LE CHIUSURE
Chiusura in ordine sparso per le borse europee, in una seduta dominata dalla volatilità e dal timore per una destabilizzazione del quadro politico italiano con gravi conseguenze sul resto d’Europa, in seguito alle dimissioni annunciate ieri dal premier Mario Monti. Il Dax di Francoforte è salito dello 0,17% a 7.530 punti, l’Ftse 100 di Londra cresce dello 0,1% a 5.921, il Cac 40 di Parigi segna +0,18% a 3.612. Il Ftse Mib cede il 2,20% e chiude a quota 15.354 punti dopo aver fatto registrare un minimo intraday a 15.104. Male anche Madrid, l’Ibex perde lo 0,56% a 7.804,4 punti. Lo spread Btp/Bund è risalito a quota 348, era arrivato a un massimo di 361. L’euro si riprende dai minimi di stamattina e ora è invariato rispetto ai valori di ieri a 1,292 contro il dollaro. Dopo cinque giorni di ribasso, il petrolio oggi sale: il Brent avanza dello 0,8% a 107,8 dollari al barile, Wti a 86,4 dollari (+0,7%).
L’oro è in rialzo dello 0,6% a 1.714 dollari l’oncia.
IL CASO ITALIA E IL FISCAL CLIFF
Le incertezze sullo scenario politico italiano hanno favorito il sell-off, anche alla luce dell’allargamento dello spread Btp-Bund che in giornata è balzato oltre quota 360 punti base. Un ampliamento del differenziale che ha penalizzato le banche, come sempre, a causa dei loro ricchi portafogli in titoli di Stato italiani. Aumenta anche il rischio debito dell’Italia misurato dai credit default swaps (cds): secondo i dati forniti da Bloomberg, i cds sono saliti di 31 punti base a quota 284 punti. “La possibilità di un ritorno di Berlusconi offusca il panorama politico europeo”, ha dichiarato oggi da Parigi Louis de Fels, un gestore di Raymond James Asset Management, che gestisce un portafoglio di 35 miliardi di dollari. L’incubo del ritorno al cerone sulla scena politica italiana non ha mandato in crisi più di tanto gli investitori USA. Ormai il tempo stringe per arrivare a un esito positivo dei negoziati in corso fra repubblicani e democratici allo scopo di varare il nuovo budget 2013 che aggiri il “fiscal cliff”. Ieri c’è stato un incontro fra il presidente Barack Obama e il leader repubblicano del congresso John Boehner. Oggi non erano in calendario dati significativi sull’economia americana.
Occorre inoltre ricordare che domani inizia la prevista riunione del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, con il presidente Ben Bernanke che pare intenzionato a rassicurare i mercati circa ulteriori manovre di stimolo all’economia in aggiunta al quantitative easing che è stato inaugurato a metà settembre.
I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Montepaschi oggi guida i cali del comparto bancario con un -5,8%, seguita da Banco Popolare (-5,69%), B.Pop. Milano (-5,61%) e Pop. Em. Romagna (-5,16%). Scendono anche Unicredit (-5,15%), Intesa (-5,15%), Ubi Banca (-4,49%) e Mediobanca (-3,19%).
In deciso ribasso anche Telecom Italia (-3,26% a 0,683 euro) con il presidente Bernabè che è tornato a parlare dello scorporo della rete dopo il Cda di giovedì scorso.
Stm guadagna il 4,23% a 5,205 euro e svetta sul paniere principale beneficiando dell’annuncio del nuovo piano strategico che prevede anche l’uscita dalla joint venture St-Ericsson, il cui perfezionamento e’ atteso nel terzo trimestre 2013. Ben comprata anche Mediaset (+2,05% a 1,391 euro) in scia all’upgrade di Deutsche Bank. In rialzo a fine seduta troviamo anche Tod’s (+0,53%), Diasorin (+0,5%) ed Eni (+0,11%), mentre la controllata Saipem perde terreno anche oggi dopo le dimissioni dell’a.d Franco Tali: il titolo cede l’1,89% e si posiziona a 29,08 euro, un livello di supporto importante il cui cedimento nei prossimi giorni potrebbe preludere a un affondo verso area 25.