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“Il recente rally sui mercati ha riguardato soprattutto l’espansione dei multipli, lasciando vulnerabili molte azioni, soprattutto gli industriali e le banche”, hanno ammonito gli esperti di Mediobanca nel primo numero del “Mediobanca Telegraph” . Le stime dell’Eps in Europa sono state tagliate nei mesi scorsi e permangono i timori sulla prossima stagione delle trimestrali. Da Mediobanca si stima che il ciclo dell’Eps abbia bisogno di accelerare nuovamente per supportare i prezzi correnti, ma tale eventualita’ è considerata improbabile data l’attuale congiuntura. Gli esperti fanno notare che l’indice Pmi delle maggiori economie è ancora sotto pressione. “Guardando alla storia di lungo periodo dell’azionario, ci sembra che siamo a due terzi della strada di questa fase di mercato ribassista. La nostra analisi suggerisce che il ciclo di lungo periodo degli ultimi 15-20 anni, probabilmente iniziato nel 2001, potrebbe finire tra il 2015 e il 2020“, hanno aggiunto dalla banca d’affari. Secondo gli esperti questa ultima parte del ciclo sara’ caratterizzata da un lato dalle spinte deflazionistiche connesse al calo del debito dei Paesi sviluppati, dall’altro dalla spinta inflazionista derivante dalle politiche delle banche centrali. “Il portafoglio avra’ bisogno di essere continuamente aggiustato con le due forze opposte che interagiscono”, è il commento finale.
Mediobanca sceglie le sue top pick sulla base del criterio del “margine di sicurezza”: gli esperti cercano azioni che offrano tale margine in termini di andamento degli utili e/o valutazione sui multipli. Eni, Fiat Industrial, Lottomatica, Recordati e Ei Towers sono i titoli preferiti di Mediobanca. Dal lato dei meno preferiti ci sono Saipem, Tenaris e Finmeccanica e tra le small cap Piaggio. Secondo gli esperti il mercato sta cercando di anticipare la ripresa dell’economia che potrebbe dare impulso agli utili delle banche europee soprattutto attraverso la normalizzazione della qualita’ dell’attivo. “Pensiamo che sia troppo presto e che ci sia ancora il rischio di ulteriori cali dell’Eps dopo i risultati del quarto trimestre”, hanno comunque concluso gli analisti.

CHIUSURE POSITIVE
Chiusura positiva per le Borse europee. A Milano l’indice FtseMib è salito dello 0,8%, il Ftse 100 a Londra ha guadagnato lo 0,1%, il Cac40 a Parigi lo 0,4%, il DAX a Francoforte lo 0,2%, l’IBEX 35 a Madrid lo 0,3%, e lo SMI a Zurigo lo 0,4%. L’EuroStoxx 50, l’indice delle 50 principali blue chips della zona euro, è salito dello 0,6%. L’euro è risalito dopo una scivolata fino a 1,274 sul dollaro nel corso della mattinata. In serata il cambio con il dollaro è a 1,281, allineato alla chiusura di ieri sera. La notizia del calo delle scorte USA e il riaccendersi del conflitto tra Israele e Palestina alimenta il nuovo rialzo del greggio wti, che alle 21.00 ora italiana si porta a 87,5 dollari il barile. Oro stabile a 1.728 dollari l’oncia.

L’EUROGRUPPO IL 26 NOVEMBRE, LA MERKEL CHE “APRE”, E I DATI MACRO DAGLI USA
La disponibilità annunciata oggi da Angela Merkel a sostenere un aumento dei fondi a disposizione dell’Efsf, e l’indicazione del suo ministro delle Finanze, Schauble, secondo cui la Grecia potrebbe procedere a un buyback sui suoi titoli di Stato, sono le notizie positive che hanno allontanato la delusione per il mancato accordo di ieri notte sui nuovi aiuti da fornire ad Atene. L’Eurogruppo e il Fondo monetario torneranno a riunirsi lunedì prossimo, 26 novembre. Le dichiarazioni dei governanti tedeschi hanno avuto effetti positivi sui titoli di Stato: il rendimento del Btp a 10 anni è sceso al 4,82%, spread a quota 339 (-2 punti base). Lo spread del bond greco è sceso di 35 punti base a quota 1.500.
Nel pomeriggio in Usa sono stati pubblicati una serie di dati macroeconomici, che non hanno sorpreso il mercato, a parte l’indice definitivo di fiducia dei consumatori Usa dell’Universita’ del Michigan che a novembre e’ sceso a 82,7 punti dagli 84,9 della lettura preliminare, mentre il consenso era a 84,9.
Le richieste di sussidi di disoccupazione negli Usa si sono attestate a 410.000 unita’, in calo di 41.000 unita’ rispetto al dato della settimana precedente rivisto al rialzo 451.000 unita’.
La stima preliminare dell’indice Pmi di novembre e’ stata pari a 52,4 punti, in aumento rispetto al dato definitivo di ottobre e al consenso e raggiungendo il livello massimo degli ultimi cinque mesi.

I NUMERI DI MILANO
A Milano la migliore blue chip è Banca Popolare di Milano +3,5%, a seguire Intesa, in rialzo del 2,3%. Unicredit è salita dello 0,7%,
Denaro anche su Lottomatica +2%, Diasorin +3,1% e Mediaset +3%. Rimbalzo tecnico per Fiat dopo il tonfo di ieri con un +1,6%, Pirelli +1%, StM ha guadagnato l’1,4%.
Enel è finita in rialzo dell’1,8%. Secondo quanto riporta MF, la societa’ e’ nella short list del Governo marocchino per il programma nazionale di sviluppo dell’energia eolica, per la realizzazione di 2.000 MW in diverse tranche da completare entro il 2020. Gli analisti di Equita Sim ritengono la notizia positiva. Poco mossa Telecom (+0,15%), dopo la smentita del fondo F2i di Vito Gamberale che ha negato un interesse ad entrare in Telco, la holding di controllo del colosso delle telecomunicazioni.
Tra le small cap buoni rialzi per Brunello Cucinelli +4,5% e Saras +4,8%.

Borse europee in rosso a metà mattina dopo la notizia del taglio del rating della Francia da parte dell’agenzia Moody’s che le ha tolto la tripla A, lasciando l’outlook negativo. La decisione deriva dall’incertezza sulle prospettive di crescita di lungo termine sulla competitività e sul mercato del lavoro.
A Milano L’indice FtseMib scende dello 0,89% a 15.176 punti. La Borsa di Londra perde lo 0,3%, Francoforte -0,2%. Parigi cede lo 0,6%. Dopo un avvio debole l’euro si è ripreso ed è scambiato a 1,280 contro il dollaro, da 1,281 della chiusura di ieri sera.
C’è attesa per la riunione dell’Eurogruppo in programma oggi alle 17 a Bruxelles, in cui i ministri finanziari della zona euro decideranno sul prestito alla Grecia insieme all’ipotesi di una riduzione del tasso sui prestiti e di un riacquisto dei bond da parte di Atene. Il portavoce del commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn ha dichiarato che è necessario che oggi venga raggiunto un accordo sulla Grecia che riguardi tutte le coperture ed assicuri la stabilità del debito. Secondo quanto riportato da Reuters l’Eurogruppo sarebbe orientato ad un accordo di principio per il versamento di 44 miliardi di euro, con pagamento il 5 dicembre.
Buone notizie invece da Madrid: la Spagna ha collocato sul mercato del debito titoli obbligazionari a 12 e 18 mesi per complessivi 4,93 miliardi di euro. Secondo quanto comunicato dalla banca centrale, i tassi a 12 mesi sono scesi al 2,797% dal 2,833% dell’asta del 16 ottobre mentre quelli a 18 mesi sono saliti al 3,034% dal precedente 3,022%. L’ammontare collocato e’ superiore alle attese dei mercati
Nonostante lo spread Btp/bund rimanga stabile a 355 punti base, a Piazza Affari il comparto più colpito dalle vendite è quello delle banche: Unicredit scende dell’1,5%, Intesa -2%, Banco Popolare -1,5%, MontePaschi -2,3%.
Svettano invece Fiat Industrial, Luxottica e Lottomatica.

LE CHIUSURE
Si chiude una giornata ad alta volatilità per le Borse. A Parigi il Cac-40 chiude in calo dello 0,06%, il Ftse 100 di Londra scende dello 0,27%, il Dax di Francoforte dello 0,39% e l’Ibex di Madrid dello 0,48%. Piazza Affari ancora una volta in evidenza, con l’indice FtseMib che chiude in calo dello 0,6% 15.194 punti, e un grafico intraday che provoca le vertigini. A guidare le danze sono state le continue oscillazioni delle banche e dei titoli petroliferi, Eni in testa. Sull’andamento dell’azionario ha inciso anche l’intonazione negativa degli indici di Wall Street che hanno annullato i rialzi registrati dopo le prime contrattazioni. L’euro ha continuato a indebolirsi e in serata è sceso a 1,274 contro il dollaro, da 1,277 della chiusura precedente.

IL DISCORSO DI DRAGHI TRA SPAGNA E GRECIA
Dopo il brutto scivolone di ieri, stamani in Europa la seduta era iniziata con un lieve recupero. Ma a Milano la tendenza positiva è durata poco, e senza motivi apparenti Piazza Affari a metà mattina era già in ribasso dell’1%. In apertura gli ottimisti avevano puntato sulla notizia positiva proveniente da Atene, dove ieri sera il Parlamento ha approvato il nuovo pacchetto austerità concordato con Ue, Bce e Fmi, indispensabile per ottenere la prossima tranche di aiuti senza la quale fra una settimana la Grecia sarebbe fallita. La Borsa di Atene ha incassato il risultato con un ribasso del 5%.
Piazza Affari a sua volta non ha dato segni di ripresa nemmeno dopo il successo dell’asta di titoli di Stato spagnoli: Madrid ha collocato bond a diversa scadenza per un ammontare di 4,76 miliardi, superiore ai 4,5 miliardi previsti come target massimo dall’emittente. Ciononostante, la reazione degli spread è piuttosto fiacca: lo spread Btp/Bund è tornato a salire a quota 363 punti base, per un rendimento del Btp 10 anni del 4,99%.
La Bce, come previsto, ha lasciato i tassi invariati allo 0,75%. Il presidente Mario Draghi ha dichiarato che il “momentum” della crescita europea resta debole, ma i segnali di ripresa della fiducia sui mercati si cominciano a vedere. Restano cruciali, comunque, le riforme fiscali e strutturali che ciascuno Stato della zona euro dovrà operare, e, soprattutto, la necessità di dare impulso al mercato del lavoro. Sulla questione Madrid, Draghi ha ribadito che spetta solo alla Spagna decidere se chiedere aiuti all’Ue e non alla Banca centrale europea.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Venendo ai dettagli di Piazza Affari, fra le blue chip spicca il rialzo di A2A, in crescita del 5,3% dopo la presentazione di risultati del terzo trimestre migliori delle attese e di un nuovo piano industriale che punta a ridurre drasticamente il debito entro il 2015. La societa’ prevede la cessione mirata di quote di minoranza, l’incremento dell’efficienza operativa, e la crescita organica della redditivita’ in quattro aree di core business: energia, ambiente, calore e reti. Con il nuovo piano, il management stima un Ebitda pari a 1,3 mld euro e il debito in calo a 3,2 mld.Lottomatica ha guadagnato il 3,5% dopo i risultati migliori delle attese annunciati ieri sera. Seduta a due velocità per il comparto bancario: MontePaschi ha ceduto il 2,48% a 0,212 euro, Popolare di Milano l’1,96% a 0,399 euro, Banco Popolare l’1,92% a 1,176 euro. In positivo Intesa SanPaolo (+0,50% a 1,218 euro), Mediobanca (+0,76% a 4,508 euro) e Unicredit (+0,35% a 3,418 euro).
Sul listino principale è caduta Pirelli, in ribasso del 2,7%. Alcuni analisti prevedono che lunedì prossimo la società annuncerà una revisione dei target.
Contrastati gli altri titoli industriali: Fiat è scesa dello 0,6%, Fiat Industrial +0,2%, Finmeccanica è arretrata del 2,6% in attesa dei risultati che saranno annunciati a mercati chiusi. In calo anche Prysmian -2,1%, che nella trimestrale diffusa oggi ha annunciato un aumento del debito sopra le stime degli analisti.
Fra i petroliferi, Eni è scesa dello 0,4%, Tenaris ha chiuso in parità, Saipem ha ceduto il 3,2%, mentre Saras affonda con un -5,9%.
Tra i titoli finanziari Generali, che domani annuncerà i risultati del terzo trimestre, ha guadagnato lo 0,4%. I buoni risultati hanno spinto Azimut in rialzo del 3,2%.
Forti perdite per Autogrill -3,9% e Mediaset -3,4%. In calo anche Diasorin -2%.
In calo Enel -1,9%, debole anche Telecom Italia -1,1%.

Prosegue la discesa a Piazza Affari in attesa della conferenza stampa di Mario Draghi prevista per le 14.30. Il Ftse Mib è arrivato a perdere oltre un punto percentuale scendendo fino a quota 15.102. In territorio positivo, anche se con incrementi frazionali, Parigi Londra e Francoforte. Commodities poco sopra la parità con il petrolio wti che resiste a 85 dollari il barile, e l’oro che galleggia a 1.715 dollari l’oncia.
Stamani ha avuto successo l’asta dei titoli spagnoli, concentrata su bond a medio/lunga scadenza. Sono stati piazzati 4,76 miliardi di bond, più dei 4,5 miliardi previsti come target massimo dall’emittente. Elevate le richieste pari rispettivamente a 2,83, 2,11 e 1,57 volte l’offerta. Ciononostante, la reazione degli spread è fiacca così come quella delle Borse europee (Madrid perde lo 0,7%). Lo spread Btp/Bund è tornato a salire a 365 punti base.
Su tutti svetta la Grecia, il cui spread scende di 20 punti base a quota 1.542, poco sopra i minimi dell’anno, grazie all’approvazione delle misure di austerity che aprono la strada alla terza tranche di aiuti, salvo intoppi dell’ultima ora che quando si parla di Grecia sono sempre da tenere in conto. Il rendimento del decennale è sceso di nuovo sotto il 17%.
Tra i peggiori di Piazza Affari stamani si segnalano Pirelli (-4%) e Finmeccanica, ques’ultima in attesa dell’uscita dei conti prevista oggi a mercati chiusi. Gli analisti di Equita si aspettano un ritorno all’utile per 7 milioni di euro dal rosso di 791 milioni registrata un anno fa, i ricavi dovrebbero attestarsi a 3,87 miliardi di euro, il margine operativo lordo (Ebitda) a 291 milioni mentre gli ordini sono stimati a 3,02 miliardi di euro. Male anche Tenaris che ieri sera ha pubblicato i dati del terzo trimestre 2012. Le vendite sono salite del 7% a/a a 2,65 miliardi di dollari, leggermente al di sotto delle attese degli analisti.
Maglia rosa del listino è invece Lottomatica che sale di oltre 2 punti percentuali e si porta a ridosso di quota 17 euro.

LE CHIUSURE
Le borse europee archiviano una giornata vissuta all’insegna dell’incertezza e caratterizzata da scambi molto limitati, alla vigilia del voto negli USA. Il Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,43% a 15.544 punti, risultando insieme all’Ibex-35 (-1,89%) tra i peggiori indici d’Europa. Dax -0,51%, Cac-40 -1,26% e Ftse 100 -0,5%. Sul mercato dei titoli di Stato arretra il Btp a 10 anni, con il rendimento in rialzo al 4,98% e lo spread a quota 355 punti base. L’euro è sceso a 1,278 contro il dollaro, da 1,283 della chiusura precedente. Il petrolio wti arranca a 85,31 dollari il barile senza trovare slancio per un rimbalzo, l’oro staziona a 1.684 dollari l’oncia.

INCOMBONO DUE INCOGNITE: LE ELEZIONI NEGLI USA E LA GRECIA
Gli investitori stanno alla finestra a causa dei dubbi sull’esito delle elezioni presidenziali che si terranno domani negli USA. Il risultato più temuto è un vantaggio di misura tra i duellanti, che potrebbe pesare negativamente sulle soluzioni necessarie a evitare il baratro fiscale, che ormai è il vero incubo dei mercati. Se il Congresso non arriverà a un accordo dopo le elezioni, scatteranno dal primo gennaio prossimo tagli automatici alla spesa pubblica e aumenti alle imposte pari a circa 600 miliardi di dollari che rischiano di far scivolare l’economia Usa in recessione. In America e’ stato reso noto l’indice Ism dei servizi, che a ottobre e’ sceso al 54,2% (54,5% il consenso) dal 55,1% di settembre. Il dato e’ stato in linea con le attese. Nel frattempo le vicende della Grecia sono tornate a preoccupare gli investitori. Questa settimana il Parlamento di Atene dovrà varare il nuovo piano di austerità che prevede ulteriori tagli in un clima politico sempre più teso. Sul voto delle misure incombe una possibile crisi politica che vede molti parlamentari minacciare di non votare se prima non si farà chiarezza sulla lista degli evasori.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
A Milano hanno chiuso in rialzo solo tre blue chip: Fiat Industrial +0,9%, Ferragamo +0,1% e Tod’s +0,4%. Fiat (F.MI) ha perso l’1,5% dopo che Goldman Sachs ha abbassato la raccomandazione a neutral da buy con target price tagliato a 4,7 euro da 7,7 euro. Segno meno per tutti i titoli del comparto bancario: MontePaschi -1,7%, Intesa -2,1%, Unicredit -0,8%. Mediobanca (MB.MI) – 1,9%. Tonfo di Banca Pop.Em.Rom -3,5%. Vanno male anche i petroliferi: debole Eni che è scesa dell’1,3%, Saipem -1,1%, Tenaris è finita in ribasso dello 0,8% dopo che Exane ha ridotto il target price del 5% a 18 euro. Mediaset (MS.MI) ha chiuso in ribasso dell’1,8%, dopo un’inversione rispetto all’avvio positivo. Il titolo si era mosso in seguito alle indiscrezioni secondo cui la francese Canal+, controllata dal gruppo Vivendi, sarebbe interessata all’acquisizione della piattaforma Mediaset Premium. Tra le utilities A2A ha registrato un -2,93%. L’ipotesi degli analisti di Banca Imi riguardo un Ebitda trimestrale in crescita del 31%, non e’ bastata a compensare i cali. In rosso anche Enel con un -2,04%, nonostante dall’approfondimento del quotidiano torinese La Stampa del lunedi’ siano emerse notizie positive. Infatti sull’articolo si legge che la societa’ dovrebbe confermare i target 2012 con Ebitda atteso a 16,5 mld euro e un utile netto a 3,4 mld euro. Giornata da dimenticare per Parmalat che ha chiuso in ribasso del 3,1%.
Lottomatica (-0,66%) rimane in rosso anche dopo la notizia che la controllata del gruppo, Gtech Global Services Corporation Limited, ha firmato un contratto con la New Zealand Lotteries Commission (NZ Lotteries) per la fornitura di nuova tecnologia e servizi dedicati alla lotteria.

LE CHIUSURE
Inizio di ottava con il segno meno per i listini europei. A Madrid l’Ibex ha aperto la settimana con un calo dell’1,12% a 8.138,4 punti, a Parigi il Cac40 cede lo 0,95% e si ferma a 3.497,22, calo di mezzo punto percentuale (-0,52%) per il Dax di Francoforte a 7.413,16. Limita le perdite il Ftse100 (-0,24%) che si attesta a 5.838,84. Chiusura in rosso per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,78 a 15.867 punti, mentre l’Ftse All Share ha perso lo 0,91% a 16.977 punti. Sul mercato obbligazionario lo spread Btp/bund sale a 348 punti base. Il petrolio wti torna sotto quota 92 dollari il barile (91,25 alle 19.00 ora italiana), l’oro scende a 1.766 dollari l’oncia, mentre il cross euro/dollaro vede la moneta unica in flessione a 1,29 sul biglietto verde. I tre indici USA trascinati dalla performance negativa delle borse europee sono in territorio negativo, più marcata la flessione del Nasdaq (-0,72%).

GLI EVENTI
Oggi le borse europee sono state penalizzate dal dissidio tra Francia e Germania sul progetto di Unione bancaria e dal calo a sorpresa dell’indice Ifo, il termometro della fiducia delle imprese tedesche. Persistono inoltre i timori sulla situazione di Spagna e Grecia: nel fine settimana il settimanale “Der Spiegel” ha riportato che il buco di bilancio di Atene potrebbe essere il doppio di quello previsto. In mattinata l’indice Ifo, che a settembre e’ sceso a 101,4 punti (102,7 punti il consenso) dai 102,3 punti registrati ad agosto, ha confermato il rallentamento della Germania e ha contribuito ad incrementare il calo dell’azionario. Il Ftse Mib ha accelerato al ribasso in corrispondenza dell’asta della Germania di Bubill a 12 mesi, che pero’ e’ risultata in linea con le attese e ha dimostrato come l’aumento delle vendite fosse strettamente collegato alla situazione di Grecia e Spagna che continua a preoccupare gli investitori.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Maglia nera del listino oggi è Mediaset con un -4,59%. Secondo un report di Kepler, il calo del mercato pubblicitario italiano e della programmazione a luglio ed agosto ha inciso sulla performance delle azioni, su cui gli esperti hanno tagliato il rating da hold a reduce. Male anche Stm che scende del 3,57%, fisiologico il calo di Eni del 3,07% dovuto allo stacco della seconda tranche del dividendo, mentre Finmeccanica arretra del 2,45%.
Nel comparto bancario Mediobanca (+1,66%) e’ l’unico titolo in rialzo. In rosso invece Montepaschi (-2,12%), B.Pop.Em.Romagna (-1,46%), Unicredit (-0,81%), Intesa Sanpaolo (-0,64%), B.P.Milano (-0,2%) e B.Popolare (-0,16%).
Acquisti su Fiat (+2,45%) mentre prosegue il confronto con il governo sui piani futuri del Lingotto in Italia. Secondo alcuni analisti le dichiarazioni di Marchionne, che ha confermato la guidance 2012, e le parole del Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, che ha parlato di provvedimenti del Governo per facilitare le attivita’ di esportazioni, hanno rassicurato gli investitori. Bene anche Diasorin (+1,43%), a cui il sole24ore ha dedicato la rubrica lettera all’investitore nel numero di domenica, Tod’s (+1,35%), Lottomatica (+1,16%) ed Enel (+1,01%).
Fuori dal listino principale di Piazza Affari SO.PA.F in forte rialzo con un +23,53% dopo che le azioni sono entrate in asta di volatilita’ per gran parte della seduta. Acquisti anche su Aeffe (+15,44%) in scia alla notizia dell’accordo strategico con Aimz. Biancamano segna un +14,9% dopo che venerdi’ l’azienda si e’ aggiudicata la gara indetta dal comune di Ceriale in provincia di Savona.

LA CHIUSURA DELLE BORSE EUROPEE
Giornata di vendite sulle Borse europee, condizionate da un mix di fattori negativi. Si va dai risultati degli indici Pmi su Cina, Eurozona e USA alle prese di beneficio legate alla vigilia delle ‘quattro streghe’, ovvero il venerdì in cui scadono contemporaneamente i quattro contratti sui derivati (i future, le opzioni, le opzioni sugli indici e le opzioni sui singoli titoli), al calo delle commodities, con lo scivolone del petrolio su cui abbiamo postato alcuni materiali nella giornata di ieri. Anche oggi il privilegio della maglia nera va a Milano, con l’indice Ftse Mib che perde l’1,68% a 15.830,28 punti, dopo un affondo intraday in area 15.730. Invariata Francoforte, che lima uno 0,02% a 7.389,49 punti. Il Cac 40 di Parigi cede lo 0,62% a 3.509,92 punti, il Ftse 100 di Londra segna -0,57% a 5.854,64 punti, l’Ibex di Madrid arretra dello 0,95% a 8.022,1 punti. Sull’obbligazionario lo spread btp/bund risale a 340 punti base.

BRUTTI NUMERI IN ARRIVO
Il dato cinese sull’attivita’ manifatturiera, calata a settembre per l’undicesimo mese consecutivo, ha alimentato il nervosismo sui mercati mettendo in rilievo che l’economia della Repubblica Popolare sta accusando una brusca frenata a dispetto delle misure di sostegno varate dal governo, comprese le misure di stimolo monetario. Anche in Europa il quadro non è roseo, con l’indice Pmi che misura l’attivita’ del settore privato, piombato ai minimi da tre anni. Lieve calo per le richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, che sono scese la settimana scorsa di 3 mila domande a un tasso destagionalizzato di 382 mila. Lo riferisce il dipartimento del Lavoro. La media delle ultime quattro settimane, un dato considerato meno volatile, è salita per la quinta settimana di fila a 377.750. Gli analisti si aspettavano un calo delle richieste a 370 mila. Resta il problema di fondo, ossia il fatto che le ricorrenti iniezioni di liquidità effettuate dalle banche centrali non sembrano più in grado di risolvere i problemi strutturali di un’economia che non cresce perché il problema di fondo è la contrazione dei posti di lavoro, con conseguente contrazione dei redditi e dei consumi. E la prossima trappola della liquidità potrebbe avere davvero un impatto devastante.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Niente paura, siamo di fronte alla prosecuzione di una fase di correzione sul nostro listino. “I ribassi non sono legati a particolari dati macroeconomici, si tratta piuttosto di un movimento tecnico di aggiustamento. Il prossimo obiettivo e’ il raggiungimento dei 15.629 punti. A spingere il listino verso il basso sono i titoli finanziari, sui quali sta incidendo sicuramente la sospensione delle vendite allo scoperto e lo spread sul decennale Btp/Bund che e’ in risalita” a 347 punti base”. Così ha pontificato oggi un trader intervistato da MF-Dowjones.
Anche oggi il comparto bancario è stato bersagliato dalle vendite: maglia nera del listino principale Monte dei Paschi ha ceduto il 5,32% a 0,235 euro, Banca Pop.Em. Romagna perde il 5% a 4,626 euro, Popolare di Milano il 4,10% a 0,43 euro, Banco Popolare il 4,37% a 1,203 euro, Ubi Banca il 2,17% a 3,068 euro, Intesa SanPaolo il 3,39% a 1,225 euro, Unicredit il 3,11% a 3,432 euro. Mediobanca (-3,55% a 4,076 euro), che in mattinata viaggiava in testa al Ftse Mib, ha virato al ribasso in scia all’uscita dei conti dell’esercizio 2011-2012.
Pirelli ha lasciato sul parterre il 3,20% a 8,935 euro pagando la bocciatura da parte di Citigroup. La banca d’affari statunitense ha ridotto il giudizio sulla società degli pneumatici a neutral dal precedente buy. Ancora debole Mediaset (-2,10% a 1,682 euro), mentre Fiat ha ceduto il 2,32% a 4,542 euro. Enel (invariata a 2,98 euro) ha limitato i danni con Societe Generale che ha avviato la copertura sul titolo del colosso elettrico con rating buy e target price a 3,5 euro. La maglia rosa di giornata l’ha indossata Lottomatica con un rialzo del 2,04% a 17,04 euro, seguita da Autogrill e Impregilo, che segnano rialzi superiori al punto percentuale, e poi Ansaldo e Luxottica, con incrementi attorno al mezzo punto. Petroliferi tutti col segno meno: Eni (-1,08% a 18,24 euro), Saipem (-1,43% a 38 euro) e Tenaris (-2,36% a 16,11 euro). Oggi il petrolio è riuscito a mantenersi al di sopra dei 92 dollari il barile, dopo lo scivolone continuo che lo ha visto precipitare da quota 99, livello toccato venerdì 14 all’indomani dell’annuncio del QE3 da parte della Federal Reserve.
Nonostante il calo odierno l’attivismo del cane a sei zampe sul fronte delle esplorazioni viene confermato dalla nota diramata oggi dall’azienda: “Eni ha effettuato la prima scoperta a olio nel blocco Offshore Cape Three Points, situato nel Tano Basin, nell’offshore del Ghana, circa 50 chilometri al largo della costa. La scoperta e’ rilevante poiche’ caratterizzata da potenzialita’ di sviluppo commerciale e conferma l’importanza del blocco anche in termini di presenza di olio, oltre che di gas naturale e di condensati. Eni ha in programma l’immediata perforazione di altri pozzi per delineare la dimensione della scoperta e confermarne la possibilita’ di sviluppo commerciale”.

EFFETTO BAZOOKA SULLE BORSE EUROPEE.
Chiusura positiva per le Borse europee all’indomani del colpo di bazooka sparato da Supermario. A Londra l’indice Ftse 100 chiude con un +0,30% a 5.794 punti, seguito dal Cac40 di Parigi, in progresso dello 0,26% a 3.519 punti. Il Dax di Francoforte ha guadagnato lo 0,66% a 7.214 punti. Piazza Affari si conferma la migliore d’Europa e chiude con un robusto rialzo: l’indice Ftse Mib mette a segno un +2,09%, e si congeda a 16.110,27, con una performance mensile superiore al 12%. Si sono scambiati volumi per un controvalore di 2,7 miliardi di euro. Se Milano svetta tra i principali listini europei Madrid sconta l’incertezza del governo sulla possibile richiesta di adesione al programma di acquisto di bond messo in cantiere dalla Bce. L’indice Ibex ha recuperato sul finale archiviando la seduta con un +0,26% a 7.882 punti. Buone notizie sul fronte dello spread tra i Btp decennali e corrispettivi Bund tedeschi, il cui valore e’ sceso sotto i 356 punti base. A far sgonfiare temporaneamente gli entusiasmi sui listini del Vecchio continente sono stati i dati deludenti sul mercato del lavoro americano. La creazione di posti di lavoro negli Usa ad agosto è stata pari a 96.000 unita’, ben al di sotto del consenso a quota +120.000 unità. Ora l’attenzione degli investitori si sposta sui prossimi appuntamenti: la sentenza della Corte costituzionale tedesca sull’Esm e le elezioni in Olanda, entrambi in agenda il 12 settembre. Senza contare il Fomc, la riunione del comitato esecutivo della Federal Reserve, nel corso del quale il presidente Ben Bernanke potrebbe annunciare l’avvio di un terzo quantitative easing.

PROSSIMO APPUNTAMENTO IL 12 SETTEMBRE
Il decisionismo di Supermario ha scatenato l’entusiasmo delle borse europee. Stavolta la decisione dell’Eurotower è stata chiara e netta, con l’impegno ad acquistare debito sovrano senza tetti o limiti di sorta. L’unico prevedibile voto contrario è arrivato dal presidente della Bundesbank Jens Weidmann, ormai privo del sostegno dei colleghi di Finlandia e Olanda. Tuttavia sono in molti a temere un colpo di coda dei falchi teutonici. Mercoledì 12 settembre è atteso il verdetto della corte costituzionale tedesca sulla conformità dell’Esm alla legge nazionale, e una eventuale bocciatura potrebbe scatenare una nuova tempesta sui mercati. Del resto il piano varato dalla Bce si fonda sulla richiesta formale di aiuti allo stesso Esm da parte dei paesi in difficoltà, secondo il cosiddetto principio della condizionalità. Le rassicurazioni arrivate nei giorni scorsi dal ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble potrebbero non essere sufficienti a scongiurare il peggio.

FOCUS SUI TITOLI DI PIAZZA AFFARI
Anche oggi hanno continuato a mettersi in luce i titoli del comparto bancario a partire da Montepaschi (+10,84%) la migliore del settore e dell’intero Ftse Mib. Gli analisti evidenziano come l’istituto di credito sia molto esposto ai titoli di Stato italiani; del resto, nei primi sei mesi dell’anno tutte le banche italiane hanno incrementato l’esposizione ai governativi. Seguono Ubi Banca (+4,5%), Unicredit (+4,39%), Intesa Sanpaolo (+1,5%), Banco Popolare (+1,34%), Banca Pop.Em.Romagna (+0,8%) e Mediobanca (+0,57%). Chiude in rosso, invece, Banca Pop. Milano (-1,87%). Denaro su Telecom I. (+6,65%): oggi il quotidiano “Il Sole 24 Ore” riporta che Al Jazeera avrebbe fatto un passo indietro nel presentare un’offerta per la controllata Telecom Italia Media. Segno più per Mediaset (+5,57%), Autogrill (+3,11%), Enel (+3,35%), Fiat Industrial (+3,14%), Finmeccanica (+1,65%) e Prysmian (+2,29%), il cui acquisto di Global Marine Systems Energy ha fatto scattare la raccomandazione overweight da parte di molti analisti. Bene anche Azimut (+2,21%), su cui gli esperti di Intermonte hanno alzato la raccomandazione a buy. Tra i titoli negativi Campari (-2,06%), Luxottica (-1,11%), Pirelli & C. (-1%) e Lottomatica (-0,36%). Petroliferi in ordine sparso: segno meno per Tenaris (-0,72%) e Saipem (-0,08) mentre Eni sale dell’1,70%. Fuori dal listino principale implode Rcs (-28,44% a 1,55 euro) dopo la corsa degli ultimi giorni. Tra le commodities il petrolio rimane stabile sopra i 96 dollari il barile, mentre l’oro mette a segno un incremento del 2% e si porta a 1.740 dollari l’oncia.

GLI APPUNTAMENTI MACRO DELLA PROSSIMA SETTIMANA
Sul fronte macroeconomico, la prossima settimana non si preannuncia particolarmente densa. Dopo un lunedì privo di appuntamenti, da segnalare per martedì negli USA il dato sul deficit commerciale di luglio, per mercoledì le richieste di mutui e per giovedì il rapporto del dipartimento del Lavoro sui prezzi alla produzione in agosto, oltre alle consuete richieste iniziali di sussidi di disoccupazione. Venerdi’ infine giornata clou con quattro importanti indicatori: si iniziera’ con le vendite al dettaglio di agosto e con le statistiche relative allo stesso mese sui prezzi al consumo, per proseguire poi con il rapporto della Federal Reserve sull’andamento della produzione industriale nello stesso mese. L’Universita’ del Michigan infine rendera’ nota la prima statistica provvisoria sull’andamento della fiducia dei consumatori in settembre.

Le Borse europee chiudono in rialzo l’ennesima giornata sulle montagne russe che ha visto un susseguirsi di continui cambiamenti di fronte: a Londra l’indice Ftse 100 guadagna l’1,38% a 5.712,82 punti, il Cac 40 di Parigi avanza dello 0,91% a quota 3.321,56 punti e il Dax di Francoforte registra un -0,26 a 6.754,46 punti. A Milano l’indice Ftse Mib archivia la seduta in rialzo dello 0,27% a 13.928,59 punti e l’Ibex di Madrid segna un -0,27% a 6.720 punti.
In una giornata densa di dati macroeconomici, gli investitori USA restano in attesa di conoscere gli esiti della riunione della Fed che si chiuderà stasera e da cui gli analisti si attendono l’annuncio del QE III, che dovrebbe partire da settembre. Numeri deludenti sono arrivati dagli USA con l’indice ISM che rimane sotto la soglia del 50% che segna lo spartiacque tra espansione e contrazione. Dal mese di giugno al mese di luglio c’è stato appena un incremento dello 0,1% che lo ha portato a quota 49,8%. Migliorano invece i dati sul mercato del lavoro, con 160mila nuovi posti in più creati a luglio nel settore privato. Numeri che stavolta battono in positivo le stime degli analisti. In Eurolandia resta alta l’attenzione sul problema del debito sovrano nel giorno in cui il premier Mario Monti ha incontrato il collega finlandese Jyrki Katainen. Assieme a Olanda e Germania, la Finlandia è il paese più scettico a un maggiore coinvolgimento delle istituzioni europee per aiutare i paesi in crisi. Partiti deboli, i listini europei hanno girato al rialzo dopo che il premier finlandese ha dichiarato che il mercato europeo dei bond sovrani non è normale e che in alcuni Paesi i rendimenti sono troppo alti. Italia e Finlandia concordano sulla necessità di fare ordine nei rispettivi conti nazionali e di trovare una soluzione europea per gli spread. Lo spread decennale è sceso di 23 punti base a 453, con il rendimento in calo al 5,89%. Il cross euro dollaro si attesta intorno a 1,230.
A Piazza Affari, fra le blue chip milanesi la performance migliore è stata quella di Parmalat salita del 9,5% dopo i buoni risultati trimestrali. Cheuvreux ha alzato il giudizio a outperform da underperform.
E’ proseguito il crollo di Mediaset che ha perso il 10% colpita da una raffica di tagli di target price da parte dei broker internazionali. La società di Cologno Monzese ha fatto sapere di aver riportato nel primo semestre un utile netto di 43,1 milioni di euro, in calo del 73% rispetto ai 162,8 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Balzo finale del 4,5% per Enel Green Power dopo la comunicazione della trimestrale. Nel primo semestre dell’anno l’utile netto del gruppo è sceso del 26,3% a 221 milioni di euro rispetto ai 300 milioni di un anno fa, mentre i ricavi sono passati da 1,33 miliardi a 1,32 miliardi. Buona l’intonazione dei bancari in attesa dell’importante riunione di domani della Bce: Unicredit +0,4%, Intesa +0,5%, Banco Popolare +0,7%, MontePaschi +1,7%. Tra i petroliferi Eni (-0,24%) è stata tutto il giorno sotto i riflettori dopo aver chiuso il primo semestre del 2012 con un utile netto adjusted di 3,94 miliardi di euro, in crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I profitti del secondo trimestre si sono attestati a 1,46 miliardi, registrando un progresso del 2%. Nel periodo aprile-giugno il colosso energetico nazionale ha visto la produzione di idrocarburi aumentare del 10,6% a 1,647 milioni di barili al giorno. La performance è stata sostenuta dalla ripresa delle attività in Libia e dall’entrata a regime di giacimenti in Australia, Russia ed Egitto. Le vendite di gas di 20,15 miliardi di metri cubi hanno invece registrato una flessione del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Bene Lottomatica grazie al +2% di oggi si spinge sui massimi dall’ottobre 2009,Telecom Italia +2% dopo i dati trimestrali delle controllate sudamericane, e Diasorin +2,2%. Fiat ha girato in rialzo dello 0,1% dal -2% di stamattina. Anche Finmeccanica azzera quasi del tutto il -5% dell’apertura e chiude con un ribasso dello 0,7%. A2A balza in avanti dell’1% dal -4% dopo risultati trimestrali migliori delle attese. Giornata nera per i raffinatori: Erg -3%, Saras -4%. Entrambe sono state declassate oggi da Bank of America.
Alle 18.30 italiane il petrolio wti continua a salire e si porta a 88,89 dollari il barile, l’oro flette a 1.607 dollari l’oncia, e i tre indici di Wall Street in attesa del discorso di Bernanke previsto per le 20.15 ora italiana viaggiano poco sopra la parità.