Archivio per la categoria ‘Diasorin’

LE CHIUSURE
Chiusura in ordine sparso per le borse europee, in una seduta dominata dalla volatilità e dal timore per una destabilizzazione del quadro politico italiano con gravi conseguenze sul resto d’Europa, in seguito alle dimissioni annunciate ieri dal premier Mario Monti. Il Dax di Francoforte è salito dello 0,17% a 7.530 punti, l’Ftse 100 di Londra cresce dello 0,1% a 5.921, il Cac 40 di Parigi segna +0,18% a 3.612. Il Ftse Mib cede il 2,20% e chiude a quota 15.354 punti dopo aver fatto registrare un minimo intraday a 15.104. Male anche Madrid, l’Ibex perde lo 0,56% a 7.804,4 punti. Lo spread Btp/Bund è risalito a quota 348, era arrivato a un massimo di 361. L’euro si riprende dai minimi di stamattina e ora è invariato rispetto ai valori di ieri a 1,292 contro il dollaro. Dopo cinque giorni di ribasso, il petrolio oggi sale: il Brent avanza dello 0,8% a 107,8 dollari al barile, Wti a 86,4 dollari (+0,7%).
L’oro è in rialzo dello 0,6% a 1.714 dollari l’oncia.

IL CASO ITALIA E IL FISCAL CLIFF
Le incertezze sullo scenario politico italiano hanno favorito il sell-off, anche alla luce dell’allargamento dello spread Btp-Bund che in giornata è balzato oltre quota 360 punti base. Un ampliamento del differenziale che ha penalizzato le banche, come sempre, a causa dei loro ricchi portafogli in titoli di Stato italiani. Aumenta anche il rischio debito dell’Italia misurato dai credit default swaps (cds): secondo i dati forniti da Bloomberg, i cds sono saliti di 31 punti base a quota 284 punti. “La possibilità di un ritorno di Berlusconi offusca il panorama politico europeo”, ha dichiarato oggi da Parigi Louis de Fels, un gestore di Raymond James Asset Management, che gestisce un portafoglio di 35 miliardi di dollari. L’incubo del ritorno al cerone sulla scena politica italiana non ha mandato in crisi più di tanto gli investitori USA. Ormai il tempo stringe per arrivare a un esito positivo dei negoziati in corso fra repubblicani e democratici allo scopo di varare il nuovo budget 2013 che aggiri il “fiscal cliff”. Ieri c’è stato un incontro fra il presidente Barack Obama e il leader repubblicano del congresso John Boehner. Oggi non erano in calendario dati significativi sull’economia americana.
Occorre inoltre ricordare che domani inizia la prevista riunione del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, con il presidente Ben Bernanke che pare intenzionato a rassicurare i mercati circa ulteriori manovre di stimolo all’economia in aggiunta al quantitative easing che è stato inaugurato a metà settembre.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Montepaschi oggi guida i cali del comparto bancario con un -5,8%, seguita da Banco Popolare (-5,69%), B.Pop. Milano (-5,61%) e Pop. Em. Romagna (-5,16%). Scendono anche Unicredit (-5,15%), Intesa (-5,15%), Ubi Banca (-4,49%) e Mediobanca (-3,19%).
In deciso ribasso anche Telecom Italia (-3,26% a 0,683 euro) con il presidente Bernabè che è tornato a parlare dello scorporo della rete dopo il Cda di giovedì scorso.
Stm guadagna il 4,23% a 5,205 euro e svetta sul paniere principale beneficiando dell’annuncio del nuovo piano strategico che prevede anche l’uscita dalla joint venture St-Ericsson, il cui perfezionamento e’ atteso nel terzo trimestre 2013. Ben comprata anche Mediaset (+2,05% a 1,391 euro) in scia all’upgrade di Deutsche Bank. In rialzo a fine seduta troviamo anche Tod’s (+0,53%), Diasorin (+0,5%) ed Eni (+0,11%), mentre la controllata Saipem perde terreno anche oggi dopo le dimissioni dell’a.d Franco Tali: il titolo cede l’1,89% e si posiziona a 29,08 euro, un livello di supporto importante il cui cedimento nei prossimi giorni potrebbe preludere a un affondo verso area 25.

CHIUSURE POSITIVE
Chiusura positiva per le Borse europee. A Milano l’indice FtseMib è salito dello 0,8%, il Ftse 100 a Londra ha guadagnato lo 0,1%, il Cac40 a Parigi lo 0,4%, il DAX a Francoforte lo 0,2%, l’IBEX 35 a Madrid lo 0,3%, e lo SMI a Zurigo lo 0,4%. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è salito dello 0,6%. L’euro è risalito dopo una scivolata fino a 1,274 sul dollaro nel corso della mattinata. In serata il cambio con il dollaro è a 1,281, allineato alla chiusura di ieri sera. La notizia del calo delle scorte USA e il riaccendersi del conflitto tra Israele e Palestina alimenta il nuovo rialzo del greggio wti, che alle 21.00 ora italiana si porta a 87,5 dollari il barile. Oro stabile a 1.728 dollari l’oncia.

L’EUROGRUPPO IL 26 NOVEMBRE, LA MERKEL CHE “APRE”, E I DATI MACRO DAGLI USA
La disponibilità annunciata oggi da Angela Merkel a sostenere un aumento dei fondi a disposizione dell’Efsf, e l’indicazione del suo ministro delle Finanze, Schauble, secondo cui la Grecia potrebbe procedere a un buyback sui suoi titoli di Stato, sono le notizie positive che hanno allontanato la delusione per il mancato accordo di ieri notte sui nuovi aiuti da fornire ad Atene. L’Eurogruppo e il Fondo monetario torneranno a riunirsi lunedì prossimo, 26 novembre. Le dichiarazioni dei governanti tedeschi hanno avuto effetti positivi sui titoli di Stato: il rendimento del Btp a 10 anni è sceso al 4,82%, spread a quota 339 (-2 punti base). Lo spread del bond greco è sceso di 35 punti base a quota 1.500.
Nel pomeriggio in Usa sono stati pubblicati una serie di dati macroeconomici, che non hanno sorpreso il mercato, a parte l’indice definitivo di fiducia dei consumatori Usa dell’Universita’ del Michigan che a novembre e’ sceso a 82,7 punti dagli 84,9 della lettura preliminare, mentre il consenso era a 84,9.
Le richieste di sussidi di disoccupazione negli Usa si sono attestate a 410.000 unita’, in calo di 41.000 unita’ rispetto al dato della settimana precedente rivisto al rialzo 451.000 unita’.
La stima preliminare dell’indice Pmi di novembre e’ stata pari a 52,4 punti, in aumento rispetto al dato definitivo di ottobre e al consenso e raggiungendo il livello massimo degli ultimi cinque mesi.

I NUMERI DI MILANO
A Milano la migliore blue chip è Banca Popolare di Milano +3,5%, a seguire Intesa, in rialzo del 2,3%. Unicredit è salita dello 0,7%,
Denaro anche su Lottomatica +2%, Diasorin +3,1% e Mediaset +3%. Rimbalzo tecnico per Fiat dopo il tonfo di ieri con un +1,6%, Pirelli +1%, StM ha guadagnato l’1,4%.
Enel è finita in rialzo dell’1,8%. Secondo quanto riporta MF, la societa’ e’ nella short list del Governo marocchino per il programma nazionale di sviluppo dell’energia eolica, per la realizzazione di 2.000 MW in diverse tranche da completare entro il 2020. Gli analisti di Equita Sim ritengono la notizia positiva. Poco mossa Telecom (+0,15%), dopo la smentita del fondo F2i di Vito Gamberale che ha negato un interesse ad entrare in Telco, la holding di controllo del colosso delle telecomunicazioni.
Tra le small cap buoni rialzi per Brunello Cucinelli +4,5% e Saras +4,8%.

CHIUSURA IN ROSSO PER LE BORSE UE
Le borse europee chiudono in rosso tranne Madrid, in leggero rialzo. A Londra l’indice Ftse 100 perde lo 0,77% a 5.677,75 punti. A Parigi il Cac 40 lascia sul terreno lo 0,52% a 3.382,40 punti e a Francoforte il Dax arretra dello 0,82% a 7.043,42 punti. A Milano il Ftse Mib segna una flessione dello 0,59% a 15.162,27 punti nel corso di una seduta sull’ottovolante, stupendamente dipinta da un grafico che sembra uscito dalle pagine di un manuale di scalping. Per Piazza Affari quella di oggi è stata l’ottava chiusura in ribasso delle ultime 10 sedute. Lieve rialzo per Madrid che guadagna lo 0,29%, mentre Atene affonda del 2,13%. Il rialzo del listino spagnolo è stato sostenuto soprattutto da Repsol, che ha chiuso in crescita del 3,5%.
L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro , è sceso dello 0,5%.
L’euro è in rialzo contro il dollaro a 1,278, da 1,273 della chiusura di ieri sera.
Migliora il Btp a 10 anni con il rendimento in calo al 4,88% e lo spread a quota 355 punti base.
Il mercato delle commodities è contrastato: il petrolio Wti annulla i guadagni di ieri e ripiega a 85,3 dollari al barile. Oro in ripiegamento a 1.715 dollari l’oncia, dati aggiornati alle 20.00 ora italiana.

TEMPESTA PERFETTA 2.0: ECCO GLI INGREDIENTI
Oltre alle preoccupazioni per i venti di guerra che arrivano dal Medio Oriente, dove al persistere della guerra in Siria si aggiunge il rinnovato conflitto tra Israele e Palestina, gli investitori si concentrano sugli ultimi dati dell’economia di Eurolandia, che confermano il persistere di una situazione deprimente. Nel terzo trimestre del 2012 il Pil nell’Eurozona è sceso dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al terzo trimestre 2011. Entrambe le rilevazioni sono in linea con le stime degli analisti. Il Pil italiano è stato leggermente superiore alle attese, con una discesa dello 0,2% sul trimestre precedente (era previsto -0,5%) e un calo del 2,4% sull’anno precedente (stimato -2,9%). Gli esperti consultati dalla BCE hanno inoltre rivisto al ribasso le stime sull’economia per il 2012, il 2013 e il 2014. L’equazione Vecchio Continente uguale recessione è confermata, ma le cose non vanno meglio oltreoceano.
Negli USA le nuove richieste di sussidi di disoccupazione avanzate la settimana scorsa sono salite a 439mila da 355mila della settimana precedente. Il dato ha superato le previsioni degli economisti che in media si aspettavano 375mila richieste. Se le nuove richieste di sussidi sono salite ai massimi da 18 mesi ciò lo si deve anche a causa del passaggio dell’uragano Sandy, sostengono molti analisti.
Ieri il presidente Obama ha ribadito che dal 2013 gli sgravi fiscali varati da Bush sui cittadini più ricchi saranno eliminati. Il fiscal cliff, prevedono gli investitori, sarà affrontato più dal lato dell’aumento delle tasse che dal taglio delle spese, ma resta il problema di come superare l’ostruzionismo ideologico dei repubblicani, che pur essendo in minoranza al Senato possono contare sulla maggioranza numerica che le recenti elezioni hanno assicurato alla Camera dei Rappresentanti.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Oggi nelle Borse europee tutti gli indici settoriali Stoxx sono finiti in ribasso, e il copione di Piazza Affari non fa eccezione alla regola. Maglia nera del listino A2a, con un sonoro -4,47%. Secondo un trader sono state prese di profitto dopo i rialzi dei giorni scorsi, mentre la notizia dell’approvazione dell’emissione di titoli obbligazionari fino ad un massimo di 1 miliardo di euro non ha sorpreso il mercato. Fra le altre blue chip in rosso spicca la caduta di Autogrill -3,26%, che insieme a Mediaset -2,7% uscirà a fine mese dall’indice globale MSCI. Forte ribasso anche di Campari che ha perso il 4,2%: molti investitori si aspettavano che il titolo sarebbe entrato nel MSCI, invece non compare fra le “new entry”.
Del rialzo del greggio non si sono avvantaggiati i titoli del settore: Eni ha retto chiudendo invariata, Saipem affonda del 4%, Tenaris -0,6%. Per quanto riguarda Saipem c’è da segnalare il downgrade di Ubs, che ha ridotto il target price da 40 a 37 euro, confermando il rating neutral. Tra le small caps del comparto oil, Saras è caduta del 3,9% dopo essere stata declassata a sell da Société Générale.
Brillante per tutta la seduta, Diasorin ha perso forza sul finale ed ha chiuso a 26,28 euro, in rialzo dello 0,1%. In giornata era arrivata a guadagnare quasi il 3% a 26,90 euro, grazie a una doppia promozione: Morgan Stanley ha alzato il giudizio a overweight da equalweight, Berenberg ha alzato il target price a 30 euro da 28 euro e ha confermato il giudizio buy. Luxottica è salita dello 0,3%: secondo alcuni trader, potrebbe aumentare di “peso” nell’indice.
Le banche si sono mosse in ordine sparso: Unicredit è salita dello 0,7%, Intesa è scesa dello 0,8%.
Fra i titoli industriali il panorama è misto con alcuni rialzi come Fiat +1,1% e Impregilo +1,7%. Sono scese Finmeccanica -0,7% e StM -2,6%.
Fuori del listino principale affondano Maire Tecnimont -12%, Landi Renzo -9%, e Trevi Fin. -6%.

Borse europee in ribasso, mentre in Medio Oriente si riaccende la guerra tra Israele e la Palestina. Militanti del gruppo Hamas hanno risposto al raid israeliano di ieri lanciando missili sul sud di Israele, e uccidendo tre persone. Ieri l’esercito di Tel Aviv ha assassinato il leader del braccio armato di Hamas e bombardato la striscia di Gaza via terra, mare e aria uccidendo 13 persone.
A Milano l’indice FtseMib scende dello 0,4%, Londra perde lo 0,3%, Parigi -0,1%, Francoforte scende dello 0,4%. Il petrolio, che nella notte si è mosso al rialzo guadagnano oltre l’1%, segna ancora lievi progressi: il Brent è scambiato a 110 dollari al barile (+0,4%), Wti a 86,4 dollari (+0,1%). Nelle Borse europee tutti gli indici settoriali Stoxx sono in ribasso.
L’euro è scambiato a 1,275 contro il dollaro, in lieve rialzo da 1,273 della chiusura di ieri sera.
Sul mercato dei titoli di Stato, il Btp a 10 anni è invariato con rendimento al 4,95% e spread con il Bund a quota 361.
Sui mercati finanziari continuano a pesare i timori legati al “fiscal cliff” statunitense, dato che Democratici e Repubblicani sembrano lontani da una possibile intesa, nonostante le aperture al compromesso avanzate ieri dal presidente Barack Obama. In giornata occhi puntati anche sui numerosi dati macroeconomici in calendario negli USA.

NOVITA’ DAGLI USA NEL POMERIGGIO
Per le novità sul fronte macro Usa, in agenda oggi c’è il dato sull’inflazione che ad ottobre dovrebbe mostrare un rialzo dello 0,1%. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione che dovrebbero salire a 385mila unità rispetto alle 355mila della lettura precedente. Per l’indice New York Empire State Manufacturing le attese parlano di un dato pari a -7,2 punti rispetto ai -6,16 di ottobre. In agenda anche un discorso di John Williams, presidente della Fed di San Francisco, oltre agli interventi di Richard Fisher e di Charles Plosser, presidenti rispettivamente della Fed di Dallas e di Philadelphia, ma l’intervento più rilevante sarà senza dubbio quello del Chairman Ben Bernanke.

STRONG BUY SU DIASORIN
Fra le blue chip milanesi spicca la caduta di Campari che perde il 3,1%. Brilla invece Diasorin, in rialzo del 2% grazie a una doppia promozione: Morgan Stanley ha alzato il giudizio a overweight da equal weight, Berenberg ha alzato il target price a 30 euro da 28 euro e ha confermato il giudizio buy. “Con il vento contrario sulla Vitamina D che si sta dissolvendo e con alcuni test molto redditizi che sono stati approvati o sono vicini all’approvazione, ora vediamo il rischio dell’equity story di Diasorin asimmetrico al nostro scenario più ottimista”, si legge nel report di Morgan Stanley.
Nel comparto bancario Unicredit è invariata, Intesa scende dello 0,8%.
Fra i titoli industriali il panorama è misto con alcuni rialzi come Fiat +0,9% e Impregilo +0,7%. Scendono Finmeccanica -0,9% e StM -1,9%.

LE CHIUSURE
Si chiude una giornata ad alta volatilità per le Borse. A Parigi il Cac-40 chiude in calo dello 0,06%, il Ftse 100 di Londra scende dello 0,27%, il Dax di Francoforte dello 0,39% e l’Ibex di Madrid dello 0,48%. Piazza Affari ancora una volta in evidenza, con l’indice FtseMib che chiude in calo dello 0,6% 15.194 punti, e un grafico intraday che provoca le vertigini. A guidare le danze sono state le continue oscillazioni delle banche e dei titoli petroliferi, Eni in testa. Sull’andamento dell’azionario ha inciso anche l’intonazione negativa degli indici di Wall Street che hanno annullato i rialzi registrati dopo le prime contrattazioni. L’euro ha continuato a indebolirsi e in serata è sceso a 1,274 contro il dollaro, da 1,277 della chiusura precedente.

IL DISCORSO DI DRAGHI TRA SPAGNA E GRECIA
Dopo il brutto scivolone di ieri, stamani in Europa la seduta era iniziata con un lieve recupero. Ma a Milano la tendenza positiva è durata poco, e senza motivi apparenti Piazza Affari a metà mattina era già in ribasso dell’1%. In apertura gli ottimisti avevano puntato sulla notizia positiva proveniente da Atene, dove ieri sera il Parlamento ha approvato il nuovo pacchetto austerità concordato con Ue, Bce e Fmi, indispensabile per ottenere la prossima tranche di aiuti senza la quale fra una settimana la Grecia sarebbe fallita. La Borsa di Atene ha incassato il risultato con un ribasso del 5%.
Piazza Affari a sua volta non ha dato segni di ripresa nemmeno dopo il successo dell’asta di titoli di Stato spagnoli: Madrid ha collocato bond a diversa scadenza per un ammontare di 4,76 miliardi, superiore ai 4,5 miliardi previsti come target massimo dall’emittente. Ciononostante, la reazione degli spread è piuttosto fiacca: lo spread Btp/Bund è tornato a salire a quota 363 punti base, per un rendimento del Btp 10 anni del 4,99%.
La Bce, come previsto, ha lasciato i tassi invariati allo 0,75%. Il presidente Mario Draghi ha dichiarato che il “momentum” della crescita europea resta debole, ma i segnali di ripresa della fiducia sui mercati si cominciano a vedere. Restano cruciali, comunque, le riforme fiscali e strutturali che ciascuno Stato della zona euro dovrà operare, e, soprattutto, la necessità di dare impulso al mercato del lavoro. Sulla questione Madrid, Draghi ha ribadito che spetta solo alla Spagna decidere se chiedere aiuti all’Ue e non alla Banca centrale europea.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Venendo ai dettagli di Piazza Affari, fra le blue chip spicca il rialzo di A2A, in crescita del 5,3% dopo la presentazione di risultati del terzo trimestre migliori delle attese e di un nuovo piano industriale che punta a ridurre drasticamente il debito entro il 2015. La societa’ prevede la cessione mirata di quote di minoranza, l’incremento dell’efficienza operativa, e la crescita organica della redditivita’ in quattro aree di core business: energia, ambiente, calore e reti. Con il nuovo piano, il management stima un Ebitda pari a 1,3 mld euro e il debito in calo a 3,2 mld.Lottomatica ha guadagnato il 3,5% dopo i risultati migliori delle attese annunciati ieri sera. Seduta a due velocità per il comparto bancario: MontePaschi ha ceduto il 2,48% a 0,212 euro, Popolare di Milano l’1,96% a 0,399 euro, Banco Popolare l’1,92% a 1,176 euro. In positivo Intesa SanPaolo (+0,50% a 1,218 euro), Mediobanca (+0,76% a 4,508 euro) e Unicredit (+0,35% a 3,418 euro).
Sul listino principale è caduta Pirelli, in ribasso del 2,7%. Alcuni analisti prevedono che lunedì prossimo la società annuncerà una revisione dei target.
Contrastati gli altri titoli industriali: Fiat è scesa dello 0,6%, Fiat Industrial +0,2%, Finmeccanica è arretrata del 2,6% in attesa dei risultati che saranno annunciati a mercati chiusi. In calo anche Prysmian -2,1%, che nella trimestrale diffusa oggi ha annunciato un aumento del debito sopra le stime degli analisti.
Fra i petroliferi, Eni è scesa dello 0,4%, Tenaris ha chiuso in parità, Saipem ha ceduto il 3,2%, mentre Saras affonda con un -5,9%.
Tra i titoli finanziari Generali, che domani annuncerà i risultati del terzo trimestre, ha guadagnato lo 0,4%. I buoni risultati hanno spinto Azimut in rialzo del 3,2%.
Forti perdite per Autogrill -3,9% e Mediaset -3,4%. In calo anche Diasorin -2%.
In calo Enel -1,9%, debole anche Telecom Italia -1,1%.

LE CHIUSURE
Inizio di ottava con il segno meno per i listini europei. A Madrid l’Ibex ha aperto la settimana con un calo dell’1,12% a 8.138,4 punti, a Parigi il Cac40 cede lo 0,95% e si ferma a 3.497,22, calo di mezzo punto percentuale (-0,52%) per il Dax di Francoforte a 7.413,16. Limita le perdite il Ftse100 (-0,24%) che si attesta a 5.838,84. Chiusura in rosso per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,78 a 15.867 punti, mentre l’Ftse All Share ha perso lo 0,91% a 16.977 punti. Sul mercato obbligazionario lo spread Btp/bund sale a 348 punti base. Il petrolio wti torna sotto quota 92 dollari il barile (91,25 alle 19.00 ora italiana), l’oro scende a 1.766 dollari l’oncia, mentre il cross euro/dollaro vede la moneta unica in flessione a 1,29 sul biglietto verde. I tre indici USA trascinati dalla performance negativa delle borse europee sono in territorio negativo, più marcata la flessione del Nasdaq (-0,72%).

GLI EVENTI
Oggi le borse europee sono state penalizzate dal dissidio tra Francia e Germania sul progetto di Unione bancaria e dal calo a sorpresa dell’indice Ifo, il termometro della fiducia delle imprese tedesche. Persistono inoltre i timori sulla situazione di Spagna e Grecia: nel fine settimana il settimanale “Der Spiegel” ha riportato che il buco di bilancio di Atene potrebbe essere il doppio di quello previsto. In mattinata l’indice Ifo, che a settembre e’ sceso a 101,4 punti (102,7 punti il consenso) dai 102,3 punti registrati ad agosto, ha confermato il rallentamento della Germania e ha contribuito ad incrementare il calo dell’azionario. Il Ftse Mib ha accelerato al ribasso in corrispondenza dell’asta della Germania di Bubill a 12 mesi, che pero’ e’ risultata in linea con le attese e ha dimostrato come l’aumento delle vendite fosse strettamente collegato alla situazione di Grecia e Spagna che continua a preoccupare gli investitori.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Maglia nera del listino oggi è Mediaset con un -4,59%. Secondo un report di Kepler, il calo del mercato pubblicitario italiano e della programmazione a luglio ed agosto ha inciso sulla performance delle azioni, su cui gli esperti hanno tagliato il rating da hold a reduce. Male anche Stm che scende del 3,57%, fisiologico il calo di Eni del 3,07% dovuto allo stacco della seconda tranche del dividendo, mentre Finmeccanica arretra del 2,45%.
Nel comparto bancario Mediobanca (+1,66%) e’ l’unico titolo in rialzo. In rosso invece Montepaschi (-2,12%), B.Pop.Em.Romagna (-1,46%), Unicredit (-0,81%), Intesa Sanpaolo (-0,64%), B.P.Milano (-0,2%) e B.Popolare (-0,16%).
Acquisti su Fiat (+2,45%) mentre prosegue il confronto con il governo sui piani futuri del Lingotto in Italia. Secondo alcuni analisti le dichiarazioni di Marchionne, che ha confermato la guidance 2012, e le parole del Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, che ha parlato di provvedimenti del Governo per facilitare le attivita’ di esportazioni, hanno rassicurato gli investitori. Bene anche Diasorin (+1,43%), a cui il sole24ore ha dedicato la rubrica lettera all’investitore nel numero di domenica, Tod’s (+1,35%), Lottomatica (+1,16%) ed Enel (+1,01%).
Fuori dal listino principale di Piazza Affari SO.PA.F in forte rialzo con un +23,53% dopo che le azioni sono entrate in asta di volatilita’ per gran parte della seduta. Acquisti anche su Aeffe (+15,44%) in scia alla notizia dell’accordo strategico con Aimz. Biancamano segna un +14,9% dopo che venerdi’ l’azienda si e’ aggiudicata la gara indetta dal comune di Ceriale in provincia di Savona.

LA GRECIA E L’ASTA TITOLI ITALIANA
Mentre i tre indici di Wall Street rimangono ingessati in attesa del verdetto definitivo circa il terzo round di quantitative easing, le borse europee hanno chiuso in territorio negativo una giornata in cui la Grecia è tornata ad essere fonte di preoccupazioni. A parte Londra, che chiude in rialzo dello 0,65% a 5.819,92 punti, Parigi cede l’1,18% a 3.502,09 punti, Francoforte -0,45% a 7.310,32 punti. Giu’ anche Milano -1,07% e Madrid -0,7%. Le agenzie di stampa oggi hanno diffuso la rivelazione di un alto funzionario del Fondo Monetario Internazionale secondo cui Atene avrà bisogno di un terzo pacchetto di aiuti. Il sospetto che aleggiava sul paese ellenico sta diventando notizia. Stamattina si è registrato un nuovo successo per le tre aste italiane in programma sul segmento obbligazionario. Il Tesoro ha collocato 6,5 miliardi di euro, il massimo previsto per l’operazione, con tassi sui minimi dal 2010. Il Btp a tre anni (4 miliardi) è stato collocato al tasso del 2,75%, il minimo da ottobre 2010 e in netto calo dal 4,65% di metà luglio. I titoli a 5 anni sono stati collocati al 3,7% e quelli con scadenza 2026 con un tasso al 5,3%. La domanda media è stata circa 1,5 volte l’offerta. Lo spread Btp/bund torna invece a salire e si porta a 343 punti base.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
La Borsa di Milano ha chiuso la seduta in ribasso, recuperando parte delle perdite subìte dopo la pubblicazione dei dati macro statunitensi, quando si è avuto uno scivolone che ha fatto affondare l’indice fino a quota 16.119. A Piazza Affari il Ftse Mib è arretrato dell’1,07% a 16.244,28 punti mentre il Ftse All Share ha ceduto lo 0,89% a quota 17.090,58. Finmeccanica, ha monopolizzato l’attenzione degli shortisti chiudendo in flessione del 5,35% a 3,748 euro, maglia nera del listino milanese. Il titolo è stato penalizzato dalla bocciatura di Societè Generale. Pessime performance per il comparto bancario: Unicredit ha chiuso in calo del 3,04% a 3,696 euro, Banco Popolare del 2,53% a 1,31 euro, Intesa Sanpaolo del 2,34% a 1,333 euro, Monte dei Paschi del 3,34% a 0,2717 euro, Popolare di Milano del 3,51% a 0,4596 euro e Mediobanca dell’1,74% a 4,178 euro. Fiat ha resistito alle vendite (+0,42% a 4,734 euro), all’indomani delle parole del presidente del Lingotto, John Elkann. Diasorin ha mostrato un rialzo dello 0,42% a 26,59 euro, mantenendo per tutta giornata la prima posizione nel paniere principale. Il titolo ha beneficiato della mossa di Mediobanca che ha alzato il target price da 27 a 30 euro. Lettera anche su A2A (-3,62%), Prysmian (-2,62%), Mediaset (-2,23%), Atlantia (-2,37%) e Telecom I. (-1,99%).
Tra i petroliferi, sulla parità Eni dopo che Citigroup ha ribadito il rating “buy”, alzando il target price da 18 a 20 euro, mentre Tenaris e Saipem resistono all’ondata di vendite e salgono dello 0,24% e dello 0,1% favorite anche dal rialzo del prezzo del petrolio wti a 97,63 dollari al barile. Entrambi i titoli si trovano a ridosso di importanti resistenze. In evidenza oggi anche Saras: il gruppo petrolifero della famiglia Moratti mette a segno un +4% e torna sopra quota 1 euro.

APPUNTAMENTO CON LA FED
Ricordiamo che alle 18.30 italiane La Fed annuncerà la sua decisione sui tassi, insieme alla quale dovrebbe arrivare con ogni probabilità un nuovo piano di quantitative easing. Più tardi la Banca Centrale americana comunicherà le sue previsioni sulla crescita e alle 20.15 ora italiana avrà inizio la conferenza stampa del presidente Bernanke.

WAITING FOR THE HELYCOPTER
“Quando si parla di Bernanke c’è sempre il rischio di restare fregati”, affermava oggi un irriverente trader d’oltreoceano intervistato da Marketwatch. Tanto basti per spiegare le ragioni profonde della cautela degli investitori, continuava l’operatore, con i tre indici di Wall Street praticamente invariati in attesa dell’ardua sentenza in arrivo dal comitato esecutivo della Federal Reserve. Andando a zonzo per la rete dopo la chiusura di Piazza Affari, ci siamo imbattuti in questo video, serio e divertente al tempo stesso. Sarebbe il momento di dire che la festa è finita e che la Fed non stamperà più cartamoneta per dare nuovi stimoli all’economia. I problemi si risolvono creando posti di lavoro, non certo inondando di liquidità a tasso zero un mercato ormai assuefatto alla droga. Questo è quanto ha dichiarato oggi Peter Schiff, di Euro Pacific Capital che è anche autore del libro “The real crash America’s Coming Bankruptcy—How to Save Yourself and Your Country”. (vai alla videointervista su yahoo). “Droga”, “contagio”, “collasso” sono le metafore più ricorrenti nel gergo degli analisti dall’anno della crisi dei mutui subprime. Come dire che viviamo in un sistema finanziario strutturalmente patologico, e come tale incurabile nonostante l’ipocrisia dilagante. Ed è per questo che i mercati finanziari sono diventati un enorme casinò, come da tempo proclama un osservatore del calibro di Guido Rossi.

LA CHIUSURA DELLE BORSE EUROPEE
Allungano il passo le Borse di Eurolandia dopo il via libera della Corte costituzionale tedesca, riunitasi oggi a Karlsruhe, che ha ratificato il fondo salva-stati Esm. Gli otto giudici della Corte hanno posto delle condizioni, come ampiamente anticipato, ma tutto sommato meno pesanti del previsto: qualsiasi incremento della partecipazione finanziaria della Germania al capitale dell’Esm, per un tetto massimo di 190 milioni di euro, dovrà essere sottoposto al voto della camera bassa del Parlamento. Le Borse europee hanno quindi allungato il passo, anche se nel pomeriggio non sono mancate le prese di beneficio. Il Dax di Francoforte avanza dello 0,46% a 7.343,53 punti, il Cac 40 di Parigi lima i guadagni a un + 0,18% a 3.543,79 punti. A Madrid l’indice Ibex sale dello 0,78% a 7.992,1 punti e ad Atene il Ftse Athex 20 vola, con un rialzo del 6,85% a 288,6 punti. L’indice Ftse 100 di Londra ha perso lo 0,17% a 5.782,08 punti. Nel pomeriggio è arrivato un altro dato negativo da oltreoceano, che forse può spiegare la parziale marcia indietro. I grossisti USA hanno incrementato le proprie scorte dello 0,7% a luglio su giugno, con le vendite che sono calate per il terzo mese consecutivo. Lo ha comunicato il dipartimento del Commercio, sottolineando che la discesa dello 0,1% delle vendite ha fatto seguito alle diminuzioni dell’1,4% e dell’1,1% rispettivamente di giugno e maggio. Si tratta della più lunga fase di ribassi dal gennaio del 2009, quando tuttavia gli Stati Uniti erano in recessione.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Piazza Affari ha chiuso la seduta in territorio positivo mettendo a segno la migliore performance in Europa. A innescare i rialzi, oltre alla sentenza della corte costituzionale tedesca, è stato anche l’esito dell’asta dei titoli di Stato italiani. Stamani il Tesoro ha collocato Bot a tre e dodici mesi per l’intero ammontare offerto di 12 miliardi complessivi, con rendimenti in calo. Il titolo a 12 mesi è stato collocato per tutti i 9 miliardi offerti a un rendimento dell’1,692%, contro il 2,767% dell’asta di metà agosto, con un bid-to-cover a 1,65 dal precedente 1,69. Piazzati anche tre miliardi di euro di Bot a tre mesi con rendimento dello 0,7% e bid-to-cover di 2,25. Il Ftse Mib ha archiviato gli scambi in crescita dell’1,19% a 16.419,79 (massimo intraday a 16.491 punti poco sotto la soglia tecnica e psicologica dei 16.500), mentre il Ftse Italia all-share ha guadagnato l’1,01% a 17.239,08. Volumi in crescita per un ammontare complessivo di 2,6 miliardi di euro.La maglia rosa l’ha indossata Finmeccanica che ha accelerato nel finale di seduta, chiudendo a 4,98%. Protagonista di giornata il comparto finanziario che ha snobbato le bocciature di alcuni broker arrivate in mattinata. Tra le migliori del settore Banco Popolare (+3,86%), Unicredit (+2,47%), Montepaschi (+2,22%) e Ubi Banca (+2,71%). Denaro anche su Stm (+4,59%), Saipem (+2,39%) e Azimut (+1,07%) che nel mese di agosto vanta una raccolta netta di risparmio gestito positiva per 125 milioni euro. Male invece Lottomatica che segna un ribasso del 2,42% in attesa della firma del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sul decreto sanità. Questo accade nel giorno in cui NorthStar Lottery Group è stata autorizzata in via preliminare a ridurre gli obiettivi di utile netto della Lotteria dell’Illinois di 55,6 milioni di dollari per l’esercizio 2012 e di 20,2 milioni di dollari per l’esercizio 2013. Giù anche Ferragamo del 2,09% e Diasorin dell’1,96%, che da difensivo puro non brilla quando il toro scorre per le strade. Bene la galassia Agnelli, con il presidente di Fiat (+1,16% a 4,714 euro) ed Exor (+2,01% a 19,83 euro), John Elkann, che ha dichiarato in un’intervista che i conti del gruppo Fiat-Chrysler chiuderanno meglio il 2012 di quanto fatto nel 2011.
Sul resto del listino continua il buon momento di Iren che oggi ha guadagnato il 4,37%. Secondo indiscrezioni l’azienda starebbe lavorando ad un possibile riassetto della governance che prevede il superamento dei poteri del comitato esecutivo a favore di un modello piu’ tradizionale con pieni poteri all’amministratore delegato. Gli analisti delle maggiori banche d’affari giudicano positivo l’eventuale riassetto. Positive anche le altre utility: A2A +1,55%, Acea +0,4%. Interpump ha chiuso in rialzo dell’1,7% grazie ai ricavi registrati dal gruppo a fine agosto, superiori alle attese. Un altro titolo da tenere d’occhio, che abbiamo già segnalato in mattinata, è Eurotech oggi più volte sospesa per eccesso di rialzo. Il titolo decolla dopo che la società si è aggiudicata un contratto da 60 milioni di dollari nell’arco di tre anni con Science Applications International Corporation. Secondo Mediobanca, l’ordine dovrebbe aumentare i ricavi del 15% nel periodo 2012-2014.

LE BORSE EUROPEE E LA DELUSIONE DELL’ISM
Le borse europee chiudono in calo una seduta volatile dai volumi ridotti, con gli investitori alla finestra in attesa del vertice dell’Eurotower previsto per giovedì 6 settembre. Il dato macro più atteso in giornata è arrivato dagli USA nel pomeriggio. Si tratta dell’indice Ism manifatturiero che ha deluso le attese degli analisti e ha peggiorato il mood del mercato. L’Ism è sceso in agosto a 49,6% in ribasso rispetto al 49,8% di luglio e alle attese degli analisti che lo davano sopra la soglia del 50% che segna lo spartiacque fra contrazione ed espansione dell’economia. Si tratta della peggiore lettura dal luglio del 2009. In un contesto dominato dal segno meno resiste in controtendenza l’Ibex di Madrid, che avanza dello 0,73% a 7.488,2 punti. Ha invece girato in negativo a fine sessione l’indice Ftse Mib di Piazza Affari, che termina la seduta in calo delo 0,29% a 15.222,63 punti, mentre l’Allshare cede lo 0,39%. Volumi per un controvalore di circa 1,3 miliardi di euro. Il Dax di Francoforte perde l’1,17% a 6.932,58 punti, l’Ftse 100 di Londra segna -1,5% a 5.672,01 punti, il Cac 40 di Parigi arretra dell’1,58% a 3.399,04 punti.

IL QUADRO GENERALE E’ CUPO
La Cina rallenta e il governo di Pechino fa sapere di non voler introdurre nuove misure di stimolo all’economia per evitare l’iperinflazione. Eurolandia è alla deriva, e non c’è bisogno dell’ennesimo declassamento di Moody’s o chi per lei per esserne certi. La ripresa USA arranca come dimostra l’ISM e in molti temono che la creazione dal nulla di nuova cartamoneta da parte della Federal Reserve non riuscirà a sortire effetti positivi nel lungo periodo. Lo stesso Bernaneke del resto durante il meeting a Jackson Hole è stato molto cauto nel valutare gli effetti dei primi due round di quantitative easing.

I TITOLI DI PIAZZA AFFARI
Bancari molto contrastati oggi nonostante il rientro del differenziale Btp-Bund (sceso a 427 punti base) favorisca il trend positivo dei nomi più esposti ai titoli di Stato come Mediolanum maglia rosa del listino principale in rialzo del 6,69%, Mediobanca che balza del 4,3% rompendo l’area dei 3,80, e Unicredit (+1,13%) che oggi ha lanciato un bond da un miliardo con un rendimento inferiore rispetto all’indicazione iniziale. Negative le popolari, con l’eccezione di Banca Popolare Emilia Romagna (+0,45%). Torna in rosso Montepaschi (-1,37%).
Tra gli industriali lettera su Fiat (-1,49%) e Fiat Industrial (-2,34%), influenzate dai dati negativi sul comparto. I titoli ampliano le perdite dopo le dichiarazioni dell’Ad Sergio Marchionne di un outlook pessimista sul mercato europeo nel 2012-2013. Giornata di acquisti invece per Finmeccanica (+4,65%) sostenuta dalla possibilità di nuovi ordini in arrivo dalla Polonia, dove si tiene in questi giorni il Salone dell’industria della difesa. Secondo i quotidiani polacchi il budget del governo di Varsavia è di circa 1,5 miliardi.
Tra le utilities A2a recupera il calo di ieri posizionandosi bene sul listino milanese a +3,6%. Uno spunto per gli acquisti è arrivato oggi dalle dichiarazioni dell’AD della Cdp Giovanni Gorno Tempini, che ha aperto all’investimento del Fondo Strategico Italiano (controllata di Cdp) in altre multiutilities dopo quello in Hera
Tra i difensivi, in luce Diasorin su cui si scambiano “volumi mostruosi” nota oggi un trader intervistato da Cnbc, che aggiunge: “dietro gli acquisti su Diasorin potrebbe esserci qualche mano pesante”. Il titolo chiude a 2,3% con scambi otto volte superiori alla media. Passa di mano il 3,2% del capitale.
Veniamo ai petroliferi. Su Eni, che cede l’1,48% e si porta poco sopra quota 17,2 euro, individuata da molti traders come area di acquisto, continua a pesare la prospettiva del collocamento del 3,4% in capo alla Cassa depositi e prestiti nel quadro del riassetto di Snam. Ribassi superiori ai due punti percentuali anche per la controllata Saipem e Tenaris.
Inverte il trend, dopo i recenti guadagni, Camfin, che chiude a -14,47% con scambi 14 volte superiori alla media giornaliera. Gli investitori sono in attesa di sviluppi sulla vicenda Malacalza-Pirelli. Dopo il crollo della mattinata RCS riprende a correre e chiude in rialzo del 17% in una seduta che ha visto il titolo oscillare fra un minimo di 1,40 e il record di 2 euro, con volumi decisamente corposi e il 2,2% del capitale scambiato. Nel secondo dei cinque giorni di asta sull’inoptato, Unipol e Fonsai girano in negativo chiudendo rispettivamente a -3,19% e -2,24%, allineandosi ai prezzi d’esercizio dell’aumento. Si muove in controtendenza Milano assicurazioni che guadagna +1,13% dopo una giornata caratterizzata da volumi consistenti.

Ad eccezione di Londra dove l’indice Ftse si è limitato a un +0,03% a 5.834 punti, le borse europee chiudono in positivo una giornata che ha sorpreso molti operatori. A Francoforte l’indice Dax ha terminato con un +0,71% a 6.996 punti, il Cac40 di Parigi è salito dello 0,91% a 3.480 punti. La migliore è stata Madrid dove l’Ibex ha chiuso con un progresso del 4% sostenuta dalla notizia diramata da Bloomberg secondo cui le banche spagnole starebbero per ricevere un aiuto d’emergenza dall’Unione europea a causa delle restrizioni che la Bce ha imposto sul collaterale rappresentato da bond garantiti dai governi che le banche possono utilizzare come garanzia. E l’istituto Bankia riceverebbe la prima porzione di questi aiuti imminenti. Il titolo è andato in orbita salendo di circa il 16%.
A Milano l’indice Ftse Mib chiude a quota 14.930 punti, dopo aver rotto la soglia dei 14.800 per la prima volta dal 2 maggio scorso, cioè dal giorno in cui è iniziato il lungo trend ribassista che ha portato Piazza Affari a toccare, il 25 luglio scorso, il minimo storico di 12.295,76 punti. L’indice AllShare sale a +1,59% e il MidCap a +1,61% circa. Si sono scambiati volumi per un controvalore di circa 1,4 miliardi di euro. Sicuramente Milano oggi ha beneficiato anche del raffreddamento dello spread, che oggi si assesta a 424 punti base. “Questa giornata ci sorprende in positivo – commenta un trader intervistato da Cnbc – ci attendevamo una fase laterale, ma il mercato ha dimostrato una certa forza, con volumi più consistenti del previsto”. Sembrerebbe di trovarci di fronte a una fase di accumulazione. Sul fronte macro sono arrivate indicazioni contrastanti dagli USA: le nuove richieste di sussidi di disoccupazione si sono attestate a 366mila unità contro la previsione di un dato pari a 365mila. I nuovi cantieri edili a luglio sono scesi dell‘1,1% a 746mila unità, mentre le stime erano per un rialzo a 763mila unità. Buone notizie per le licenze di costruzione che a luglio sono salite del 6,8% a 812mila unità, al top da agosto 2008, mentre le previsioni erano per un incremento meno marcato a 770mila unità.
A Piazza Affari svetta Mediaset con un balzo del 10,59% su volumi molto sostenuti, pari ad oltre il 4% del capitale della società. Nelle trading rooms continuano a circolare voci su forti acquisti da parte di fondi d’investimento degli emirati arabi. Molto bene A2A che sembra proseguire con decisione sulla strada del recupero di valore con un rialzo del 9,36% a 0,42 euro. Ancora acquisti sui titoli bancari con Unicredit (+4,91%), Intesa Sanpaolo (+4,59%), Popolare EmRomagna (+4,60%), Banco Popolare (+3,71%), PopMilano (+3,25%). Tra gli industriali in luce Finmeccanica (+4,40%), Stm (+2,89%) e Fiat (+3,33%). Poco mossa Pirelli&C. (+0,46%) mentre emergono contrasti tra gli azionisti Camfin (+3,89%) sulla ristrutturazione del debito. Negativa invece Fiat Industrial che cede circa un punto, ma fa peggio di tutte Diasorin, da tipico titolo difensivo, che cede l’1,14%. I petroliferi si sono mossi in ordine sparso, con Eni praticamente invariata (-0,17 a 17,87 euro), Saipem all’assalto della resistenza collocata a 39 euro (+1,51 a 38,88), Tenaris in leggero rialzo (+0,30% a 16,69), con il greggio che si dirige verso quota 100 dollari il barile sulle voci ricorrenti di un imminente attacco “chirurgico” di Israele su obiettivi strategici in Iran. Tra le small caps prosegue la fortissima fase di volatilita’ su Eems (+15,4%) mentre Iren (+9%) sfrutta l’ottimo momento delle utilities. La buona giornata dei bancari si riflette anche su titoli degli istituti non di primissimo piano come Credito Artigiano (+8%) e Popolare di Spoleto (+6,6%).
Alle 19.00 ora italiana il greggio wti segna un +0,91% a 95,18 dollari il barile, l’oro si porta a 1.618 dollari l’oncia, l’euro sale sul dollaro a 1,24. I tre indici di Wall Street viaggiano in territorio positivo con incrementi superiori al mezzo punto percentuale, e con il Dow Jones che torna a rivedere quota 13.200. Un bell’articolo apparso pochi minuti fa su marketwatch.com invita a non cantare vittoria troppo presto, perché tutto si deciderà a settembre con le mosse della Bce e della Fed.