Archivio per la categoria ‘Fiat’

LE CHIUSURE
Giornata positiva per le Borse europee con Piazza Affari ancora una volta in evidenza: l’indice FtseMib ha chiuso in rialzo dell’1,04% a 16.041 punti. Le Borse di Londra e Francoforte sono invariate, Parigi è salita dello 0,3%.
L’euro si è rafforzato anche oggi ed è scambiato in serata nei confronti del dollaro a 1,307, da 1,305 di ieri sera. Il petrolio cede l’1% circa con il Brent a 109,5 dollari il barile e il wti a 88,7 (-0,4%). L’oro è scivolato a 1.699 dollari l’oncia.
A metà seduta Wall Street mostra indici contrastati appesantita dalle incertezze sul fiscal cliff: il Dow Jones sale dello 0,1% e l’S&P scende dello 0,1%. Il Nasdaq arretra dello 0,5%.

EUROGRUPPO E FISCAL CLIFF
L’Eurogruppo oggi ha approvato i 39,5 miliardi di euro di aiuti per il sistema bancario spagnolo, mentre per gli aiuti alla Grecia e a Cipro la decisione è stata rinviata alla prossima settimana assieme alle decisioni circa le nuove regole di vigilanza bancaria. Troppi sono ancora i contrasti tra opposti interessi: la Germania che non vuole cedere sulla supervisione nazionale delle casse regionali e di risparmio, il Regno Unito che vuole restare fuori, la questione della ‘muraglia cinese’ per separare nettamente politica monetaria e vigilanza. Ciononostante la presidenza Ecofin e’ ottimista, ma la Bce ha già lanciato l’allarme: se non si decide entro la fine dell’anno aspettiamoci un diluvio sui mercati.
Negli USA gli investitori restano sempre concentrati sul dibattito legato al fiscal cliff, dopo che il presidente Barack Obama ha rigettato ieri la proposta alternativa dei Repubblicani, con 1.200 milioni di dollari in tagli e 800 milioni stanziati per le riforme sociali; una proposta che non tocca le aliquote fiscali, che il presidente Obama vorrebbe rivedere al rialzo per le fasce di reddito più alte

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
L’effetto spread è stata la principale causa del rialzo milanese: il calo dei rendimenti dei titoli di Stato aiuta i bilanci delle banche, il che ha avuto il consueto effetto traino per tutto il listino.
Oggi MontePaschi è il top performer con un balzo del 6,86% a 0,216 euro, nonostante la Commissione Bilancio del Senato abbia bocciato le novità sui prestiti statali che Siena riceverà per rafforzare la propria struttura patrimoniale. Denaro con volumi in aumento anche sugli altri titoli del comparto: Unicredit guadagna il 2,51% a 3,752 euro, Popolare di Milano il 2,07% a 0,418 euro, Banco Popolare il 2,37% a 1,165 euro, Mediobanca il 2,01% a 4,372 euro, Intesa SanPaolo l’1,53% a 1,326 euro. Tra i finanziari Generali ha messo a segno un +1,77% a 13,24 euro con il mercato in attesa del prossimo 14 gennaio quando il Ceo Mario Greco presenterà il nuovo piano strategico della compagnia assicurativa. Risale Telecom Italia (+2,07% a 0,714 euro) nonostante quanto ha scritto questa mattina il quotidiano La Repubblica, secondo cui il processo di cessione di TI Media potrebbe andare a monte. Fiat ha guadagnato l’1,02% a 3,568 euro all’indomani dei dati sulle immatricolazioni italiane di novembre. Sul fondo del Ftse Mib è finita Campari con un ribasso dell’1,31% a 5,65 euro.
Nel comparto oil Eni avanza dello 0,55% a 18,22 euro, dopo che gli analisti di Deutsche Bank hanno confermato il rating buy sulle azioni e il target price di 21 euro, segnalando il cane a sei zampe come uno dei preferiti all’interno del comparto Oil. In rosso invece Saipem (-0,32% a 34,16) e soprattutto Tenaris (-1,17% a 15.16 euro).

LE CHIUSURE
Chiusura in ordine sparso per le borse europee, che ripiegano sul finale in scia a Wall Street. A Milano il Ftse Mib si congeda a -0,5% a 15.808 punti, mentre il Ftse All Share chiude a -0,48%. Volumi ridotti rispetto al boom di ieri, che ha visto un incremento di quasi tre punti percentuali sul principale listino di Milano. La performance peggiore oggi è quella dell’Ibex, in rosso di mezzo punto percentuale (-0,49%) a 7.934,6 punti, mentre a Parigi il Cac40 è calato dello 0,33% a 3.557,28 punti. Sostanziale parità per il Ftse100 (-0,06%) e per il Dax (+0,06%) che si sono fermati rispettivamente a 5.866,82 e a 7.405,5. Sul Ftse Mib secondo un analista tecnico, si sta preparando la base per un possibile movimento rialzista da fine anno a inizio 2013. Netto miglioramento per lo spread Btp/bund che oggi è sceso a 318 punti base. Il cross euro/dollaro regge a 1,30, mentre il petrolio wti sale a 88,41 dollari il barile quando in Italia sono le 18.30. Alla stessa ora l’oro si assesta a 1.719 dollari l’oncia.

DATI MACRO E FISCAL CLIFF
Questa mattina il presidente della Bce Mario Draghi ha dichiarato che la crisi della zona euro durerà ancora diversi mesi, e non vi sarà nessuna ripresa prima della seconda metà del 2013. SuperMario ha inoltre fatto sapere che l’Eurotower è pronto ad intervenire per salvaguardare l’euro se fosse necessario.
Dal fronte macro USA sono arrivate indicazioni deludenti con i redditi personali e le spese al consumo risultati inferiori alle attese, al pari dell’indice Chicago PMI che è salito a 50,4 punti rispetto ai 51 previsti dal mercato.
Resta sempre aperta la partita tra Casa Bianca e Congresso sulla questione del burrone fiscale: il prossimo martedì il presidente degli USA Barack Obama si incontrerà con i governatori, e mercoledi’ parlerà alla Business Roundtable. Il presidente sta cercando di aggregare consensi sul suo piano per evitare il “fiscal cliff” e ridurre il deficit federale attraverso nuove tasse sui redditi superiori a 250.000 dollari. La proposta iniziale, presentata ieri dal segretario al Tesoro Timothy Geithner ai repubblicani e subito respinta, prevede aumenti fiscali per 1.600 miliardi di dollari, e maggiori poteri per alzare il tetto del debito federale.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Contrastato il comparto bancario oggi, nonostante il miglioramento dello spread: MontePaschi ha guadagnato lo 0,64% a 0,202 euro, Bper l’1,67% a 4,758 euro. Sono invece finite in rosso Popolare di Milano (-3,19% a 0,406 euro), Mediobanca (-0,79% a 4,252 euro), e Unicredit (-0,56% a 3,58 euro).
Tra gli industriali spicca il risveglio di Fiat che guadagna il 2,65% a 3,56 euro, mettendo a segno la performance migliore del paniere principale. Il rialzo pare legato a motivi tecnici e all’andamento del comparto auto in Europa (+1,55% lo Stoxx 600 del settore auto e componentistica). Sempre in riferimento al comparto automotive, termina la seduta in nero anche Pirelli & C. (+0,62%).

LE CHIUSURE
Chiusura di seduta in territorio positivo per le borse europee. Il Dax di francoforte ha terminato in rialzo di oltre mezzo punto percentuale (+0,55%) portandosi a 7.332,33 punti, a Londra il Ftse100 chiude +0,22% terminando a 5.799,71 punti; in parità (+0,03%) il Cac40 di Parigi a 3.502,13. Segno meno per l’Ibex di Madrid, che ha lasciato sul parterre lo 0,14% a 7.863,7 punti, e per il nostro Ftse Mib che termina con una perdita dello 0,26% a 15.480 punti. In Europa il benchmark FTSEurofirst 300 sale dello 0,26%. Sul segmento obbligazionario lo spread Btp/bund decennale scende a 332 punti base. Il petrolio wti staziona a 87,8 dollari il barile, mentre l’oro scende a 1.726 dollari l’oncia (-0,2%). Il cross euro/dollaro scende a 1,29.

SPAGNA, GRECIA, E DATI MACRO USA
L’entusiasmo per la soluzione del caso Grecia è durato poco oggi a Piazza Affari. Ieri, dopo 12 ore di discussione, i creditori internazionali sono giunti a un’intesa mirata a ricondurre il debito pubblico ellenico al 124% del prodotto interno lordo entro il 2020, alleggerendo lo stock di 40 miliardi di euro. “Quando la Grecia avrà raggiunto un avanzo nel pieno rispetto degli accordi, considereremo ulteriore misure per la riduzione del debito totale”, ha dichiarato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Del resto il tema di fondo, in Europa e oltreoceano, resta ancora il fiscal cliff, e il clima di attesa che si respira sui mercati è dovuto al prolungarsi delle trattative sulla sua soluzione.
In mattinata Spagna e Italia hanno collocato rispettivamente 4,087 mld euro di Letras a 3 e a 6 mesi e 3,5 mld euro di Ctz a settembre 2014. Entrambe le emissioni hanno registrato rendimenti in calo, ma la buona notizia ha influito ben poco sul sentiment degli investitori.
Per quanto riguarda i dati macro, in Usa sono stati pubblicati gli ordini di beni durevoli che ad ottobre sono rimasti invariati su base mensile, a fronte del -1% m/m del consenso. L’indice di fiducia dei consumatori a novembre si e’ attestato a 73,7 punti, in aumento rispetto al dato rivisto di ottobre a 73,1 punti. L’indice S&P/Case-Shiller dei prezzi delle case nelle 20 maggiori città degli Usa a settembre ha registrato un aumento del 3% a livello annuale (+2,9% il consenso) e dello 0,3% su base mensile.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Maglia rosa del Ftse Mib oggi è Stm, in rialzo del 2,14%. L’azienda italo-francese e PNI Sensor Corporation hanno annunciato questa mattina che Nintendo ha adottato una soluzione avanzata che include alcuni sensori delle due societa’ per la nuova Wii U.
Denaro fin da inizio sedut anche su Finmeccanica (+1,78%). Pare che oggi il mercato abbia speculato sui rumors secondo cui il gruppo avrebbe chiesto ad alcune case d’affari di organizzare una conference call con gli investitori istituzionali allo scopo di discutere possibili operazioni sul mercato dei capitali.
Tra i petroliferi invariata Eni (+0,06%) che ha chiuso il collocamento di Galp Energia per una quota pari al 4% del capitale, inferiore a quanto annunciato ieri, al prezzo di 11,48 euro per azione
Ennesimo tonfo per Telecom I., in calo del 3,2%. Le dichiarazioni di Naguib Sawiris su un aumento di capitale da 3 miliardi di euro, aperto anche ad altri, a prezzi di mercato e la sua bocciatura dell’idea di spin-off della rete, “riducono fortemente l’appeal speculativo legato al potenziale ingresso di Sawiris nell’azionariato di Telecom Italia”, dice un broker italiano.
Fiat ha ceduto lo 0,75%, dopo aver annunciato che il prestito obbligazionario con cedola fissa 7,75% e scadenza ottobre 2016 da 600 mln e’ stato incrementato di 400 mln e il prezzo di emissione sara’ pari al 101,116%, per un rendimento a scadenza del 7,40%, migliorato di 35 bps rispetto all’emissione originaria. Il regolamento dell’offerta e’ atteso per il 29 novembre 2012.

CHIUSURE IN ROSSO
Seduta negativa per le Borse europee, condizionate dall’incertezza sulla riunione dei ministri finanziari della zona euro sulla crisi in Grecia e dal calo di Wall Street. A Milano l’indice FtseMib ha chiuso in calo dello 0,7% a 15.520 punti, Londra è scesa dello 0,5%, Parigi -0,7%, Francoforte -0,2%. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è sceso dello 0,6%.
L’euro è stabile a 1,296 contro il dollaro, invariato da 1,297 della chiusura di venerdì sera.
Stabile anche il Btp a 10 anni, con rendimento al 4,74% e spread a quota 332 punti base.
Alle 20.30 italiane il petrolio wti quota 87,9 dollari il barile, oro in calo frazionale a 1.749 dollari l’oncia. Wall Street scende nonostante i primi dati della National Retail Federation indichino un forte aumento degli acquisti nel weekend del Thanksgiving, con un incremento pari al 13%.

GRECIA E FISCAL CLIFF INDUCONO ALLE PRESE DI BENEFICIO
Sulla seduta odierna nel Vecchio Continente ha pesato l’incertezza relativa all’esito della riunione dell’Eurogruppo sulla Grecia. Molti investitori hanno preferito realizzare i guadagni accumulati la scorsa settimana. Nonostante l’ottimismo ostentato oggi dal ministro francese Pierre Moscovici, che ha detto di vedere vicina la soluzione del caso Grecia, sul mercato obbligazionario la tensione è sfociata in una forte domanda di titoli presunti “sicuri”, anche se con rendimenti negativi. Il Tesoro tedesco ha collocato stamattina titoli di Stato a 12 mesi per 3 miliardi di euro. Nonostante il rendimento (-0,085%) la domanda è stata di ben 5 miliardi.
Nel frattempo da oltreoceano tornano le preoccupazioni sull’esito dei negoziati fra la Casa Bianca e i repubblicani per disinnescare la bomba a orologeria del fiscal cliff. Se entro 36 giorni non sarà trovato un accordo, dal primo gennaio 2013 scatteranno automaticamente inasprimenti fiscali e tagli alla spesa pubblica per una cifra totale di 607 miliardi di dollari, numeri che innescherebbero una nuova spirale recessiva sull’economia USA.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A Piazza Affari si è messa in mostra A2A, che ha realizzato il 4,6%. Venerdi’ scorso a mercati chiusi la societa’ ha reso noto l’esito del collocamento di un prestito obbligazionario settennale da 750 mln euro, destinato esclusivamente a investitori istituzionali, che ha raccolto richieste superiori ai 4,5 mld con una oversubscription di 6 volte. Fra gli industriali, Fiat è salita dell’1,4% collocandosi al secondo posto dopo A2a. Alcuni traders fanno notare che il rialzo pare legato alla recente tenuta del supporto in area 3,3 euro, oltre che alla notizia che il gruppo e’ intenzionato a riaprire il proprio prestito obbligazionario da 600 mln euro, con cedola fissa del 7,75% e scadenza ottobre 2016.
Colore rosso per il comparto dei bancari: Unicredit e Intesa sono scese rispettivamente dello 0,9% e dell’1,1%, mentre MontePaschi è avanzata dello 0,2%. Venerdì l’associazione europea di categoria ha avanzato alla Commissione Ue la richiesta ufficiale di rinviare di un anno (dal gennaio 2013 al gennaio 2014) l’entrata in vigore delle stringenti norme di Basilea 3.
Tra i titoli peggiori svetta Fiat Industrial con un ribasso pesante: -3%. F.I. ha firmato l’accordo definitivo di fusione con Cnh, che portera’ all’integrazione delle rispettive attivita’. I termini dell’intesa sono in linea con l’offerta annunciata il 19 novembre scorso. Tuttavia gli analisti di Ubs hanno ridotto su Cnh la raccomandazione da buy a neutral. Secondo peggior titolo del listino principale è Prysmian finita in ribasso del 2% in quanto declassata da Mediobanca a “neutral” da “outperform”. In calo Pirelli -0,4%. E’ arretrata Finmeccanica -1%.
Aria di ritracciamento per i petroliferi con Eni che è scesa dell’1,2%, e Saipem in calo a -0,5%.
Flessione dello 0,3% per Enel mentre Telecom Italia è arretrata dello 0,7%.
Fra le mid cap, Rcs è salita del 4,1% dopo le indiscrezioni sul nuovo piano industriale in via di definizione: sarebbe prevista la vendita di asset, un aumento di capitale e il licenziamento di 500 dipendenti. MaireTecnimont ha peso il 3,6%.

LE CHIUSURE
Chiusura in territorio positivo per le piazze europee, fatta eccezione per Milano. A Parigi il Cac-40 termina in rialzo dello 0,65%, a Londra il Ftse 100 sale dello 0,18%, il Dax di Francoforte incrementa dello 0,69% e l’Ibex di Madrid dello 0,19%.L’indice FTSE Mib archivia invece la seduta in calo dello 0,25%, mentre l’Allshare cede lo 0,18%. Volumi per un controvalore di circa un miliardo di euro. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è salito dello 0,6%. Le aspettative che da Bruxelles arrivino notizie incoraggianti sulla Grecia hanno contribuito a ridurre lo spread fra Btp e Bund tedeschi sotto 350 punti base, per la prima volta dal 7 novembre scorso.
Sul fronte delle commodities il petrolio wti, in seguito all’allentarsi delle tensioni in Medio Oriente, cede circa 3 punti percentuali e scende a 86,7 dollari il barile, l’oro arretra a 1.727 dollari l’oncia quando in Italia sono le 21.00 circa e negli USA è in corso la conferenza stampa di Ben Bernanke, che sollecita il Congresso a trovare in tempi rapidi una soluzione al problema del fiscal cliff (vai all’approfondimento di marketwatch.com, di pochi minuti fa).

LA MAZZATA DI MOODY’S E L’IMMOBILIARE USA
“La seduta odierna è stata nel complesso positiva, mi sarei atteso un calo maggiore in seguito alla perdita della tripla A da parte della Francia” dichiara un trader ai microfoni di Cnbc, aggiungendo: “Di fatto le agenzie di rating hanno perso molta credibilità, specialmente Moody’s”. Ma c’è anche da dire che i problemi della Francia sono noti da tempo, basti pensare alla copertina dell’Economist che andrà in edicola questa settimana.
Nell’asta spagnola di stamani il Tesoro ha collocato 4,225 mld euro di Letras a 12 mesi al 2,850% e 713 mln di Letras a 18 mesi al 3,077%, ma l’esito non ha provocato oscillazioni dell’indice. Mentre si resta in attesa di una richiesta formale di aiuti da parte del governo di Madrid, gli investitori sperano nell’approvazione di un pacchetto di salvataggio per la Grecia. Per aiutare Atene, l’Eurogruppo, che si è riunito alle 17.00 ora italiana, potrebbe decidere di ridurre i tassi di interesse sui prestiti, allungare le scadenze o effettuare un eventuale buy back di obbligazioni sul mercato.
Sulla giornata odierna c’è da aggiungere che secondo alcuni osservatori a spingere gli acquisti sui listini europei sarebbe stata la notizia di un possibile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
Per quanto riguarda invece i dati macro attesi dagli USA non c’e’ stata una reazione significativa in occasione del dato sulla creazione di cantieri per nuove unita’ abitative, in aumento ad ottobre del 3,6% a 894.000 unita’ a fronte di un consenso pari a 840.000 unita’.
Su Wall Steet pesa anche l’attivita’ ridotta delle borse in vista del Giorno del Ringraziamento (giovedi’ 22) e del Black Friday ( venerdi’ 23), che avvia la stagione dello shopping natalizio. Da domani sera molti trader, come da tradizione, inizieranno il tradizionale lungo ponte semi-festivo.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI, CON FIAT A PREZZI DI SALDO
Il tonfo odierno di Fiat (-4,99% a 3,314 euro) seguito a ruota dalla controllante Exor (-3,82%) ha appesantito il listino, e questo spiega almeno in parte l’anomalia di Piazza Affari nel contesto delle altre borse europee. Fiat ed Exor sono state penalizzate dal taglio del rating da neutral a buy e del target price rispettivamente a 3,5 euro da 5,7 euro e da 22,40 a 20 euro da parte degli analisti di Ubs. Al contrario Fiat Industrial sale del 2,31% nel giorno successivo alla presentazione dell’offerta definitiva allo Special Committee del Cda di Cnh Global, relativamente all’integrazione tra le due societa’. Gli esperti di Banca Imi confermano il rating buy con target price di 9,63 euro.
Scendono anche Autogrill (-1,86%), Telecom (-1,29%), Impregilo (-1,21%), Finmeccanica (-0,9%).
Vendite sul comparto bancario. In coda troviamo Banca Pop. Milano (-3,05%), seguita da Banca Pop. Em. Romagna (-2,31%) e Mediobanca (-2,25%).

A poco meno di un’ora dall’apertura di Wall Street i future sui tre indici USA sono inchiodati sulla parità, mentre persiste la debolezza a Piazza Affari che attorno alle 14.30 perde lo 0,7% zavorrata dal cattivo andamento dei titoli bancari. Il listino milanese soffre anche per il crollo di Fiat che è scesa sotto quota 3,5 e in questo momento perde oltre il 4%.
La Borsa di Londra è in parità, Parigi -0,4%. Francoforte sale dello 0,2%.
Finora i mercati sembravano avere assorbito la notizia del taglio del rating della Francia da parte di Moody’s che le ha tolto la tripla A, ma i pessimi dati appena annunciati dal colosso USA dell’informatica Hewlett Packard stanno rimettendo in discussione gli equilibri della seduta. Nel preborsa il titolo Hp scende del 7%.
Nel frattempo Bernanke si prepara a rassicurare i mercati sul fatto che il QE3 proseguirà per lo meno fino alla prima metà del 2013, in un discorso che si terrà quando i mercati europei saranno chiusi. Il Chairman della Fed ha anche voluto ribadire che la banca centrale americana è “saldamente insediata nella cabina di controllo, pronta a intervenire con ulteriori misure di stimolo qualora la situazione dovesse precipitare”.
Sul mercato dei titoli di Stato la situazione è stabile: il rendimento del Btp decennale è poco variato al 4,88%, lo spread è sceso a quota 350 punti base. Il petrolio wti ripiega a 88,6 dollari il barile, mentre l’oro staziona a 1.732 dollari l’oncia.
Si è chiusa positivamente stamattina l’asta dei titoli di Stato spagnoli: Madrid ha collocato 4,9 miliardi di titoli a breve (12 e 18 mesi) con tassi in calo. I bond annuali sono stati piazzati a un rendimento del 2,79% dal 2,82% dell’asta precedente.

CHIUSURE COL BOTTO
Chiusura in territorio positivo per le borse europee, sostenute dallo slancio di Wall Street in seguito alle schiarite che provengono dal fronte del “fiscal cliff” e dai dati sorprendentemente positivi sul mercato immobiliare USA. A Madrid l’Ibex ha chiuso a 7.763,8 punti, in rialzo del 2,31%, Il Ftse 100 di Londra guadagna il +2,36% e si ferma a 5.737,66, mentre il Dax di Francoforte fa segnare +2,49% a 7.123,84. A Parigi il Cac40, salito del 2,93% a 3.439,58 punti. La performance migliore è quella di Milano con il Ftse Mib che si slancia a quota 15.308,96 mettendo a segno un rialzo del 3,05%.
Sul segmento obbligazionario, lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti è salito sul finale a 356 punti. Il rendimento è al 4,90%. Il differenziale di rendimento tra Bonos e Bund si è invece attestato a quota 454 punti con il tasso al 5,90%.
Il cross euro dollaro si porta sui livelli minimi della giornata a 1,279 da 1,274 di venerdì.
Rialzo anche per le commodities con il petrolio wti che sfiora quota 90 dollari il barile (89,42) in rialzo di due punti percentuali, e l’oro che segna 1.734 dollari l’oncia (+1,1%).

FISCAL CLIFF, IMMOBILIARE USA, GRECIA
A incoraggiare gli investitori sono state le dichiarazioni di Barack Obama sulle buone opportunità che la Casa Bianca e il Congresso, a maggioranza repubblicana, riescano a trovare un accordo sul budget federale onde evitare di precipitare la prima economia mondiale nel baratro del cosiddetto “fiscal cliff”, il taglio automatico di spese e l’altrettanto automatico incremento di tasse che rischierebbe di scattare a partire dal primo gennaio 2013, per un ammontare di 600 miliardi di dollari. Dopo l’incontro con Obama, venerdì scorso lo Speaker repubblicano del congresso, John Boehner, si è detto aperto a discutere una proposta della Casa Bianca. Fino a quando durerà, si chiedono gli investitori? E chi garantisce che non siamo di fronte a un bluff?
A rafforzare la reazione positiva del mercato oggi ha contribuito un dato incoraggiante sul mercato immobiliare Usa: a ottobre le vendite di case esistenti sono salite del 2,1% sul mese precedente, contro attese di -0,1%. Inoltre l’indice Nahb relativo all’andamento del mercato immobiliare USA a novembre si è attestato a 46 punti, un valore superiore ai 41 punti del consenso e al dato di ottobre.
C’è attesa anche per l’incontro dell’Eurogruppo sulla Grecia in programma domani. Stando ad alcuni funzionari Ue, i ministri delle Finanze dell’area euro tenteranno di procedere con il rilascio di prestiti di emergenza alla Grecia per 44 miliardi di euro. La tranche andrebbe in pagamento solo il 5 dicembre, se il Paese rispetta tutte le condizioni rimanenti.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
In una giornata che non ha risentito affatto dello stacco delle cedole di molte società quotate nel listino principale, Stm ha guadagnato la maglia rosa chiudendo con un +7,87%, registrando la migliore performance, dopo che gli analisti di Ubs hanno alzato il rating sul titolo da sell a neutral. Il titolo è reduce da tre giornate di ribassi e venerdì il gruppo aveva riferito di non aver nessun piano né per l’acquisto della quota di Ericsson nella joint venture ST-Ericsson né per la divisione del gruppo.
Forti acquisti anche sul comparto bancario, con B.P.E.Romagna +5,61%, Intesa Sanpaolo +4,05%, Unicredit +3,94%.
Denaro anche sui titoli della galassia Agnelli: da Fiat (+4,24% a 3,48 euro), che ha ottenuto in Brasile a ottobre il migliore risultato dall’aprile 2009, raggiungendo una quota di mercato del 26,17%, a Fiat Industrial (+2,74% a 8,24 euro) che ha migliorato l’offerta per la fusione con Cnh.
Pirelli ha guadagnato il 3,61%. Goldman Sachs ha alzato il target price sul titolo a 11,5 euro da 10,8 euro, confermando il rating a neutral. Inoltre gli analisti hanno aumentato le stime sull’Ebit 2012-2014 e ridotto quelle sul debito netto 2012.

LE CHIUSURE
Chiusura in profondo rosso per le borse europee con Piazza Affari maglia nera. Milano ha chiuso in calo del 2,02% a 14.855 punti, seguita da Madrid che cede l’1,3% a 7.596 punti. Per il nostro Ftse Mib la rottura della soglia psicologica dei 15.000 punti apre scenari incerti, l’indice potrebbe tornare a testare l’area dei 14.550 punti da cui transita la media mobile a 200 sedute. Volumi complessivi per un controvalore di 1,3 miliardi di euro.
L’orso imperversa anche a Parigi (-1,21% a 3.341 punti), Londra (-1,27% a 5.605 punti) e Francoforte (-0,91% a 6.979 punti). Lo spread Btp / Bund in chiusura si ferma a 356 punti base.
Sul fronte delle commodities il petrolio wti sale a 86,71 dollari il barile, spinto dai venti di guerra in Medio Oriente, mentre l’oro staziona a 1.715 dollari l’oncia.

USA E UE
Gli shortisti hanno avuto gioco facile oggi, e qualcuno avrà anche sfruttato l’occasione offerta dalle attese per la riunione dell’Eurogruppo in agenda il 20 novembre, un appuntamento cruciale per il salvataggio della Grecia. Stamani il numero uno del Fmi, Christine Lagarde, è tornata a sollecitare l’Europa sulla sostenibilità dei conti pubblici dei paesi “periferici”. Ma la vera spinta ribassista, secondo molti analisti, è arrivata in seguito alle parole del numero uno della Consob tedesca, secondo cui un rinvio dell’applicazione di Basilea 3 sarebbe ingiustificabile. Dichiarazioni che hanno pesato come un macigno sui bancari, con la conseguenza di zavorrare l’intero listino di Piazza Affari. Le scadenze tecniche in programma oggi, a loro volta, hanno contribuito a tracciare i contorni di una candela rosso sangue.
Dalla Bce intanto si è fatto sentire Christian Noyer, il quale ha ribadito che il governo spagnolo dovrà decidersi a chiedere formalmente gli aiuti, anche in considerazione del fatto che l’Omt non rischia di alimentare spinte inflazionistiche nell’Eurozona. Al contrario, ha assicurato il funzionario, il dispositivo ideato da Mario Draghi sarà fondamentale per scongiurare eventuali rischi di deflazione.
Brutti numeri, infine, dalle ultime rilevazioni macro arrivate da oltreoceano. E’ emerso che la produzione industriale a ottobre negli USA è scesa inaspettatamente dello 0,4%, gli analisti avevano pronosticato un dato positivo a +0,2%. Anche il dato sulla manifattura segna un calo dello 0,9% contro una attesa di un +0,2%. Sul fiscal cliff rimandiamo ai precedenti post inseriti in giornata.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A indossare la maglia nera oggi è Banca Popolare di Milano (-5,21%), seguita a ruota da Telecom Italia (-4,68% a 0,682 euro): il mercato non ha gradito i rumours su uno stop allo scorporo della rete, che sarà discusso al prossimo consiglio il 6 dicembre. Caporetto generalizzata per il comparto bancario, malgrado l’allentamento delle tensioni sullo spread: Mediobanca (-3,64% a 4,234 euro), Unicredit (-3,29% a 3,354 euro), Intesa Sanpaolo (-3,19% a 1,185 euro).
In forte calo anche Exor (-3,9% a 18,71 euro), su cui Goldman Sachs ha tagliato il rating da buy a neutral togliendo il titolo dalla sua Buy List. Nella galassia Agnelli, Fiat e Fiat Industrial cedono rispettivamente l’1,06% e lo 0,99%. Il dato in calo sulle immatricolazioni di auto in Europa ha lasciato il segno.
Fuori del listino principale precipita Maire Technimont (-22,42% a 0,343 euro) dopo che ieri la società ha annunciato un aumento di capitale e su cui Kepler ha ridotto il target price da 0,50 a 0,26 euro, confermando la raccomandazione sell-reduce.

CHIUSURA IN ROSSO PER LE BORSE UE
Le borse europee chiudono in rosso tranne Madrid, in leggero rialzo. A Londra l’indice Ftse 100 perde lo 0,77% a 5.677,75 punti. A Parigi il Cac 40 lascia sul terreno lo 0,52% a 3.382,40 punti e a Francoforte il Dax arretra dello 0,82% a 7.043,42 punti. A Milano il Ftse Mib segna una flessione dello 0,59% a 15.162,27 punti nel corso di una seduta sull’ottovolante, stupendamente dipinta da un grafico che sembra uscito dalle pagine di un manuale di scalping. Per Piazza Affari quella di oggi è stata l’ottava chiusura in ribasso delle ultime 10 sedute. Lieve rialzo per Madrid che guadagna lo 0,29%, mentre Atene affonda del 2,13%. Il rialzo del listino spagnolo è stato sostenuto soprattutto da Repsol, che ha chiuso in crescita del 3,5%.
L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro , è sceso dello 0,5%.
L’euro è in rialzo contro il dollaro a 1,278, da 1,273 della chiusura di ieri sera.
Migliora il Btp a 10 anni con il rendimento in calo al 4,88% e lo spread a quota 355 punti base.
Il mercato delle commodities è contrastato: il petrolio Wti annulla i guadagni di ieri e ripiega a 85,3 dollari al barile. Oro in ripiegamento a 1.715 dollari l’oncia, dati aggiornati alle 20.00 ora italiana.

TEMPESTA PERFETTA 2.0: ECCO GLI INGREDIENTI
Oltre alle preoccupazioni per i venti di guerra che arrivano dal Medio Oriente, dove al persistere della guerra in Siria si aggiunge il rinnovato conflitto tra Israele e Palestina, gli investitori si concentrano sugli ultimi dati dell’economia di Eurolandia, che confermano il persistere di una situazione deprimente. Nel terzo trimestre del 2012 il Pil nell’Eurozona è sceso dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al terzo trimestre 2011. Entrambe le rilevazioni sono in linea con le stime degli analisti. Il Pil italiano è stato leggermente superiore alle attese, con una discesa dello 0,2% sul trimestre precedente (era previsto -0,5%) e un calo del 2,4% sull’anno precedente (stimato -2,9%). Gli esperti consultati dalla BCE hanno inoltre rivisto al ribasso le stime sull’economia per il 2012, il 2013 e il 2014. L’equazione Vecchio Continente uguale recessione è confermata, ma le cose non vanno meglio oltreoceano.
Negli USA le nuove richieste di sussidi di disoccupazione avanzate la settimana scorsa sono salite a 439mila da 355mila della settimana precedente. Il dato ha superato le previsioni degli economisti che in media si aspettavano 375mila richieste. Se le nuove richieste di sussidi sono salite ai massimi da 18 mesi ciò lo si deve anche a causa del passaggio dell’uragano Sandy, sostengono molti analisti.
Ieri il presidente Obama ha ribadito che dal 2013 gli sgravi fiscali varati da Bush sui cittadini più ricchi saranno eliminati. Il fiscal cliff, prevedono gli investitori, sarà affrontato più dal lato dell’aumento delle tasse che dal taglio delle spese, ma resta il problema di come superare l’ostruzionismo ideologico dei repubblicani, che pur essendo in minoranza al Senato possono contare sulla maggioranza numerica che le recenti elezioni hanno assicurato alla Camera dei Rappresentanti.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Oggi nelle Borse europee tutti gli indici settoriali Stoxx sono finiti in ribasso, e il copione di Piazza Affari non fa eccezione alla regola. Maglia nera del listino A2a, con un sonoro -4,47%. Secondo un trader sono state prese di profitto dopo i rialzi dei giorni scorsi, mentre la notizia dell’approvazione dell’emissione di titoli obbligazionari fino ad un massimo di 1 miliardo di euro non ha sorpreso il mercato. Fra le altre blue chip in rosso spicca la caduta di Autogrill -3,26%, che insieme a Mediaset -2,7% uscirà a fine mese dall’indice globale MSCI. Forte ribasso anche di Campari che ha perso il 4,2%: molti investitori si aspettavano che il titolo sarebbe entrato nel MSCI, invece non compare fra le “new entry”.
Del rialzo del greggio non si sono avvantaggiati i titoli del settore: Eni ha retto chiudendo invariata, Saipem affonda del 4%, Tenaris -0,6%. Per quanto riguarda Saipem c’è da segnalare il downgrade di Ubs, che ha ridotto il target price da 40 a 37 euro, confermando il rating neutral. Tra le small caps del comparto oil, Saras è caduta del 3,9% dopo essere stata declassata a sell da Société Générale.
Brillante per tutta la seduta, Diasorin ha perso forza sul finale ed ha chiuso a 26,28 euro, in rialzo dello 0,1%. In giornata era arrivata a guadagnare quasi il 3% a 26,90 euro, grazie a una doppia promozione: Morgan Stanley ha alzato il giudizio a overweight da equalweight, Berenberg ha alzato il target price a 30 euro da 28 euro e ha confermato il giudizio buy. Luxottica è salita dello 0,3%: secondo alcuni trader, potrebbe aumentare di “peso” nell’indice.
Le banche si sono mosse in ordine sparso: Unicredit è salita dello 0,7%, Intesa è scesa dello 0,8%.
Fra i titoli industriali il panorama è misto con alcuni rialzi come Fiat +1,1% e Impregilo +1,7%. Sono scese Finmeccanica -0,7% e StM -2,6%.
Fuori del listino principale affondano Maire Tecnimont -12%, Landi Renzo -9%, e Trevi Fin. -6%.

LE CHIUSURE
Chiusura in territorio negativo per le borse europee, in una giornata dominata da nervosismo e volatilità. Il Cac-40 di Parigi chiude in rosso dello 0,69%, il Ftse 100 di Londra cede lo 0,8%, il Dax di Francoforte lo 0,76%, mentre a Madrid l’Ibex resta pressoché invariato a -0,08%. A Milano l’indice Ftse Mib archivia la seduta in calo dello 0,52% a 15.252 punti, in una giornata sull’ottovolante contraddistinta da oscillazioni tra un massimo di 15.410 e un minimo di 15.191 punti. L’AllShare cede lo 0,53%. Si sono scambiati volumi per un controvalore di circa 1,3 miliardi di euro.
Sul mercato valutario il dollar index è invariato a 81,08, il biglietto verde arretra leggermente contro l’euro a 1,274 da 1,27 di ieri. In leggero rialzo oro e greggio Wti, a 1.731 dollari l’oncia e 86,2 dollari il barile rispettivamente.
La Borsa degli Stati Uniti ha ripiegato quasi subito dopo l’apertura e ha virato in negativo: alle 18.30 ora italiana i tre indici di Wall Street cedono in media lo 0,3% testando supporti psicologici importanti.

IL FISCAL CLIFF, BOMBA AD OROLOGERIA
Il motivo di tanta incertezza e volatilità risiede in prima istanza nel problema del “fiscal cliff”. Gli investitori restano prudenti, mentre le ultime news riportano di trattative serrate tra Democratici e Repubblicani per evitare che esploda la bomba. Del resto un ostruzionismo duro alla Camera dei rappresentanti, da parte dei Repubblicani che detengono la maggioranza, sarebbe un atto di autolesionismo delirante. Compromettere la soluzione rapida del problema significherebbe spedire direttamente il Paese in recessione. Si spera che la banda di Romney non sia irresponsabile fino a questo punto.
Pochi, oggi, gli spunti dalla macroeconomia. L’indice dei prezzi alla produzione è sceso dello 0,2% in ottobre, un’altra conferma che le spinte inflazionistiche sono inesistenti, gli economisti si aspettavano un rialzo dello 0,2%.
Le vendite al dettaglio sono scese in ottobre dello 0,3%, una contrazione che giunge dopo il +1,1% di settembre ed è poco più alta delle aspettative del consensus (-0,2%). Peggio del previsto anche il dato rettificato dalle voci non ricorrenti.

ASTA BTP, SPREAD, DEBITO GRECO
A quanto pare l’esito positivo delle aste dei titoli italiani non hanno più alcuna influenza sull’andamento dello spread. In mattinata segnali incoraggianti per la borsa milanese erano arrivati dall’asta di Btp a 3 anni, che ha visto rendimenti in calo. Il Tesoro ha piazzato circa 5 miliardi di titoli con scadenze tra 2015, 2023 e 2029 con rendimenti in calo e inferiori a quelli scambiati sul mercato secondario. In particolare, sono stati collocati 3,5 miliardi di Btp 15/07/2015 al 2,64% contro il 2,85% del secondario, è il tasso più basso dall’ottobre 2010. Ciò nonostante lo spread tra i Btp e i Bund decennali ha chiuso in rialzo a 363 punti base. Prevalgono evidentemente le incertezze sul destino della Grecia, alle prese con i problemi di un debito pubblico gigantesco. Solo due giorni fa Justin Haque, broker di Hobart Capital Markets aveva richiamato l’attenzione sul fatto che “la Grecia ha bisogno di 5 miliardi di euro il 16 novembre”. Eppure, nonostante le misure di austerity approvate la scorsa settimana dal Parlamento di Atene, l’Eurogruppo ha rimandato a martedì lo sblocco del pacchetto di aiuti da 31,5 miliardi di euro.

FOCUS SU PIAZZA AFFARI
Dopo i rialzi sostenuti di ieri oggi le vendite hanno colpito i titoli del comparto bancario: Popolare di Milano ha ceduto il 3,38% a 0,391 euro, Banco Popolare il 2,82% a 1,138 euro, Unicredit il 2,21% a 3,444 euro, Intesa SanPaolo l’1,75% a 1,234 euro. Male MontePaschi (-5,14% a 0,201 euro) che ha chiuso il terzo trimestre con una perdita netta pari a 47,4 milioni di euro rispetto all’utile di 42,2 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Mediaset ha lasciato sul terreno il 2,90% a 1,238 euro dopo aver chiuso il primo trimestre in rosso della sua storia. Performance negativa anche per Fiat che ha perso il 2,56% a 3,344 euro. A2A ha invece indossato la maglia rosa del Ftse Mib con un rialzo del 4,06% a 0,386 euro. Un operatore ritiene che il movimento del titolo sia di carattere tecnico, avendo violato la resistenza a quota 0,37 euro. Bene anche Enel (+2,18% a 2,816 euro) che ha archiviato i primi nove mesi del 2012 con profitti per 2,8 miliardi di euro, il 18,8% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Petroliferi in calo con Eni che perde lo 0,51%, Tenaris, che cede lo 0,9% e Saipem che affonda di un sonoro -2,88% a causa, secondo voci diffuse nel pomeriggio, delle vendite partite da un grosso fondo di investimento USA. Fuori del listino principale Saras (-0,28%) chiude in lieve calo, nonostante i conti siano stati superiori alle attese di Equita Sim (rating underperform confermato sul titolo) grazie alla buona performance del refining, della power generation e del marketing.

ALLE 20.00 ARRIVANO I VERBALI DELL’ULTIMO FOMC
Alle 20:00 ora italiana saranno divulgati i verbali dell’ultima riunione del Fomc, l’organismo della Federal Reserve deputato a prendere decisioni in materia di politica monetaria. Stanotte il presidente degli USA, Barack Obama risponderà alle domande dei giornalisti nel corso di una conferenza stampa, la prima da giugno.