessata all’acquisizione della piattaforma Mediaset Premium. Tra le utilities A2A ha registrato un -2,93%. L’ipotesi degli analisti di Banca Imi riguardo un Ebitda trimestrale in crescita del 31%, non e’ bastata a compensare i cali. In rosso anche Enel con un -2,04%, nonostante dall’approfondimento del quotidiano torinese La Stampa del lunedi’ siano emerse notizie positive. Infatti sull’articolo si legge che la societa’ dovrebbe confermare i target 2012 con Ebitda atteso a 16,5 mld euro e un utile netto a 3,4 mld euro. Giornata da dimenticare per Parmalat che ha chiuso in ribasso del 3,1%.
Lottomatica (-0,66%) rimane in rosso anche dopo la notizia che la controllata del gruppo, Gtech Global Services Corporation Limited, ha firmato un contratto con la New Zealand Lotteries Commission (NZ Lotteries) per la fornitura di nuova tecnologia e servizi dedicati alla lotteria.

INDICI POSITIVI E VOLUMI IN CRESCITA
Chiusura in vigoroso rialzo per le borse europee, sulla scia dei dati macro sul mercato del lavoro Usa che hanno visto il tasso di disoccupazione scendere sotto l’8%, ai minimi dal gennaio 2009. Maglia rosa a Milano, dove l’indice Ftse Mib ha marciato inesorabile per tutta la seduta chiudendo in rialzo del 2,35% a 15.876,25 punti. Bene anche Madrid, con l’Ibex che guadagna l’1,81% a 7.954,4 punti. Il Dax di Francoforte cresce dell’1,27% a 7.397,87 punti, l’Ftse 100 di Londra segna +0,74% a 5.871,02 punti, il Cac 40 di Parigi sale dell’1,64% a 3.457,04 punti. Sul listino meneghino hanno brillato in particolare le banche, anche grazie all’allentamento della tensione sui titoli di Stato, con lo spread Btp/Bund sceso a 346 punti base; bene anche industriali, energetici e tlc. Affonda Mediaset, peggior titolo del listino principale. Volumi in crescita a 2,4 miliardi di controvalore. Il petrolio continua a perdere terreno dopo il rialzo di ieri dovuto all’acuirsi delle tensioni sul confine tra Turchia e Siria: alle 18.30 italiane il wti passa di mano a 89,3 dollari al barile. L’oro cede mezzo punto percentuale e si porta a quota 1.785 dollari l’oncia, mentre l’euro si è portato a quota 1,3 sul dollaro.

IL BAZOOKA DI SUPERMARIO E I DATI MACRO DAGLI USA
Il Dipartimento del Lavoro Usa ha annunciato che a settembre, dopo ben 42 mesi, il tasso di disoccupazione della prima economia del mondo è sceso sotto la soglia dell’8% attestandosi al 7,8%. Si tratta del secondo calo consecutivo e del livello minore dal gennaio 2009. Gli analisti avevano previsto un incremento all’8,2%. Invece è risultato che a settembre sono stati creati 114 mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, contro le previsioni che indicavano 111mila. Gli effetti del QE3, cominciano a vedersi, nonostante la tesi dei detrattori di Bernanke. Oggi tra l’altro, subito dopo la diffusione delle cifre sull’occupazione USA, è arrivato il commento di Romney, lo sfidante di Obama alle elezioni del prossimo 6 novembre. Secondo il candidato repubblicano i dati odierni non rappresentano una vera ripresa dell’economia ed l’autentico tasso di disoccupazione, a suo dire, sfiora l’11%. Romney si conferma ancora una volta molto efficace quando si tratta di dare i numeri.
L’entusiasmo odierno delle borse non si spiega soltanto sulla base dei dati macro arrivati da oltreoceano, ma anche con l’effetto Supermario. Il presidente della Bce Draghi, infatti, ha assicurato che lo scudo
per mettere Spagna e Italia al riparo della cosiddetta speculazione è pronto a entrare in azione. Il programma “Omt”, che prevede l’intervento della Banca centrale europea per acquistare titoli di Stato con lo scopo di calmierare gli spread, diventerà attivo “una volta che siano stati soddisfatti i prerequisiti”. Inoltre, ha aggiunto Draghi, il programma non ha una scadenza definita: la Bce smetterà di comprare i bond una volta raggiunti gli obiettivi, “o nel caso che i Paesi interessati non rispettino gli impegni”. Draghi, che ha parlato nella conferenza stampa organizzata al termine del Consiglio direttivo della Bce che ha deciso di mantenere inalterato il tasso di riferimento dell’euro allo 0,75%, ha sottolineato il rischio di un ulteriore rallentamento dell’economia europea, mentre l’inflazione non suscita allarmi. E’ la fine dell’era Trichet, con buona pace di Jens Weidmann e degli altri falchi della Bundesbank.

I TITOLI DI PIAZZA AFFARI
Oggi a svettare sul listino principale di Piazza Affari è Parmalat con un rialzo del 4,17% a 1,75 euro nonostante la lente della Procura e l’ipotesi di delisting del titolo. I rumors sono stati smentiti dalla societa’ emiliana appena prima della chiusura dei mercati. Denaro anche su Telecom Italia che ha mostrato un progresso del 3,79% a 0,807 euro. Molto positivi i titoli del comparto bancario: Unicredit ha guadagnato il 3,76% a 3,528 euro, Popolare di Milano il 3,38% a 0,443 euro, Intesa SanPaolo il 3,26% a 1,298 euro, Banco Popolare il 2,97% a 1,282 euro, MontePaschi il 3,41% a 0,239 euro, Ubi Banca il 2,02% a 3,13 euro. Buona performance anche per i colossi pubblici dell’energia: Eni ha mostrato un rialzo del 2,29% a 17,41 euro, Enel è avanzata del 2,33% a 2,896 euro. Sotto i riflettori sono finiti entrambi i titoli del Lingotto. Secondo quando riportato dal quotidiano IlSole24ore, Fiat (+0,77% a 4,476 euro) avrebbe riaperto il dossier delle alleanze in Europa e tornerebbe a puntare su Opel. La smentita è arrivata nel pomeriggio: Opel non è in vendita ha fatto sapere il vicepresidente di GM, Steve Girsky. Fiat Industrial chiude in rialzo dell’1,79%. Il gruppo ha dichiarato che per la proposta di fusione con Cnh ci sara’ un aggiornamento entro fine mese e che dallo Special Committee del Cda della controllata statunitense non c’e’ stata ancora una risposta.Mediaset ha indossato la maglia nera del Ftse Mib con un ribasso del 2,45% a 1,473 euro, risentendo del downgrade di Ubs alla controllata spagnola. Sul resto del listino le azioni Rcs (+4,09%) richiamano l’interesse degli operatori dopo che il presidente di Tod’s, Diego Della Valle, ha dichiarato di voler accrescere il proprio investimento nel gruppo editoriale. Nel frattempo Tod’s torna a quota 90 euro tondi con un +1,47%, mentre sempre nel settore del lusso Ferragamo sale del +2,47% a 16,8 euro. Dopo i recenti scivoloni recupera Stm (+3,3% a 4,44 euro).

I NUMERI DELLA CHIUSURA
Borse europee in leggero calo al termine di una seduta caratterizzata da volumi di scambio assai limitati, con gli investitori che rimangono alla finestra in attesa che la Spagna si decida ad avanzare richiesta di aiuti. Gli operatori oggi sono rimasti in standby anche perchè si attendono i dati sull’occupazione Usa che saranno diffusi per domani. Il Dax di Francoforte perde lo 0,23% a 7.305,21 punti, il Cac 40 di Parigi cede lo 0,14% a 3.401,20 punti, l’Ftse Mib scende dello 0,15% a 15.511,25 punti, il Ftse All-Share lascia lo 0,17% a 16.403,39 punti, e l’Ibex di Madrid segna -0,18% a 7.812,8 punti. Sopra la parita’ l’Ftse 100 di Londra, che avanza di uno 0,03% a 5.827,78 punti. Sull’obbligazionario chiude in rialzo a quota 369 lo spread tra Btp / Bund a 10 anni, con il tasso dei decennali italiani al 5,14% sul secondario. Si allarga anche lo spread tra Bonos spagnoli e Bund, che chiude a 446 punti base con il tasso dei decennali di Madrid al 5,91%. I venti di guerra tra Siria e Turchia scaldano i prezzi del greggio, che in serata accelera la corsa al recupero arrivando a segnare un incremento di quasi 4 punti percentuali, con il wti a quota 91,60 dollari il barile rispetto agli 89,6 della chiusura di ieri sera. In rialzo anche l’oro, a quota 1.793 dollari l’oncia. L’euro è in ulteriore rafforzamento sul dollaro a 1,2947 (1,2903 ieri sera) e sullo yen a 101,76 (101,31).

BCE COME PREVISTO
Come già ampiamente previsto, la Bce oggi ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse allo 0,75% e non ha preso in considerazione alcun nuovo piano di stimolo all’economia. Nella conferenza stampa successiva all’incontro, il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, ha precisato che il meccanismo anti-spread è pronto a diventare operativo e ora la palla per l’eventuale richiesta di attivazione è in mano ai governi. Draghi ha anche aggiunto che l’inflazione in Europa rimarra’ al di sopra del 2% nel 2012 per poi scendere sotto il 2% nel prossimo anno e ha sottolineato ancora una volta che “l’euro e’ irreversibile” ricordando che il programma di acquisto bond dell’Eurotower “ha aiutato a ridurre tensioni su mercati” evitando i profilarsi di “scenari distruttivi”. L’asta dei quasi 4 miliardi di bond spagnoli a medio termine non ha spostato gli spread, rimasti più o meno sui livelli di ieri, perché se i tassi sui titoli quinquennali sono scesi vistosamente, sono saliti quelli sui triennali. Intanto pare che anche Cipro chiederà aiuti per 11 miliardi di euro alla comunità internazionale per evitare la bancarotta, secondo quanto riferisce Bloomberg.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Maglia rosa di Piazza Affari oggi è Tod’s che ha guadagnato il 2,31%, dopo che Cheuvreux ha alzato il rating ad outperform da underperform. Su Ferragamo (-1,91%) gli stessi esperti hanno invece abbassato la valutazione da outperform ad underperform. Luxottica +0,25%. Toniche le banche, dopo i risultati degli esercizi Eba resi noti oggi, che hanno mostrato che gli istituti di credito europei hanno adeguato le esigenze patrimoniali alle richieste di Basilea III. Anche Draghi ha spiegato oggi che la situazione degli istituti di credito è migliorata. Salgono MontePaschi (+0,48% a 0,2317 euro), per la quale lo Stato garantirà il capitale mancante di circa 1,7 miliardi di euro, B. PopEm.Rom (+1,74% a 4,436 euro), Popolare di Milano (+0,07% a 0,4287 euro), Banco Popolare (+1,14% a 1,245 euro), Intesa (+1,05% a 1,257 euro), Ubi (+1,39% a 3,068 euro), Unicredit (+0,89% a 3,4 euro) e Mediobanca (+0,9% a 4,274 euro).
Tra gli industriali la galassia Agnelli procede in ordine sparso, con Fiat Industrial (-2,01% a 7,82 euro) e Fiat (+2,11% a 4,442 euro). In rialzo la holding Exor (+1,41% a 20,89 euro). In rosso Parmalat (-0,47% a 1,68 euro), con i fondi soci di minoranza che contestano l’operazione di acquisizione di Lactalis Usa. Tra gli altri titoli del listino principale, cadono Impregilo (-0,61%), Eni (-0,58%), Enel (-1,39%) e Tenaris (-1,85%). Nel comparto oil si registrano vendite anche su Saipem (-0,11%). Equita ha ridotto il peso del titolo in portafoglio in quanto si aspetta risultati del terzo trimestre deludenti, nonostante la societa’ si sia aggiudicata un contratto da 550 mln usd nella perforazione offshore dalla compagnia petrolifera Statoil.Finmeccanica ha ridotto leggermente i rialzi sul finale chiudendo in progresso del 2%, in attesa di novita’ riguardo la cessione di Ansaldo Energia. Fuori del listino principale Forti acquisti su Moviemax (+16,02%) che ha festeggiato in borsa la notizia che nella giornata del 3 ottobre il film Abduction – Riprenditi la tua vita e’ stato il titolo piu’ scaricato sull’iTunes Store di Apple, posizionandosi al primo posto nella classifica dei film piu’ venduti.

Le Borse europee chiudono in rialzo l’ennesima giornata sulle montagne russe che ha visto un susseguirsi di continui cambiamenti di fronte: a Londra l’indice Ftse 100 guadagna l’1,38% a 5.712,82 punti, il Cac 40 di Parigi avanza dello 0,91% a quota 3.321,56 punti e il Dax di Francoforte registra un -0,26 a 6.754,46 punti. A Milano l’indice Ftse Mib archivia la seduta in rialzo dello 0,27% a 13.928,59 punti e l’Ibex di Madrid segna un -0,27% a 6.720 punti.
In una giornata densa di dati macroeconomici, gli investitori USA restano in attesa di conoscere gli esiti della riunione della Fed che si chiuderà stasera e da cui gli analisti si attendono l’annuncio del QE III, che dovrebbe partire da settembre. Numeri deludenti sono arrivati dagli USA con l’indice ISM che rimane sotto la soglia del 50% che segna lo spartiacque tra espansione e contrazione. Dal mese di giugno al mese di luglio c’è stato appena un incremento dello 0,1% che lo ha portato a quota 49,8%. Migliorano invece i dati sul mercato del lavoro, con 160mila nuovi posti in più creati a luglio nel settore privato. Numeri che stavolta battono in positivo le stime degli analisti. In Eurolandia resta alta l’attenzione sul problema del debito sovrano nel giorno in cui il premier Mario Monti ha incontrato il collega finlandese Jyrki Katainen. Assieme a Olanda e Germania, la Finlandia è il paese più scettico a un maggiore coinvolgimento delle istituzioni europee per aiutare i paesi in crisi. Partiti deboli, i listini europei hanno girato al rialzo dopo che il premier finlandese ha dichiarato che il mercato europeo dei bond sovrani non è normale e che in alcuni Paesi i rendimenti sono troppo alti. Italia e Finlandia concordano sulla necessità di fare ordine nei rispettivi conti nazionali e di trovare una soluzione europea per gli spread. Lo spread decennale è sceso di 23 punti base a 453, con il rendimento in calo al 5,89%. Il cross euro dollaro si attesta intorno a 1,230.
A Piazza Affari, fra le blue chip milanesi la performance migliore è stata quella di Parmalat salita del 9,5% dopo i buoni risultati trimestrali. Cheuvreux ha alzato il giudizio a outperform da underperform.
E’ proseguito il crollo di Mediaset che ha perso il 10% colpita da una raffica di tagli di target price da parte dei broker internazionali. La società di Cologno Monzese ha fatto sapere di aver riportato nel primo semestre un utile netto di 43,1 milioni di euro, in calo del 73% rispetto ai 162,8 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Balzo finale del 4,5% per Enel Green Power dopo la comunicazione della trimestrale. Nel primo semestre dell’anno l’utile netto del gruppo è sceso del 26,3% a 221 milioni di euro rispetto ai 300 milioni di un anno fa, mentre i ricavi sono passati da 1,33 miliardi a 1,32 miliardi. Buona l’intonazione dei bancari in attesa dell’importante riunione di domani della Bce: Unicredit +0,4%, Intesa +0,5%, Banco Popolare +0,7%, MontePaschi +1,7%. Tra i petroliferi Eni (-0,24%) è stata tutto il giorno sotto i riflettori dopo aver chiuso il primo semestre del 2012 con un utile netto adjusted di 3,94 miliardi di euro, in crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I profitti del secondo trimestre si sono attestati a 1,46 miliardi, registrando un progresso del 2%. Nel periodo aprile-giugno il colosso energetico nazionale ha visto la produzione di idrocarburi aumentare del 10,6% a 1,647 milioni di barili al giorno. La performance è stata sostenuta dalla ripresa delle attività in Libia e dall’entrata a regime di giacimenti in Australia, Russia ed Egitto. Le vendite di gas di 20,15 miliardi di metri cubi hanno invece registrato una flessione del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Bene Lottomatica grazie al +2% di oggi si spinge sui massimi dall’ottobre 2009,Telecom Italia +2% dopo i dati trimestrali delle controllate sudamericane, e Diasorin +2,2%. Fiat ha girato in rialzo dello 0,1% dal -2% di stamattina. Anche Finmeccanica azzera quasi del tutto il -5% dell’apertura e chiude con un ribasso dello 0,7%. A2A balza in avanti dell’1% dal -4% dopo risultati trimestrali migliori delle attese. Giornata nera per i raffinatori: Erg -3%, Saras -4%. Entrambe sono state declassate oggi da Bank of America.
Alle 18.30 italiane il petrolio wti continua a salire e si porta a 88,89 dollari il barile, l’oro flette a 1.607 dollari l’oncia, e i tre indici di Wall Street in attesa del discorso di Bernanke previsto per le 20.15 ora italiana viaggiano poco sopra la parità.

TOKYO
Banca centrale pubblica rapporto mensile (7,00).

PECHINO
Prezzi case maggio.

ITALIA
Brunello Cucinelli, Marcolin e Banca Ifis fanno il loro debutto nell’indice FTSE Italia Mid Cap, e vanno a sostituire Telecom Italia Media e Cairo, spostate alla sezione small cap, e Nice che invece passa alla sezione micro cap.

Stacco dividendo di: A2A, Basic Net, Enel (saldo), Exor, Intesa, Iren, Parmalat, Terna (saldo).

ROMA
Istat, posti vacanti 1° trimestre (10,00).

Istat, produzione nelle costruzioni aprile (11,00).

Unione Petrolifera, assemblea annuale (11,00).

AMSTERDAM
Tesoro offre Dtc a 3 mesi scadenza 28/09/2012, e a 6 mesi 31/01/2013 (11,00).

PARIGI
Tesoro offre Btf, titoli a breve termine (14,50).

WASHINGTON
Tesoro offre titoli di Stato a 13 e a 26 settimane(17,30).

LOS CABOS
Inizia riunione G20 con la partecipazione di Mario Monti.

La notizia dell’ultimo minuto riportata da Reuters è che il Fondo Monetario Internazionale starebbe valutando la possibilità di un piano di salvataggio della Spagna (vai all’articolo su Reuters). Due pesi e due misure: al diavolo la Grecia, torni pure alla dracma, la Spagna è troppo grande e sistemica per essere abbandonata. E’ questa l’Europa miserabile dei burocrati.
Oggi le borse europee hanno fallito il rimbalzo chiudendo in rosso sulla scia del cattivo andamento di Wall Street, appesantita dai dati peggiori delle attese sull’occupazione nel settore privato USA e dalla revisione al ribasso dei dati sul Pil del primo trimestre. Il Dax di Francoforte cede lo 0,26% a 6.264,38 punti, il Ftse 100 di Londra avanza dello 0,18% a 5.306,95 punti, il Cac 40 di Parigi sale dello 0,05% a 3.0171,01 punti. L’Ibex di Madrid lima uno 0,01% a 6.089,8 punti. Il Ftse Mib di Milano sale dello 0,01% e chiude a 12.873,84 punti, a ridosso del supporto in area 12.800 che fino ad ora ha resistito alle spinte ribassiste. Il grafico intraday evidenzia il peggioramento verificatosi in seguito all’apertura di Wall Street, dopo una mattinata che aveva quasi fatto pensare a un miglioramento del quadro per lo meno nel breve periodo, in seguito alla diffusione dei primi sondaggi relativi al referendum sul fiscal compact in Irlanda da cui aveva preso alimento una spinta fino al massimo intraday a 13.035.
I dati macro arrivati oggi dagli USA hanno deluso le aspettative. In maggio, la variazione degli occupati nelle aziende private USA è positiva per 133.000 unità, in rialzo dai 113.000 nuovi occupati di aprile ma meno delle attese, che indicavano 150.000 buste paga in più. A completare il quadro negativo sul fronte dell’occupazione sono le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, salite più del previsto a 383.000 da 370.000. Modeste le sorprese dai primi dati preliminari sulla dinamica economica degli Stati Uniti. Nel primo trimestre il Pil è salito dell’1,9%, in frenata rispetto al +2,2% del trimestre precedente. Leggermente sotto le aspettative il consumo personale.
Sul mercato obbligazionario italiano da rilevare che lo spread Btp/bund è salito in chiusura delle borse fino a 487 punti base, nuovo massimo dal 16 gennaio (505 p.b.), dopo quello precedente segnato ieri a 483, ma il rendimento del Btp decennale è rimasto al 6%, come ieri. Alle 20.30 ora italiana lo spread si attesta a 469 punti base. Sotto pressione anche oggi la Spagna dove lo spread Bonos/Bund viaggia in area 530 punti base e il rendimento del decennale spagnolo è salito fino al 6,72%. Di fronte alla gravità della situazione l’Eurotower e i governi si rimpallano le responsabilità. La Bce non ha alcuna intenzione di tornare ad acquistre titoli sul mercato, Mario Draghi da parte sua continua a invocare l’azione dei governi. Oggi Draghi ha anche sollevato il problema della necessità di una unione bancaria con uno schema comune sui depositi bancari e una sorveglianza centralizzata.
Veniamo a Piazza Affari. Deboli rialzi per il comparto bancario: Unicredit ha guadagnato lo 0,41% a 2,478 euro, Intesa SanPaolo lo 0,10%. Male il Banco Popolare (-1,54% a 0,897 euro), mentre Mps è salita dell’1,26% a 0,201 euro.
A svettare sul paniere principale oggi è stata Snam con un rialzo del 4,15% a 3,266 euro all’indomani della messa a punto della separazione da Eni (+1,69% a 15,60 euro). Nel comparto petrolifero Tenaris sprofonda a 12,88 euro (-3,38%), mentre Saipem cala a 31,40 (-1,72%) azzerando i rialzi della mattinata. Per questi due titoli la correlazione con l’andamento del prezzo del greggio è molto più stretta rispetto ad Eni, e dato che oggi il petrolio wti è scivolato fino a 87 dollari il barile, un livello che non si vedeva dall’ottobre scorso, le due società si sono allineate ai nuovi corsi dell’oro nero. Saipem, in particolare, è penalizzata dal calo del greggio in quanto i suoi clienti sono indotti a ridimensionare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di nuovi giacimenti. E oggi, al di là dello scenario recessivo che continua ad aleggiare su Eurolandia, un forte scossone è arrivato dal report del Dipartimento dell’energia statunitense: nell’ultima settimana le scorte strategiche USA di petrolio sono aumentate per la decima ottava consecutiva, segnando un rialzo di 2,71 milioni di barili, mentre le attese erano per un incremento di 100mila barili. In seguito alla diffusione del report, le quotazioni del petrolio hanno accelerato al ribasso e negli ultimi minuti si presentano a 86,55 dollari, con una flessione dell’1,45%.
Debole Finmeccanica (-0,15% a 2,69 euro) che questa mattina ha annunciato di aver ceduto il 15% di Avio al Fondo Strategico Italiano. Parmalat (+0,49% a 1,631 euro) ha sfruttato le parole dell’Ad Yvon Guerin che si è detto ottimista sull’andamento dei conti nei prossimi mesi. Ancora andamento a due velocità per i titoli del Lingotto: Fiat ha lasciato sul parterre il 3,21% a 3,80 euro, mentre Fiat Industrial ha guadagnato il 2,07% a 8,13 euro all’indomani dell’annuncio dell’integrazione con CNH.
Alle 20.30 italiane il petrolio Wti quota 86,82 dollari il barile (-1,15%), l’oro staziona a 1.563 dollari l’oncia, mentre il cross euro/dollaro si porta a 1,2371. I tre indici di Wall Street sono in calo frazionale.

Brusca inversione di rotta oggi sulle piazze europee: dopo le speranze che avevano alimentato i rialzi di ieri torna lo spettro della dissoluzione dell’Eurozona. Piazza Affari è di nuovo la peggiore del Continente, con l’indice FtseMib che cede il 3,6% e chiude a 12.960,87 punti, in corrispondenza del minimo intraday. Parigi è scesa del 2,6%, Londra ha perso il 2,5%, Francoforte -2,3%. Per tutta la giornata è stata forte la tensione in vista del vertice europeo di stasera a Bruxelles dove i leader dei Paesi Ue discuteranno su eventuali eurobond e su come evitare la crisi del debito. Sullo sfondo resta l’interrogativo di cosa potrebbe succedere nel caso di uscita della Grecia dall’euro. Ogni Paese della zona euro dovrà predisporre un piano di emergenza nel caso in cui Atene torni alla dracma, hanno affermato oggi alcuni funzionari. Tuttavia, il ministero delle Finanze greco ha negato che si sia raggiunto un accordo per predisporre i piani di emergenza. In un report dal tono molto duro, la Bundesbank sostiene che l’eventuale uscita della Grecia dalla Zona euro rappresenterebbe un evento grave, ma gestibile, e invita i governi europei a considerare con prudenza l’ipotesi di alleggerire le riforme di austerity chieste ad Atene in cambio degli aiuti. Il clima di allarme continua così a premiare i titoli di Stato della Germania. Oggi hanno registrato rendimenti a un minimo record all’asta a due anni, con un tasso di interesse di appena lo 0,07%. Complessivamente sono stati raccolti 4,555 miliardi di euro. Forte anche la domanda, che ha superato di 1,7 volte l’ammontare collocato.
Alla pessima performance della Borsa di Milano ha contribuito la caduta della fiducia dei consumatori italiani, che ad aprile è scesa ai nuovi minimi di sempre a 86,5 punti, sotto le stime previste dagli analisti. Alla luce di questi dati il mercato teme un ulteriore peggioramento del Pil. Torna la pressione sugli spread: lo spread Btp/Bund decennale si è allargato a 425 punti (+17 punti base), il rendimento è salito al 5,64%. Non sono serviti ad alleggerire la tensione i dati macro arrivati dagli USA. Oggi la Federal Housing Finance Agency ha annunciato che a marzo i prezzi delle abitazioni hanno registrato un +1,8%, l’incremento mensile maggiore da quasi 20 anni. Indicazioni migliori delle attese sono arrivate anche dalle vendite di nuove case, salite ad aprile da 332 a 343 mila unità. Ieri a far meglio del consenso ci avevano pensato le vendite di case esistenti, passate il mese scorso da 4,47 a 4,62 milioni.
A Piazza Affari spicca il tonfo di Pirelli, scesa del 6% dopo che Goldman Sachs ha abbassato la raccomandazione a neutral da buy. Chiusura positiva per Fiat (+0,2%), che ha annunciato stamattina un’alleanza con la giapponese Mazda. Fiat Industrial ha perso il 5,7%. Ribassi diffusi anche per gli altri titoli industriali: Finmeccanica è scesa del 5,2%, Prysmian -4,1%. StM è salita dell’1,1% con una reazione positiva dopo le buone indicazioni del Ceo Carlo Bozotti sul terzo trimestre. Parmalat ha perso il 5% dopo la decisione di acquisire per 904 milioni di dollari le attività in Usa della controllante Lactalis, a un prezzo molto caro pari a 9,5 volte l’Ebitda, quando il titolo Parmalat che tratta a 4 volte l’Ebitda.
Massacri diffusi fra i bancari: MontePaschi ha perso il 7,6%, Banco Popolare -5,7%, PopMilano è arretrata del 6,8%, Unicredit ha perso il 3,2% e Ubi il 5,6%, Intesa -4,3%.
Alle 21.00 italiane i tre indici di Wall Street sono in negativo, con l’euro è in caduta libera nei confronti del dollaro, scambiato a 1,2569, un livello che non toccava dal luglio 2010. Il petrolio Wti è affondato a 90,5 dollari al barile (-1,5%), minimo dal novembre scorso. L’oro sta perdendo lo 0,9% a 1.562 dollari l’oncia.

Borse, oro e petrolio restano sotto pressione sulle piazze asiatiche questa mattina: la Grecia fatica a formare un governo dopo che le elezioni hanno punito i partiti di maggioranza, facendo salire il rischio di una revisione dei termini del salvataggio internazionale. Wall Street ha chiuso in calo sull’eco delle notizie provenienti dalla Grecia, ma i tre indici hanno recuperato oltre un punto percentuale dai minimi intraday: Dow Jones -0,59%, S&P500 -0,43%, Nasdaq -0,39%. Stamattina sono tutte i calo le Borse asiatiche: Tokio -1,4%, Hong Kong -0,7%, Shanghai -1%, Seul -0,7%, Bombay -0,2%. Ieri sono balzati in avanti tutti gli asset considerati “sicuri” come il Bund tedesco, il future sul decennale ha segnato i nuovi massimi storici a 142,64 punti, per un rendimento dell’1,534%. Sono piovuti gli acquisti anche sui Treasury Bond americani, il rendimento del decennale è sceso al minimo storico dell’1,828%, e sui Gilt inglesi, rendimento del decennale all’1,933%.
L’euro sta soffrendo da qualche seduta, il cross euro dollaro apre stamattina a 1,2978 da 1,30 di ieri. E’ all’ottavo calo consecutivo. Contrariamente alle aspettative, la ricerca di protezione non favorisce i metalli preziosi, sempre più considerati come commodities piuttosto che come “porti sicuri”: l’oro ha perso il 2,8% scivolando sotto i 1.600 dollari per la prima volta dal 3 gennaio. L’argento ha lasciato sul terreno il 3,2% a 29,2 dollari, minimo da inizio anno. Le prime indicazioni dai future sulle Borse europee anticipano un avvio in rialzo di circa mezzo punto percentuale dopo la generale caduta di ieri. Oggi non sono in agenda aste di Paesi periferici. Tocca alla Germania che non avrà alcun problema, viste le condizioni, a collocare obbligazioni con scadenza 5 anni.
L’Italia tornerà sul mercato venerdì 11 maggio con un’emissione mista di tasso variabile e Ctz. Lo spread con il nostro Btp decennale ieri è risalito a quota 388 (+12 punti base), il rendimento è al 5,42%.

Mentre le borse USA proseguono all’insegna dell’incertezza in una seduta fiacca e senza spunti, le piazze UE archiviano la giornata in ordine sparso. Londra e Parigi hanno chiuso praticamente invariate, Francoforte in rialzo dello 0,30% a 6.901 punti. A Milano l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,13% a 16.457 punti dopo aver raggiunto due volte un massimo a 16.600 punti, mentre il Ftse All Share è arretrato dello 0,01% a quota 17.477. Stando alle ultime news è ormai certo che il secondo pacchetto di aiuti alla Grecia arriverà senza sorprese, anche se la decisione finale dell’Eurogruppo si saprà mercoledì. Sul fronte macro l’Istat ha confermato la flessione dello 0,7% del Pil italiano nel quarto trimestre 2011. Rivisti i dati relativi all’intero 2011 con una crescita dell’economia pari allo 0,5% a fronte del +1,8% registrato nel 2010, dati migliori rispettivamente al +0,4 e +1,4% comunicati a metà febbraio. A destare preoccupazioni stamani sono stati i dati arrivati dalla Cina circa un possibile rallentamento della seconda economia mondiale. Secondo i dati diffusi sabato, le importazioni cinesi a febbraio sono cresciute del 39,6% su anno, il massimo dell’ultimo anno, molto oltre le attese di un aumento del 27% e circa il doppio rispetto alla crescita del 18,4% registrata dalle esportazioni. La crescita dell’economia cinese dovrebbe rallentare a poco sopra l’8% nel primo trimestre, dall’8,9% dei tre mesi precedenti. Un altro campanello d’allarme è suonato in Portogallo: il rendimento del bond a 10 anni di Lisbona sale di 15 punti base al 13,02%, un livello ritenuto insostenibile. Per quanto riguarda l’Italia a fine giornata il Btp decennale ha visto il rendimento risalire al 4,91% lordo annuo (7 punti base più di venerdì), con uno spread sul Bund tedesco di pari durata del 3,16%, in crescita di 12 punti base rispetto all’ultima chiusura.
Tra i titoli del listino principale oggi Parmalat si è messa in evidenza con un balzo del 9,43% a 1,891 euro in scia agli upgrade degli analisti che avevamo anticipato in un post di stamani. Ondata di acquisti anche su Pirelli (+7,23% a 8,385 euro). I ricavi del gruppo della Bicocca hanno mostrato un progresso del 16,6% a 5,65 miliardi di euro, l’Ebitda è cresciuto a 834,6 milioni di euro rispetto ai 653,7 milioni del 2010 mentre l’Ebit è salito del 42,7% a 581,9 milioni. Campari invece ha perso il 5,81% a 5,35 euro dopo aver deluso in parte le attese degli analisti. La società ha comunicato di aver chiuso il 2011 con ricavi in crescita a 1,27 miliardi di euro (+8,8% di crescita organica e in linea con il consensus) e utile netto a 159 milioni di euro (il consensus si aspettava 173 milioni di euro). Enel (-0,43% a 2,81 euro) ancora in rosso dopo il downgrade di Goldman Sachs che ha portato il giudizio sul titolo a neutral da buy. Forti scambi sul Mps che ha mostrato una flessione del 4,96% a 0,381 euro. Sono infatti passate di mano oltre 360 milioni di azioni contro una media quotidiana degli ultimi trenta giorni pari a 255 milioni di pezzi scambiati. Nel resto del comparto bancario Popolare di Milano ha ceduto l’1,47% a 0,496 euro, Intesa SanPaolo l’1,64% a 1,435 euro, Unicredit l’1,32% a 3,90 euro. In territorio positivo il Banco Popolare (+0,32% a 1,574 euro) e Ubi Banca (+0,40% a 3,526 euro).
Il petrolio registra una flessione di oltre un punto percentuale e si porta a 106,25 dollari il barile, lieve flessione per l’oro che quota a 1.699 dollari l’oncia.