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Nemmeno l’oro fisico ci salverà dall’immane disastro che incombe sull’economia planetaria. Così parlò Marc Faber, il guru della finanza mondiale noto come il “Dottor Destino”. Si tratta di una radicale inversione di rotta per un investitore di lungo corso la cui strategia è stata long sul mercato azionario a partire dal 2009. In un’intervista rilasciata giorni fa a Bloomberg Marc Faber ha argomentato la propria tesi affermando in sostanza che l’enorme massa di liquidità che le banche centrali di tutto il mondo, a partire dalla Federal Reserve americana, hanno iniettato nel sistema finanziario allo scopo di sostenere l’economia reale sta creando una bolla dietro l’altra. Quella che sta imperversando nell’economia mondiale, a circa sei mesi dal varo del terzo round di quantitative easing (QE3) da parte della Fed, provocherà un’esplosione dalla quale nemmeno l’oro fisico ci potrà salvare. Il testo integrale dell’intervista a Marc Faber è pubblicato in questa pagina del sito businessinsider.com L’intervista su Bloomberg è a questa pagina.

Marc Faber, publisher of the Gloom, Boom & Doom report, discusses U.S. markets, Europe’s financial woes and investment strategy. He talks with Tom Keene and Alix Steel on Bloomberg Television’s “Surveillance.”
Marc Faber
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Quando finirà l’orgia della liquidità e il rally dei mercati finanziari comincerà ad avere il fiato corto sarà l’inferno, sentenzia il leggendario gestore di fondi Stan Druckenmiller. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è Warren Buffett, il quale ritiene che molti gestori venderanno le proprie partecipazioni nel momento in cui si fermerà il pompaggio di moneta nell’economia da parte della Federal Reserve. “Sarà un giorno molto interessante” quando questo accadrà, ha aggiunto.
I dettagli su marketwatch.com e su yahoo finanza.

Nel frattempo il grafico mostra che finora il perdente è il safe haven per eccellenza: l’oro
(per i dettagli vai su businessinsider.com)

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I future sulle Borse europee anticipano un avvio di seduta poco mosso dopo il rally messo a segno ieri.
Stamattina le Borse asiatiche sono toniche: Tokio ha chiuso in guadagno del 2,6%, Shanghai +1,1%, con il Pil cinese in crescita del 7,8% nel 2012 sostenuto soprattutto dalla domanda interna. Hong Kong +0,9%, Seul +0,6%, Bombay +0,5%.
L’euro prosegue nel rafforzamento contro tutte le principali valute. In avvio di giornata il cross euro dollaro è fissato a 1,338 da 1,337 di ieri sera. La moneta unica fa segnare nuovi record di periodo contro Franco Svizzero e Yen.
In crescita i prezzi del petrolio in seguito all’acuirsi delle tensioni geopolitiche in Mali e in Algeria. Brent +0,6% a 111,2 dollari e Wti +1,4% a 95,5 dollari sui massimi da metà settembre. Le incertezze del quadro geopolitico spingono l’oro fino a 1.690 dollari l’oncia.
Oggi non sono in agenda emissioni di titoli periferici della zona euro. Italia, Portogallo, Irlanda e Spagna hanno superato a pieni voti il primo ostacolo del 2013 e ciò ha determinato una ulteriore forte contrazione dei differenziali. Lo spread decennale Btp/Bund riparte da quota 258 per un rendimento del Btp 10 anni al 4,19%.
Poco prima delle 16 italiane arriva invece da oltreocaeno il dato sull’indice di fiducia dei consumatori diffuso dall’Università del Michigan, atteso in crescita rispetto ai 72,9 punti precedenti.

Nella prima seduta del 2013 Tokio balza in avanti del 2,8% sui massimi dal febbraio 2011, mentre Shanghai +0,3% è più prudente dopo che il settore Servizi ha registrato nel mese di dicembre il ritmo di crescita più lento degli ultimi 18 mesi. Negative le Borse di Hong Kong -0,4% e Seul -0,5%.
Deboli i prezzi delle materie prime a pochi minuti dall’inizio delle contrattazioni sulle piazze europee: il petrolio Wti scivola a 92,7 dollari il barile, l’oro cede lo 0,5% a 1.653 dollari l’oncia, ieri aveva perso l’1,3%.
Wall Street ha chiuso ieri in negativo dopo l’euforia seguita all’accordo per evitare il fiscal cliff.
Sulla seduta di ieri ha pesato il contenuto dei verbali dell’ultima riunione tenuta dalla Fed a metà dicembre da cui emerge che alcuni membri del comitato direttivo della banca centrale USA sarebbero favorevoli a mettere fine al programma di acquisto di bond su mercato entro il 2013.
Il Dow Jones ha chiuso a – 0,16%, S&P500 -0,21%, Nasdaq -0,38%.
Immediate le ripercussioni positive sul dollaro che apre la giornata a quota 1,305 contro euro, sui massimi dal 12 dicembre scorso, su attese di un futuro aumento dei tassi americani. Il Dollar Index, contro un paniere di sei principali valute mondiali, sale a quota 80,5.
I future sulle Borse europee anticipano un’apertura incerta che fa il paio con la seduta di consolidamento di ieri.
Oggi non sono in agenda aste di titoli periferici. Lo spread Btp/Bund riparte da quota 274, nuovo minimo dal mese di marzo, per un rendimento del Btp 10 anni al 4,22%, minimo da novembre 2010.

fiscal cliff

Nel grafico riportato sopra tutti i numeri sul fiscal cliff. Mancano ancora 10 giorni prima che l’economia USA piombi nel cosiddetto “baratro fiscale”, ossia la concomitanza di tagli automatici alla spesa pubblica e inasprimenti fiscali, per un ammontare complessivo di 600 miliardi di dollari, nel caso in cui il Congresso non riuscisse a trovare un accordo sul budget federale entro la fine dell’anno. (tutti gli aggiornamenti in tempo reale su marketwatch.com)

Su milanofinanza.it possiamo iniziare a leggere le previsioni per il 2013. La sfera di cristallo stavolta è di Saxo Bank che articola uno scenario fantascientifico in 10 punti. Dal crollo della borsa tedesca al petrolio wti che affonda a 50 dollari il barile, seguito a ruota dall’oro che dovrebbe piombare a 1.200 dollari l’oncia. Non è previsto, almeno per ora, un attacco alieno sulla Federal Reserve.

In questo articolo a cura di Sam Ro apparso su businessinsider.com possiamo individuare la bussola di Credit Suisse, che snocciola i tredici temi del 2013 che faranno da market movers. Il più interessante è il riferimento alla Shale Revolution che potrebbe portare a una svolta storica rendendo gli USA indipendenti dai paesi mediorientali nell’approvvigionamento di petrolio.

Il Dottor Destino (Nouriel Roubini), alla domanda se sia “bullish” riguardo all’economia a stelle e strisce, risponde con questa dichiarazione: credo che nel lungo termine l’economia USA avrà performance superiori rispetto a quelle degli altri paesi avanzati. Nel breve mi aspetto ancora una crescita “anemica”. L’intervento integrale è pubblicato da economonitor.com. Probabilmente le valutazioni di Roubini sono al netto di un prossimo intervento della Federal Reserve, o meglio, della stampante di Bernanke.

Mancano tredici giorni e poco meno di quindici ore al precipizio fiscale. L’incontro di ieri fra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il leader dei repubblicani al Congresso, John Boehner, sembra aver registrato un riavvicinamento delle parti. Obama avrebbe offerto qualche concessione sui costi previdenziali, mentre Boehner a sua volta avrebbe fatto qualche apertura all’ipotesi di un ritocco delle imposte per i più ricchi. La partita politica prosegue in cerca di una soluzione dilatoria, o comunque di una formula che permetta a ciascuna delle due parti in gioco di dichiararsi vincitrice.
Come è ormai noto, la scadenza per raggiungere un accordo sul budget pubblico 2013 è entro la fine dell’anno. Qualora non si arrivasse a un accordo entro quella data, scatterebbero automaticamente tagli alla spesa pubblica e inasprimenti fiscali per un ammontare complessivo di 600 miliardi di dollari, un’eventualità che rischierebbe di fare cadere l’economia americana in recessione.
Stamattina, nuovo rialzo per la Borsa di Tokio. L’indice Nikkei ha terminato la seduta con un +0,96%, portandosi su nuovi massimi da aprile a quota 9.923 punti, sostenuta dalle aspettative sull’iniziativa del nuovo governo guidato da Shinzo Abe e dalla svalutazione dello yen, scivolato sui minimi di marzo contro dollaro e euro. Il cross euro dollaro apre a 1,317, poco sopra la chiusura di ieri a 1,3165.
Contrastate le altre piazze asiatiche. L’indice MSCI Asia Pacific, Shanghai, Hong Kong e Bombay oscillano intorno alla parità, Seul +0,5%.
La primissime indicazioni dai future sulle Borse europee anticipano un avvio in rialzo di circa mezzo punto percentuale. Lo spread Btp/Bund riparte stamattina da quota 318 punti base per un rendimento del 4,55%. Il petrolio wti risale a 87,7 dollari il barile, l’oro tratta a 1.702 dollari l’oncia.
Oggi sono in agenda le aste della Spagna, con scadenze a 3 e 6 mesi, e della Grecia, con scadenza a 3 mesi. Occhi ancora puntati anche sulla politica italiana. Oggi si terrà il voto di fiducia al Senato sulla Legge di Stabilità, che poi passerà alla Camera. Ieri Mario Monti non ha ancora sciolto le riserve sul suo ruolo alle prossime elezioni politiche.

Stamani la Borsa di Shanghai è in rialzo del 4,3%, in attesa domani delle nuove indicazioni economiche per il 2013 da parte del nuovo leader Xi Jinping. Hong Kong sale dello 0,6%, Seul -0,3%, Mumbai +0,2%.
Ancora una volta a dare gas ai mercati sono le indicazioni di forte accelerazione dell’economia cinese: l’indice anticipatore Pmi flash ha evidenziato per il mese di dicembre un incremento a 50,9, segnando il quinto mese consecutivo di rialzo e dipingendo uno scenario più roseo per la seconda economia del mondo.
Ieri Wall Street ha chiuso in calo, appesantita dall’incertezza che persiste sul fronte del “fiscal cliff” nonostante il duro monito arrivato dal presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke.: Dow Jones -0,5%, S&P -0,6%, Nasdaq -0,7%. L’euro è in rialzo a 1,310 da 1,307 della chiusura di ieri sera.
Sale il petrolio con il Wti a 86,6 dollari al barile (+0,8%), Brent a 108,5 dollari (+0,5%).

FOCUS SU ENI, ATLANTIA, TOD’S
Ecco le nostre segnalazioni su alcuni titoli di Piazza Affari:

ENI: nonostante i guai della controllata Saipem e le incognite che potrebbero arrivare dal servizio che Report manderà in onda sui Rai3 domenica prossima, il cane a sei zampe resta al centro dell’attenzione degli investitori. Barclays ha alzato il target price a 22 euro da 21 euro, confermando il giudizio positivo overweight. Ieri Eni ha firmato oggi con la compagnia petrolifera di Stato pakistana Ogdcl un accordo per l’acquisizione del 25% e dell’operatorship della licenza esplorativa del blocco Offshore Indus Block G, situato nel bacino dell’Indo in Pakistan.

ATLANTIA: Diffidiamo della campagna acquisti sbandierata dalla televisione di Stato, e segnaliamo che Citigroup ha confermato il giudizio sell, con target a 10 euro. Del resto secondo gli analisti di Equita SIM il vistoso calo dei consumi di benzina registrato negli ultimi mesi si traduce in un’indicazione negativa per il traffico autostradale, si parla addirittura di una contrazione del 5%.

TOD’S: Morgan Stanley ha alzato il target price a 97 euro.

LE CHIUSURE
Chiusura in territorio negativo per le principali borse europee ad eccezione di Milano e Madrid. Il Dax di Francoforte ha ceduto lo 0,43%, il Cac40 di Parigi lo 0,1% e il Ftse 100 di Londra lo 0,27%. A Milano il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,64% al termine di una giornata molto volatile che ha fatto registrare un affondo fino a quota 15.713 punti, con volumi per 1,4 miliardi di euro circa, mentre l’Ibex di Madrid è salito dello 0,38%. Oltreoceano andamento altalenante per i tre indici di Wall Street, che viaggiano di poco sotto la parità quando in Italia sono passate da poco le 18.30. Lo spread Btp Bund è sceso a 334 punti base, il petrolio wti si posiziona a 86,8 dollari il barile, mentre l’oro si assesta a 1.709 dollari l’oncia. Il cross euro/dollaro vede la moneta unica a 1,31 contro il biglietto verde.

ECOFIN, ASTE DEI BTP, FOMC E ACCORDO SULLA SUPERVISIONE BANCARIA
Buone notizie stamani dall’Ecofin, che ha dato il via libera al versamento della tranche di aiuti alla Grecia per un ammontare di 49 miliardi di euro. Sul mercato obbligazionario di casa nostra il Tesoro ha collocato Btp per complessivi 4,2 miliardi di euro, pari all’intero ammontare programmato. In particolare, sono stati piazzati 3,49 miliardi del nuovo Btp a tre anni a un rendimento del 2,50%, in calo dal 2,64% della precedente asta di metà novembre. A questi si aggiungono 729 milioni di Btp a 15 anni con rendimento in calo al 4,75% dal 5,32% dell’ultima asta di metà settembre.
Ieri al termine della riunione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve si è avuta una svolta importante che alcuni osservatori definiscono “storica”. Il presidente Bernanke ha reso noto che la Fed legherà il livello dei tassi al mercato del lavoro, confermando altresì che il tasso sui Fed Fund rimarrà all’attuale minimo storico (fra zero e 0,25%) finché il tasso di disoccupazione rimarrà al di sopra del 6,5%. A questo proposito sul fronte macro oggi c’è da segnalare il dato positivo circa le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione. Le rilevazioni hanno evidenziato un calo di 29 mila unita’ a 343 mila rispetto alle 372.000 (riviste) della settimana precedente. Ieri, inoltre, la Fed ha approvato un piano di riacquisto di titoli di Stato Usa da 45 miliardi di dollari al mese che partirà dal prossimo gennaio e andrà a sostituire il vecchio “twist”. Bernanke non ha mancato di sollecitare con veemenza un cambio di passo nella trattativa tra Casa Bianca e Repubblicani per scongiurare gli effetti devastanti derivanti dal “fiscal cliff”, qualora al Congresso non si arrivasse a un accordo per bloccare l’aumento automatico delle imposte e i tagli automatici alla spesa pubblica.
Tornando al Vecchio Continente, oggi c’è stato un vero e proprio coro di giudizi positivi sull’accordo raggiunto all’interno della Ue sulla supervisione bancaria. Secondo la Bce l’intesa segna una svolta decisiva verso una stabile unione monetaria ed economica e un’ulteriore integrazione europea.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Oggi gli investitori sono tornati a comprare soprattutto sul comparto bancario. In evidenza Popolare Milano (+4,84%) al centro delle indiscrezioni di stampa su un possibile cambiamento della governance e sul fatto che tale processo di trasformazione potrebbe portare la banca a diventare una Spa. Ipotesi comunque negata dallo stesso presidente Andrea Bonomi.
Italcementi è il miglior titolo di Piazza Affari in rialzo del 15% a 4,14 euro, massimo dell’ultimo mese. Ieri sera il produttore di cemento ha comunicato un programma di riorganizzazione della struttura produttiva italiana che prevede risparmi da 40 milioni di euro l’anno e comporterà il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per 665 dipendenti del settore cemento e per 85 del centro tecnico.
“Giudichiamo positivamente la notizia – scrivono gli analisti di Centrosim – Sul mercato italiano il piano dovrebbe garantire un recupero di redditività in grado di tamponare le debolezze su uno dei principali mercati dell’area Euro”.
Tra i petroliferi continua invece il momento difficile per Saipem dopo che ieri Consob ha ufficializzato la riduzione della quota da parte dei fondi Capital Research and Management Company.

Le Borse europee limano i guadagni della mattinata per i rinnovati timori del “fiscal cliff”, con Piazza Affari che sale di un risicato 0,05%. I maligni sostengono che la probabile uscita di scena dell’uomo del cerone darà più sprint al rally di fine anno di un quarto round di quantitative easing. A proposito di stampanti, nel corso delle conferenza stampa di ieri il numero uno della Fed, Ben Bernanke, ha sottolineato che le misure di politica monetaria non saranno sufficienti per compensare gli effetti negativi che deriverebbero dal “fiscal cliff”, nel malaugurato caso in cui Casa Bianca e Repubblicani non riuscissero a trovare un accordo per impedire l’aumento automatico delle imposte e i tagli automatici alla spesa pubblica. Con una svolta decisiva per la politica monetaria Usa, ieri la Fed ha inoltre agganciato il livello dei tassi al mercato del lavoro: Bernanke ha annunciato che il tasso sui Fed Fund rimarrà all’attuale minimo storico (fra zero e 0,25%) finché il tasso di disoccupazione rimarrà sopra il 6,5%. Inoltre la Fed ha approvato un piano di riacquisto d titoli di Stato Usa da 45 miliardi di dollari al mese che partirà dal prossimo gennaio.
In Europa tutti gli indici settoriali sono in calo ad eccezione delle banche (+0,2%), dopo che questa notte a Bruxelles i ministri finanziari della zona euro hanno raggiunto l’accordo per porre sotto la sorveglianza unica della Bce le principali 150 banche europee. L’accordo diventerà operativo dal 1° marzo 2014. Nel frattempo il Tesoro ha collocato complessivi 4,224 miliardi di euro di Btp nelle aste di questa mattina, su un’offerta compresa entro il range di 3-4,25 miliardi di euro.
Fra gli industriali, Finmeccanica guadagna lo 0,8% dopo che le autorità indiane hanno escluso che ci sia stata corruzione nella gara con Finmeccanica si è assicurata una commessa per 12 elicotteri all’esercito di New Delhi.
Fuori del listino principale si segnala il balzo di Italcementi. Per un approfondimento rinviamo all’articolo apparso su milanofinanza.it

LE CHIUSURE
Chiusura positiva per le Borse europee, che accelerano nel finale sulla scia della buona intonazione di Wall Street. L’indice paneuropeo Stoxx 600 sale dello 0,44%, è alla sua sesta seduta consecutiva, sul massimo dal maggio del 2011. Il rialzo è corale: a Milano l’indice Ftse Mib sale dell’1,51% a 15.585 punti. Londra frena e guadagna lo 0,06%, Parigi lo 0,94% e Francoforte lo 0,78%.
L’euro si rafforza sul dollaro a 1,30 da 1,294 di ieri sera. La valuta unica si apprezza anche sul franco svizzero a 1,212 a seguito della notizia che Ubs chiederà ai clienti di pagare per poter detenere depositi in valuta elvetica. Sul segmento obbligazionario, lo spread Bund/Btp si riduce a 345 punti base, in giornata è sceso fino a 339.
Sul versante delle commodities il petrolio wti resta poco sopra gli 85 dollari il barile e riduce gli incrementi odierni quando in Italia sono circa le 18.30, alla stessa ora l’oro si porta a 1.708 dollari l’oncia.

BENE L’ASTA SPAGNOLA E LO ZEW, SPIRAGLI SUL FISCAL CLIFF E ATTESA PER BERNANKE
Dopo un avvio prudente, l’azionariato europeo si è disteso a seguito del buon esito dell’asta dei titoli di Stato della Spagna e dell’inaspettato balzo dell’indice Zew che misura le aspettative degli investitori in Germania. Madrid ha collocato stamattina 2,39 miliardi di titoli a 12 mesi con un rendimento che scende al 2,566% dal 2,797% dell’asta precedente. Collocati anche 1,5 miliardi a 18 mesi con un rendimento del 2,778% dal 3,03% precedente. La domanda è stata rispettivamente di 2,5 e 2,7 volte l’offerta.
In Germania l’indice Zew ha fatto registrare un balzo inatteso in novembre a 6,9 da -15,7: gli economisti si aspettavano -11,5.
Inoltre il buy back della Grecia ha raggiunto quota 32 miliardi di euro, e consentirà al Paese di ridurre il rapporto debito Pil al 126,6% entro il 2020. Il prezzo medio pagato è di 33,5 centesimi. Nuovo forte calo dello spread Grecia Germania a 1.139 (-54 punti base).
Dagli USA il Dipartimento del Commercio ha comunicato che lo sbilancio commerciale, in ottobre, si è allargato a -42,7 miliardi di dollari da -40,3 miliardi di dollari di settembre. L’incremento è dovuto principalmente alla flessione delle esportazioni, in particolare verso l’Europa. Le scorte all’ingrosso sono salite in ottobre dello 0,6%, gli economisti si aspettavano un rialzo dello 0,4%, in settembre il rialzo era stato dell’1,1%. Buone notizie invece dal fronte del fiscal cliff, l’insieme di aumenti delle tasse e di riduzioni automatiche della spesa che rischiano di far cadere nuovamente in recessione gli USA. Secondo i commentatori siamo vicino ormai a un disgelo tra democratici e repubblicani per quanto concerne la politica di bilancio: nel suo intervento di ieri il presidente Barack Obama ha usato toni concilianti nei confronti del Partito Repubblicano affermando di essere pronto ad arrivare ad un accordo che soddisfi entrambe le parti.
Oggi è anche iniziata la riunione del Fomc, l’organismo della Banca centrale USA che decide in materia di politica monetaria. Gli esiti del meeting saranno diffusi domani alle 18.30, ma gli economisti si aspettano che la Fed intensifichi gli sforzi a sostegno dell’economia a stelle e strisce portando a 45 miliardi di dollari la cifra da destinare mensilmente al riacquisto di titoli di Stato.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Lottomatica si aggiudica la maglia rosa del Ftse Mib (+5,16%), grazie agli analisti di Credit Suisse che hanno alzato il rating sulle azioni da neutral ad outperform e il target price da 17,6 a 22 euro.Denaro anche su Autogrill con un progresso del 4,96%. La societa’ ha vinto tutte le concessioni per le attivita’ duty free e duty paid nei 26 aeroporti spagnoli oggetto della gara indetta da Aena Aeropuertos. Ora il focus sugli analisti sara’ sullo scorporo delle attivita’ Travel & Retail.
In gran spolvero il comparto bancario, dopo la debacle di ieri. In salita del 3,31% a 0,1996 euro MontePaschi, +1,76% a 0,3937 euro per Popolare di Milano, +1,48% a 1,234 euro Intesa. Bene anche Unicredit (+1,73% a 3,52 euro), nonostante Barclays abbia abbassato le stime sull’Eps del 18% nel 2013 e del 12% nel 2014. Confermato il giudizio equal weight e target price a 3,25 euro.
Bene pure A2A (+3,26), Saipem (+3,16), che sfrutta bene il supporto in area 29 recuperando dal calo degli ultimi giorni dovuto alle dimissioni dell’a.d. Franco Tali, per un indagine giudiziaria che vede la controllata del cane a sei zampe coinvolta in uno scandalo per presunte tangenti in Algeria. Ben comprata Terna (+2,74%), su cui gli analisti di Cheuvreux hanno alzato il rating sul titolo inserendolo nella sua Selected List (da outperform) e ha incrementato il target price a 3,4 euro per azione da 3,3 euro.
Bene anche Campari (+0,71% a 5,635 euro), dopo aver chiuso con successo l’Opa su tutte le azioni di Lascelles per circa 316 milioni di euro, e Finmeccanica (+0,95% a 4,042 euro).
Unipol affonda di quasi il 7%, in scia alle indiscrezioni stampa secondo cui la Consob si appresterebbe a contestare un errore di contabilizzazione sul bilancio 2011 a causa di rettifiche sul portafoglio titoli stutturati.