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Ieri Enel ha chiuso in ribasso del 6% a 2,612 euro, minimo dal settembre scorso. Peggior blue chip dell’indice Eurostoxx50. Nonostante tutto gli analisti di Citigroup confermano la raccomandazione buy su Enel, seppur riducendo il target price da 4 a 3,8 euro. “Il piano industriale presentato ieri non ha colpito il mercato per via di un target di Ebitda poco chiaro, con l’obiettivo al 2015 di 16 mld che e’ al netto di cessioni per circa 700 mln”. Tuttavia “nonostante la reazione iniziale negativa del mercato, crediamo che il messaggio sottostante del piano sia molto positivo”, prosegue Citigroup, che cita il forte bilancio di Enel, un gruppo che “si puo’ permettere di investire per la crescita” notando anche come il management abbia sempre l’opzione di emettere bond ibridi, se necessario, per soddisfare i criteri delle agenzie di rating. Inoltre, “sta arrivando un taglio dei costi piu’ significativo”.
Tra gli altri aspetti, Citigroup sottolinea poi come la generazione di free cash flow dovrebbe aumentare in modo consistente nel 2013, con una “generale riduzione del debito di 1 mld”. Gli esperti hanno abbassato le stime di Eps 2013-2017 in media del 20% per tener conto di maggiori ammortamenti e accantonamenti, ma continuano a vedere upside di lungo periodo nel payout rispetto alla “attuale politica dei dividendi molto prudente”
La società archivia il 2012 con un utile di 865 milioni dopo svalutazioni per avviamenti pari a 2,575 miliardi, di cui 2,392 miliardi relativi alla controllata spagnola Endesa. Al netto delle voci straordinarie l’utile ordinario del gruppo è stato di 3,455 miliardi in calo del 14,9%.
Il cda proporrà all’assemblea degli azioni un dividendo di 0,15 euro per azione con pagamento il 27 giugno e stacco cedola il 24 giugno.

12 marzo 2013: bilancio consolidato del Gruppo Enel, progetto del bilancio di esercizio di Enel S.p.A. al 31 dicembre 2012 e proposta di destinazione degli utili.

7 maggio 2013: resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2013.

24 giugno: STACCO DEL DIVIDENDO

1 agosto 2013: relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2013.

7 novembre 2013: resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2013.

CHIUSURE IN ROSSO
Seduta negativa per le Borse europee, condizionate dall’incertezza sulla riunione dei ministri finanziari della zona euro sulla crisi in Grecia e dal calo di Wall Street. A Milano l’indice FtseMib ha chiuso in calo dello 0,7% a 15.520 punti, Londra è scesa dello 0,5%, Parigi -0,7%, Francoforte -0,2%. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è sceso dello 0,6%.
L’euro è stabile a 1,296 contro il dollaro, invariato da 1,297 della chiusura di venerdì sera.
Stabile anche il Btp a 10 anni, con rendimento al 4,74% e spread a quota 332 punti base.
Alle 20.30 italiane il petrolio wti quota 87,9 dollari il barile, oro in calo frazionale a 1.749 dollari l’oncia. Wall Street scende nonostante i primi dati della National Retail Federation indichino un forte aumento degli acquisti nel weekend del Thanksgiving, con un incremento pari al 13%.

GRECIA E FISCAL CLIFF INDUCONO ALLE PRESE DI BENEFICIO
Sulla seduta odierna nel Vecchio Continente ha pesato l’incertezza relativa all’esito della riunione dell’Eurogruppo sulla Grecia. Molti investitori hanno preferito realizzare i guadagni accumulati la scorsa settimana. Nonostante l’ottimismo ostentato oggi dal ministro francese Pierre Moscovici, che ha detto di vedere vicina la soluzione del caso Grecia, sul mercato obbligazionario la tensione è sfociata in una forte domanda di titoli presunti “sicuri”, anche se con rendimenti negativi. Il Tesoro tedesco ha collocato stamattina titoli di Stato a 12 mesi per 3 miliardi di euro. Nonostante il rendimento (-0,085%) la domanda è stata di ben 5 miliardi.
Nel frattempo da oltreoceano tornano le preoccupazioni sull’esito dei negoziati fra la Casa Bianca e i repubblicani per disinnescare la bomba a orologeria del fiscal cliff. Se entro 36 giorni non sarà trovato un accordo, dal primo gennaio 2013 scatteranno automaticamente inasprimenti fiscali e tagli alla spesa pubblica per una cifra totale di 607 miliardi di dollari, numeri che innescherebbero una nuova spirale recessiva sull’economia USA.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A Piazza Affari si è messa in mostra A2A, che ha realizzato il 4,6%. Venerdi’ scorso a mercati chiusi la societa’ ha reso noto l’esito del collocamento di un prestito obbligazionario settennale da 750 mln euro, destinato esclusivamente a investitori istituzionali, che ha raccolto richieste superiori ai 4,5 mld con una oversubscription di 6 volte. Fra gli industriali, Fiat è salita dell’1,4% collocandosi al secondo posto dopo A2a. Alcuni traders fanno notare che il rialzo pare legato alla recente tenuta del supporto in area 3,3 euro, oltre che alla notizia che il gruppo e’ intenzionato a riaprire il proprio prestito obbligazionario da 600 mln euro, con cedola fissa del 7,75% e scadenza ottobre 2016.
Colore rosso per il comparto dei bancari: Unicredit e Intesa sono scese rispettivamente dello 0,9% e dell’1,1%, mentre MontePaschi è avanzata dello 0,2%. Venerdì l’associazione europea di categoria ha avanzato alla Commissione Ue la richiesta ufficiale di rinviare di un anno (dal gennaio 2013 al gennaio 2014) l’entrata in vigore delle stringenti norme di Basilea 3.
Tra i titoli peggiori svetta Fiat Industrial con un ribasso pesante: -3%. F.I. ha firmato l’accordo definitivo di fusione con Cnh, che portera’ all’integrazione delle rispettive attivita’. I termini dell’intesa sono in linea con l’offerta annunciata il 19 novembre scorso. Tuttavia gli analisti di Ubs hanno ridotto su Cnh la raccomandazione da buy a neutral. Secondo peggior titolo del listino principale è Prysmian finita in ribasso del 2% in quanto declassata da Mediobanca a “neutral” da “outperform”. In calo Pirelli -0,4%. E’ arretrata Finmeccanica -1%.
Aria di ritracciamento per i petroliferi con Eni che è scesa dell’1,2%, e Saipem in calo a -0,5%.
Flessione dello 0,3% per Enel mentre Telecom Italia è arretrata dello 0,7%.
Fra le mid cap, Rcs è salita del 4,1% dopo le indiscrezioni sul nuovo piano industriale in via di definizione: sarebbe prevista la vendita di asset, un aumento di capitale e il licenziamento di 500 dipendenti. MaireTecnimont ha peso il 3,6%.

LE CHIUSURE
Chiusura in territorio negativo per le borse europee, in una giornata dominata da nervosismo e volatilità. Il Cac-40 di Parigi chiude in rosso dello 0,69%, il Ftse 100 di Londra cede lo 0,8%, il Dax di Francoforte lo 0,76%, mentre a Madrid l’Ibex resta pressoché invariato a -0,08%. A Milano l’indice Ftse Mib archivia la seduta in calo dello 0,52% a 15.252 punti, in una giornata sull’ottovolante contraddistinta da oscillazioni tra un massimo di 15.410 e un minimo di 15.191 punti. L’AllShare cede lo 0,53%. Si sono scambiati volumi per un controvalore di circa 1,3 miliardi di euro.
Sul mercato valutario il dollar index è invariato a 81,08, il biglietto verde arretra leggermente contro l’euro a 1,274 da 1,27 di ieri. In leggero rialzo oro e greggio Wti, a 1.731 dollari l’oncia e 86,2 dollari il barile rispettivamente.
La Borsa degli Stati Uniti ha ripiegato quasi subito dopo l’apertura e ha virato in negativo: alle 18.30 ora italiana i tre indici di Wall Street cedono in media lo 0,3% testando supporti psicologici importanti.

IL FISCAL CLIFF, BOMBA AD OROLOGERIA
Il motivo di tanta incertezza e volatilità risiede in prima istanza nel problema del “fiscal cliff”. Gli investitori restano prudenti, mentre le ultime news riportano di trattative serrate tra Democratici e Repubblicani per evitare che esploda la bomba. Del resto un ostruzionismo duro alla Camera dei rappresentanti, da parte dei Repubblicani che detengono la maggioranza, sarebbe un atto di autolesionismo delirante. Compromettere la soluzione rapida del problema significherebbe spedire direttamente il Paese in recessione. Si spera che la banda di Romney non sia irresponsabile fino a questo punto.
Pochi, oggi, gli spunti dalla macroeconomia. L’indice dei prezzi alla produzione è sceso dello 0,2% in ottobre, un’altra conferma che le spinte inflazionistiche sono inesistenti, gli economisti si aspettavano un rialzo dello 0,2%.
Le vendite al dettaglio sono scese in ottobre dello 0,3%, una contrazione che giunge dopo il +1,1% di settembre ed è poco più alta delle aspettative del consensus (-0,2%). Peggio del previsto anche il dato rettificato dalle voci non ricorrenti.

ASTA BTP, SPREAD, DEBITO GRECO
A quanto pare l’esito positivo delle aste dei titoli italiani non hanno più alcuna influenza sull’andamento dello spread. In mattinata segnali incoraggianti per la borsa milanese erano arrivati dall’asta di Btp a 3 anni, che ha visto rendimenti in calo. Il Tesoro ha piazzato circa 5 miliardi di titoli con scadenze tra 2015, 2023 e 2029 con rendimenti in calo e inferiori a quelli scambiati sul mercato secondario. In particolare, sono stati collocati 3,5 miliardi di Btp 15/07/2015 al 2,64% contro il 2,85% del secondario, è il tasso più basso dall’ottobre 2010. Ciò nonostante lo spread tra i Btp e i Bund decennali ha chiuso in rialzo a 363 punti base. Prevalgono evidentemente le incertezze sul destino della Grecia, alle prese con i problemi di un debito pubblico gigantesco. Solo due giorni fa Justin Haque, broker di Hobart Capital Markets aveva richiamato l’attenzione sul fatto che “la Grecia ha bisogno di 5 miliardi di euro il 16 novembre”. Eppure, nonostante le misure di austerity approvate la scorsa settimana dal Parlamento di Atene, l’Eurogruppo ha rimandato a martedì lo sblocco del pacchetto di aiuti da 31,5 miliardi di euro.

FOCUS SU PIAZZA AFFARI
Dopo i rialzi sostenuti di ieri oggi le vendite hanno colpito i titoli del comparto bancario: Popolare di Milano ha ceduto il 3,38% a 0,391 euro, Banco Popolare il 2,82% a 1,138 euro, Unicredit il 2,21% a 3,444 euro, Intesa SanPaolo l’1,75% a 1,234 euro. Male MontePaschi (-5,14% a 0,201 euro) che ha chiuso il terzo trimestre con una perdita netta pari a 47,4 milioni di euro rispetto all’utile di 42,2 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Mediaset ha lasciato sul terreno il 2,90% a 1,238 euro dopo aver chiuso il primo trimestre in rosso della sua storia. Performance negativa anche per Fiat che ha perso il 2,56% a 3,344 euro. A2A ha invece indossato la maglia rosa del Ftse Mib con un rialzo del 4,06% a 0,386 euro. Un operatore ritiene che il movimento del titolo sia di carattere tecnico, avendo violato la resistenza a quota 0,37 euro. Bene anche Enel (+2,18% a 2,816 euro) che ha archiviato i primi nove mesi del 2012 con profitti per 2,8 miliardi di euro, il 18,8% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Petroliferi in calo con Eni che perde lo 0,51%, Tenaris, che cede lo 0,9% e Saipem che affonda di un sonoro -2,88% a causa, secondo voci diffuse nel pomeriggio, delle vendite partite da un grosso fondo di investimento USA. Fuori del listino principale Saras (-0,28%) chiude in lieve calo, nonostante i conti siano stati superiori alle attese di Equita Sim (rating underperform confermato sul titolo) grazie alla buona performance del refining, della power generation e del marketing.

ALLE 20.00 ARRIVANO I VERBALI DELL’ULTIMO FOMC
Alle 20:00 ora italiana saranno divulgati i verbali dell’ultima riunione del Fomc, l’organismo della Federal Reserve deputato a prendere decisioni in materia di politica monetaria. Stanotte il presidente degli USA, Barack Obama risponderà alle domande dei giornalisti nel corso di una conferenza stampa, la prima da giugno.

A metà seduta le principali piazze europee segnano cali attorno al mezzo punto percentuale, con il Ftse Mib che poco dopo le 14.00 cede lo 0,6% a 15.224 punti. notevoli le oscillazioni del principale indice di Piazza Affari in una mattinata vissuta all’insegna della volatilità. La Borsa di Londra scende dello 0,7%, Parigi e Francoforte -0,6%. Contemporaneamente migliora l’euro, in rialzo a 1,273 contro il dollaro, da 1,270 della chiusura di ieri sera, mentre lo spread Btp/Bund si assesta a quota 362 punti base.
Petrolio wti e oro inchiodati rispettivamente a 85, dollari il barile e 1.722 dollari l’oncia.
I future sui tre indici USA danno un avvio di contrattazioni in rialzo dello 0,2%, sulla scia dei rumours relativi a Cisco, che nel preborsa sale del 7% in previsione di una trimestrale superiore alle attese.
Ottimo risultato per la delicata asta di Btp che era in agenda stamattina. Il Tesoro ha piazzato circa 5 miliardi di titoli con scadenze tra 2015, 2023 e 2029 con rendimenti in calo e inferiori a quelli scambiati sul mercato secondario. In particolare, sono stati collocati 3,5 miliardi di Btp 15/07/2015 al 2,64% contro il 2,85% del secondario, è il tasso più basso dall’ottobre 2010.
Dal fronte macro continuano invece ad arrivare notizie negative. La produzione industriale nell’Eurozona è calata ad agosto del 2,5%. Si è trattato del più forte calo dal gennaio del 2009. La recessione della Grecia si è inoltre inasprita ulteriormente nel terzo trimestre.
In testa al Ftse Mib svettano Stm (+2%) ed Enel in rialzo dell’1,4% dopo i risultati del terzo trimestre superiori alle attese. Bene anche A2a e Fiat Industrial che salgono dell’1,2%.
Fra le blue chip milanesi spicca l’ennesimo ribasso di Mediaset, in calo di oltre il 4%. Dopo i risultati deludenti annunciati ieri Bank of America, Société Générale e barclays hanno abbassato i target price. Maglia nera del listino Montepaschi, che perde oltre il 6%. La banca senese ha annunciato oggi di aver chiuso il terzo trimestre in rosso di €47,4 milioni.

CDA ITALIA
Cda su risultati 3° trimestre di: Acegas-Aps, Acotel, Aedes, Astaldi, Montepaschi, Pop. Milano, Pop. Sondrio, Banco Popolare, Enel, Fondiaria-SAI, Gefran, Hera, Impregilo, Intesa Sanpaolo, Pininfarina (9,30), Poltrona Frau, Prelios, Premafin, Ferragamo, Saras (comunicato domattina), Tiscali (15,00), Tod’s, UniCredit, Ubi Banca.

Conference call su risultati 3° trimestre: Banco Popolare (18,30) Enel (18,00), Erg, Hera (16,00), Intesa (14,00), Pop. Milano (17,00), Sabaf (15,00), UniCredit (15,30).

Edf, conference call su gruppo incluso Edison.

ROMA
Tesoro, asta 6,5 miliardi Bot a 12 mesi, scadenza 14/11/2013 (364 gg).

Istat, dato finale prezzi al consumo ottobre (10,00).

BRUXELLES
Riunione Ecofin.

ATENE
Tesoro offre titoli di stato a 13 settimane.

BERLINO
Indice Zew novembre (11,00).

MADRID
Prezzi al consumo ottobre (9,00).

WASHINGTON
Tesoro offre titoli di Stato a 13 e a 26 settimane (17,30).

NEW YORK
Risultati trimestrali di Cisco, Home Depot.

LE CHIUSURE
Si chiude una giornata ad alta volatilità per le Borse. A Parigi il Cac-40 chiude in calo dello 0,06%, il Ftse 100 di Londra scende dello 0,27%, il Dax di Francoforte dello 0,39% e l’Ibex di Madrid dello 0,48%. Piazza Affari ancora una volta in evidenza, con l’indice FtseMib che chiude in calo dello 0,6% 15.194 punti, e un grafico intraday che provoca le vertigini. A guidare le danze sono state le continue oscillazioni delle banche e dei titoli petroliferi, Eni in testa. Sull’andamento dell’azionario ha inciso anche l’intonazione negativa degli indici di Wall Street che hanno annullato i rialzi registrati dopo le prime contrattazioni. L’euro ha continuato a indebolirsi e in serata è sceso a 1,274 contro il dollaro, da 1,277 della chiusura precedente.

IL DISCORSO DI DRAGHI TRA SPAGNA E GRECIA
Dopo il brutto scivolone di ieri, stamani in Europa la seduta era iniziata con un lieve recupero. Ma a Milano la tendenza positiva è durata poco, e senza motivi apparenti Piazza Affari a metà mattina era già in ribasso dell’1%. In apertura gli ottimisti avevano puntato sulla notizia positiva proveniente da Atene, dove ieri sera il Parlamento ha approvato il nuovo pacchetto austerità concordato con Ue, Bce e Fmi, indispensabile per ottenere la prossima tranche di aiuti senza la quale fra una settimana la Grecia sarebbe fallita. La Borsa di Atene ha incassato il risultato con un ribasso del 5%.
Piazza Affari a sua volta non ha dato segni di ripresa nemmeno dopo il successo dell’asta di titoli di Stato spagnoli: Madrid ha collocato bond a diversa scadenza per un ammontare di 4,76 miliardi, superiore ai 4,5 miliardi previsti come target massimo dall’emittente. Ciononostante, la reazione degli spread è piuttosto fiacca: lo spread Btp/Bund è tornato a salire a quota 363 punti base, per un rendimento del Btp 10 anni del 4,99%.
La Bce, come previsto, ha lasciato i tassi invariati allo 0,75%. Il presidente Mario Draghi ha dichiarato che il “momentum” della crescita europea resta debole, ma i segnali di ripresa della fiducia sui mercati si cominciano a vedere. Restano cruciali, comunque, le riforme fiscali e strutturali che ciascuno Stato della zona euro dovrà operare, e, soprattutto, la necessità di dare impulso al mercato del lavoro. Sulla questione Madrid, Draghi ha ribadito che spetta solo alla Spagna decidere se chiedere aiuti all’Ue e non alla Banca centrale europea.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Venendo ai dettagli di Piazza Affari, fra le blue chip spicca il rialzo di A2A, in crescita del 5,3% dopo la presentazione di risultati del terzo trimestre migliori delle attese e di un nuovo piano industriale che punta a ridurre drasticamente il debito entro il 2015. La societa’ prevede la cessione mirata di quote di minoranza, l’incremento dell’efficienza operativa, e la crescita organica della redditivita’ in quattro aree di core business: energia, ambiente, calore e reti. Con il nuovo piano, il management stima un Ebitda pari a 1,3 mld euro e il debito in calo a 3,2 mld.Lottomatica ha guadagnato il 3,5% dopo i risultati migliori delle attese annunciati ieri sera. Seduta a due velocità per il comparto bancario: MontePaschi ha ceduto il 2,48% a 0,212 euro, Popolare di Milano l’1,96% a 0,399 euro, Banco Popolare l’1,92% a 1,176 euro. In positivo Intesa SanPaolo (+0,50% a 1,218 euro), Mediobanca (+0,76% a 4,508 euro) e Unicredit (+0,35% a 3,418 euro).
Sul listino principale è caduta Pirelli, in ribasso del 2,7%. Alcuni analisti prevedono che lunedì prossimo la società annuncerà una revisione dei target.
Contrastati gli altri titoli industriali: Fiat è scesa dello 0,6%, Fiat Industrial +0,2%, Finmeccanica è arretrata del 2,6% in attesa dei risultati che saranno annunciati a mercati chiusi. In calo anche Prysmian -2,1%, che nella trimestrale diffusa oggi ha annunciato un aumento del debito sopra le stime degli analisti.
Fra i petroliferi, Eni è scesa dello 0,4%, Tenaris ha chiuso in parità, Saipem ha ceduto il 3,2%, mentre Saras affonda con un -5,9%.
Tra i titoli finanziari Generali, che domani annuncerà i risultati del terzo trimestre, ha guadagnato lo 0,4%. I buoni risultati hanno spinto Azimut in rialzo del 3,2%.
Forti perdite per Autogrill -3,9% e Mediaset -3,4%. In calo anche Diasorin -2%.
In calo Enel -1,9%, debole anche Telecom Italia -1,1%.

Dopo un avvio prudente, dovuto al permanere di incertezze sulla soluzione della crisi greca, le Borse europee hanno imboccato la via del rialzo. A pochi minuti dalle 12.00 gli indici principali si muovono tutti in territorio positivo. A Milano l’Ftse Mib avanza dello 0,6% portandosi a 15.644 punti, Londra +0,4%, Parigi +0,6%, Francoforte +0,5%. Il dollaro si rafforza ulteriormente contro euro a 1,2775. Nel giorno delle elezioni presidenziali USA il petrolio wti sale di mezzo punto a 86 dollari il barile, mentre l’oro tenta di riconquistare quota 1.700 portandosi a 1.691 (+0,4%). Sul mercato obbligazionario lo spread Btp/bund si assesta a 350 punti base.
A Piazza Affari i movimenti positivi sono diffusi fra tutte le blue chip con poche eccezioni. Fra queste spicca Tenaris, che scende dello 1,7%, vittima del downgrade di Goldman Sachs che ha abbassato la raccomandazione a sell da neutral. Male anche Saipem, che resta al palo a quota 34,7 euro (-0,2%). Restando nel comparto oli Eni avanza dello 0,9%. Nel paniere principale brilla anche Fiat in rialzo di oltre 2 punti percentuali in un settore auto che in Europa, al contrario, è debole, appesantito dalla discesa di Volkswagen e Bmw.
Fra gli industriali, Finmeccanica sale dell’1%: secondo il Sole 24 Ore, il premier Mario Monti si appresta a convocare il Ceo Giuseppe Orsi, indagato dalla magistratura per presunti episodi di corruzione. StM guadagna il 2%. Positive le banche con Unicredit e Intesa in rialzo dello +0,9%.
Enel ha recuperato il calo iniziale e sale dello 0,4% nonostante Moody’s abbia tagliato il rating con outlook negativo.

LE CHIUSURE
Le borse europee archiviano una giornata vissuta all’insegna dell’incertezza e caratterizzata da scambi molto limitati, alla vigilia del voto negli USA. Il Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,43% a 15.544 punti, risultando insieme all’Ibex-35 (-1,89%) tra i peggiori indici d’Europa. Dax -0,51%, Cac-40 -1,26% e Ftse 100 -0,5%. Sul mercato dei titoli di Stato arretra il Btp a 10 anni, con il rendimento in rialzo al 4,98% e lo spread a quota 355 punti base. L’euro è sceso a 1,278 contro il dollaro, da 1,283 della chiusura precedente. Il petrolio wti arranca a 85,31 dollari il barile senza trovare slancio per un rimbalzo, l’oro staziona a 1.684 dollari l’oncia.

INCOMBONO DUE INCOGNITE: LE ELEZIONI NEGLI USA E LA GRECIA
Gli investitori stanno alla finestra a causa dei dubbi sull’esito delle elezioni presidenziali che si terranno domani negli USA. Il risultato più temuto è un vantaggio di misura tra i duellanti, che potrebbe pesare negativamente sulle soluzioni necessarie a evitare il baratro fiscale, che ormai è il vero incubo dei mercati. Se il Congresso non arriverà a un accordo dopo le elezioni, scatteranno dal primo gennaio prossimo tagli automatici alla spesa pubblica e aumenti alle imposte pari a circa 600 miliardi di dollari che rischiano di far scivolare l’economia Usa in recessione. In America e’ stato reso noto l’indice Ism dei servizi, che a ottobre e’ sceso al 54,2% (54,5% il consenso) dal 55,1% di settembre. Il dato e’ stato in linea con le attese. Nel frattempo le vicende della Grecia sono tornate a preoccupare gli investitori. Questa settimana il Parlamento di Atene dovrà varare il nuovo piano di austerità che prevede ulteriori tagli in un clima politico sempre più teso. Sul voto delle misure incombe una possibile crisi politica che vede molti parlamentari minacciare di non votare se prima non si farà chiarezza sulla lista degli evasori.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A Milano hanno chiuso in rialzo solo tre blue chip: Fiat Industrial +0,9%, Ferragamo +0,1% e Tod’s +0,4%. Fiat (F.MI) ha perso l’1,5% dopo che Goldman Sachs ha abbassato la raccomandazione a neutral da buy con target price tagliato a 4,7 euro da 7,7 euro. Segno meno per tutti i titoli del comparto bancario: MontePaschi -1,7%, Intesa -2,1%, Unicredit -0,8%. Mediobanca (MB.MI) – 1,9%. Tonfo di Banca Pop.Em.Rom -3,5%. Vanno male anche i petroliferi: debole Eni che è scesa dell’1,3%, Saipem -1,1%, Tenaris è finita in ribasso dello 0,8% dopo che Exane ha ridotto il target price del 5% a 18 euro. Mediaset (MS.MI) ha chiuso in ribasso dell’1,8%, dopo un’inversione rispetto all’avvio positivo. Il titolo si era mosso in seguito alle indiscrezioni secondo cui la francese Canal+, controllata dal gruppo Vivendi, sarebbe interessata all’acquisizione della piattaforma Mediaset Premium. Tra le utilities A2A ha registrato un -2,93%. L’ipotesi degli analisti di Banca Imi riguardo un Ebitda trimestrale in crescita del 31%, non e’ bastata a compensare i cali. In rosso anche Enel con un -2,04%, nonostante dall’approfondimento del quotidiano torinese La Stampa del lunedi’ siano emerse notizie positive. Infatti sull’articolo si legge che la societa’ dovrebbe confermare i target 2012 con Ebitda atteso a 16,5 mld euro e un utile netto a 3,4 mld euro. Giornata da dimenticare per Parmalat che ha chiuso in ribasso del 3,1%.
Lottomatica (-0,66%) rimane in rosso anche dopo la notizia che la controllata del gruppo, Gtech Global Services Corporation Limited, ha firmato un contratto con la New Zealand Lotteries Commission (NZ Lotteries) per la fornitura di nuova tecnologia e servizi dedicati alla lotteria.

I NUMERI DI CHIUSURA
Prepariamoci a un altro crollo del mercato azionario come quello che si verificò il 19 ottobre 1987: il crash è inevitabile e imminente, sentenzia Michael Belkin secondo quanto riportato da marketwatch.com in questo articolo di Mark Hulbert. Nel frattempo, chiusura di seduta con il segno più per i listini europei in una giornata che ha visto qualche incertezza in avvio e un’accelerazione al rialzo dopo le indicazioni arrivate dai dati macro e dalle trimestrali USA, in un cocktail alla “taurina” che ha dato gas alle borse del Vecchio continente. Il Dax di Francoforte ha terminato con un rialzo di un quarto di punto percentuale a 7.394,55 punti, a Londra il Ftse100 chiude a 5.910,91 con un +0,69%, mentre a Parigi il Cac40 mette a segno un +0,76% a 3.527,5. La performance migliore è quella dell’Ibex che, rinfrancato dalla conferma del rating spagnolo annunciata dall’agenzia Moody’s, ha chiuso in rialzo del 2,37% a 8.128,2 punti. Milano ha chiuso la terza seduta consecutiva di rialzo: l’indice FtseMib è salito dell’1,5% tornando ai livelli di un mese fa, a 16.233,84. Sul mercato dei titoli di Stato si è assistito al recupero dei bond dei Paesi periferici. Lo spread decennale tra il Bono spagnolo ed il Bund tedesco si è ristretto di 43 punti base a 379 punti base. Il differenziale Btp-Bund è sceso di 25 punti base a quota 311, minimo da metà marzo. L’euro si rafforza nei confronti del dollaro a 1,312 da 1,305 della chiusura di ieri sera e si porta sui massimi dell’ultimo mese, non troppo distante dai livelli di aprile.
Oro e petrolio praticamente invariati: il metallo giallo si assesta a 1.752 dollari l’oncia, l’oro nero di marca wti traccheggia a 92.15 dollari il barile.

SPAGNA E DATI MACRO USA NEL DETTAGLIO
Novità numero uno di oggi è che lo spread tra Bonos spagnoli e Bund è crollato a 383 punti. Merito di Moody’s, che ha deciso di non tagliare il merito di credito della Spagna mantenendolo a ‘Baa3’, al contrario della precedente decisione presa giorni fa da Standard & Poor’s. Alla vigilia del summit Ue di Bruxelles pare sempre più vicino un accordo sul programma di rientro del deficit della Grecia, mentre come riferito da una fonte del governo spagnolo Madrid deciderà nelle prossime settimane se chiedere o meno gli aiuti, e sta pensando a una linea di credito precauzionale. In Italia, il miglioramento dello spread tra Btp e Bund fa volare gli ordini di Btp Italia, che nel terzo giorno di negoziazione hanno avuto richieste per 45.141 contratti pari a un controvalore di 5,101 miliardi di euro. Dagli Stati Uniti è arrivato il dato macro sulle costruzione di nuove case, salite a settembre a un tasso destagionalizzato annuo di 872 mila, il livello maggiore in quattro anni. Sul fronte delle trimestrali USA Bank of America ha presentato i risultati del terzo trimestre, che ha chiuso in utile nonostante il pesante impatto negativo generato da cause legali e fiscali. I conti, comunque, non hanno sorpreso il mercato e sono stati in linea con le attese.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A Milano tutti i settori hanno partecipato al rialzo. Il titolo migliore del paniere principale e’ stato comunque A2A che ha guadagnato il 7,63%, in attesa del nuovo piano industriale, previsto per l’8 novembre, dal quale dovrebbero arrivare ulteriori indicazioni sulla futura politica dei dividendi, attesa meno generosa. Con lo spread Btp/Bund a 10 anni che precipita a 314 punti base, ai minimi dallo scorso marzo, i bancari decollano con entusiasmo. Acquisti diffusi su MontePaschi (+4,71% a 0,247 euro), Popolare di Milano (+2,18% a 0,4591 euro), Banco Popolare (+3,25% a 1,334 euro), Intesa Sanpaolo (+2,8% a 1,36 euro), Mediobanca (+5,38% a 4,62 euro), Ubi Banca (+1,26% a 3,222 euro), Banca PopEmRomagna (+1,11% a 4,93 euro) e Unicredit (+4,56% a 3,626 euro). Rialzi anche fra le assicurazioni: in particolare Fondiaria Sai ha guadagnato il 4%, Unipol +2,7%. Ieri il Ceo della compagnia bolognese ha detto che il programma di dismissione di asset prosegue nonostante le contese con l’antitrust. Generali è salita del 2,1%. Fiat ha guadagnato il 3,63%. Gli analisti di Mediobanca ritengono opportuno puntare, all’interno del settore auto e componentistica, sulle azioni del gruppo in vista della prossima trimestrale, segnalando il buon andamento del Lingotto in Brasile e in Usa. Acquisti anche su Stm (+3,61%) e Autogrill (+3,59%), dopo la notizia che la societa’ ha rinnovato in anticipo di 5 anni la concessione food & beverege per i 75 locali gestiti all’interno dell’aeroporto di Amsterdam. Tonica anche Finmeccanica (+1,41% a 4,31 euro).
Vendite invece su Mediaset (-0,06% a 1,64 euro), che paga i realizzi dopo il balzo di ieri, e Impregilo (-4,09% a 3,24 euro), precipitato sul fondo del paniere principale il giorno successivo al cda che ha accettato l’offerta di Primav sul 19% di Ecorodovias. Probabilmente si tratta di un tipico caso di “sell on news”.
Brillante Autogrill, che ha guadagnato il 3,5% dopo che Ubs ha avviato la copertura del titolo con raccomandazione buy.
Sul resto del listino in evidenza Piaggio che ha guadagnato il 7,59%, secondo quanto appreso da MF-Dowjones, il numero uno del gruppo, Roberto Colaninno, e’ in India per il debutto del nuovo tre ruote Ape City Passenger. Giornata di rialzo per le utility, in particolare Enel +1,7%, e Iren +3,8% oltre alla già citata A2A +7,6%.