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Fino a pochi giorni fa i burocrati di Bruxelles avevano dato la loro parola garantendo che il cosidetto salvataggio di Cipro sarebbe stato “un caso unico” in Europa. Da ieri le cose sono cambiate: il presidente olandese dell’eurogruppo Dijsselbloem ha dichiarato che d’ora in poi il “modello Cipro” si potrà estendere anche ad altri paesi, magari la Slovenia che secondo un report del Fondo monetario internazionale è già entrata in crisi profonda (vedi l’articolo su businessinsider.com): tutte le volte che una banca europea finisce nei guai, i clienti con depositi superiori ai 100mila euro potranno venire “alleggeriti” per partecipare forzosamente al salvataggio. Il risparmio resta sacro e inviolabile soltanto per i conti correnti al di sotto della soglia dei 100mila euro. Proviamo a immaginare cosa succederà quando le banche cipriote riapriranno i battenti. E adesso che farà Mario Draghi? Avallerà le esternazioni del presidente Dijsselbloelm? Gli accordi raggiunti questa estate in base ai quali il fondo salva-Stati Esm avrebbe dovuto fornire la soluzione in caso di crisi di banche sistemiche sembrano scomparsi dall’orizzonte. Una chiave di lettura di questa escalation al massacro verso i paesi periferici può essere il fatto che la Germania si avvia a settembre alle elezioni politiche. La Merkel si prepara alla “soluzione finale”, e probabilmente l’euro ha i giorni contati.

PECHINO
Prezzi case gennaio (2,30).

ITALIA
Cda su risultati di bilancio di: Autostrade Meridionali, Dada, It Way.

Tenaris, conference call su risultati bilancio (15,00).

ROMA
Tesoro, annuncio tipologia e quantitativi Btp in asta il 27 febbraio.

Istat, fiducia consumatori febbraio (11,00).

BRUXELLES
Commissione europea presenta interim forecast Paesi zona euro; conferenza stampa di Rehn (11,00).

BERLINO
Intervento Asmussen (membro board Bce).

Indice Ifo febbraio (10,00).

FRANCOFORTE
Bce annuncia importo fondi che le banche intendono rimborsare anticipatamente (12,00).

NEW YORK
Intervento Rosengren, Fed Boston e atteso intervento di Powell, membro board Fed a convegno su “Momento critico: crisi fiscali e ruolo della politica monetaria”.

Fed-Balance-Sheet

Un lettore di PeakProsperity.com invia una lettera alla redazione lamentando quanto segue:

Ho cercato di capire come funzioni esattamente il meccanismo dell’allentamento quantitativo (quantitative easing) ma non sono ancora riuscito a intendere come sia possibile che la moneta venga iniettata nel sistema economico-finanziario sotto forma di liquidità producendo degli effetti reali nell’economia nonostante sia stata creata dal nulla: “My difficulty is in understanding how thin air money gets into circulation”. E’ come se l’ologramma di un pugile virtuale riuscisse a suonarle di santa ragione a un pugile in carne ed ossa.

Una bella domanda che mette in questione un problema ontologico, la magia della stampante di Ben Bernanke in grado di creare denaro con pochi clic sulla tastiera di un computer per acquistare obbligazioni societarie, titoli di stato a breve o lungo termine, o altri assets finanziari in possesso di banche commerciali che in cambio ottengono denaro liquido da utilizzare, almeno in teoria, per aprire i rubinetti del credito e incrementare consumi e investimenti. Almeno in teoria, appunto. E se questo passaggio “sperato” non si verifica quali possono essere le conseguenze? Per quanto riguarda gli USA l’eutanasia del dollaro. E’ quanto sostiene Chris Martenson in questo intervento apparso online sulle pagine di peakprosperity.com.
La risposta di Chris Martenson alla domanda del lettore non aggiunge nulla di nuovo: creare denaro virtuale è come gonfiare una bolla d’aria sperando che non esploda. Non è una gran risposta, anche perché elude il problema del potere e della sovranità monetaria. Il sovrano è colui che decide lo stato di eccezione, sosteneva Karl Schmitt, e in questo caso il sovrano è la Federal Reserve che a fronte di una situazione di emergenza esplosa nella crisi del 2008 corre ai ripari con interventi eufemisticamente definiti “non convenzionali”. Considerato il ruolo del dollaro a livello internazionale il resto del mondo o si allinea o imita la politica della Fed, come hanno fatto le banche centrali di Inghilterra e Giappone, e come in parte ha fatto la stessa Bce sotto Mario Draghi.
Come proteggersi dagli effetti devastanti di una politica del genere? La risposta di Martenson è ancora una volta la stessa di sempre: comprate oro, l’oro non può essere creato dal nulla.

marc-faber

I Love This Market Because The Higher It Goes, The Bigger The Crash.
Così parlò il guru Marc Faber, che contende a Nouriel Roubini il titolo di “Doctor Doom”. Faber ha dichiarato a più riprese, con una durezza senza precedenti, che i mercati azionari sono vicini a un collasso destinato a ridurre il valore delle azioni, sui mercati internazionali, di oltre il 20% medio. Faber confessa di essersi posizionato al ribasso per i prossimi mesi a partire da febbraio, e adduce parecchie ragioni a favore di questa tesi che azzera l’entusiasmo di coloro che credono nella “grande rotazione”, la fuga continua dall’obbligazionario e dai cosiddetti porti sicuri e conseguente afflusso di liquidità sull’azionario. L’aspetto più interessante dell’analisi di Faber consiste nel fatto che le ragioni addotte per sostenere la tesi del crollo non fanno riferimento a fattori esogeni al mercato, come la questione del tetto del debito pubblico negli USA, dopo la parziale soluzione del problema del “fiscal cliff”, o l’instabilità finanziaria dei paesi periferici di Eurolandia. A partire da un approccio basato sui fondamentali Doctor Doom sostiene che una raffica di risultati aziendali ben al di sotto delle prospettive farà implodere i mercati determinando una sorta di reset destinato ad avere ripercussioni brutali. A nulla varranno le politiche di stimolo implementate dalle varie banche centrali del mondo, a partire dal “Quantitative Easing” targato Fed fino alle misure di politica non convenzionale approvate dalla Bce di Mario Draghi. Pare che il lugubre comunicato diramato dai vertici di Saipem due giorni fa a mercati chiusi sia da considerare il primo scricchiolio che annuncia il grande crollo. Dopo l’era del deleveraging è iniziata l’era del profit warning.

(Read more: http://www.businessinsider.com/faber-youre-in-danger-if-you-dont-own-gold-2013-1)

MILANO
Lyxor Etf, conferenza stampa con Arnaud Llinas sull’industria degli Etf nel 2013 (12,00).

FRANCOFORTE
Discorso di Mario Draghi a inaugurazione nuovo anno dell’istituto IHK (19,00).

BRUXELLES
Riunione Ecofin

AMSTERDAM
Tesoro offre 1,5-2,5 miliardi DSL gennaio 2014, cedola 1,00% e gennaio 2032, cedola 3,75%.

BERLINO
Indice Zew su fiducia economia gennaio (11,00).

LONDRA
Tesoro offre Gilt 2022 cedola 4%.

MADRID
Tesoro offre titoli di Stato a 3 e 6 mesi.

WASHINGTON
Indice Fed Chicago dicembre (14,30).

Vendite case esistenti dicembre (16,00).

Tesoro offre titoli Stato a 13 e 26 settimane (17,30).

NEW YORK
Risultati di Google, Ibm, Johnson & Johnson.

TOKYO
Leading indicator novembre (6,00).

PECHINO
Bilancia commerciale dicembre.

Attesa da oggi al 15 gennaio M2 dicembre.

ITALIA
Mittel, Cda su risultati di bilancio.

ROMA
Tesoro, asta 8,5 miliardi Bot a 12 mesi (365 gg).

EUROPA FRANCOFORTE
Bce, riunione Consiglio; a seguire decisione tassi e conferenza stampa di Mario Draghi.

ATENE
Prezzi al consumo dicembre e occupati ottobre(11,00).

BERLINO
Intervento Asmussen, membro board Bce (18,00).

LONDRA
Banca centrale termina riunione di politica monetaria; annuncia tassi.

MADRID
Tesoro offre titoli di Stato scadenza marzo 2015, cedola 2,75%; gennaio 2018, cedola 4,5%; luglio 2026, cedola 5,9%.

PARIGI
Produzione industriale novembre e dato finale prezzi al consumo dicembre (8,45).

WASHINGTON
Nuove richieste sussidi di disoccupazione settimanali (14,30).

Tesoro offre titoli di Stato a 30 anni (19,00).

ITALIA
CDA di Telecom Italia

BRUXELLES
Eurozona: revisione Pil 3° trimestre (11,00).

FRANCOFORTE
Bce, riunione consiglio; annuncio tassi (13,45) e conferenza stampa Draghi (14,30).

Intervento Asmussen su “Sfide e successi della politica monetaria europea” (15,00).

ATENE
Disoccupati settembre (11,00).

BERLINO
Ordini all’industria ottobre (12,00).

DUBLINO
Attesa da oggi al 13 dicembre prezzi al consumo novembre (12,00).

LONDRA
Bilancia commerciale ottobre (10,30).

Banca centrale termina riunione politica monetaria, annuncia decisione tassi (13,00).

PARIGI
Tesoro offre 3-4 miliardi seguenti Oat: a 6 anni scadenza 25/10/2018, cedola 4,25%; a 7 anni scadenza25/10/2019, cedola 3,75%; a 15 anni scadenza 25/10/2027, cedola 2,75%.

WASHINGTON
Fed pubblica flussi e fondi trimestrali Usa (18,00).

Nuove richieste sussidi disoccupazione settimanali (14,30).

Fine settimana in territorio positivo per le borse europee. A Milano l’indice FtseMib, dopo un avvio in rosso, è girato in rialzo dello 0,4%. A Wall Street ieri i mercati sono stati chiusi per festività e oggi saranno aperti solo fino alle 19:00. Attorno alle 16.00 ora italiana l’S&P500 guadagna lo 0,6%, il Nasdaq lo 0,62% e il Dow Jones lo 0,7%.
Il dollaro si indebolisce anche oggi nei confronti delle principali valute del mondo: il dollar index si muove sui minimi degli ultimi 15 giorni. Cambio euro/dollaro a 1,293 da 1,289 della chiusura. Lo spread Btp/Bund scende a 332 punti base, il petrolio wti si mantiene sopra quota 87 dollari il barile e l’oro viaggia a 1.734 dollari l’oncia.

Oggi non sono attesi dati macro in grado di scaldare gli investitori, e i movimenti sono diradati.
Ricordiamo che oggi è il Black Friday, ovvero il giorno che segue la festa del Ringraziamento ed è tradizionalmente dedicato agli acquisti. Le società dei consumi e del retail potrebbero essere sotto i riflettori in quanto circa un terzo dei ricavi dell’esercizio sono di solito concentrati nel periodo che inizia oggi e si chiude verso la fine di dicembre. Da lunedì si tornerà a parlare del fiscal cliff, che pare sia sparito dall’orizzonte, con il Congresso USA chiamato a decidere sulle misure necessarie ad evitare che il primo gennaio 2013 scattino i tagli automatici alla spesa pubblica contemporaneamente alla fine degli sgravi fiscali previsti dalla precedente amministrazione Bush.
Nel frattempo il numero uno della Bce Mario Draghi, nel suo intervento al 22esimo congresso bancario europeo, ha dichiarato di vedere nuovi segnali di fiducia da parte degli investitori nell’Eurozona. Affinché i buoni propositi non rimangano lettera morta, ha aggiunto Draghi, è necessario che la Bce sia pronta ad agire tempestivamente, che i governi dell’area dell’euro vadano avanti con le riforme strutturali, e che si completi l’unione economica e monetaria.

LE CHIUSURE
Si chiude una giornata ad alta volatilità per le Borse. A Parigi il Cac-40 chiude in calo dello 0,06%, il Ftse 100 di Londra scende dello 0,27%, il Dax di Francoforte dello 0,39% e l’Ibex di Madrid dello 0,48%. Piazza Affari ancora una volta in evidenza, con l’indice FtseMib che chiude in calo dello 0,6% 15.194 punti, e un grafico intraday che provoca le vertigini. A guidare le danze sono state le continue oscillazioni delle banche e dei titoli petroliferi, Eni in testa. Sull’andamento dell’azionario ha inciso anche l’intonazione negativa degli indici di Wall Street che hanno annullato i rialzi registrati dopo le prime contrattazioni. L’euro ha continuato a indebolirsi e in serata è sceso a 1,274 contro il dollaro, da 1,277 della chiusura precedente.

IL DISCORSO DI DRAGHI TRA SPAGNA E GRECIA
Dopo il brutto scivolone di ieri, stamani in Europa la seduta era iniziata con un lieve recupero. Ma a Milano la tendenza positiva è durata poco, e senza motivi apparenti Piazza Affari a metà mattina era già in ribasso dell’1%. In apertura gli ottimisti avevano puntato sulla notizia positiva proveniente da Atene, dove ieri sera il Parlamento ha approvato il nuovo pacchetto austerità concordato con Ue, Bce e Fmi, indispensabile per ottenere la prossima tranche di aiuti senza la quale fra una settimana la Grecia sarebbe fallita. La Borsa di Atene ha incassato il risultato con un ribasso del 5%.
Piazza Affari a sua volta non ha dato segni di ripresa nemmeno dopo il successo dell’asta di titoli di Stato spagnoli: Madrid ha collocato bond a diversa scadenza per un ammontare di 4,76 miliardi, superiore ai 4,5 miliardi previsti come target massimo dall’emittente. Ciononostante, la reazione degli spread è piuttosto fiacca: lo spread Btp/Bund è tornato a salire a quota 363 punti base, per un rendimento del Btp 10 anni del 4,99%.
La Bce, come previsto, ha lasciato i tassi invariati allo 0,75%. Il presidente Mario Draghi ha dichiarato che il “momentum” della crescita europea resta debole, ma i segnali di ripresa della fiducia sui mercati si cominciano a vedere. Restano cruciali, comunque, le riforme fiscali e strutturali che ciascuno Stato della zona euro dovrà operare, e, soprattutto, la necessità di dare impulso al mercato del lavoro. Sulla questione Madrid, Draghi ha ribadito che spetta solo alla Spagna decidere se chiedere aiuti all’Ue e non alla Banca centrale europea.

I NUMERI DI PIAZZA AFFARI
Venendo ai dettagli di Piazza Affari, fra le blue chip spicca il rialzo di A2A, in crescita del 5,3% dopo la presentazione di risultati del terzo trimestre migliori delle attese e di un nuovo piano industriale che punta a ridurre drasticamente il debito entro il 2015. La societa’ prevede la cessione mirata di quote di minoranza, l’incremento dell’efficienza operativa, e la crescita organica della redditivita’ in quattro aree di core business: energia, ambiente, calore e reti. Con il nuovo piano, il management stima un Ebitda pari a 1,3 mld euro e il debito in calo a 3,2 mld.Lottomatica ha guadagnato il 3,5% dopo i risultati migliori delle attese annunciati ieri sera. Seduta a due velocità per il comparto bancario: MontePaschi ha ceduto il 2,48% a 0,212 euro, Popolare di Milano l’1,96% a 0,399 euro, Banco Popolare l’1,92% a 1,176 euro. In positivo Intesa SanPaolo (+0,50% a 1,218 euro), Mediobanca (+0,76% a 4,508 euro) e Unicredit (+0,35% a 3,418 euro).
Sul listino principale è caduta Pirelli, in ribasso del 2,7%. Alcuni analisti prevedono che lunedì prossimo la società annuncerà una revisione dei target.
Contrastati gli altri titoli industriali: Fiat è scesa dello 0,6%, Fiat Industrial +0,2%, Finmeccanica è arretrata del 2,6% in attesa dei risultati che saranno annunciati a mercati chiusi. In calo anche Prysmian -2,1%, che nella trimestrale diffusa oggi ha annunciato un aumento del debito sopra le stime degli analisti.
Fra i petroliferi, Eni è scesa dello 0,4%, Tenaris ha chiuso in parità, Saipem ha ceduto il 3,2%, mentre Saras affonda con un -5,9%.
Tra i titoli finanziari Generali, che domani annuncerà i risultati del terzo trimestre, ha guadagnato lo 0,4%. I buoni risultati hanno spinto Azimut in rialzo del 3,2%.
Forti perdite per Autogrill -3,9% e Mediaset -3,4%. In calo anche Diasorin -2%.
In calo Enel -1,9%, debole anche Telecom Italia -1,1%.

Prosegue la discesa a Piazza Affari in attesa della conferenza stampa di Mario Draghi prevista per le 14.30. Il Ftse Mib è arrivato a perdere oltre un punto percentuale scendendo fino a quota 15.102. In territorio positivo, anche se con incrementi frazionali, Parigi Londra e Francoforte. Commodities poco sopra la parità con il petrolio wti che resiste a 85 dollari il barile, e l’oro che galleggia a 1.715 dollari l’oncia.
Stamani ha avuto successo l’asta dei titoli spagnoli, concentrata su bond a medio/lunga scadenza. Sono stati piazzati 4,76 miliardi di bond, più dei 4,5 miliardi previsti come target massimo dall’emittente. Elevate le richieste pari rispettivamente a 2,83, 2,11 e 1,57 volte l’offerta. Ciononostante, la reazione degli spread è fiacca così come quella delle Borse europee (Madrid perde lo 0,7%). Lo spread Btp/Bund è tornato a salire a 365 punti base.
Su tutti svetta la Grecia, il cui spread scende di 20 punti base a quota 1.542, poco sopra i minimi dell’anno, grazie all’approvazione delle misure di austerity che aprono la strada alla terza tranche di aiuti, salvo intoppi dell’ultima ora che quando si parla di Grecia sono sempre da tenere in conto. Il rendimento del decennale è sceso di nuovo sotto il 17%.
Tra i peggiori di Piazza Affari stamani si segnalano Pirelli (-4%) e Finmeccanica, ques’ultima in attesa dell’uscita dei conti prevista oggi a mercati chiusi. Gli analisti di Equita si aspettano un ritorno all’utile per 7 milioni di euro dal rosso di 791 milioni registrata un anno fa, i ricavi dovrebbero attestarsi a 3,87 miliardi di euro, il margine operativo lordo (Ebitda) a 291 milioni mentre gli ordini sono stimati a 3,02 miliardi di euro. Male anche Tenaris che ieri sera ha pubblicato i dati del terzo trimestre 2012. Le vendite sono salite del 7% a/a a 2,65 miliardi di dollari, leggermente al di sotto delle attese degli analisti.
Maglia rosa del listino è invece Lottomatica che sale di oltre 2 punti percentuali e si porta a ridosso di quota 17 euro.