Archivio per la categoria ‘Mediobanca’

In una ricerca sul settore petrolifero italiano pubblicata oggi, gli analisti di Mediobanca hanno deciso di tagliare il giudizio su Tenaris, leader mondiale produttore di tubi per l’industria petrolifera, da “neutral” a “underperform” ritenendolo il meno preferito del comparto oil italiano. Al downgrade ha fatto seguito la revisione al ribasso del prezzo obiettivo da 14,7 a 13,6 euro, un livello che si colloca molto al di sotto delle attuali valutazioni in Borsa. Tenaris oggi ha perso lo 0,7% a 15,30 euro, con volumi attorno agli 800 milioni di pezzi, anche se sul finale ha limato le perdite intraday che avevano superato il punto percentuale.
Il report di Mediobanca ritiene invece che Eni sia la migliore opportunità del settore nel primo semestre 2013 poichè il mercato apprezzerà la scelta di cedere le quote di Snam e Galp, e di concentrare il business nel settore E&P. Eni ha precisato che provvederà all’emissione di un bond convertibile in azioni ordinarie Snam per un ammontare di 1,25 miliardi di euro. La cedola è compresa tra lo 0,125% e lo 0,625% annuo e il premio di conversione sui prezzi Snam fissato tra il 20% e il 25%. “La notizia è positiva per Snam – ha scritto Equita un una nota diramata oggi -. Uno strike al 22,5 di premio sui prezzi correnti significherebbe una quota Snam di circa l’8,5% quindi quasi la metà del 20% di Snam rimanente in mano a Eni”.
Per quanto riguarda Saras, il titolo dovrebbe essere sostenuto da ipotesi speculative dopo il recente accordo di joint venture con i russi di Rosneft. Il giudizio di Barclyas è Outperform.

LE CHIUSURE
Chiusura in ordine sparso per le borse europee, in una seduta dominata dalla volatilità e dal timore per una destabilizzazione del quadro politico italiano con gravi conseguenze sul resto d’Europa, in seguito alle dimissioni annunciate ieri dal premier Mario Monti. Il Dax di Francoforte è salito dello 0,17% a 7.530 punti, l’Ftse 100 di Londra cresce dello 0,1% a 5.921, il Cac 40 di Parigi segna +0,18% a 3.612. Il Ftse Mib cede il 2,20% e chiude a quota 15.354 punti dopo aver fatto registrare un minimo intraday a 15.104. Male anche Madrid, l’Ibex perde lo 0,56% a 7.804,4 punti. Lo spread Btp/Bund è risalito a quota 348, era arrivato a un massimo di 361. L’euro si riprende dai minimi di stamattina e ora è invariato rispetto ai valori di ieri a 1,292 contro il dollaro. Dopo cinque giorni di ribasso, il petrolio oggi sale: il Brent avanza dello 0,8% a 107,8 dollari al barile, Wti a 86,4 dollari (+0,7%).
L’oro è in rialzo dello 0,6% a 1.714 dollari l’oncia.

IL CASO ITALIA E IL FISCAL CLIFF
Le incertezze sullo scenario politico italiano hanno favorito il sell-off, anche alla luce dell’allargamento dello spread Btp-Bund che in giornata è balzato oltre quota 360 punti base. Un ampliamento del differenziale che ha penalizzato le banche, come sempre, a causa dei loro ricchi portafogli in titoli di Stato italiani. Aumenta anche il rischio debito dell’Italia misurato dai credit default swaps (cds): secondo i dati forniti da Bloomberg, i cds sono saliti di 31 punti base a quota 284 punti. “La possibilità di un ritorno di Berlusconi offusca il panorama politico europeo”, ha dichiarato oggi da Parigi Louis de Fels, un gestore di Raymond James Asset Management, che gestisce un portafoglio di 35 miliardi di dollari. L’incubo del ritorno al cerone sulla scena politica italiana non ha mandato in crisi più di tanto gli investitori USA. Ormai il tempo stringe per arrivare a un esito positivo dei negoziati in corso fra repubblicani e democratici allo scopo di varare il nuovo budget 2013 che aggiri il “fiscal cliff”. Ieri c’è stato un incontro fra il presidente Barack Obama e il leader repubblicano del congresso John Boehner. Oggi non erano in calendario dati significativi sull’economia americana.
Occorre inoltre ricordare che domani inizia la prevista riunione del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, con il presidente Ben Bernanke che pare intenzionato a rassicurare i mercati circa ulteriori manovre di stimolo all’economia in aggiunta al quantitative easing che è stato inaugurato a metà settembre.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Montepaschi oggi guida i cali del comparto bancario con un -5,8%, seguita da Banco Popolare (-5,69%), B.Pop. Milano (-5,61%) e Pop. Em. Romagna (-5,16%). Scendono anche Unicredit (-5,15%), Intesa (-5,15%), Ubi Banca (-4,49%) e Mediobanca (-3,19%).
In deciso ribasso anche Telecom Italia (-3,26% a 0,683 euro) con il presidente Bernabè che è tornato a parlare dello scorporo della rete dopo il Cda di giovedì scorso.
Stm guadagna il 4,23% a 5,205 euro e svetta sul paniere principale beneficiando dell’annuncio del nuovo piano strategico che prevede anche l’uscita dalla joint venture St-Ericsson, il cui perfezionamento e’ atteso nel terzo trimestre 2013. Ben comprata anche Mediaset (+2,05% a 1,391 euro) in scia all’upgrade di Deutsche Bank. In rialzo a fine seduta troviamo anche Tod’s (+0,53%), Diasorin (+0,5%) ed Eni (+0,11%), mentre la controllata Saipem perde terreno anche oggi dopo le dimissioni dell’a.d Franco Tali: il titolo cede l’1,89% e si posiziona a 29,08 euro, un livello di supporto importante il cui cedimento nei prossimi giorni potrebbe preludere a un affondo verso area 25.

LE CHIUSURE
Giornata positiva per le Borse europee con Piazza Affari ancora una volta in evidenza: l’indice FtseMib ha chiuso in rialzo dell’1,04% a 16.041 punti. Le Borse di Londra e Francoforte sono invariate, Parigi è salita dello 0,3%.
L’euro si è rafforzato anche oggi ed è scambiato in serata nei confronti del dollaro a 1,307, da 1,305 di ieri sera. Il petrolio cede l’1% circa con il Brent a 109,5 dollari il barile e il wti a 88,7 (-0,4%). L’oro è scivolato a 1.699 dollari l’oncia.
A metà seduta Wall Street mostra indici contrastati appesantita dalle incertezze sul fiscal cliff: il Dow Jones sale dello 0,1% e l’S&P scende dello 0,1%. Il Nasdaq arretra dello 0,5%.

EUROGRUPPO E FISCAL CLIFF
L’Eurogruppo oggi ha approvato i 39,5 miliardi di euro di aiuti per il sistema bancario spagnolo, mentre per gli aiuti alla Grecia e a Cipro la decisione è stata rinviata alla prossima settimana assieme alle decisioni circa le nuove regole di vigilanza bancaria. Troppi sono ancora i contrasti tra opposti interessi: la Germania che non vuole cedere sulla supervisione nazionale delle casse regionali e di risparmio, il Regno Unito che vuole restare fuori, la questione della ‘muraglia cinese’ per separare nettamente politica monetaria e vigilanza. Ciononostante la presidenza Ecofin e’ ottimista, ma la Bce ha già lanciato l’allarme: se non si decide entro la fine dell’anno aspettiamoci un diluvio sui mercati.
Negli USA gli investitori restano sempre concentrati sul dibattito legato al fiscal cliff, dopo che il presidente Barack Obama ha rigettato ieri la proposta alternativa dei Repubblicani, con 1.200 milioni di dollari in tagli e 800 milioni stanziati per le riforme sociali; una proposta che non tocca le aliquote fiscali, che il presidente Obama vorrebbe rivedere al rialzo per le fasce di reddito più alte

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
L’effetto spread è stata la principale causa del rialzo milanese: il calo dei rendimenti dei titoli di Stato aiuta i bilanci delle banche, il che ha avuto il consueto effetto traino per tutto il listino.
Oggi MontePaschi è il top performer con un balzo del 6,86% a 0,216 euro, nonostante la Commissione Bilancio del Senato abbia bocciato le novità sui prestiti statali che Siena riceverà per rafforzare la propria struttura patrimoniale. Denaro con volumi in aumento anche sugli altri titoli del comparto: Unicredit guadagna il 2,51% a 3,752 euro, Popolare di Milano il 2,07% a 0,418 euro, Banco Popolare il 2,37% a 1,165 euro, Mediobanca il 2,01% a 4,372 euro, Intesa SanPaolo l’1,53% a 1,326 euro. Tra i finanziari Generali ha messo a segno un +1,77% a 13,24 euro con il mercato in attesa del prossimo 14 gennaio quando il Ceo Mario Greco presenterà il nuovo piano strategico della compagnia assicurativa. Risale Telecom Italia (+2,07% a 0,714 euro) nonostante quanto ha scritto questa mattina il quotidiano La Repubblica, secondo cui il processo di cessione di TI Media potrebbe andare a monte. Fiat ha guadagnato l’1,02% a 3,568 euro all’indomani dei dati sulle immatricolazioni italiane di novembre. Sul fondo del Ftse Mib è finita Campari con un ribasso dell’1,31% a 5,65 euro.
Nel comparto oil Eni avanza dello 0,55% a 18,22 euro, dopo che gli analisti di Deutsche Bank hanno confermato il rating buy sulle azioni e il target price di 21 euro, segnalando il cane a sei zampe come uno dei preferiti all’interno del comparto Oil. In rosso invece Saipem (-0,32% a 34,16) e soprattutto Tenaris (-1,17% a 15.16 euro).

LE CHIUSURE
Pur chiudendo in territorio positivo, le borse europee limano i guadagni in seguito alla doccia gelata arrivata dagli USA con l’indice manifatturiero ISM inferiore alla soglia dei 50 punti, al di sotto quindi della linea che separa le fasi di contrazione da quelle di espansione. A Francoforte il Dax è salito dello 0,40% a 7.435 punti, il Cac40 di Parigi dello 0,26% a 3.566 punti, il Ftse 100 di Londra si blocca a un +0,08% a 5.871 punti, mentre l’Ibex di Madrid ha perso lo 0,72% a 7.877 punti.
Chiusura di seduta in moderato rialzo per Piazza Affari, dopo un allungo iniziato in mattinata che aveva portato l’indice Ftse Mib a rivedere quota 16.100 punti per la prima volta dallo scorso 22 ottobre. L’indice principale di Piazza Affari archivia la seduta con un +0,43% a 15.876 punti. L’indice AllShare ha guadagnato lo 0,34% e il MidCap lo 0,13%. Volumi per un controvalore di circa 1,4 miliardi di euro.
In Italia lo spread Btp/Bund ha chiuso in area 300, dopo essere sceso sui minimi da marzo a quota 294, con un calo di 15 punti base rispetto a venerdì. Il cross euro dollaro staziona sui massimi della giornata a 1,306, per la moneta unica si tratta del livello più alto da fine ottobre.
Oro e petrolio sono poco mossi a 1.715 e 89 dollari.

CINA, GRECIA E ISM
Stamattina gli investitori hanno accolto con entusiasmo la notizia di un’accelerazione dell’economia cinese: a novembre l’indice Pmi del settore manifatturiero cinese ha superato quota 50 per la prima volta da sette trimestri. Novità positive sono arrivate anche dall’Eurozona, dove Atene procederà a un buyback da 10 miliardi di euro sui titoli di Stato greci ad un prezzo più elevato delle previsioni. Il quadro si è deteriorato nel pomeriggio, quando sono arrivati i dati macro dagli USA. Primo fra tutti l’indice Ism di novembre sulla manifattura, che è sceso a 49,5 da 51,7 di ottobre, conto le stime che lo davano a 51,4. Quota 50 indica lo spartiacque tra espansione e contrazione economica.
Meglio delle attese invece la spesa edilizia di ottobre, cresciuta dell’1,4%, molto più dello 0,5% atteso.
Sulle prospettive degli investitori continua inoltre a pesare il problema fiscal cliff, con l’incombere della scadenza di fine anno che in assenza di una soluzione politica farebbe scattare i tagli automatici alla spesa oltre che gli aumenti delle tasse. Stando alle ultime informazioni, i negoziati fra la Casa Bianca e i Repubblicani sono in una fase di stallo, dopo che i leader del partito che ha la maggioranza al Congresso hanno respinto la proposta del segretario al Tesoro, Tim Geithner, perché troppo incentrata su aumenti di tasse.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Mediaset oggi si aggiudica la maglia rosa (+6,69% a 1,355 euro). dopo che gli analisti di JP Morgan, pur tagliando il target price da 2,5 euro a 2,2 euro, hanno confermato il rating a overweight. Fanalino di coda, invece, Stm (-1,43% a 4,83 euro): la società di semiconduttori il prossimo 10 dicembre presenterà il nuovo piano strategico alla comunità finanziaria. L’evento offrirà l’occasione per fare il punto sulla joint venture St-Ericsson e sul futuro del gruppo stesso.
A beneficiare del ribasso dello spread Btp/Bund sono stati soprattutto i titoli del settore bancario. Unicredit ha chiuso in rialzo del 2,23%, Intesa Sanpaolo dello 0,93%, Popolare di Milano dello 0,91%. A seguire Mediobanca (+0,8%), Banco Popolare (+0,44%), Banca Pop. Em. Romagna (+0,04%). In negativo invece Montepaschi (-0,2%).

LE CHIUSURE
Chiusura in ordine sparso per le borse europee, che ripiegano sul finale in scia a Wall Street. A Milano il Ftse Mib si congeda a -0,5% a 15.808 punti, mentre il Ftse All Share chiude a -0,48%. Volumi ridotti rispetto al boom di ieri, che ha visto un incremento di quasi tre punti percentuali sul principale listino di Milano. La performance peggiore oggi è quella dell’Ibex, in rosso di mezzo punto percentuale (-0,49%) a 7.934,6 punti, mentre a Parigi il Cac40 è calato dello 0,33% a 3.557,28 punti. Sostanziale parità per il Ftse100 (-0,06%) e per il Dax (+0,06%) che si sono fermati rispettivamente a 5.866,82 e a 7.405,5. Sul Ftse Mib secondo un analista tecnico, si sta preparando la base per un possibile movimento rialzista da fine anno a inizio 2013. Netto miglioramento per lo spread Btp/bund che oggi è sceso a 318 punti base. Il cross euro/dollaro regge a 1,30, mentre il petrolio wti sale a 88,41 dollari il barile quando in Italia sono le 18.30. Alla stessa ora l’oro si assesta a 1.719 dollari l’oncia.

DATI MACRO E FISCAL CLIFF
Questa mattina il presidente della Bce Mario Draghi ha dichiarato che la crisi della zona euro durerà ancora diversi mesi, e non vi sarà nessuna ripresa prima della seconda metà del 2013. SuperMario ha inoltre fatto sapere che l’Eurotower è pronto ad intervenire per salvaguardare l’euro se fosse necessario.
Dal fronte macro USA sono arrivate indicazioni deludenti con i redditi personali e le spese al consumo risultati inferiori alle attese, al pari dell’indice Chicago PMI che è salito a 50,4 punti rispetto ai 51 previsti dal mercato.
Resta sempre aperta la partita tra Casa Bianca e Congresso sulla questione del burrone fiscale: il prossimo martedì il presidente degli USA Barack Obama si incontrerà con i governatori, e mercoledi’ parlerà alla Business Roundtable. Il presidente sta cercando di aggregare consensi sul suo piano per evitare il “fiscal cliff” e ridurre il deficit federale attraverso nuove tasse sui redditi superiori a 250.000 dollari. La proposta iniziale, presentata ieri dal segretario al Tesoro Timothy Geithner ai repubblicani e subito respinta, prevede aumenti fiscali per 1.600 miliardi di dollari, e maggiori poteri per alzare il tetto del debito federale.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Contrastato il comparto bancario oggi, nonostante il miglioramento dello spread: MontePaschi ha guadagnato lo 0,64% a 0,202 euro, Bper l’1,67% a 4,758 euro. Sono invece finite in rosso Popolare di Milano (-3,19% a 0,406 euro), Mediobanca (-0,79% a 4,252 euro), e Unicredit (-0,56% a 3,58 euro).
Tra gli industriali spicca il risveglio di Fiat che guadagna il 2,65% a 3,56 euro, mettendo a segno la performance migliore del paniere principale. Il rialzo pare legato a motivi tecnici e all’andamento del comparto auto in Europa (+1,55% lo Stoxx 600 del settore auto e componentistica). Sempre in riferimento al comparto automotive, termina la seduta in nero anche Pirelli & C. (+0,62%).

LE CHIUSURE
Chiusura in territorio positivo per le piazze europee, fatta eccezione per Milano. A Parigi il Cac-40 termina in rialzo dello 0,65%, a Londra il Ftse 100 sale dello 0,18%, il Dax di Francoforte incrementa dello 0,69% e l’Ibex di Madrid dello 0,19%.L’indice FTSE Mib archivia invece la seduta in calo dello 0,25%, mentre l’Allshare cede lo 0,18%. Volumi per un controvalore di circa un miliardo di euro. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è salito dello 0,6%. Le aspettative che da Bruxelles arrivino notizie incoraggianti sulla Grecia hanno contribuito a ridurre lo spread fra Btp e Bund tedeschi sotto 350 punti base, per la prima volta dal 7 novembre scorso.
Sul fronte delle commodities il petrolio wti, in seguito all’allentarsi delle tensioni in Medio Oriente, cede circa 3 punti percentuali e scende a 86,7 dollari il barile, l’oro arretra a 1.727 dollari l’oncia quando in Italia sono le 21.00 circa e negli USA è in corso la conferenza stampa di Ben Bernanke, che sollecita il Congresso a trovare in tempi rapidi una soluzione al problema del fiscal cliff (vai all’approfondimento di marketwatch.com, di pochi minuti fa).

LA MAZZATA DI MOODY’S E L’IMMOBILIARE USA
“La seduta odierna è stata nel complesso positiva, mi sarei atteso un calo maggiore in seguito alla perdita della tripla A da parte della Francia” dichiara un trader ai microfoni di Cnbc, aggiungendo: “Di fatto le agenzie di rating hanno perso molta credibilità, specialmente Moody’s”. Ma c’è anche da dire che i problemi della Francia sono noti da tempo, basti pensare alla copertina dell’Economist che andrà in edicola questa settimana.
Nell’asta spagnola di stamani il Tesoro ha collocato 4,225 mld euro di Letras a 12 mesi al 2,850% e 713 mln di Letras a 18 mesi al 3,077%, ma l’esito non ha provocato oscillazioni dell’indice. Mentre si resta in attesa di una richiesta formale di aiuti da parte del governo di Madrid, gli investitori sperano nell’approvazione di un pacchetto di salvataggio per la Grecia. Per aiutare Atene, l’Eurogruppo, che si è riunito alle 17.00 ora italiana, potrebbe decidere di ridurre i tassi di interesse sui prestiti, allungare le scadenze o effettuare un eventuale buy back di obbligazioni sul mercato.
Sulla giornata odierna c’è da aggiungere che secondo alcuni osservatori a spingere gli acquisti sui listini europei sarebbe stata la notizia di un possibile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
Per quanto riguarda invece i dati macro attesi dagli USA non c’e’ stata una reazione significativa in occasione del dato sulla creazione di cantieri per nuove unita’ abitative, in aumento ad ottobre del 3,6% a 894.000 unita’ a fronte di un consenso pari a 840.000 unita’.
Su Wall Steet pesa anche l’attivita’ ridotta delle borse in vista del Giorno del Ringraziamento (giovedi’ 22) e del Black Friday ( venerdi’ 23), che avvia la stagione dello shopping natalizio. Da domani sera molti trader, come da tradizione, inizieranno il tradizionale lungo ponte semi-festivo.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI, CON FIAT A PREZZI DI SALDO
Il tonfo odierno di Fiat (-4,99% a 3,314 euro) seguito a ruota dalla controllante Exor (-3,82%) ha appesantito il listino, e questo spiega almeno in parte l’anomalia di Piazza Affari nel contesto delle altre borse europee. Fiat ed Exor sono state penalizzate dal taglio del rating da neutral a buy e del target price rispettivamente a 3,5 euro da 5,7 euro e da 22,40 a 20 euro da parte degli analisti di Ubs. Al contrario Fiat Industrial sale del 2,31% nel giorno successivo alla presentazione dell’offerta definitiva allo Special Committee del Cda di Cnh Global, relativamente all’integrazione tra le due societa’. Gli esperti di Banca Imi confermano il rating buy con target price di 9,63 euro.
Scendono anche Autogrill (-1,86%), Telecom (-1,29%), Impregilo (-1,21%), Finmeccanica (-0,9%).
Vendite sul comparto bancario. In coda troviamo Banca Pop. Milano (-3,05%), seguita da Banca Pop. Em. Romagna (-2,31%) e Mediobanca (-2,25%).

Prosegue il rialzo delle borse europee, con l’indice Ftse Mib di Milano che attorno alle 13.30 incrementa dell’1,4% tornando sopra a quota 15.000 punti. I future sui tre indici di Wall Street anticipano un avvio in rialzo. A riaccendere la propensione al rischio degli investitori sono le aspettative di una soluzione politica negli USA in grado di scongiurare il baratro fiscale, il “fiscal cliff”. C’è ottimismo anche sulla riunione dell’Eurogruppo in programma domani: i ministri delle Finanze dell’Eurozona dovrebbero definire i dettagli del programma di sostegno alla Grecia che prevede due anni in più di tempo per arrivare ai target del programma di risanamento dei conti pubblici.
Nel frattempo la Bundesbank nel suo rapporto mensile di novembre, ha fatto sapere che la Germania probabilmente perderà ulteriore slancio alla fine dell’anno, dato che la sua economia sta accusando l’impatto della crisi del debito della zona euro e del rallentamento globale.
Sul segmento obbligazionario lo spread Btp/Bund rimane stabile a 354 punti base.

COMMODITIES
I venti di guerra in Medio Oriente stanno spingendo al rialzo i prezzi del petrolio: il Brent stamattina è indicato a 109,6 dollari al barile (+0,3%), Wti a 87,9 dollari (+2,4%).
L’euro si muove il lieve rialzo contro il dollaro a 1,276, da 1,274 della chiusura di venerdì sera.

STACCO DEI DIVIDENDI
Oggi a Piazza Affari è giornata di stacco del dividendo per: Atlantia (acconto), Mediobanca, Mediolanum (acconto), Recordati (acconto), Tenaris (acconto), Terna (acconto). L’insieme delle cedole staccate pesa sull’indice FtseMib per lo 0,2%.
Nel listino principale svetta Stm (+4%) dopo che UBS ha rivisto il giudizio da sell a neutral.
Tenaris recupera abbondantemente lo stacco (0,13 euro per azione). Confrontato con il prezzo di venerdì, il titolo sale dell’1,7%, sulla base della nuova parità ex dividendo il rialzo è del 2,5%.

LE CHIUSURE
Chiusura in profondo rosso per le borse europee con Piazza Affari maglia nera. Milano ha chiuso in calo del 2,02% a 14.855 punti, seguita da Madrid che cede l’1,3% a 7.596 punti. Per il nostro Ftse Mib la rottura della soglia psicologica dei 15.000 punti apre scenari incerti, l’indice potrebbe tornare a testare l’area dei 14.550 punti da cui transita la media mobile a 200 sedute. Volumi complessivi per un controvalore di 1,3 miliardi di euro.
L’orso imperversa anche a Parigi (-1,21% a 3.341 punti), Londra (-1,27% a 5.605 punti) e Francoforte (-0,91% a 6.979 punti). Lo spread Btp / Bund in chiusura si ferma a 356 punti base.
Sul fronte delle commodities il petrolio wti sale a 86,71 dollari il barile, spinto dai venti di guerra in Medio Oriente, mentre l’oro staziona a 1.715 dollari l’oncia.

USA E UE
Gli shortisti hanno avuto gioco facile oggi, e qualcuno avrà anche sfruttato l’occasione offerta dalle attese per la riunione dell’Eurogruppo in agenda il 20 novembre, un appuntamento cruciale per il salvataggio della Grecia. Stamani il numero uno del Fmi, Christine Lagarde, è tornata a sollecitare l’Europa sulla sostenibilità dei conti pubblici dei paesi “periferici”. Ma la vera spinta ribassista, secondo molti analisti, è arrivata in seguito alle parole del numero uno della Consob tedesca, secondo cui un rinvio dell’applicazione di Basilea 3 sarebbe ingiustificabile. Dichiarazioni che hanno pesato come un macigno sui bancari, con la conseguenza di zavorrare l’intero listino di Piazza Affari. Le scadenze tecniche in programma oggi, a loro volta, hanno contribuito a tracciare i contorni di una candela rosso sangue.
Dalla Bce intanto si è fatto sentire Christian Noyer, il quale ha ribadito che il governo spagnolo dovrà decidersi a chiedere formalmente gli aiuti, anche in considerazione del fatto che l’Omt non rischia di alimentare spinte inflazionistiche nell’Eurozona. Al contrario, ha assicurato il funzionario, il dispositivo ideato da Mario Draghi sarà fondamentale per scongiurare eventuali rischi di deflazione.
Brutti numeri, infine, dalle ultime rilevazioni macro arrivate da oltreoceano. E’ emerso che la produzione industriale a ottobre negli USA è scesa inaspettatamente dello 0,4%, gli analisti avevano pronosticato un dato positivo a +0,2%. Anche il dato sulla manifattura segna un calo dello 0,9% contro una attesa di un +0,2%. Sul fiscal cliff rimandiamo ai precedenti post inseriti in giornata.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A indossare la maglia nera oggi è Banca Popolare di Milano (-5,21%), seguita a ruota da Telecom Italia (-4,68% a 0,682 euro): il mercato non ha gradito i rumours su uno stop allo scorporo della rete, che sarà discusso al prossimo consiglio il 6 dicembre. Caporetto generalizzata per il comparto bancario, malgrado l’allentamento delle tensioni sullo spread: Mediobanca (-3,64% a 4,234 euro), Unicredit (-3,29% a 3,354 euro), Intesa Sanpaolo (-3,19% a 1,185 euro).
In forte calo anche Exor (-3,9% a 18,71 euro), su cui Goldman Sachs ha tagliato il rating da buy a neutral togliendo il titolo dalla sua Buy List. Nella galassia Agnelli, Fiat e Fiat Industrial cedono rispettivamente l’1,06% e lo 0,99%. Il dato in calo sulle immatricolazioni di auto in Europa ha lasciato il segno.
Fuori del listino principale precipita Maire Technimont (-22,42% a 0,343 euro) dopo che ieri la società ha annunciato un aumento di capitale e su cui Kepler ha ridotto il target price da 0,50 a 0,26 euro, confermando la raccomandazione sell-reduce.

LE CHIUSURE
Alta volatilità e volumi ridotti continuano a costituire il copione delle borse europee fin dalla prima seduta della settimana. Oggi quasi tutti i principali listini hanno chiuso in ribasso. Il FTSE 100 di Londra ha ceduto lo 0,1%, il CAC40 di Parigi lo 0,4%, l’IBEX 35 di Madrid lo 0,9% e lo SMI a Zurigo lo 0,3%. Il DAX di Francoforte ha guadagnato lo 0,1%. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è sceso dello 0,3%. L’indice FTSE MIB chiude in ribasso dello 0,39% mentre l’Allshare cede lo 0,42%. Si sono scambiati volumi per un controvalore di 1,12 miliardi di euro. Sul segmento obbligazionario lo spread Btp/Bund è salito a 269 punti base. Commodities al palo, con il petrolio wti a 85,8 dollari il barile, oro a 1.729 dollari l’oncia. Euro debole sul dollaro in area 1,27.

ATTENDISMO E MOOD NEGATIVO: L’INCOGNITA GRECA
Sono stati in molti oggi ad osservare che il clima di attesa che domina i mercati internazionali, alla vigilia delle decisioni che il Congresso USA dovrà prendere per evitare il cosiddetto “burrone fiscale”, il famigerato “fiscal cliff”, sta avendo un impatto devastante sul listino milanese. I grandi investitori sembrano spariti dall’azionario, e il mercato è in balia dei “day trader”.
L’attenzione degli investitori e’ anche concentrata sulla Grecia. Il Parlamento di Atene alla fine ha approvato il bilancio 2013 e dalla riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles e’ attesa una possibile decisione sull’erogazione della prossima tranche di aiuti a favore del Paese ellenico. Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, non si aspetta che venga presa una decisione a riguardo. Secondo quanto riportano diverse fonti Atene avrebbe bisogno di due anni di tempo in piu’ per centrare gli obiettivi di bilancio ma ciò comporterebbe una necessita’ di finanziamento aggiuntiva di €32,6 miliardi fino al 2016.
A portare debolezza sui mercati oggi ha contribuito anche il calo a sorpresa della produzione industriale indiana (-0,4%), mentre gli analisti avevano messo in conto un rialzo del 2,8%. Inoltre, nel terzo trimestre il Pil giapponese ha mostrato una flessione dello 0,9%.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Nel comparto bancario Mediobanca (+0,18%) e’ l’unico titolo che chiude in leggero rialzo, nel giorno che precede la tornata di trimestrali del settore e sulla scia del rialzo dello spread, a un soffio da 370 punti base. Scendono Montepaschi (-3,21%), Pop. Milano (-2,15%), B. Popolare (-1,65%), Intesa (-1,32%), (-1,28%) e Unicredit (-0,3%). Scivolone di Campari, che oggi perde il 5,86%. Il titolo ha accelerato al ribasso dopo la pubblicazione dei conti al di sotto delle attese degli analisti e del consenso. A2A segna un -4,45% dopo il rally delle azioni durante la scorsa settimana; tra gli industriali Finmeccanica -4,18%.
Maglia rosa del listino oggi è Telecom Italia (+4,2), che ha esteso i guadagni dello scorso venerdì spinta dalla notizia di un interesse di Naguib Sawiris, ex patron di Wind a cui fa capo la holding di investimenti Orascom. “Il mercato mostra deciso apprezzamento per l’interesse di Sawiris nella società tlc” ha affermato un trader intervistato da Cnbc. Ben comprate, dopo le revisioni degli analisti di SocGen su giudizio e target price, Atlantia e Terna. Su Atlantia, l’istituto ha migliorato il giudizio a ‘buy’ da ‘hold’, mentre su Terna SogGen ha aumentato il target price a 3,1 euro da 3. In territorio positivo anche i titoli del lusso, sulla scia dei buoni dati arrivati dalla Cina prima dell’apertura di Piazza Affari: Ferragamo (+1,72%), in attesa dei risultati, Tod’s in rialzo dello 0,71% e Luxottica a +0,38%.
Fiat Industrial cede lo 0,85%. La nuova organizzazione varata dalla societa’ per sostenere la fusione con Cnh fa presupporre che il deal possa concretizzarsi a breve.

LE CHIUSURE
Si chiude una giornata ad alta volatilità per le Borse. A Parigi il Cac-40 chiude in calo dello 0,06%, il Ftse 100 di Londra scende dello 0,27%, il Dax di Francoforte dello 0,39% e l’Ibex di Madrid dello 0,48%. Piazza Affari ancora una volta in evidenza, con l’indice FtseMib che chiude in calo dello 0,6% 15.194 punti, e un grafico intraday che provoca le vertigini. A guidare le danze sono state le continue oscillazioni delle banche e dei titoli petroliferi, Eni in testa. Sull’andamento dell’azionario ha inciso anche l’intonazione negativa degli indici di Wall Street che hanno annullato i rialzi registrati dopo le prime contrattazioni. L’euro ha continuato a indebolirsi e in serata è sceso a 1,274 contro il dollaro, da 1,277 della chiusura precedente.

IL DISCORSO DI DRAGHI TRA SPAGNA E GRECIA
Dopo il brutto scivolone di ieri, stamani in Europa la seduta era iniziata con un lieve recupero. Ma a Milano la tendenza positiva è durata poco, e senza motivi apparenti Piazza Affari a metà mattina era già in ribasso dell’1%. In apertura gli ottimisti avevano puntato sulla notizia positiva proveniente da Atene, dove ieri sera il Parlamento ha approvato il nuovo pacchetto austerità concordato con Ue, Bce e Fmi, indispensabile per ottenere la prossima tranche di aiuti senza la quale fra una settimana la Grecia sarebbe fallita. La Borsa di Atene ha incassato il risultato con un ribasso del 5%.
Piazza Affari a sua volta non ha dato segni di ripresa nemmeno dopo il successo dell’asta di titoli di Stato spagnoli: Madrid ha collocato bond a diversa scadenza per un ammontare di 4,76 miliardi, superiore ai 4,5 miliardi previsti come target massimo dall’emittente. Ciononostante, la reazione degli spread è piuttosto fiacca: lo spread Btp/Bund è tornato a salire a quota 363 punti base, per un rendimento del Btp 10 anni del 4,99%.
La Bce, come previsto, ha lasciato i tassi invariati allo 0,75%. Il presidente Mario Draghi ha dichiarato che il “momentum” della crescita europea resta debole, ma i segnali di ripresa della fiducia sui mercati si cominciano a vedere. Restano cruciali, comunque, le riforme fiscali e strutturali che ciascuno Stato della zona euro dovrà operare, e, soprattutto, la necessità di dare impulso al mercato del lavoro. Sulla questione Madrid, Draghi ha ribadito che spetta solo alla Spagna decidere se chiedere aiuti all’Ue e non alla Banca centrale europea.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Venendo ai dettagli di Piazza Affari, fra le blue chip spicca il rialzo di A2A, in crescita del 5,3% dopo la presentazione di risultati del terzo trimestre migliori delle attese e di un nuovo piano industriale che punta a ridurre drasticamente il debito entro il 2015. La societa’ prevede la cessione mirata di quote di minoranza, l’incremento dell’efficienza operativa, e la crescita organica della redditivita’ in quattro aree di core business: energia, ambiente, calore e reti. Con il nuovo piano, il management stima un Ebitda pari a 1,3 mld euro e il debito in calo a 3,2 mld.Lottomatica ha guadagnato il 3,5% dopo i risultati migliori delle attese annunciati ieri sera. Seduta a due velocità per il comparto bancario: MontePaschi ha ceduto il 2,48% a 0,212 euro, Popolare di Milano l’1,96% a 0,399 euro, Banco Popolare l’1,92% a 1,176 euro. In positivo Intesa SanPaolo (+0,50% a 1,218 euro), Mediobanca (+0,76% a 4,508 euro) e Unicredit (+0,35% a 3,418 euro).
Sul listino principale è caduta Pirelli, in ribasso del 2,7%. Alcuni analisti prevedono che lunedì prossimo la società annuncerà una revisione dei target.
Contrastati gli altri titoli industriali: Fiat è scesa dello 0,6%, Fiat Industrial +0,2%, Finmeccanica è arretrata del 2,6% in attesa dei risultati che saranno annunciati a mercati chiusi. In calo anche Prysmian -2,1%, che nella trimestrale diffusa oggi ha annunciato un aumento del debito sopra le stime degli analisti.
Fra i petroliferi, Eni è scesa dello 0,4%, Tenaris ha chiuso in parità, Saipem ha ceduto il 3,2%, mentre Saras affonda con un -5,9%.
Tra i titoli finanziari Generali, che domani annuncerà i risultati del terzo trimestre, ha guadagnato lo 0,4%. I buoni risultati hanno spinto Azimut in rialzo del 3,2%.
Forti perdite per Autogrill -3,9% e Mediaset -3,4%. In calo anche Diasorin -2%.
In calo Enel -1,9%, debole anche Telecom Italia -1,1%.