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“Il recente rally sui mercati ha riguardato soprattutto l’espansione dei multipli, lasciando vulnerabili molte azioni, soprattutto gli industriali e le banche”, hanno ammonito gli esperti di Mediobanca nel primo numero del “Mediobanca Telegraph” . Le stime dell’Eps in Europa sono state tagliate nei mesi scorsi e permangono i timori sulla prossima stagione delle trimestrali. Da Mediobanca si stima che il ciclo dell’Eps abbia bisogno di accelerare nuovamente per supportare i prezzi correnti, ma tale eventualita’ è considerata improbabile data l’attuale congiuntura. Gli esperti fanno notare che l’indice Pmi delle maggiori economie è ancora sotto pressione. “Guardando alla storia di lungo periodo dell’azionario, ci sembra che siamo a due terzi della strada di questa fase di mercato ribassista. La nostra analisi suggerisce che il ciclo di lungo periodo degli ultimi 15-20 anni, probabilmente iniziato nel 2001, potrebbe finire tra il 2015 e il 2020“, hanno aggiunto dalla banca d’affari. Secondo gli esperti questa ultima parte del ciclo sara’ caratterizzata da un lato dalle spinte deflazionistiche connesse al calo del debito dei Paesi sviluppati, dall’altro dalla spinta inflazionista derivante dalle politiche delle banche centrali. “Il portafoglio avra’ bisogno di essere continuamente aggiustato con le due forze opposte che interagiscono”, è il commento finale.
Mediobanca sceglie le sue top pick sulla base del criterio del “margine di sicurezza”: gli esperti cercano azioni che offrano tale margine in termini di andamento degli utili e/o valutazione sui multipli. Eni, Fiat Industrial, Lottomatica, Recordati e Ei Towers sono i titoli preferiti di Mediobanca. Dal lato dei meno preferiti ci sono Saipem, Tenaris e Finmeccanica e tra le small cap Piaggio. Secondo gli esperti il mercato sta cercando di anticipare la ripresa dell’economia che potrebbe dare impulso agli utili delle banche europee soprattutto attraverso la normalizzazione della qualita’ dell’attivo. “Pensiamo che sia troppo presto e che ci sia ancora il rischio di ulteriori cali dell’Eps dopo i risultati del quarto trimestre”, hanno comunque concluso gli analisti.

CHIUSURE IN ROSSO
Seduta negativa per le Borse europee, condizionate dall’incertezza sulla riunione dei ministri finanziari della zona euro sulla crisi in Grecia e dal calo di Wall Street. A Milano l’indice FtseMib ha chiuso in calo dello 0,7% a 15.520 punti, Londra è scesa dello 0,5%, Parigi -0,7%, Francoforte -0,2%. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è sceso dello 0,6%.
L’euro è stabile a 1,296 contro il dollaro, invariato da 1,297 della chiusura di venerdì sera.
Stabile anche il Btp a 10 anni, con rendimento al 4,74% e spread a quota 332 punti base.
Alle 20.30 italiane il petrolio wti quota 87,9 dollari il barile, oro in calo frazionale a 1.749 dollari l’oncia. Wall Street scende nonostante i primi dati della National Retail Federation indichino un forte aumento degli acquisti nel weekend del Thanksgiving, con un incremento pari al 13%.

GRECIA E FISCAL CLIFF INDUCONO ALLE PRESE DI BENEFICIO
Sulla seduta odierna nel Vecchio Continente ha pesato l’incertezza relativa all’esito della riunione dell’Eurogruppo sulla Grecia. Molti investitori hanno preferito realizzare i guadagni accumulati la scorsa settimana. Nonostante l’ottimismo ostentato oggi dal ministro francese Pierre Moscovici, che ha detto di vedere vicina la soluzione del caso Grecia, sul mercato obbligazionario la tensione è sfociata in una forte domanda di titoli presunti “sicuri”, anche se con rendimenti negativi. Il Tesoro tedesco ha collocato stamattina titoli di Stato a 12 mesi per 3 miliardi di euro. Nonostante il rendimento (-0,085%) la domanda è stata di ben 5 miliardi.
Nel frattempo da oltreoceano tornano le preoccupazioni sull’esito dei negoziati fra la Casa Bianca e i repubblicani per disinnescare la bomba a orologeria del fiscal cliff. Se entro 36 giorni non sarà trovato un accordo, dal primo gennaio 2013 scatteranno automaticamente inasprimenti fiscali e tagli alla spesa pubblica per una cifra totale di 607 miliardi di dollari, numeri che innescherebbero una nuova spirale recessiva sull’economia USA.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A Piazza Affari si è messa in mostra A2A, che ha realizzato il 4,6%. Venerdi’ scorso a mercati chiusi la societa’ ha reso noto l’esito del collocamento di un prestito obbligazionario settennale da 750 mln euro, destinato esclusivamente a investitori istituzionali, che ha raccolto richieste superiori ai 4,5 mld con una oversubscription di 6 volte. Fra gli industriali, Fiat è salita dell’1,4% collocandosi al secondo posto dopo A2a. Alcuni traders fanno notare che il rialzo pare legato alla recente tenuta del supporto in area 3,3 euro, oltre che alla notizia che il gruppo e’ intenzionato a riaprire il proprio prestito obbligazionario da 600 mln euro, con cedola fissa del 7,75% e scadenza ottobre 2016.
Colore rosso per il comparto dei bancari: Unicredit e Intesa sono scese rispettivamente dello 0,9% e dell’1,1%, mentre MontePaschi è avanzata dello 0,2%. Venerdì l’associazione europea di categoria ha avanzato alla Commissione Ue la richiesta ufficiale di rinviare di un anno (dal gennaio 2013 al gennaio 2014) l’entrata in vigore delle stringenti norme di Basilea 3.
Tra i titoli peggiori svetta Fiat Industrial con un ribasso pesante: -3%. F.I. ha firmato l’accordo definitivo di fusione con Cnh, che portera’ all’integrazione delle rispettive attivita’. I termini dell’intesa sono in linea con l’offerta annunciata il 19 novembre scorso. Tuttavia gli analisti di Ubs hanno ridotto su Cnh la raccomandazione da buy a neutral. Secondo peggior titolo del listino principale è Prysmian finita in ribasso del 2% in quanto declassata da Mediobanca a “neutral” da “outperform”. In calo Pirelli -0,4%. E’ arretrata Finmeccanica -1%.
Aria di ritracciamento per i petroliferi con Eni che è scesa dell’1,2%, e Saipem in calo a -0,5%.
Flessione dello 0,3% per Enel mentre Telecom Italia è arretrata dello 0,7%.
Fra le mid cap, Rcs è salita del 4,1% dopo le indiscrezioni sul nuovo piano industriale in via di definizione: sarebbe prevista la vendita di asset, un aumento di capitale e il licenziamento di 500 dipendenti. MaireTecnimont ha peso il 3,6%.

LE CHIUSURE
Chiusura in territorio positivo per le piazze europee, fatta eccezione per Milano. A Parigi il Cac-40 termina in rialzo dello 0,65%, a Londra il Ftse 100 sale dello 0,18%, il Dax di Francoforte incrementa dello 0,69% e l’Ibex di Madrid dello 0,19%.L’indice FTSE Mib archivia invece la seduta in calo dello 0,25%, mentre l’Allshare cede lo 0,18%. Volumi per un controvalore di circa un miliardo di euro. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è salito dello 0,6%. Le aspettative che da Bruxelles arrivino notizie incoraggianti sulla Grecia hanno contribuito a ridurre lo spread fra Btp e Bund tedeschi sotto 350 punti base, per la prima volta dal 7 novembre scorso.
Sul fronte delle commodities il petrolio wti, in seguito all’allentarsi delle tensioni in Medio Oriente, cede circa 3 punti percentuali e scende a 86,7 dollari il barile, l’oro arretra a 1.727 dollari l’oncia quando in Italia sono le 21.00 circa e negli USA è in corso la conferenza stampa di Ben Bernanke, che sollecita il Congresso a trovare in tempi rapidi una soluzione al problema del fiscal cliff (vai all’approfondimento di marketwatch.com, di pochi minuti fa).

LA MAZZATA DI MOODY’S E L’IMMOBILIARE USA
“La seduta odierna è stata nel complesso positiva, mi sarei atteso un calo maggiore in seguito alla perdita della tripla A da parte della Francia” dichiara un trader ai microfoni di Cnbc, aggiungendo: “Di fatto le agenzie di rating hanno perso molta credibilità, specialmente Moody’s”. Ma c’è anche da dire che i problemi della Francia sono noti da tempo, basti pensare alla copertina dell’Economist che andrà in edicola questa settimana.
Nell’asta spagnola di stamani il Tesoro ha collocato 4,225 mld euro di Letras a 12 mesi al 2,850% e 713 mln di Letras a 18 mesi al 3,077%, ma l’esito non ha provocato oscillazioni dell’indice. Mentre si resta in attesa di una richiesta formale di aiuti da parte del governo di Madrid, gli investitori sperano nell’approvazione di un pacchetto di salvataggio per la Grecia. Per aiutare Atene, l’Eurogruppo, che si è riunito alle 17.00 ora italiana, potrebbe decidere di ridurre i tassi di interesse sui prestiti, allungare le scadenze o effettuare un eventuale buy back di obbligazioni sul mercato.
Sulla giornata odierna c’è da aggiungere che secondo alcuni osservatori a spingere gli acquisti sui listini europei sarebbe stata la notizia di un possibile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
Per quanto riguarda invece i dati macro attesi dagli USA non c’e’ stata una reazione significativa in occasione del dato sulla creazione di cantieri per nuove unita’ abitative, in aumento ad ottobre del 3,6% a 894.000 unita’ a fronte di un consenso pari a 840.000 unita’.
Su Wall Steet pesa anche l’attivita’ ridotta delle borse in vista del Giorno del Ringraziamento (giovedi’ 22) e del Black Friday ( venerdi’ 23), che avvia la stagione dello shopping natalizio. Da domani sera molti trader, come da tradizione, inizieranno il tradizionale lungo ponte semi-festivo.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI, CON FIAT A PREZZI DI SALDO
Il tonfo odierno di Fiat (-4,99% a 3,314 euro) seguito a ruota dalla controllante Exor (-3,82%) ha appesantito il listino, e questo spiega almeno in parte l’anomalia di Piazza Affari nel contesto delle altre borse europee. Fiat ed Exor sono state penalizzate dal taglio del rating da neutral a buy e del target price rispettivamente a 3,5 euro da 5,7 euro e da 22,40 a 20 euro da parte degli analisti di Ubs. Al contrario Fiat Industrial sale del 2,31% nel giorno successivo alla presentazione dell’offerta definitiva allo Special Committee del Cda di Cnh Global, relativamente all’integrazione tra le due societa’. Gli esperti di Banca Imi confermano il rating buy con target price di 9,63 euro.
Scendono anche Autogrill (-1,86%), Telecom (-1,29%), Impregilo (-1,21%), Finmeccanica (-0,9%).
Vendite sul comparto bancario. In coda troviamo Banca Pop. Milano (-3,05%), seguita da Banca Pop. Em. Romagna (-2,31%) e Mediobanca (-2,25%).

Borse europee in rosso a metà mattina dopo la notizia del taglio del rating della Francia da parte dell’agenzia Moody’s che le ha tolto la tripla A, lasciando l’outlook negativo. La decisione deriva dall’incertezza sulle prospettive di crescita di lungo termine sulla competitività e sul mercato del lavoro.
A Milano L’indice FtseMib scende dello 0,89% a 15.176 punti. La Borsa di Londra perde lo 0,3%, Francoforte -0,2%. Parigi cede lo 0,6%. Dopo un avvio debole l’euro si è ripreso ed è scambiato a 1,280 contro il dollaro, da 1,281 della chiusura di ieri sera.
C’è attesa per la riunione dell’Eurogruppo in programma oggi alle 17 a Bruxelles, in cui i ministri finanziari della zona euro decideranno sul prestito alla Grecia insieme all’ipotesi di una riduzione del tasso sui prestiti e di un riacquisto dei bond da parte di Atene. Il portavoce del commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn ha dichiarato che è necessario che oggi venga raggiunto un accordo sulla Grecia che riguardi tutte le coperture ed assicuri la stabilità del debito. Secondo quanto riportato da Reuters l’Eurogruppo sarebbe orientato ad un accordo di principio per il versamento di 44 miliardi di euro, con pagamento il 5 dicembre.
Buone notizie invece da Madrid: la Spagna ha collocato sul mercato del debito titoli obbligazionari a 12 e 18 mesi per complessivi 4,93 miliardi di euro. Secondo quanto comunicato dalla banca centrale, i tassi a 12 mesi sono scesi al 2,797% dal 2,833% dell’asta del 16 ottobre mentre quelli a 18 mesi sono saliti al 3,034% dal precedente 3,022%. L’ammontare collocato e’ superiore alle attese dei mercati
Nonostante lo spread Btp/bund rimanga stabile a 355 punti base, a Piazza Affari il comparto più colpito dalle vendite è quello delle banche: Unicredit scende dell’1,5%, Intesa -2%, Banco Popolare -1,5%, MontePaschi -2,3%.
Svettano invece Fiat Industrial, Luxottica e Lottomatica.

CHIUSURE COL BOTTO
Chiusura in territorio positivo per le borse europee, sostenute dallo slancio di Wall Street in seguito alle schiarite che provengono dal fronte del “fiscal cliff” e dai dati sorprendentemente positivi sul mercato immobiliare USA. A Madrid l’Ibex ha chiuso a 7.763,8 punti, in rialzo del 2,31%, Il Ftse 100 di Londra guadagna il +2,36% e si ferma a 5.737,66, mentre il Dax di Francoforte fa segnare +2,49% a 7.123,84. A Parigi il Cac40, salito del 2,93% a 3.439,58 punti. La performance migliore è quella di Milano con il Ftse Mib che si slancia a quota 15.308,96 mettendo a segno un rialzo del 3,05%.
Sul segmento obbligazionario, lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti è salito sul finale a 356 punti. Il rendimento è al 4,90%. Il differenziale di rendimento tra Bonos e Bund si è invece attestato a quota 454 punti con il tasso al 5,90%.
Il cross euro dollaro si porta sui livelli minimi della giornata a 1,279 da 1,274 di venerdì.
Rialzo anche per le commodities con il petrolio wti che sfiora quota 90 dollari il barile (89,42) in rialzo di due punti percentuali, e l’oro che segna 1.734 dollari l’oncia (+1,1%).

FISCAL CLIFF, IMMOBILIARE USA, GRECIA
A incoraggiare gli investitori sono state le dichiarazioni di Barack Obama sulle buone opportunità che la Casa Bianca e il Congresso, a maggioranza repubblicana, riescano a trovare un accordo sul budget federale onde evitare di precipitare la prima economia mondiale nel baratro del cosiddetto “fiscal cliff”, il taglio automatico di spese e l’altrettanto automatico incremento di tasse che rischierebbe di scattare a partire dal primo gennaio 2013, per un ammontare di 600 miliardi di dollari. Dopo l’incontro con Obama, venerdì scorso lo Speaker repubblicano del congresso, John Boehner, si è detto aperto a discutere una proposta della Casa Bianca. Fino a quando durerà, si chiedono gli investitori? E chi garantisce che non siamo di fronte a un bluff?
A rafforzare la reazione positiva del mercato oggi ha contribuito un dato incoraggiante sul mercato immobiliare Usa: a ottobre le vendite di case esistenti sono salite del 2,1% sul mese precedente, contro attese di -0,1%. Inoltre l’indice Nahb relativo all’andamento del mercato immobiliare USA a novembre si è attestato a 46 punti, un valore superiore ai 41 punti del consenso e al dato di ottobre.
C’è attesa anche per l’incontro dell’Eurogruppo sulla Grecia in programma domani. Stando ad alcuni funzionari Ue, i ministri delle Finanze dell’area euro tenteranno di procedere con il rilascio di prestiti di emergenza alla Grecia per 44 miliardi di euro. La tranche andrebbe in pagamento solo il 5 dicembre, se il Paese rispetta tutte le condizioni rimanenti.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
In una giornata che non ha risentito affatto dello stacco delle cedole di molte società quotate nel listino principale, Stm ha guadagnato la maglia rosa chiudendo con un +7,87%, registrando la migliore performance, dopo che gli analisti di Ubs hanno alzato il rating sul titolo da sell a neutral. Il titolo è reduce da tre giornate di ribassi e venerdì il gruppo aveva riferito di non aver nessun piano né per l’acquisto della quota di Ericsson nella joint venture ST-Ericsson né per la divisione del gruppo.
Forti acquisti anche sul comparto bancario, con B.P.E.Romagna +5,61%, Intesa Sanpaolo +4,05%, Unicredit +3,94%.
Denaro anche sui titoli della galassia Agnelli: da Fiat (+4,24% a 3,48 euro), che ha ottenuto in Brasile a ottobre il migliore risultato dall’aprile 2009, raggiungendo una quota di mercato del 26,17%, a Fiat Industrial (+2,74% a 8,24 euro) che ha migliorato l’offerta per la fusione con Cnh.
Pirelli ha guadagnato il 3,61%. Goldman Sachs ha alzato il target price sul titolo a 11,5 euro da 10,8 euro, confermando il rating a neutral. Inoltre gli analisti hanno aumentato le stime sull’Ebit 2012-2014 e ridotto quelle sul debito netto 2012.

LE CHIUSURE
Chiusura in profondo rosso per le borse europee con Piazza Affari maglia nera. Milano ha chiuso in calo del 2,02% a 14.855 punti, seguita da Madrid che cede l’1,3% a 7.596 punti. Per il nostro Ftse Mib la rottura della soglia psicologica dei 15.000 punti apre scenari incerti, l’indice potrebbe tornare a testare l’area dei 14.550 punti da cui transita la media mobile a 200 sedute. Volumi complessivi per un controvalore di 1,3 miliardi di euro.
L’orso imperversa anche a Parigi (-1,21% a 3.341 punti), Londra (-1,27% a 5.605 punti) e Francoforte (-0,91% a 6.979 punti). Lo spread Btp / Bund in chiusura si ferma a 356 punti base.
Sul fronte delle commodities il petrolio wti sale a 86,71 dollari il barile, spinto dai venti di guerra in Medio Oriente, mentre l’oro staziona a 1.715 dollari l’oncia.

USA E UE
Gli shortisti hanno avuto gioco facile oggi, e qualcuno avrà anche sfruttato l’occasione offerta dalle attese per la riunione dell’Eurogruppo in agenda il 20 novembre, un appuntamento cruciale per il salvataggio della Grecia. Stamani il numero uno del Fmi, Christine Lagarde, è tornata a sollecitare l’Europa sulla sostenibilità dei conti pubblici dei paesi “periferici”. Ma la vera spinta ribassista, secondo molti analisti, è arrivata in seguito alle parole del numero uno della Consob tedesca, secondo cui un rinvio dell’applicazione di Basilea 3 sarebbe ingiustificabile. Dichiarazioni che hanno pesato come un macigno sui bancari, con la conseguenza di zavorrare l’intero listino di Piazza Affari. Le scadenze tecniche in programma oggi, a loro volta, hanno contribuito a tracciare i contorni di una candela rosso sangue.
Dalla Bce intanto si è fatto sentire Christian Noyer, il quale ha ribadito che il governo spagnolo dovrà decidersi a chiedere formalmente gli aiuti, anche in considerazione del fatto che l’Omt non rischia di alimentare spinte inflazionistiche nell’Eurozona. Al contrario, ha assicurato il funzionario, il dispositivo ideato da Mario Draghi sarà fondamentale per scongiurare eventuali rischi di deflazione.
Brutti numeri, infine, dalle ultime rilevazioni macro arrivate da oltreoceano. E’ emerso che la produzione industriale a ottobre negli USA è scesa inaspettatamente dello 0,4%, gli analisti avevano pronosticato un dato positivo a +0,2%. Anche il dato sulla manifattura segna un calo dello 0,9% contro una attesa di un +0,2%. Sul fiscal cliff rimandiamo ai precedenti post inseriti in giornata.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A indossare la maglia nera oggi è Banca Popolare di Milano (-5,21%), seguita a ruota da Telecom Italia (-4,68% a 0,682 euro): il mercato non ha gradito i rumours su uno stop allo scorporo della rete, che sarà discusso al prossimo consiglio il 6 dicembre. Caporetto generalizzata per il comparto bancario, malgrado l’allentamento delle tensioni sullo spread: Mediobanca (-3,64% a 4,234 euro), Unicredit (-3,29% a 3,354 euro), Intesa Sanpaolo (-3,19% a 1,185 euro).
In forte calo anche Exor (-3,9% a 18,71 euro), su cui Goldman Sachs ha tagliato il rating da buy a neutral togliendo il titolo dalla sua Buy List. Nella galassia Agnelli, Fiat e Fiat Industrial cedono rispettivamente l’1,06% e lo 0,99%. Il dato in calo sulle immatricolazioni di auto in Europa ha lasciato il segno.
Fuori del listino principale precipita Maire Technimont (-22,42% a 0,343 euro) dopo che ieri la società ha annunciato un aumento di capitale e su cui Kepler ha ridotto il target price da 0,50 a 0,26 euro, confermando la raccomandazione sell-reduce.

A metà seduta le principali piazze europee segnano cali attorno al mezzo punto percentuale, con il Ftse Mib che poco dopo le 14.00 cede lo 0,6% a 15.224 punti. notevoli le oscillazioni del principale indice di Piazza Affari in una mattinata vissuta all’insegna della volatilità. La Borsa di Londra scende dello 0,7%, Parigi e Francoforte -0,6%. Contemporaneamente migliora l’euro, in rialzo a 1,273 contro il dollaro, da 1,270 della chiusura di ieri sera, mentre lo spread Btp/Bund si assesta a quota 362 punti base.
Petrolio wti e oro inchiodati rispettivamente a 85, dollari il barile e 1.722 dollari l’oncia.
I future sui tre indici USA danno un avvio di contrattazioni in rialzo dello 0,2%, sulla scia dei rumours relativi a Cisco, che nel preborsa sale del 7% in previsione di una trimestrale superiore alle attese.
Ottimo risultato per la delicata asta di Btp che era in agenda stamattina. Il Tesoro ha piazzato circa 5 miliardi di titoli con scadenze tra 2015, 2023 e 2029 con rendimenti in calo e inferiori a quelli scambiati sul mercato secondario. In particolare, sono stati collocati 3,5 miliardi di Btp 15/07/2015 al 2,64% contro il 2,85% del secondario, è il tasso più basso dall’ottobre 2010.
Dal fronte macro continuano invece ad arrivare notizie negative. La produzione industriale nell’Eurozona è calata ad agosto del 2,5%. Si è trattato del più forte calo dal gennaio del 2009. La recessione della Grecia si è inoltre inasprita ulteriormente nel terzo trimestre.
In testa al Ftse Mib svettano Stm (+2%) ed Enel in rialzo dell’1,4% dopo i risultati del terzo trimestre superiori alle attese. Bene anche A2a e Fiat Industrial che salgono dell’1,2%.
Fra le blue chip milanesi spicca l’ennesimo ribasso di Mediaset, in calo di oltre il 4%. Dopo i risultati deludenti annunciati ieri Bank of America, Société Générale e barclays hanno abbassato i target price. Maglia nera del listino Montepaschi, che perde oltre il 6%. La banca senese ha annunciato oggi di aver chiuso il terzo trimestre in rosso di €47,4 milioni.

LE CHIUSURE
Alta volatilità e volumi ridotti continuano a costituire il copione delle borse europee fin dalla prima seduta della settimana. Oggi quasi tutti i principali listini hanno chiuso in ribasso. Il FTSE 100 di Londra ha ceduto lo 0,1%, il CAC40 di Parigi lo 0,4%, l’IBEX 35 di Madrid lo 0,9% e lo SMI a Zurigo lo 0,3%. Il DAX di Francoforte ha guadagnato lo 0,1%. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è sceso dello 0,3%. L’indice FTSE MIB chiude in ribasso dello 0,39% mentre l’Allshare cede lo 0,42%. Si sono scambiati volumi per un controvalore di 1,12 miliardi di euro. Sul segmento obbligazionario lo spread Btp/Bund è salito a 269 punti base. Commodities al palo, con il petrolio wti a 85,8 dollari il barile, oro a 1.729 dollari l’oncia. Euro debole sul dollaro in area 1,27.

ATTENDISMO E MOOD NEGATIVO: L’INCOGNITA GRECA
Sono stati in molti oggi ad osservare che il clima di attesa che domina i mercati internazionali, alla vigilia delle decisioni che il Congresso USA dovrà prendere per evitare il cosiddetto “burrone fiscale”, il famigerato “fiscal cliff”, sta avendo un impatto devastante sul listino milanese. I grandi investitori sembrano spariti dall’azionario, e il mercato è in balia dei “day trader”.
L’attenzione degli investitori e’ anche concentrata sulla Grecia. Il Parlamento di Atene alla fine ha approvato il bilancio 2013 e dalla riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles e’ attesa una possibile decisione sull’erogazione della prossima tranche di aiuti a favore del Paese ellenico. Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, non si aspetta che venga presa una decisione a riguardo. Secondo quanto riportano diverse fonti Atene avrebbe bisogno di due anni di tempo in piu’ per centrare gli obiettivi di bilancio ma ciò comporterebbe una necessita’ di finanziamento aggiuntiva di €32,6 miliardi fino al 2016.
A portare debolezza sui mercati oggi ha contribuito anche il calo a sorpresa della produzione industriale indiana (-0,4%), mentre gli analisti avevano messo in conto un rialzo del 2,8%. Inoltre, nel terzo trimestre il Pil giapponese ha mostrato una flessione dello 0,9%.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Nel comparto bancario Mediobanca (+0,18%) e’ l’unico titolo che chiude in leggero rialzo, nel giorno che precede la tornata di trimestrali del settore e sulla scia del rialzo dello spread, a un soffio da 370 punti base. Scendono Montepaschi (-3,21%), Pop. Milano (-2,15%), B. Popolare (-1,65%), Intesa (-1,32%), (-1,28%) e Unicredit (-0,3%). Scivolone di Campari, che oggi perde il 5,86%. Il titolo ha accelerato al ribasso dopo la pubblicazione dei conti al di sotto delle attese degli analisti e del consenso. A2A segna un -4,45% dopo il rally delle azioni durante la scorsa settimana; tra gli industriali Finmeccanica -4,18%.
Maglia rosa del listino oggi è Telecom Italia (+4,2), che ha esteso i guadagni dello scorso venerdì spinta dalla notizia di un interesse di Naguib Sawiris, ex patron di Wind a cui fa capo la holding di investimenti Orascom. “Il mercato mostra deciso apprezzamento per l’interesse di Sawiris nella società tlc” ha affermato un trader intervistato da Cnbc. Ben comprate, dopo le revisioni degli analisti di SocGen su giudizio e target price, Atlantia e Terna. Su Atlantia, l’istituto ha migliorato il giudizio a ‘buy’ da ‘hold’, mentre su Terna SogGen ha aumentato il target price a 3,1 euro da 3. In territorio positivo anche i titoli del lusso, sulla scia dei buoni dati arrivati dalla Cina prima dell’apertura di Piazza Affari: Ferragamo (+1,72%), in attesa dei risultati, Tod’s in rialzo dello 0,71% e Luxottica a +0,38%.
Fiat Industrial cede lo 0,85%. La nuova organizzazione varata dalla societa’ per sostenere la fusione con Cnh fa presupporre che il deal possa concretizzarsi a breve.

LE CHIUSURE
Si chiude una giornata ad alta volatilità per le Borse. A Parigi il Cac-40 chiude in calo dello 0,06%, il Ftse 100 di Londra scende dello 0,27%, il Dax di Francoforte dello 0,39% e l’Ibex di Madrid dello 0,48%. Piazza Affari ancora una volta in evidenza, con l’indice FtseMib che chiude in calo dello 0,6% 15.194 punti, e un grafico intraday che provoca le vertigini. A guidare le danze sono state le continue oscillazioni delle banche e dei titoli petroliferi, Eni in testa. Sull’andamento dell’azionario ha inciso anche l’intonazione negativa degli indici di Wall Street che hanno annullato i rialzi registrati dopo le prime contrattazioni. L’euro ha continuato a indebolirsi e in serata è sceso a 1,274 contro il dollaro, da 1,277 della chiusura precedente.

IL DISCORSO DI DRAGHI TRA SPAGNA E GRECIA
Dopo il brutto scivolone di ieri, stamani in Europa la seduta era iniziata con un lieve recupero. Ma a Milano la tendenza positiva è durata poco, e senza motivi apparenti Piazza Affari a metà mattina era già in ribasso dell’1%. In apertura gli ottimisti avevano puntato sulla notizia positiva proveniente da Atene, dove ieri sera il Parlamento ha approvato il nuovo pacchetto austerità concordato con Ue, Bce e Fmi, indispensabile per ottenere la prossima tranche di aiuti senza la quale fra una settimana la Grecia sarebbe fallita. La Borsa di Atene ha incassato il risultato con un ribasso del 5%.
Piazza Affari a sua volta non ha dato segni di ripresa nemmeno dopo il successo dell’asta di titoli di Stato spagnoli: Madrid ha collocato bond a diversa scadenza per un ammontare di 4,76 miliardi, superiore ai 4,5 miliardi previsti come target massimo dall’emittente. Ciononostante, la reazione degli spread è piuttosto fiacca: lo spread Btp/Bund è tornato a salire a quota 363 punti base, per un rendimento del Btp 10 anni del 4,99%.
La Bce, come previsto, ha lasciato i tassi invariati allo 0,75%. Il presidente Mario Draghi ha dichiarato che il “momentum” della crescita europea resta debole, ma i segnali di ripresa della fiducia sui mercati si cominciano a vedere. Restano cruciali, comunque, le riforme fiscali e strutturali che ciascuno Stato della zona euro dovrà operare, e, soprattutto, la necessità di dare impulso al mercato del lavoro. Sulla questione Madrid, Draghi ha ribadito che spetta solo alla Spagna decidere se chiedere aiuti all’Ue e non alla Banca centrale europea.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Venendo ai dettagli di Piazza Affari, fra le blue chip spicca il rialzo di A2A, in crescita del 5,3% dopo la presentazione di risultati del terzo trimestre migliori delle attese e di un nuovo piano industriale che punta a ridurre drasticamente il debito entro il 2015. La societa’ prevede la cessione mirata di quote di minoranza, l’incremento dell’efficienza operativa, e la crescita organica della redditivita’ in quattro aree di core business: energia, ambiente, calore e reti. Con il nuovo piano, il management stima un Ebitda pari a 1,3 mld euro e il debito in calo a 3,2 mld.Lottomatica ha guadagnato il 3,5% dopo i risultati migliori delle attese annunciati ieri sera. Seduta a due velocità per il comparto bancario: MontePaschi ha ceduto il 2,48% a 0,212 euro, Popolare di Milano l’1,96% a 0,399 euro, Banco Popolare l’1,92% a 1,176 euro. In positivo Intesa SanPaolo (+0,50% a 1,218 euro), Mediobanca (+0,76% a 4,508 euro) e Unicredit (+0,35% a 3,418 euro).
Sul listino principale è caduta Pirelli, in ribasso del 2,7%. Alcuni analisti prevedono che lunedì prossimo la società annuncerà una revisione dei target.
Contrastati gli altri titoli industriali: Fiat è scesa dello 0,6%, Fiat Industrial +0,2%, Finmeccanica è arretrata del 2,6% in attesa dei risultati che saranno annunciati a mercati chiusi. In calo anche Prysmian -2,1%, che nella trimestrale diffusa oggi ha annunciato un aumento del debito sopra le stime degli analisti.
Fra i petroliferi, Eni è scesa dello 0,4%, Tenaris ha chiuso in parità, Saipem ha ceduto il 3,2%, mentre Saras affonda con un -5,9%.
Tra i titoli finanziari Generali, che domani annuncerà i risultati del terzo trimestre, ha guadagnato lo 0,4%. I buoni risultati hanno spinto Azimut in rialzo del 3,2%.
Forti perdite per Autogrill -3,9% e Mediaset -3,4%. In calo anche Diasorin -2%.
In calo Enel -1,9%, debole anche Telecom Italia -1,1%.

LE CHIUSURE
Le borse europee archiviano una giornata vissuta all’insegna dell’incertezza e caratterizzata da scambi molto limitati, alla vigilia del voto negli USA. Il Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,43% a 15.544 punti, risultando insieme all’Ibex-35 (-1,89%) tra i peggiori indici d’Europa. Dax -0,51%, Cac-40 -1,26% e Ftse 100 -0,5%. Sul mercato dei titoli di Stato arretra il Btp a 10 anni, con il rendimento in rialzo al 4,98% e lo spread a quota 355 punti base. L’euro è sceso a 1,278 contro il dollaro, da 1,283 della chiusura precedente. Il petrolio wti arranca a 85,31 dollari il barile senza trovare slancio per un rimbalzo, l’oro staziona a 1.684 dollari l’oncia.

INCOMBONO DUE INCOGNITE: LE ELEZIONI NEGLI USA E LA GRECIA
Gli investitori stanno alla finestra a causa dei dubbi sull’esito delle elezioni presidenziali che si terranno domani negli USA. Il risultato più temuto è un vantaggio di misura tra i duellanti, che potrebbe pesare negativamente sulle soluzioni necessarie a evitare il baratro fiscale, che ormai è il vero incubo dei mercati. Se il Congresso non arriverà a un accordo dopo le elezioni, scatteranno dal primo gennaio prossimo tagli automatici alla spesa pubblica e aumenti alle imposte pari a circa 600 miliardi di dollari che rischiano di far scivolare l’economia Usa in recessione. In America e’ stato reso noto l’indice Ism dei servizi, che a ottobre e’ sceso al 54,2% (54,5% il consenso) dal 55,1% di settembre. Il dato e’ stato in linea con le attese. Nel frattempo le vicende della Grecia sono tornate a preoccupare gli investitori. Questa settimana il Parlamento di Atene dovrà varare il nuovo piano di austerità che prevede ulteriori tagli in un clima politico sempre più teso. Sul voto delle misure incombe una possibile crisi politica che vede molti parlamentari minacciare di non votare se prima non si farà chiarezza sulla lista degli evasori.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A Milano hanno chiuso in rialzo solo tre blue chip: Fiat Industrial +0,9%, Ferragamo +0,1% e Tod’s +0,4%. Fiat (F.MI) ha perso l’1,5% dopo che Goldman Sachs ha abbassato la raccomandazione a neutral da buy con target price tagliato a 4,7 euro da 7,7 euro. Segno meno per tutti i titoli del comparto bancario: MontePaschi -1,7%, Intesa -2,1%, Unicredit -0,8%. Mediobanca (MB.MI) – 1,9%. Tonfo di Banca Pop.Em.Rom -3,5%. Vanno male anche i petroliferi: debole Eni che è scesa dell’1,3%, Saipem -1,1%, Tenaris è finita in ribasso dello 0,8% dopo che Exane ha ridotto il target price del 5% a 18 euro. Mediaset (MS.MI) ha chiuso in ribasso dell’1,8%, dopo un’inversione rispetto all’avvio positivo. Il titolo si era mosso in seguito alle indiscrezioni secondo cui la francese Canal+, controllata dal gruppo Vivendi, sarebbe interessata all’acquisizione della piattaforma Mediaset Premium. Tra le utilities A2A ha registrato un -2,93%. L’ipotesi degli analisti di Banca Imi riguardo un Ebitda trimestrale in crescita del 31%, non e’ bastata a compensare i cali. In rosso anche Enel con un -2,04%, nonostante dall’approfondimento del quotidiano torinese La Stampa del lunedi’ siano emerse notizie positive. Infatti sull’articolo si legge che la societa’ dovrebbe confermare i target 2012 con Ebitda atteso a 16,5 mld euro e un utile netto a 3,4 mld euro. Giornata da dimenticare per Parmalat che ha chiuso in ribasso del 3,1%.
Lottomatica (-0,66%) rimane in rosso anche dopo la notizia che la controllata del gruppo, Gtech Global Services Corporation Limited, ha firmato un contratto con la New Zealand Lotteries Commission (NZ Lotteries) per la fornitura di nuova tecnologia e servizi dedicati alla lotteria.