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E’ uno schema di gioco interessante, può servire da modulo per una forma di trading news-sensitive, se così si può dire. Niente medie mobili, niente oscillatori, niente grafici. Il mercato si ferma in attesa del discorso di Draghi, dopo un rialzo che segnala l’aspettativa di un taglio dei tassi da parte della Bce. Magari una sforbiciata classica dello 0,25%, che non è poco di questi tempi in Eurolandia. Come ampiamente previsto il taglio non arriva. Ci sono timori di spinte inflazionistiche, si vocifera, e come nel caso dei ventriloqui non si capisce chi stia parlando. Draghi o Angela Merkel che da anni è in campagna elettorale con le elezioni che arriveranno il prossimo settembre? Il tutto, magari, bypassato dall’umbratile Jens Weidmann, il principale azionista della Bce, pardon: il presidente della Banca centrale tedesca. Draghi sistema il microfono, si siede e inizia a parlare. Dopo qualche minuto arrivano i primi scricchiolii, pare che la parola “inflazione” faccia scattare automaticamente le prime prese di beneficio. Sono le 14.35. Poi iniziano le previsioni cupe sul Pil di Eurolandia, che a rigore, ammesso che il principio di non contraddizione abbia ancora un qualche valore, è in flagrante contrasto con i timori di nuove spinte inflazionistiche. Poi, ancora , il pezzo da novanta: la Banca centrale europea continuerà ad avere una politica “accomodante”, eufemismo che alla Federal Reserve significa l’intenzione di tenere ancora sciolti i cordoni della borsa con politiche di allentamento quantitativo o con tassi prossimi allo zero. Evidentemente Mario Draghi ha cambiato il vocabolario dei banchieri centrali: quando parla di politica monetaria “accomodante” si riferisce ai comodi di Merkel e Weidmann.

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Fino a pochi giorni fa i burocrati di Bruxelles avevano dato la loro parola garantendo che il cosidetto salvataggio di Cipro sarebbe stato “un caso unico” in Europa. Da ieri le cose sono cambiate: il presidente olandese dell’eurogruppo Dijsselbloem ha dichiarato che d’ora in poi il “modello Cipro” si potrà estendere anche ad altri paesi, magari la Slovenia che secondo un report del Fondo monetario internazionale è già entrata in crisi profonda (vedi l’articolo su businessinsider.com): tutte le volte che una banca europea finisce nei guai, i clienti con depositi superiori ai 100mila euro potranno venire “alleggeriti” per partecipare forzosamente al salvataggio. Il risparmio resta sacro e inviolabile soltanto per i conti correnti al di sotto della soglia dei 100mila euro. Proviamo a immaginare cosa succederà quando le banche cipriote riapriranno i battenti. E adesso che farà Mario Draghi? Avallerà le esternazioni del presidente Dijsselbloelm? Gli accordi raggiunti questa estate in base ai quali il fondo salva-Stati Esm avrebbe dovuto fornire la soluzione in caso di crisi di banche sistemiche sembrano scomparsi dall’orizzonte. Una chiave di lettura di questa escalation al massacro verso i paesi periferici può essere il fatto che la Germania si avvia a settembre alle elezioni politiche. La Merkel si prepara alla “soluzione finale”, e probabilmente l’euro ha i giorni contati.

I future sui tre indici USA sono a zero, ormai traders e investitori sono già in vacanza: domani Wall Street resterà chiusa per la festa del Ringraziamento, mentre venerdì chiusura alle 19.00 ora italiana.
Attorno alle 14.00 ora italiana il dollaro staziona intorno a 1,28 contro euro, da 1,275 di stamattina, mentre il petrolio wti sale di quasi due punti percentuali a 87,8 dollari il barile in seguito al persistere delle tensioni in Medio Oriente. Oro pressoché invariato a 1.720 dollari l’oncia.

L’ALLARME DI BERNANKE E I DATI MACRO DAGLI USA
Ieri Ben Bernanke, nel suo intervento ad un convegno a New York City, ha richiamato con forza l’attenzione dei politici sulle possibili conseguenze negative in caso di mancato accordo sul cosiddetto “fiscal cliff”. Il Chairman ha precisato che l’elicottero della Federal Reserve non ha risorse illimitate per evitare una recessione.
Oggi in agenda ci sono molti dati macro: alle 14.30 le nuove richieste di sussidi di disoccupazione (attesa a 410.000 da 439.000), alle 15.55 l’indice sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan (attese a 84,5 da 84,9) e alle 16.00 gli indicatori anticipati, un indice elaborato dall’istituto di ricerca Conference Board (attese a 0,1% da +0,6%).

EFFETTO MERKEL
In mattinata la cancelliera Angela Merkel ha riferito al Parlamento che un taglio dei tassi di interesse e un aumento delle garanzie del fondo salva Stati potrebbero aiutare a colmare il buco della Grecia. Le dichiarazioni della Merkel hanno alimentato le speranze degli investitori in un accordo sugli aiuti ad Atene. Anche per la Borsa USA il tema del giorno rimane la Grecia, dopo che la riunione dell’Eurogruppo si è conclusa senza un accordo e con il rinvio a lunedì 26 novembre. Il Fmi ha riconosciuto che sono stati fatti diversi progressi, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Secondo alcune indiscrezioni i ministri non hanno trovato un accordo sul debito e quindi hanno preferito non dare il via libera neanche alla tranche di prestito. In discussione c’è la riduzione dei tassi e delle condizioni sui prestiti finora ottenuti, buy-back dei titoli greci, allungamento delle scadenze sui titoli obbligazionari.

Mario Draghi ci è riuscito. Ha salvato l’Euro. Inventando l’Otm (Outright Monetary Transactions). Ma siamo sicuri dei risultati ?
Si è molto parlato, fino a poche settimane fa, di dare licenza bancaria all’ESM, di fatto trasformando la Bce in prestatore di ultima istanza, una Banca Centrale modello FED, insomma. Una cosa impossibile, in quanto non prevista nei trattati UE che, per recepirla, dovrebbero quanto meno essere riscritti. Non essendo al vaglio nessuna modifica in tal senso, era logico che nessuna licenza bancaria fosse possibile, come ratificato dallo stesso Draghi e da Angela Merkel. Pertanto Draghi si è ingegnato a far passare una linea diversa, ma non troppo: la Bce acquisterà titoli di stato, con scadenza non oltre i 3 anni, dei Paesi in difficoltà, qualora questi lo richiedano, senza pretendere di essere creditore privilegiato, e in quantità illimitata, per giunta sterilizzando gli acquisti. Sterilizzare significa che, per non rendere l’ESM un finanziamento diretto agli stati (aspetto fortemente inviso a Jens Weidmann), la BCE dovrà vendere altrettanti titoli. Un fattore questo che può essere valutato come una anomalia, il cui riverbero potrebbe essere una insolita forma di (anti-)doping sui mercati. Del resto, in questo senso (quello della anomalia) possiamo anche considerare la scelta dei 3 anni come tetto massimo: scegliendo soltanto titoli entro i 3 anni, per giunta con acquisti illimitati, i titoli a breve scadenza verranno protetti maggiormente, rispetto a quelli a lunga scadenza. Siamo sicuri che gli investitori non decidano di liberarsi dei Bond decennali in favore di quelli a breve termine per via di un rischio emittente ridotto a zero ? Quali le conseguenze ?
L’idea di Draghi è puro genio finanziario e diplomatico, non si discute. Tuttavia non vorrei che fosse uno “spaventapasseri”, cioè che servisse a mettere in guardia i cosiddetti speculatori con un monito: “Da oggi, quel gioco con lo spread non si fa più”. Altrimenti la Bce picchierà duro, andando a “incastrare” proprio gli Hedge e gli Hft. Ma il punto è: siamo sicuri che funzioni ? Per verificarlo bisogna che almeno un Paese UE faccia richiesta. In pole position abbiamo Italia e Spagna. Mario Monti ha già dichiarato che non ne abbiamo bisogno. E, dal canto suo, anche Roubini arriva alla stessa conclusione, affermando pero’ che sarà la Spagna a richiedere l’attuazione. Non vorrei che l’OTM sia stato congegnato proprio per non essere mai utilizzato, come conferma la forte discesa dello spread. Se questo calo dovesse proseguire, nessun Paese UE si verrebbe a trovare in condizioni di pericolo “speculativo”. E non ci sarebbe pertanto alcun bisogno di mettere alla prova un meccanismo che, forse, nella sua genialità, Draghi stesso ha concepito talmente bene da renderlo efficace prima ancora che realizzabile.

Un’Ansa del 7 Agosto riporta che la maggioranza dei tedeschi spera che la corte costituzionale di Karlsruhe bocci le leggi con cui il parlamento federale ha ratificato il fiscal compact e l’Esm. Quindi mercoledì sapremo quanto davvero conta in Europa il simpatico Jens Weidmann.

 

FED e BCE al test dei mercati

Pubblicato: agosto 31, 2012 da TrandingTraderWarrior in Esm, Euro, Fed, spread
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Occhi puntati su Jackson Hole. Come potrebbe essere altriementi. L’indice Ftse Mib sembra percorso da entusiasmo. Ma cosa ci si aspetta da Ben Bernanke ? Una cosa è certa: alla convention dei banchieri doveva partecipare anche Mario Draghe che, all’ultimo momento, si è defilato, pare per non esporsi troppo. Fatto sta che un summit a due, con Bce e Fed, lascia presagire un accordo comune, un piano strategico finanziario condiviso, ovvero una misura o una serie di misure che potrebbero avere una portata rivoluzionaria. Il fatto che alla fine ognuno parlerà a casa propria non inficia questa prospettiva. Quindi possiamo ipotizzare che Ben possa anticipare qualcosa di quanto Draghi ratificherà il 6 Settembre. Il timore per oggi, ore 16.00, è tuttavia che i mercati possano reagire male all’eventuale e a nostro avviso scontato, rinvio di “misure impressionanti”, per usare una espressione cara ad Angela Merkel.

 

Lo spread Btp/Bund in area 460 punti base e i volumi ridotti non devono ingannare sul rimbalzo che Piazza Affari sta mettendo in atto in questo momento, a pochi minuti dalle 17.00 ore italiane. Banche e petroliferi danno gas al Ftse Mib, in rialzo del 2,60% e in area 13.300 punti. Vanno bene anche le altre Borse europee: Francoforte, Parigi, e Londra fanno segnare rialzi superiori al punto percentuale. L’accelerazione del listino milanese è arrivata dopo l’avvio positivo di Wall Street e, soprattutto, dopo la pubblicazione del dato sulle promesse di vendita di case negli USA, che hanno nettamente superato le stime.
Gli investitori continuano tuttavia ad essere scettici circa l’esito del Consiglio europeo, che comincerà domani e terminerà venerdì. La cancelliera Angela Merkel ha ribadito proprio oggi che gli Eurobond sarebbero sbagliati e controproducenti, e che una condivisione del debito sarà possibile solo una volta che verranno messi in atto controlli sugli Stati nazionali. In un intervento al Parlamento, la Merkel ha escluso la possibilità di risposte semplicistiche alla crisi e ha espresso il proprio disaccordo con le proposte dell’Unione europea che definiscono necessaria l’emissione congiunta di debito da parte del blocco.
Questa mattina il Tesoro italiano ha piazzato l’intero ammontare previsto di Bot a sei mesi al rendimento del 2,95%, il tasso più alto da inizio anno. Nell’asta precedente del 29 maggio scorso, i Bot a sei mesi erano stati collocati al 2,10%. Il rendimento del Btp decennale è piatto al 6,15%. E’ di pochi minuti fa la notizia che i ministri delle Finanze della zona euro accettano la richiesta della Spagna di un aiuto attraverso i fondi di salvataggio, e quantificano l’entità probabile della richiesta in 51-62 miliardi oltre a un “margine di sicurezza” addizionale. In una nota, l’Eurogruppo spiega che, una volta determinata l’entità degli aiuti, questi verranno versati dal fondo temporaneo Efsf prima di passare al definitivo Esm. In una nota separata, l’Eurogruppo ha accolto la richiesta di aiuti da parte di Cipro che riceverà assistenza dall’Efsf o dall’Esm, una volta dettagliate le necessità del paese.
Euro stabile contro il dollaro a 1,247, mentre si riprende il petrolio con il Wti che torna poco sopra gli 80 dollari. Lieve flessione per l’oro a 1.575 dollari dollari l’oncia.
In Europa salgono soprattutto i titoli finanziari: assicurazioni +1,2% e banche +1,1%.
Fra le blue chip milanesi sono in recupero le banche: Unicredit sale del 4,1% grazie anche alla notizia che il fondo di private equity anglo-russo Pamplona ha acquistato il 5,1% del capitale. Vanno bene anche Banca Popolare di Milano, Intesa, e MontePaschi.
Buon rialzo per gli energetici: si impenna Saipem +5,4% dopo l’annuncio di due nuovi contratti da 1 miliardo di dollari, uno in Arabia Saudita e uno in Nigeria. Eni conferma la fase positiva e sale del 2,5%%. Prosegue l’apprezzamento di Enel, in rialzo del 2,3%. Ieri è stato uno dei pochi titoli positivi nel listino delle blue chip milanesi.
Il cross euro/dollaro vede la moneta unica a 1,2465, mentre i tre indici di Wall Street viaggiano in territorio positivo con rialzi attorno al mezzo punto percentuale.

Mentre ancora risuona il monito del finanziere quantistico George Soros, che ha fissato in tre mesi la scadenza utile affinché l’Europa concordi una soluzione credibile ai problemi dell’Eurozona, i tre indici di Wall Street sono in standby nei primi minuti di contrattazioni, con oscillazioni attorno alla parità. Fra poco, alle 16 italiane, sarà diffuso il dato relativo agli ordini dell’industria di aprile, attesi in aumento dello 0,2% contro un calo dell’1,5% del mese precedente.
Le Borse europee nel frattempo accelerano al rialzo dopo una partenza incerta. Milano +1,7%, Parigi +0,8%. Fa eccezione Francoforte -0,6%. Il miglioramento dei listini europei si spiega con le indiscrezioni diffuse da funzionari del governo tedesco, secondo le quali Angela Merkel starebbe facendo pressione per spingere i Paesi Ue verso una ben più forte integrazione politica ed economica. Fra le ipotesi avanzate c’è quella di creare un’autorità centrale europea per la gestione delle finanze e maggiori poteri per la Commissione, il Parlamento e la Corte di Giustizia europea. La Merkel sarebbe anche a favore di un approccio coordinato per la riforma del mercato del lavoro, della previdenza e del fisco.
L’euro è in buon recupero a 1,2486 nei confronti del dollaro da 1,2404 dei primi scambi della mattina. Dollaro debole con il dollar index a -0,3%. Il petrolio è al quinto giorno consecutivo di ribassi, il Wti scende a 83,23 dollari al barile, ma in mattinata si era registato uno scivolone a quota 81. Ritraccia l’oro dopo il rally di venerdì (+4%), oggi scende dello 0,3% a 1619 dollari l’oncia.