Archivio per la categoria ‘LTRO’

Fed-Balance-Sheet

Un lettore di PeakProsperity.com invia una lettera alla redazione lamentando quanto segue:

Ho cercato di capire come funzioni esattamente il meccanismo dell’allentamento quantitativo (quantitative easing) ma non sono ancora riuscito a intendere come sia possibile che la moneta venga iniettata nel sistema economico-finanziario sotto forma di liquidità producendo degli effetti reali nell’economia nonostante sia stata creata dal nulla: “My difficulty is in understanding how thin air money gets into circulation”. E’ come se l’ologramma di un pugile virtuale riuscisse a suonarle di santa ragione a un pugile in carne ed ossa.

Una bella domanda che mette in questione un problema ontologico, la magia della stampante di Ben Bernanke in grado di creare denaro con pochi clic sulla tastiera di un computer per acquistare obbligazioni societarie, titoli di stato a breve o lungo termine, o altri assets finanziari in possesso di banche commerciali che in cambio ottengono denaro liquido da utilizzare, almeno in teoria, per aprire i rubinetti del credito e incrementare consumi e investimenti. Almeno in teoria, appunto. E se questo passaggio “sperato” non si verifica quali possono essere le conseguenze? Per quanto riguarda gli USA l’eutanasia del dollaro. E’ quanto sostiene Chris Martenson in questo intervento apparso online sulle pagine di peakprosperity.com.
La risposta di Chris Martenson alla domanda del lettore non aggiunge nulla di nuovo: creare denaro virtuale è come gonfiare una bolla d’aria sperando che non esploda. Non è una gran risposta, anche perché elude il problema del potere e della sovranità monetaria. Il sovrano è colui che decide lo stato di eccezione, sosteneva Karl Schmitt, e in questo caso il sovrano è la Federal Reserve che a fronte di una situazione di emergenza esplosa nella crisi del 2008 corre ai ripari con interventi eufemisticamente definiti “non convenzionali”. Considerato il ruolo del dollaro a livello internazionale il resto del mondo o si allinea o imita la politica della Fed, come hanno fatto le banche centrali di Inghilterra e Giappone, e come in parte ha fatto la stessa Bce sotto Mario Draghi.
Come proteggersi dagli effetti devastanti di una politica del genere? La risposta di Martenson è ancora una volta la stessa di sempre: comprate oro, l’oro non può essere creato dal nulla.

ESM: licence to kill Europe

Pubblicato: agosto 29, 2012 da TrandingTraderWarrior in Esm, Euro, LTRO, spread
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Riporta il Sole le parole di Angela Merkel durante l’incontro con Monti:

Siamo d’accordo sul fatto che abbiamo un’agenda ambiziosa. Ma abbiamo i mezzi necessari per stabilizzare l’eurozona», ha aggiunto la cancelliera tedesca. Merkel ha sottolineato che l’Esm è fondamentale. «Con gli strumenti giusti possiamo stabilizzare l’euro e renderlo più forte», ha sottolineato Merkel, che però poi rispondendo a una domanda ha chiarito: «Vorrei citare Mario Draghi, è anche la mia convinzione che una licenza bancaria dell’Esm non è compatibile con i trattati».

La contraddizione è evidente e viene ripresa da più parti. Suddetta licenza rappresenta una seria ipoteca per i futuri Eurobond, sulla cui negazione la sora Angela ha fondato il proprio attuale consenso elettorale. Ma allora, la Corte Costituzionale Tedesca, cosa deve decidere il 12 Settembre ? Se dice no, sappiamo che l’euforia dei mercati, reale o dopata, subirà una brusca battuta di arresto. Se dice sì, allora va contro il Governo e contro “i trattati”. Se dice forse, ovvero se dovesse indicare la necessità di un referendum oppure la richiesta di garanzie enormi agli Stati in difficoltà, ci troveremmo di fronte all’impasse dovuto ad un ulteriore differimento. Qualunque sia lo scenario, non è affatto chiaro perché ci voglia tutto questo tempo a decidere e perché un leader politico quale la sora Merkel si esprima in modo talmente indeterminato da far saltare i nervi ad un monaco tibetano.

E quindi, in definitiva, la domanda è: per quale motivo ci stanno prendendo per il fondoschiena ?

Qua l’artcolo integrale:

Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/n4Ekf

 

“Gli europei dicono che daranno un forte sostegno ma non hanno ancora fatto niente, la Fed ha detto che darà un forte sostegno e ancora non ha fatto niente. Per questi motivi gli investitori istituzionali sono timorosi e restano corti sul mercato”. Questa esternazione di Rick Meckler, presidente di LibertyView Capital Management, ci dà perfettamente il quadro della situazione attuale. Da oltreoceano Goldman Sachs ha fatto sapere di aver ridotto del 92% la sua esposizione verso il debito italiano nel secondo trimestre. A fine giugno l’esposizione del colosso Usa ai titoli di stato del Tesoro italiano ammontava a 191 milioni di dollari rispetto ai 2,51 miliardi di fine marzo. Mentre la Bce ha tagliato le stime di crescita per il periodo 2012-2013, questa mattina sono arrivati molti dati dall’estremo oriente: in Cina la produzione industriale a luglio è aumentata del 9,2%, sotto le attese che indicavano +9,8%, mentre l’inflazione è cresciuta dell’1,8%. In Giappone la BoJ ha lasciato i tassi d’interesse nel range 0-0,1% confermando il piano di acquisto asset. Nel frattempo Nigam Arora in questo intervento apparso su marketwatch.com ricorda l’avvicinarsi inesorabile della cosiddetta rupe fiscale, traduzione letterale dell’espressione “fiscal cliff” con cui negli USA si indica la fine dei tagli fiscali, a suo tempo decisi dall’amministrazione Bush, e il subentrare di tagli automatici della spesa pubblica, due eventi che si verificheranno simultaneamente con l’inizio del 2013. Il tutto in una giornata in cui l’indice S&P500 si è portato sopra quota 1.405 punti, sui massimi da inizio maggio. Una nuova mazzata intanto è arrivata dall’agenzia Fitch che in un rapporto ha dichiarato: “Non prevediamo un’altra asta Ltro quest’anno, ma molte banche in Europa meridionale sono diventate dipendenti dai prestiti della Bce come unica loro fonte di finanziamento. Se non riusciranno a ridurre i loro impegni in tempi adeguati avranno probabilmente bisogno di aiuto per rimborsare quanto avuto nell’ambito di una precedente Ltro”.
In questo contesto oggi si è avuta una chiusura piatta per gli indici delle principali borse europee al termine di una seduta nervosa ed estremamente volatile. Il Dax di Francoforte ha terminato sui livelli della chiusura di ieri a 6.964 punti, il Cac di Parigi guadagna lo 0,54% a 3.456 punti, il Ftse 100 di Londra sale dello 0,1% a 5.851 punti. Piatta anche Piazza Affari: l’Ftse Mib perde lo 0,08% a 14.654 punti, dopo un affondo pomeridiano che l’ha portato in area 14.400 punti. Sul secondario lo spread si è portato sotto 440 punti.
Gli acquisti hanno premiato il comparto bancario con Mediobanca maglia rosa del paniere principale con un balzo del 5,30% a 3,022 euro. Il rialzo è stato attribuito alle indiscrezioni sulla possibilità di acquisti da parte di Diego Della Valle. Bene il Banco Popolare (+2,56% a 1,02 euro), stazionari Unicredit (+0,07% a 2,97 euro) e MontePaschi (+0,39% a 1,181 euro), mentre Intesa SanPaolo ha perso lo 0,36% a 1,121. Tod’s (-0,18% a 84,60 euro) si è fermata dopo il botto di ieri (+10%) in scia ai conti del primo semestre. La sorpresa, come ha sottolineato Equita, è arrivata dal segmento retail in progresso del 15% dal +17% dei tre mesi precedenti. Tra i fondamentali spicca l’Ebitda trimestrale, salito del 12% su base annua contro un atteso +5%, mentre l’utile netto ha messo a segno una crescita del 14% rispetto all’anno prima rispetto al +5% previsto dal mercato. Riflettori puntati oggi su Telecom Italia (-0,95% a 0,733 euro): il gruppo ha annunciato la vendita del 100% della partecipata Matrix, considerata asset non strategico, a Libero, società controllata da Weather Investment II, sulla base di un enterprise value di 88 milioni di euro. La cessione di Matrix concorrerà al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dell’indebitamento finanziario per l’anno 2012. Pirelli ha chiuso invariata a 8,79 euro soffrendo nella prima parte di seduta il profit warning lanciato da Nokian. Il produttore finlandese di pneumatici ha rivisto al ribasso la guidance per l’esercizio 2012, in considerazione del difficile scenario dell’Eurozona. Tra gli assicurativi Azimut ha lasciato sul terreno lo 0,82% a 7,885 euro. La società ha registrato nel mese di luglio una raccolta netta di risparmio gestito positiva per 109 milioni, arrivando a quasi 1 miliardo da inizio anno.
Poco dopo le 18.00 ora italiana si raffredda la corsa del petrolio wti che adesso quota 93,4 dollari il barile, l’oro staziona a 1.616 dollari l’oncia, l’euro passa di mano a 1,23 sul dollaro mentre i tre indici di Wall Street viaggiano poco sotto la parità.

Chiusura di seduta in rosso per Piazza Affari, precipitata nel pomeriggio in seguito alle dichiarazioni di Mario Draghi sulla debolezza della crescita in Eurolandia. Dopo una mattinata all’insegna della cautela, con il Ftse Mib che e’ arrivato a toccare un massimo a 14.488 punti, nel pomeriggio l’azionario ha visto fioccare le vendite. A penalizzare i listini e’ stato il mancato riferimento da parte del numero uno della Bce ad eventuali operazioni di liquidità. L’indice Ftse Mib chiude cosi’ in calo del 2,03%, a 14.088 punti, dopo aver toccato anche un minimo del -3,6%, a quota 13.860. L’All Share cede l’1,79%. Male lo spread, risalito a 460 punti, con tassi dei Btp sopra il 6%. punti. Tra le piazze europee maglia nera per l’Ibex, in rosso del 3% a 6.954,2 punti. Un -1,17% per il Cac40 di Parigi che si porta a 3.229,36 e -0,45% per il Dax di Francoforte a 6.535,56. In evidenza a Londra il Ftse100 che con un +0,14% sale a 5.692,63.
Draghi, nella conferenza stampa che ha fatto seguito alla decisione sui tassi (tagliati di 25 punti base) non ha parlato di una possibile terza operazione Ltro, ne’ di acquisti sui bond. Sono andate dunque deluse le attese degli operatori. Nessuna sorpresa invece dalla BoE, che ha lasciato il bank rate invariato ed ha aumentato il programma di allentamento quantitativo di 50 mld gbp a 375 mld gbp.
Sul fronte macro, dati contrastanti dagli Usa. Le stime sui posti di lavoro del settore privato sono salite a 176.000 unità dalle 136.000 di maggio (100.000 le previsioni), mentre le richieste di sussidi di disoccupazione sono scese di 14.000 unità a 374.000. Delusione è arrivata dall’Ism non manifatturiero di giugno, che si è attestato a 52,1 punti dai 53,7 di maggio (53 punti le attese).
Tra i titoli di piazza Affari affondano le banche: Intesa Sanpaolo -4,4%, Montepaschi -4,35%, Banca Popolare Milano -3,56%, Banco Popolare -3,22%. Unicredit, il cui a.d. Federico Ghizzoni ha detto che i bad loan in Italia hanno continuato a crescere nel 2* trimestre 2012, mentre nel resto del business il trend non e’ stato cosi’ negativo, ha ceduto il 5,13%. I prestiti in Italia, ha precisato Ghizzoni, rappresentano il 35% del totale.
Sul versante dei best performers si sono messe in evidenza Ansaldo STS (+3,87% a 5,90 euro) e la sua controllante Finmeccanica (+2,21% a 3,2420 euro). Finmeccanica è sostenuta da alcuni rumors riportati questa mattina dal Sole 24 Ore, secondo cui l’amministratore delegato di Piazza Monte Grappa, Giuseppe Orsi, starebbe pensando al britannico Guy Griffiths da mettere alla guida della “SuperSelex”, la società unica nella quale confluirebbero le attività nell’elettronica per la difesa in tutta Europa di Finmeccanica. E sempre dal quotidiano milanese sono venute le voci che hanno sospinto Ansaldo. Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, sarebbe questione di giorni il lancio dell’offerta sulla controllata di Finmeccanica da parte di Siemens. In verde chiude anche Prysmian (+0,73% a 12,37 euro) tonificata dall’aumento del portafoglio ordini.
Sul Ftse Italia Mid Cap si segnala il +1,99% di B.Generali, che ha beneficiato dei positivi dati sulla raccolta a giugno, mentre Unipol e Fonsai hanno perso rispettivamente il 4,84% e il 4,86%.
Riduce i guadagni il petrolio con il Wti poco sotto gli 88 dollari al barile dopo aver toccato un massimo intraday a 89 dollari. L’oro nero ha risentito del deciso calo delle scorte di greggio Usa, che la scorsa settimana sono scese di 4,3 milioni di barili. Alle 18.30 italiane il greggio wti si assesta a 87,33 dollari al barile, l’oro è a 1.608 dollari l’oncia, e l’euro passa di mano contro il dollaro a 1,2391.
Alla stessa ora i tre indici di Wall Street viaggiano attorno alla parità.

A Piazza Affari il Ftse Mib scende di oltre due punti percentuali dopo che la Bce ha comunicato di aver tagliato dello 0,25% il tasso di interesse di riferimento portandolo a 0,75% da 1%. Nel giro di un’ora sono stati annunciati altri due interventi di politica monetaria. La Banca d’Inghilterra ha lasciato i tassi d’interesse a 0,50% ed ha riavviato il programma di riacquisto di bond: il terzo round sarà da 50 miliardi di sterline, gli economisti si aspettavano tra 50 e 75 miliardi di sterline. La Banca centrale della Cina ha abbassato i tassi di riferimento sui depositi di 25 punti base al 3% ed ha tagliato i tassi sui finanziamenti di 31 punti base al 6%. La Banca Popolare della Cina, che aveva tagliato i tassi anche il 7 giugno, ha inoltre autorizzato le banche a prestare soldi con sconti sul benchmark fino al 30%. Nel pomeriggio il presidente della Bce Mario Draghi ha affermato che serve ancora del tempo per valutare gli effetti dei due precedenti Ltro. Con le altre banche centrali, ha aggiunto Draghi, c’è solo uno scambio valute, nessun coordinamento, e inoltre “non siamo in una situazione di crisi come quella del 2007-2008”, attorno a fine anno ci sarà una graduale ripresa.

Tenere bassi per un periodo prolungato di tempo i tassi di interesse danneggia l’economia reale, sul lungo periodo. Non solo perché droga il mercato di una liquidità destinata a confluire negli investimenti speculativi piuttosto che nel credito all’economia reale, ma perché rimanda indefinitamente il processo di “distruzione creativa” dei rami secchi, delle strutture inefficienti, di chi è già fallito ma fa finta di essere in piena salute. La lezione di Schumpeter in questo articolo su blog.newconstructs.com

E mentre Ben Bernanke (nella foto) sorride serafico, Dennis Lockhart, presidente della Federal Reserve Bank di Atlanta, parla di una seconda operazione twist da 400 miliardi di dollari “on the table”. La prima mandata del twist sta per scadere, del resto, e il mercato sempre più drogato ha bisogno di ulteriore liquidità. E’ pur vero che il twist non sarà il QE III, ma sempre meglio del suo surrogato europeo, l’LTRO di Draghi. E’ come mettere la 48 magnum con la calibro 22, certi parabrezza non li scalfisce nemmeno, diceva l’ispettore Callaghan.
(Fed’s Lockhart: Extending Twist on the table)

In questo articolo di Robert Powell ecco Five reasons to buy stocks now. Delle cinque ragioni, a dire il vero, non ce n’è mezza che ci convinca, anzi ce n’è uno assolutamente comico. Troppo bello per non riportarlo nel testo originale: “fundamentals have deteriorated to such an extent that further downside is possible”. Ma è un segnale del cambiamento di sentiment, quindi per la teoria sorosiana dell’autoriflessività dei mercati c’è il rischio che la profezia si autoavveri. Almeno fino al 17 giugno, quando si terranno le elezioni in Grecia, paese che sembra misteriosamente sparito all’orizzonte.

Businessinsider.com cambia drasticamente look, e dopo aver ospitato per giorni le peggiori previsioni catastrofistiche adesso pone la domanda: ci sarà il toro o il super-toro?.

A gettare acqua gelata sui bollenti spiriti animali di chi attende il QE III, ci resta soltanto il sito di Nouriel Roubini, coerentissimo. Si legga questo intervento a firma di Tim Duy.

L’atteso taglio dei tassi UE dall’1% allo 0,75% non c’è stato, ma ciò non ha impedito alle borse del vecchio continente di continuare a correre dopo il discorso di Mario Draghi e dopo le esternazioni del presidente della Federal Reserve di Chicago, Charles Evans, che oggi ha fatto capire che il varo del terzo round di quantitative easing non è molto lontano. Intanto l’attenzione si sposta al Beige Book di stasera, dopo che l’esponente del Fomc, Dennis Lockhart, ha rivelato che un’eventuale proroga dell’operazione twist in scadenza a giugno è tra le opzioni al vaglio della Fed. Domani i mercati si concentreranno sulle dichiarazioni di Bernanke per ulteriori conferme. Mario Draghi invece ha confermato che non vi saranno a breve altre aste LTRO, ma la Bce è comunque pronta ad offrire liquidità illimitata al sistema bancario. Draghi ha poi confermato uno scenario di ripresa graduale nel corso dell’anno. Nel 2012 il Pil della zona euro è previsto tra -0,5% e +0,3%, mentre per il 2013 la crescita è prevista in rialzo dell’1%. Da segnalare anche quanto emerso oggi dalla Relazione sugli scenari industriali del Centro studi Confindustria. L’Italia ha perso tre posizioni tra 2007 e 2011 nella classifica mondiale della produzione manifatturiera, passando dal quinto all’ottavo posto, ma vi sono dei mutamenti positivi: la specializzazione si sposta dalla moda ai prodotti con maggiore densità tecnologica. La quota dell’Italia nella produzione manifatturiera globale – il cui baricentro si sposta sempre più rapidamente verso i paesi emergenti – passa dal 4,5% al 3,3%.
Oggi a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha guadagnato il 3,50% a 13.427 punti, senza mai essere sceso sotto quota 13.000, mentre il Ftse All Share è avanzato del 3,35% a quota 14.369. A Parigi il Cac40 chiude con un rialzo del 2,42% a 3.058,44 punti, a Londra il Ftse 100 chiude con +2,36% a 5.384,11 punti e a Francoforte il Dax mette a segno un +2,09% a 6.039,99 punti. A Madrid +2,41% dell’Ibex, che si porta a 6.418,9. Si allentano le tensioni sul fronte obbligazionario con lo spread Bonos-Bund che torna sotto quota 500 punti base, mentre il differenziale Btp-Bund scende in area 420 punti base.
Acquisti diffusi su tutto il comparto bancario, in particolare da segnalare il botto di Banca Popolare Em.Rom (+9,60% a 3,766 euro), con gli analisti di Mediobanca che hanno avviato la copertura sul titolo con outperform, e Mps (+4,04% a 0,224 euro) con gli investitori che vedono alle battute finali il piano di cessioni messo a punto dall’Ad Fabrizio Viola. Brillano anche Popolare di Milano (+4,44% a 0,348 euro), Intesa SanPaolo (+5,33% a 1,126 euro), Banco Popolare (+4,17% a 1 euro), UniCredit (+4,42% a 2,79 euro).
Tra i migliori sul Ftse Mib da segnalare anche Lottomatica (+7,28% a 14,30 euro) dopo le smentite circa la notizia di una tassa sui giochi allo studio da parte del governo, e Finmeccanica (+6,71% a 2,94 euro). Nuovo rialzo per Generali (+3,66% a 9,355 euro). Tra gli industriali Fiat ha guadagnato il 2,35% a 3,826 euro nonostante le deboli immatricolazioni in Brasile.
Torna a crescere il prezzo del greggio, dopo le news da oltreoceano. La scorsa settimana le scorte di greggio USA sono scese di 111 mila barili a 384,63 milioni. Gli analisti avevano previsto un calo più consistente (-0,5 milioni). Segno più anche per gli stock di distillati (+2,25 milioni) e per quelli di benzina (+3,35 milioni). Ne approfittano i petroliferi: Eni (+2,77% a 15,97 euro), Saipem (+3,17% a 31,29 euro) e Tenaris (+3,15% a 12,76).
Alle 18.30 italiane il greggio wti si porta a quota 85,70 dollari il barile, l’oro a 1.640 dollari l’oncia, mentre il cross euro/dollaro si posiziona a 1,2552. I tre indici USA sono in netto rialzo con il Nasdaq in evidenza (+2%).

Le Borse europee si infiammano dopo il discorso di Mario Draghi, nonostante l’annuncio che il tasso di riferimento dell’euro resterà rimasto invariato all’1%. A Milano l’indice FtseMib sale del 2,6%, al galoppo anche Londra, Parigi, Madrid e Francoforte. La questione del debito sovrano nell’Eurozona tiene banco e Wall Street segue l’andamento delle Borse europee con rialzi superiori al punto percentuale per tutti e tre gli indici. Durante la conferenza stampa successiva al comitato di politica monetaria, il governatore della Bce, Mario Draghi, ha detto che la ripresa economica della zona euro deve confrontarsi con crescenti rischi al ribasso ed ha escluso l’implementazione di un terzo round di Ltro: “Le prospettive economiche all’interno della zona euro rimangono deboli con un’accentuata incertezza che pesa sulla fiducia e che aumenta i rischi al ribasso”, ha detto Draghi. Lo staff della Bce ha tuttavia confermato per il 2012 le previsioni di crescita dela zona euro, comprese nel range -0,5%/+0,3%, e Draghi ha assicurato che l’istituto centrale continuerà a fornire liquidità alle banche con scadenza a una settimana. Sul mercato dei titoli di Stato il Btp decennale è scambiato a un rendimento che sale di 4 punti base al 5,65%. Stabile lo spread a 439 punti. In un articolo apparso da poco su milanofinanza Francesca Gerosa spiega invece che “In questo momento i mercati seguono Charles Evans. Il presidente della Fed di Chicago ha sottolineato che è necessario attuare una politica più accomodante per aiutare la crescita dell’economia degli Stati Uniti perché c’è ancora troppa disoccupazione”. Tutta benzina sul fuoco del QE III.
L’euro è scambiato a 1,2509, Il petrolio sale per il terzo giorno consecutivo: future su Wti a 86 dollari il barile (+2%). Fra le blue chip di Piazza Affari brilla Finmeccanica in progresso del 5%, dopo essere scesa ieri dell’1,1%. Si confermano positive le banche con rialzi diffusi ovunque, e con Banca Popolare dell’Emilia che sale del 5% dopo che Mediobanca ha avviato la copertura con raccomandazione positiva outperform.
La Commissione europea ha presentato oggi le proprie proposte sul piano di risoluzione della crisi del sistema bancario. Bruxelles raccomanda un maggior coordinamento tra Paesi e la possibilità di imporre perdite anche ai portatori di obbligazioni bancarie. Salgono i titoli del risparmio gestito con Azimut e Mediolanum, prosegue il rialzo anche per Generali. In progresso anche gli industriali con Fiat, Prysmian, Pirelli, StM e Fiat Industrial. Salgono i cementieri: Buzzi +1,8%, Italcementi +5% e i petroliferi con Saipem Tenaris ed Eni al galoppo.

La dose di volatilità quotidiana, a cui siamo abituati dal raggiungimento del massimo del FtseMib a 17mila punti registrato a marzo, non è mancata nemmeno alla seduta odierna. Piazza Affari recupera dopo il massacro di ieri e gli investitori fanno incetta di titoli a prezzi di saldo. Tanto per fare cassa e ricominciare a shortare nei prossimi giorni. L’indice FTSE Mib ha chiuso in rialzo dell’1,13% a 13.107 punti, dopo un affondo che ha portato in mattinata a rivedere quota 12.800. Un livello di supporto già testato in settimana e che sembra ormai consolidato. Volumi per 2,17 miliardi di euro. L’Allshare è salito dell’1,15%. Misti gli altri mercati europei: Londra +1,59%, Parigi è in linea con Milano, Francoforte lievemente peggiore. Qualcuno fa notare che un po’ di slancio è arrivato anche dalle parole del premier Mario Monti, che oggi ha dichiarato che per il lancio degli eurobond i tempi saranno maturi “non fra moltissimo”. Ma oggi è stata diffusa anche la notizia secondo cui la recessione di Eurolandia costringerà nuovamente la Bce ad implementare un ulteriore allentamento monetario. Ad affermarlo è l’analista di J.P. Morgan Greg Fuzesi, secondo il quale a giugno la Bce estenderà le misure di rifinanziamento a breve, mentre a luglio potrebbe annunciare una terzo round di LTRO ad un anno. “Oltre a questo, ci attendiamo che il costo del denaro sia tagliato di 25 punti base nel meeting in programma per settembre”.
Nel frattempo il rendimento del Btp scende di 11 punti base a 5,52% all’indomani della riunione dei leader dell’Unione Europea: il vertice si è chiuso, come previsto, senza alcuna decisione operativa. Oggi il presidente della Bce, Mario Draghi, è tornato a chiedere ai paesi europei di chiarire le loro strategie di lungo periodo per quanto riguarda l’euro: stanotte, dopo la riunione, sono circolate indiscrezioni sull’esistenza di un piano segreto per limitare gli effetti dell’uscita della Grecia dalla zona euro.
Tra i 40 big del listino milanese, bene la scuderia Exor +3,03% che ha beneficiato dei rialzi delle partecipate Fiat +3,66% e Fiat Industrial +1,32%. Nel settore dell’energia avanzano Snam +2,57% e la controllante Eni +2,67%, entrambe in attesa del decreto che definisca le modalita’ con cui la controllante uscira’ dal controllo di Snam. Tra i petroliferi Tenaris e Saipem salgono dello 0,6%, mentre si mette in luce Saras con un balzo di oltre 5 punti percentuali. Nel comparto energia recupera Enel +2,48% e cresce Terna +2,61%. La lettera ha penalizzato Finmeccanica -2,02% ma non la controllata Ansaldo, che cresce del 2,39%. Lettera anche su Bpm -1,89%.
L’euro ha sfiorato il minimo dei due anni contro il dollaro, arrivando a 1,2514, dopo che deludenti dati macro tedeschi hanno mostrato che nessun paese della zona euro sembra immune alla crisi. Nel pomeriggio, però, la moneta unica ha recuperato fino a 1,2609. Il Brent è salito sopra quota 106 dollari al barile oggi dopo le notizie provenienti da Baghdad, con gli intoppi nei colloqui tra le grandi potenze mondiali e l’Iran sul programma nucleare di Teheran che hanno bilanciato l’effetto dei dati economici deboli arrivati da Europa e Cina. L’Iran ha acusato le potenze mondiali di creare “un’atmosfera difficile” che ostacola le trattative sul suo programma di energia atomica.
Intorno alle 21.00 italiane il greggio wti avanza a quota 90,68. Oro inchiodato a 1.553 dollari l’oncia, cross euro/dollaro a 1,2524 con i tre indici di Wall Street in calo. Il Nasdaq cede oltre un punto percentuale. Il Tesoro USA oggi ha piazzato titoli a 7 anni per 29 miliardi di dollari. Il rendimento ha registrato un minimo storico all’1,203% e le richieste hanno superato il quantitativo offerto di 2,8 volte, non lontano dalle 2,85 volte della media delle ultime 4 aste.